ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00523

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 239 del 15/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: COMINARDI CLAUDIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/10/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SIRAGUSA ELISA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
BARZOTTI VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
COSTANZO JESSICA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
DE LORENZO RINA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
PALLINI MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
SEGNERI ENRICA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
VILLANI VIRGINIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
AIELLO DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
AMITRANO ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
CUBEDDU SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
INVIDIA NICCOLO' MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
TUCCI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
FARO MARIALUISA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
FICARA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
FLATI FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
GALIZIA FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
GIARRIZZO ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
GIORDANO CONNY MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
GIULIANO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
GIULIODORI PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
GRIMALDI NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
GRIPPA CARMELA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
GUBITOSA MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
IORIO MARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
IOVINO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
LOMBARDO ANTONIO MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
LORENZONI GABRIELE MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
LOVECCHIO GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
MAGLIONE PASQUALE MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
MANZO TERESA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
MARINO BERNARDO MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019
MARTINCIGLIO VITA MOVIMENTO 5 STELLE 15/10/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 15/10/2019
Stato iter:
18/10/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 18/10/2019
Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 18/10/2019
Resoconto DI PIAZZA STANISLAO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 18/10/2019
Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 18/10/2019

SVOLTO IL 18/10/2019

CONCLUSO IL 18/10/2019

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00523
presentato da
COMINARDI Claudio
testo presentato
Martedì 15 ottobre 2019
modificato
Venerdì 18 ottobre 2019, seduta n. 241

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
   il Corriere della Sera ha pubblicato la vicenda di «Chiara», un'impiegata di un'azienda milanese, alla quale, a seguito di una seconda maternità, il consulente del lavoro dell'azienda avrebbe suggerito di accettare una proposta di dimissioni volontarie motivandola con la frase «Ti faranno morire...»;
   al rientro dalla maternità «Chiara» è stata demansionata e, da responsabile di un reparto dell'azienda, destituita dall'incarico, assegnato con contratto a tempo indeterminato alla sua sostituta, assunta durante il periodo corrispondente al congedo di maternità, quindi in palese violazione dell'articolo 4 della legge n. 151 del 2001; rifiutata la proposta di dimissioni, a «Chiara» sarebbe stato prospettato, da un secondo consulente, il licenziamento certo al primo compleanno del secondo figlio;
   parallelamente «Chiara» è stata adibita a mansioni inferiori: produzione di fotocopie, triturazione di documenti, archiviazione di fascicoli cartacei; il caso di «Chiara» contribuisce a portare alla luce le dimensioni e i tratti del grave problema delle discriminazioni sul lavoro legate alla maternità:
    già nel 2018 l'Ispettorato nazionale del lavoro aveva registrato oltre 49 mila dimissioni o risoluzioni di contratto di lavoratrici madri e lavoratori padri, attualmente in crescita del 24 per cento;
   anche per i grandi numeri del suo tessuto economico, la Lombardia risulta fortemente interessata dal fenomeno: oltre diecimila rapporti di lavoro chiusi nel 2018 in fase di maternità (un migliaio in più del 2017); i casi di mobbing o licenziamento, il demansionamento e le discriminazioni di donne che comunicano la gravidanza al proprio datore di lavoro sono molto frequenti; molti datori di lavoro estendono le disposizioni contenute nell'articolo 2103 c.c. anche a questa fattispecie di lavoratrici;
   la modifica del suddetto articolo civilistico, attuata dal Jobs Act, e relativo alle mansioni del lavoratore, si presta infatti a un possibile utilizzo a scopo discriminatorio nei confronti dei lavoratori, poiché non compare il richiamo espresso al concetto di «mansioni equivalenti» in forza del quale la giurisprudenza costituzionale e di legittimità aveva assicurato al lavoratore una tutela oltremodo ampia e attenta a garantire, nel cambiamento di mansioni, non solo l'omogeneità oggettiva di livelli e retribuzioni, ma altresì un'omogeneità professionale soggettivamente intesa, ritagliata sul singolo lavoratore in considerazione delle specifiche esperienze lavorative pregresse;
   tale precetto civilistico, nel caso del demansionamento di «lavoratrici in stato di maternità» viola di fatto il principio costituzionale del rispetto dei diritti inviolabili della persona anche nelle formazioni sociali ove la sua personalità si svolge (articoli 2, 4 e 35 Cost.), così che il lavoro è visto non solo e non tanto come fonte di sostentamento, ma anche come strumento imprescindibile per l'espressione e la realizzazione della personalità del lavoratore;
   nel caso di specie, l'applicazione del suddetto precetto civilistico viola altresì il principio di uguaglianza (articoli 3 e 37 della Costituzione), nonché le norme antidiscriminatorie di cui al decreto legislativo n. 198 del 2006; il cosiddetto «patto di demansionamento» è infatti ammesso in circostanze e ipotesi del tutto eccezionali, previste all'articolo 7, del decreto legislativo n. 151 del 2001 in materia di tutela della maternità, ossia l'assegnazione a mansioni inferiori della lavoratrice in gravidanza nel caso in cui quelle di assunzione siano ricomprese tra le mansioni a rischio o comunque interdette in relazione al peculiare stato della lavoratrice;
   è pur vero che sussiste una giurisprudenza che ammette il patto in dequalifica qualora l'alternativa sia il licenziamento, ma poiché nello specifico delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri fruitori di congedo il licenziamento è atto totalmente soggetto a divieto e non può mai costituire un'alternativa (salvo i casi di totale cessazione dell'attività aziendale), la decisione dell'azienda di «demansionamento» della lavoratrice rientrata dal congedo di maternità risulta arbitrario: la normativa vigente tutela infatti la lavoratrice madre stabilendo che questa debba essere adibita alle ultime mansioni da lei svolte o equivalenti, nonché beneficiare di eventuali miglioramenti delle condizioni di lavoro. Il demansionamento ingiustificato costituisce, di conseguenza, una forma di «discriminazione diretta di genere»;
   è vietata qualsiasi discriminazione per quanto riguarda: l'accesso al lavoro, attraverso il riferimento di gravidanza, nonché di maternità o paternità, anche adottive, o in modo indiretto concernente un qualunque aspetto o condizione delle retribuzioni, per quanto riguarda un lavoro al quale è attribuito un valore uguale tra uomini e donne per qualifica, mansione e crescita. Infine è vietata ogni discriminazione per causa di matrimonio –:
   quali iniziative, anche di tipo normativo, il Ministro interrogato intenda intraprendere, sia per evitare l'applicazione distorta dell'articolo 2103 c.c. nei confronti delle lavoratrici-madri, sia per rafforzare le tutele previste per le medesime, anche attraverso la previsione di gravi sanzioni nei confronti dei datori di lavoro che violano i principi di non discriminazione di genere e anti-mobbing.
(2-00523) «Cominardi, Siragusa, Barzotti, Ciprini, Costanzo, De Lorenzo, Pallini, Segneri, Villani, Davide Aiello, Amitrano, Cubeddu, Invidia, Tripiedi, Tucci, D'Arrando, Faro, Ficara, Flati, Frusone, Galizia, Gallinella, Giarrizzo, Giordano, Giuliano, Giuliodori, Grimaldi, Grippa, Gubitosa, Iorio, Iovino, Lombardo, Gabriele Lorenzoni, Lovecchio, Maglione, Manzo, Marino, Martinciglio».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

categoria socioprofessionale

contratto di lavoro

licenziamento