ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00697

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 321 del 31/03/2020
Firmatari
Primo firmatario: PROVENZA NICOLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 31/03/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SAPIA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
SARLI DORIANA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
SPORTIELLO GILDA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
TROIANO FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
ALEMANNO MARIA SOAVE MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
BOLOGNA FABIOLA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
IANARO ANGELA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
LAPIA MARA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
MAMMI' STEFANIA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
MENGA ROSA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
NAPPI SILVANA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 31/03/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 31/03/2020
Stato iter:
02/04/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 02/04/2020
Resoconto PROVENZA NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 02/04/2020
Resoconto SILERI PIERPAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 02/04/2020
Resoconto PROVENZA NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 02/04/2020

SVOLTO IL 02/04/2020

CONCLUSO IL 02/04/2020

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00697
presentato da
PROVENZA Nicola
testo presentato
Martedì 31 marzo 2020
modificato
Giovedì 2 aprile 2020, seduta n. 323

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   il 30 gennaio 2020 l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l'epidemia da COVID-19 un'emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale e, con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, l'Italia ha dichiarato, per 6 mesi, lo stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all'insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;
   il nostro Paese sta affrontando un'emergenza sanitaria impegnativa. Una pandemia dalle caratteristiche cruenti e che, per tanti aspetti «scientifici», non era forse immaginabile e prevedibile; in Italia, questa pandemia ha travolto duramente il servizio sanitario e gli operatori che vi lavorano, molti dei quali sono morti;
   tra i numerosi provvedimenti emergenziali, il decreto-legge 9 marzo 2020, n. 14, recante disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all'emergenza COVID-19, all'articolo 8, in relazione al potenziamento delle reti assistenziali, dispone che, per la durata dell'emergenza ed entro dieci giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge, le regioni istituiscano, presso una sede di continuità assistenziale già esistente, un'unità speciale ogni 50.000 abitanti per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero. L'unità è attiva sette giorni su sette, dalle 8,00 alle 20,00, e ciascun medico di medicina generale o pediatra di libera scelta comunica all'unità, a seguito del triage telefonico, il nominativo e l'indirizzo dei pazienti affetti da COVID-19. I medici dell'unità devono essere dotati di ricettario del Servizio sanitario nazionale e di idonei dispositivi di protezione individuale e seguire tutte le procedure già all'uopo prescritte; non è prevista per tali unità alcuna dotazione tecnologica che consenta ai medici di garantire la continuità delle cure, contenendo al contempo il rischio di contagio per i medici e i professionisti sanitari ed evitando il più possibile gli spostamenti;
   ogni emergenza, inclusa una pandemia, richiede che ciascun Paese del mondo sia dotato, già in tempi di non emergenza, di un piano nazionale di preparazione e risposta, piano di cui l'Italia si è dotata già nel 2005;
   eppure nel citato piano del 2005, c’è un vulnus incomprensibile: manca totalmente l'ausilio e il supporto della tecnologia, che pure in questi giorni si sta dimostrando un fattore importantissimo per la risoluzione di tante e rilevanti problematiche; eppure, la tecnologia a distanza, applicata alla medicina, appare oggi lo strumento fondamentale, ancorché mancante, per arginare, contenere e affrontare questa pandemia;
   in questo contesto emergenziale appare più che mai necessario mantenere la continuità delle cure, contenendo il rischio di contagio per i medici e i professionisti sanitari, evitando il più possibile gli spostamenti; in tal senso, strumenti tecnologici innovativi, come, ad esempio, il sistema di videoconsulto, possono sicuramente fornire un considerevole supporto;
   la fase iniziale della patologia è importantissima e, forse, la si sta sottovalutando, visto che non si riesce ad agire tempestivamente, laddove si può ridurre il danno ed evitare ai pazienti di andare in terapia intensiva;
   per la gestione domiciliare dei casi di COVID-19, per il monitoraggio dagli asintomatici a quelli paucisintomatici e con presentazioni cliniche di bassa e media gravità, sono già disponibili sul mercato strumenti di monitoraggio dello stato di salute delle persone di rapido utilizzo, sia per medici sia per i pazienti, strumenti che consentono la rilevazione a distanza dei sintomi dei pazienti;
   tali innovazioni tecnologiche consentono di gestire rapidamente sia un monitoraggio manuale, ma strutturato, delle misurazioni fatte a domicilio dal paziente o anche dal paziente supportato a domicilio da caregiver o personale di assistenza domiciliare, sia il telemonitoraggio, attraverso device integrabili, come, ad esempio, saturimetri, elettrocardiogrammi, misuratori della pressione;
   questi sistemi sono configurati per generare alert e messaggi automatici in presenza di valori alterati o critici, circoscrivendo il più possibile le occasioni di contatto tra medico e paziente e quelle tra paziente e 112, consentendo di veicolare in caso di criticità, in modo istantaneo, il paziente ad andare dal medico o a rivolgersi al 112; questi sistemi consentono l'integrazione tra diversi professionisti che, dotati delle protezioni idonee, potranno recarsi, in caso di necessità, al domicilio dei pazienti per una valutazione clinica diretta, a cui potrà seguire, in modo coordinato e programmato, un ricovero in strutture idonee identificate;
   i fatti di questi giorni rivelano, o meglio confermano in maniera drammatica, un dato fondamentale del Servizio sanitario nazionale: l'impossibile sostenibilità del sistema sanitario a fronte dell'invecchiamento della popolazione e del progressivo aumento delle patologie croniche; al riguardo, proprio la telemedicina può rappresentare un utile strumento per la gestione delle malattie croniche non trasmissibili in pediatria, nell'adulto e nell'anziano fragile e durante la riabilitazione, che ancor più in situazioni emergenziali, come quella che si sta vivendo, rappresentano la principale debolezza del sistema sanitario nazionale;
   secondo uno studio del dipartimento per la salute del Governo britannico, l'introduzione della telemedicina e la teleassistenza nel sistema sanitario andrebbe a ridurre ben del 45 per cento il tasso di mortalità proprio per le patologie croniche e questo perché consente di ridurre il tasso di aggravamento grazie al monitoraggio. Le malattie croniche consentono al paziente di continuare a vivere nella propria abitazione ma senza adeguata protezione da rischi e complicanze; la telemedicina e la teleassistenza fornirebbero proprio la protezione da tali rischi e complicanze;
   è necessario, oggi, avere l'immediata disponibilità di tali tecnologie e strumenti che consentano o facilitino il monitoraggio, la prevenzione e il controllo del COVID-19 e che, secondo una visione di più lungo periodo, rendano permanentemente sostenibile e meglio gestibile il Servizio sanitario nazionale –:
   se, per l'emergenza sanitaria da COVID-19, siano stati attivati gli opportuni percorsi di acquisizione per dotare le unità assistenziali speciali delle tecnologie e degli strumenti che consentano o facilitino il monitoraggio, la prevenzione e il controllo, anche a distanza, contenendo al contempo il rischio di contagio per i medici e i professionisti sanitari e per i loro pazienti;
   se ritenga opportuno adoperarsi per garantire permanentemente il monitoraggio, la prevenzione e il controllo anche a distanza, attraverso una capillare diffusione degli strumenti della telemedicina, della teleassistenza e del teleconsulto presso tutti i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i medici di continuità assistenziale.
(2-00697) «Provenza, Massimo Enrico Baroni, Bologna, D'Arrando, Ianaro, Lapia, Lorefice, Mammì, Menga, Nappi, Nesci, Sapia, Sarli, Sportiello, Troiano, Alemanno».