ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00287

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 133 del 26/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: IANARO ANGELA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 26/02/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCERRA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
BRUNO RAFFAELE MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DE GIORGI ROSALBA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
GALIZIA FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
OLGIATI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
PAPIRO ANTONELLA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
TORTO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
VILLANI VIRGINIA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DE CARLO SABRINA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DE GIROLAMO CARLO UGO MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DE TOMA MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DEL MONACO ANTONIO MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DEL SESTO MARGHERITA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DI LAURO CARMEN MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DI SARNO GIANFRANCO MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DI STASIO IOLANDA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DONNO LEONARDO MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
DORI DEVIS MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
D'ORSO VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
EHM YANA CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
EMILIOZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
ERMELLINO ALESSANDRA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
FARO MARIALUISA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
FICARA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019
FLATI FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 26/02/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 26/02/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 27/02/2019
Stato iter:
01/03/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 01/03/2019
Resoconto IANARO ANGELA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 01/03/2019
Resoconto MICILLO SALVATORE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 01/03/2019
Resoconto DE GIORGI ROSALBA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 01/03/2019

SVOLTO IL 01/03/2019

CONCLUSO IL 01/03/2019

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00287
presentato da
IANARO Angela
testo presentato
Martedì 26 febbraio 2019
modificato
Venerdì 1 marzo 2019, seduta n. 135

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro per gli affari europei, per sapere – premesso che:
   a più di due anni dal referendum che ha deciso politicamente il recesso del Regno Unito dall'Unione europea, il cosiddetto «caso Brexit» non si è ancora concluso e la continua attesa ha generato un clima di forte incertezza;
   affinché possa realizzarsi una gestione ordinata della « Brexit», è necessario prestare una particolare attenzione alla tutela dei diritti dei nostri concittadini nel Regno Unito e agli interessi delle imprese italiane;
   il recesso del Regno Unito dall'Unione europea genererà un grosso impatto anche sull'Italia: con circa il 5 per cento dell'ammontare complessivo delle esportazioni italiane, la Gran Bretagna si posiziona infatti al quarto posto tra i mercati di destinazione, dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Tale percentuale di beni esportati, i quali sono complessivamente pari a 450 miliardi di euro nel 2017, si traduce in circa 23 miliardi di euro e, se si considera che il nostro import da Londra ammonta a circa 12 miliardi di euro, risulta un avanzo commerciale di 11 miliardi di euro;
   alla luce di tali percentuali, emerge con chiarezza la forte rilevanza del legame economico che unisce i due Paesi; nel caso in cui si giungesse ad una « Brexit» senza accordo finale, ciò potrebbe infatti modificare le percentuali di interscambio con l'estero e i 23 miliardi di euro di export verrebbero ridotti in modo sensibile; basti ricordare che a inizio 2016 ci si attendeva un aumento dell’export italiano verso la Gran Bretagna di circa il 5-6 per cento, mentre, dopo il referendum di giugno 2016, la percentuale si è fermata allo 0 per cento, per poi raggiungere il 3 per cento solo nel 2017;
   l'impatto sul sistema industriale italiano lo si comprende meglio disaggregando l'effetto del potenziale calo delle esportazioni italiane verso Londra, poiché circa il 40 per cento di queste sono concentrate in alcuni settori, quali la meccanica strumentale, i mezzi di trasporto e l'agroalimentare. Gli effetti su questi settori sarebbero dunque più rilevanti che in altri, tanto più se la « Brexit» avvenisse senza un accordo finale;
   anche gli investimenti diretti esteri subiranno variazioni in seguito alla eventuale « hard Brexit» sull'Italia. Il nostro Paese è destinatario di relativamente pochi investimenti diretti esteri, il 18,7 per cento del prodotto interno lordo, contro il 46,7 per cento della media dell'Unione europea nel 2016, ma si tratta di investimenti con forte concentrazione a livello settoriale, manifatturiero, information and communication technology e commercio all'ingrosso;
   si consideri poi che, nei 45 anni dell'adesione del Regno Unito all'Unione europea, la Gran Bretagna e l'Italia hanno intessuto relazioni intense innanzi a forme di forte cooperazione di fatto tra Francia e Germania, al fine di riportare la politica dell'Unione in un ambito maggiormente condiviso, e la presenza della Gran Bretagna nell'Unione europea ha favorito la crescita della competitività del sistema produttivo italiano;
   la « Brexit» rischia di cambiare anche il volto della mobilità internazionale a fini lavorativi. Secondo gli ultimi dati dell'Istat relativi alle migrazioni internazionali e interne della popolazione residente, del dicembre 2018, nel 2017 il Paese che ha ospitato il maggior numero di italiani emigrati è proprio la Gran Bretagna con 21.000 emigrati;
   gli accordi di «divorzio» della Gran Bretagna dall'Unione europea dovrebbero prevedere alcune misure eccezionali per talune categorie di lavoratori, nel caso in cui si realizzasse effettivamente una « hard Brexit», cercando di garantire ai lavoratori italiani regole e condizioni di permanenza che prevedano restrizioni diverse da quelle attualmente applicate dalla Gran Bretagna ai lavoratori immigrati da altri Stati estranei all'Unione europea;
   considerando la presenza di 700 mila italiani complessivi stimati nel Regno Unito, si può facilmente prevedere l'importanza di ottenere obiettivi nel senso sopra detto;
   infine, nell'anno accademico 2016-2017, sono stati oltre 13 mila gli studenti italiani iscritti nelle università del Regno Unito e il numero complessivo di studenti è naturalmente maggiore, ma, ad oggi, non ci sono risposte certe per quanto riguarda le questioni dettagliate come l'entità delle tasse universitarie da pagare o la garanzia di poter godere dell'assistenza sanitaria;
   è notizia di questi giorni che il voto sull'accordo per la « Brexit» previsto per mercoledì 27 febbraio 2019 alla Camera dei Comuni verrà rinviato e che i vertici dell'Unione europea sarebbero disposti ad estendere sino al 29 marzo 2021 la permanenza del Regno Unito nell'Unione europea, piano che avrebbe già ottenuto il placet del Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e che consentirebbe anche di coprire l'estensione temporale del budget comunitario –:
   in attesa di un chiarimento delle intenzioni del Governo britannico sui prossimi sviluppi, se i fatti di cui in premessa corrispondano al vero e, in caso affermativo, quali iniziative il Governo intenda assumere, in quest'ottica di perdurante incertezza, in particolare per quanto riguarda la tutela dei diritti e degli interessi degli imprenditori, dei lavoratori e degli studenti italiani residenti nel Regno Unito, nonché dei cittadini britannici in Italia, considerando le criticità esposte in premessa e la prospettata ipotesi di estensione lunga della « Brexit» fino al 2021.
(2-00287) «Ianaro, Scerra, Bruno, De Giorgi, Galizia, Olgiati, Papiro, Torto, Villani, Sabrina De Carlo, De Girolamo, De Lorenzis, De Toma, Del Grosso, Del Monaco, Del Sesto, Di Lauro, Di Sarno, Di Stasio, Dieni, D'Incà, Donno, Dori, D'Orso, D'Uva, Ehm, Emiliozzi, Ermellino, Faro, Ficara, Flati».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

adesione all'Unione europea

mercato interno

esportazione comunitaria