ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00686

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 320 del 30/03/2020
Firmatari
Primo firmatario: BARTOLOZZI GIUSI
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 30/03/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 30/03/2020
PRESTIGIACOMO STEFANIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 30/03/2020
SIRACUSANO MATILDE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 30/03/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO PER IL SUD E LA COESIONE TERRITORIALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 30/03/2020
Stato iter:
02/04/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 02/04/2020
Resoconto BARTOLOZZI GIUSI FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 02/04/2020
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 02/04/2020
Resoconto BARTOLOZZI GIUSI FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 02/04/2020

SVOLTO IL 02/04/2020

CONCLUSO IL 02/04/2020

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00686
presentato da
BARTOLOZZI Giusi
testo presentato
Lunedì 30 marzo 2020
modificato
Giovedì 2 aprile 2020, seduta n. 323

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per il sud e la coesione territoriale, per sapere – premesso che:
   la Commissione europea ha elaborato una serie di iniziative per contrastare gli effetti del COVID-19 (« Coordinated economic response to the COVID-19 outbreak») e, oltre ad allargare le maglie sugli aiuti di Stato (comunicazione n. 1863, «quadro temporaneo sugli aiuti di Stato, per consentire agli Stati membri di sostenere maggiormente l'economia durante l'epidemia di COVID-19»), ha proposto la rimodulazione della spesa dei fondi dell'Unione europea, adesso approvata dal Parlamento europeo nel contesto di un'ampia iniziativa (« Coronavirus response investment initiative»);
   a queste misure, si aggiungono quelle intraprese dalla Banca europea per gli investimenti, con il programma di acquisto di titoli per far fronte all'emergenza pandemia (« Pandemic emergency purchase programme»), mediante il quale gli acquisti dei titoli di Stato e privato saranno operati in misura «necessaria e proporzionata» allo scopo di raggiungere gli «obiettivi del mandato»: raggiungimento di una crescita dei prezzi vicina ma inferiore al 2 per cento annuo e la stabilità del sistema finanziario dell'eurozona nel suo complesso, la disponibilità di credito per l'economia reale e in ultima analisi la difesa dell'euro;
   pare, ormai, imprescindibile l'adozione della scelta dell'emissione dei « bond europei per la ripresa» (European recovery bond) e, in tal senso, l'Europa deve dimostrare di restare fedele ai suoi fondamenti, superando egoismi ed anacronistici rigorismi;
   diversi programmi operativi regionali e nazionali prevedono la possibilità di utilizzare le risorse europee per sostenere le imprese in difficoltà, con strumenti di garanzia per garantire liquidità e con il finanziamento degli ammortizzatori sociali, come era accaduto dopo la crisi del 2011;
   al fine di indirizzare rapidamente 37 miliardi di euro di investimenti pubblici europei verso gli interventi necessari ad affrontare le conseguenze della crisi del Coronavirus, la Commissione europea ha proposto, trovando l'ampia condivisione del Parlamento europeo (1 solo voto contrario), di rinunciare per il 2020 all'obbligo di chiedere il rimborso dei prefinanziamenti che non sono stati spesi a titolo del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), del Fondo sociale europeo (Fse), del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp) e del Fondo di coesione (Fc) fino alla chiusura del programma;
   ne discende che gli Stati membri sono tenuti a utilizzare gli importi non recuperati nel 2020 per accelerare gli investimenti relativi all'epidemia di COVID-19 nell'ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), del Fondo sociale europeo (Fse), del Fondo di coesione (Fc) e del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp). In considerazione dei tassi medi di cofinanziamento in tutti gli Stati membri, questi 8 miliardi di euro potranno sbloccare circa 29 miliardi di euro di finanziamenti strutturali in tutta l'Unione europea e consentirne l'uso;
   la lettera dei Commissari europei Elisa Ferreira e Nicolas Schmit al Governo italiano del 18 marzo 2020 ha confermato questa opportunità in favore di sanità, lavoro e sostegno alle imprese dei settori più colpiti, a partire dal turismo;
   il primo miliardo di euro potrà derivare dalla decisione della Commissione europea di lasciare a disposizione degli Stati membri maggiore liquidità attraverso una maggiore flessibilità nel meccanismo dei prefinanziamenti. Nel frattempo si sta aprendo la più consistente partita delle risorse non ancora impegnate della programmazione 2014-2020, ovvero quasi 25 miliardi di euro (pari al 46 per cento di 54 miliardi di euro totali, secondo l'ultimo monitoraggio dell'Ispettorato generale per i rapporti finanziari con l'Unione europea – Ministero dell'economia e delle finanze);
   il punto cruciale di questa riforma dei fondi strutturali europei indotta dalla crisi pandemica è che le risorse sono assegnate in prevalenza alle regioni del Mezzogiorno, com’è nella logica e nelle finalità della politica di coesione, mentre in questo momento l'emergenza sanitaria e quella socio-economica dispiegano i propri drammatici effetti su gran parte del territorio nazionale;
   le risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), le risorse del Fondo sociale europeo (Fse) e i fondi destinati all'agricoltura e alla pesca, oltre che quelle di programmi complementari e del Fondo di coesione, pur in questa tremenda congiuntura sanitaria, sociale ed economica, debbono mantenere la loro allocazione regionale e la funzione addizionale rispetto a misure straordinarie che lo Stato è chiamato a finanziare con la fiscalità generale, spingendo auspicabilmente il finanziamento in deficit sino a 100 miliardi di euro;
   occorre scongiurare quel che è avvenuto sino ad adesso e che la stessa Commissione europea, addirittura, ha dovuto contestare formalmente al Governo nell'ottobre 2019;
   i fondi europei destinati al Sud, in spregio alle previsioni dei regolamenti europei, sostituiscono l'intervento ordinario dello Stato, ad avviso degli interpellanti in violazione del «principio di addizionalità» sancito dai regolamenti dell'Unione europea, in base al quale i fondi europei debbono addizionarsi e non aggiungersi agli interventi ordinari degli Stati per realizzare il superamento del divario, ancora molto grave, che spacca il Paese;
   la riprogrammazione dei fondi europei e di coesione deve adesso contrastare gli effetti economici della pandemia e, nel contempo, assicurare l'addizionalità e in nessun modo sostituire l'intervento che va assicurato dallo Stato su tutto il territorio nazionale;
   se appare impensabile che tali risorse possano finanziarie iniziative al di fuori dei territori alle quali sono state assegnate, non lo è meno – ma su questo occorre, invece, far chiarezza da parte del Governo – che la riprogrammazione dei fondi europei e di coesione non potrà essere utilizzata per finanziarie, nei territori meridionali, gli interventi di contrasto agli effetti economici della pandemia, ai quali potranno soltanto aggiungersi per rafforzare la spinta nelle aree economicamente e socialmente più deboli;
   si tratta di regioni, già attraversate da un'immigrazione «di ritorno» di decine di migliaia di operai e studenti che, come ricordato nell'allarme lanciato dai giovani imprenditori siciliani di Confindustria, erano in recessione già prima dell'irrompere del COVID-19 e che vivranno, al termine della pandemia, mesi, se non anni, durissimi prima di incrociare la ripresa;
   è indubitabile che la crisi economica del Sud ha e avrà effetti più pervasivi e durevoli, proprio per l'intrinseca debolezza del tessuto socio-economico meridionale, sicché occorrerà adottare non solo misure per riprendere a fornire sostegno alle imprese, ma soprattutto iniziative di sostegno ai consumi e di assistenza alimentare –:
   se il Governo intenda precisare, dunque fugando ogni dubbio, se nella riprogrammazione dei fondi europei e di coesione per far fronte agli effetti dell'emergenza pandemica saranno pienamente rispettati:
    a) l'allocazione delle attuali dotazioni finanziarie e la loro destinazione regionale;
    b) il principio di addizionalità delle risorse europee e di coesione rispetto agli interventi ordinari e straordinari finanziati con la fiscalità generale.
(2-00686) «Bartolozzi, Gelmini, Prestigiacomo, Siracusano».