Legislatura: 18Seduta di annuncio: 37 del 02/08/2018
Primo firmatario: SAVINO ELVIRA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 02/08/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma ROSSELLO CRISTINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 02/08/2018 BATTILOCCHIO ALESSANDRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 02/08/2018 PETTARIN GUIDO GERMANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 02/08/2018 RUGGIERI ANDREA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 02/08/2018 VIETINA SIMONA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 02/08/2018
Ministero destinatario:
- MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
- MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI delegato in data 02/08/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 02/07/2019 Resoconto SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE RISPOSTA GOVERNO 02/07/2019 Resoconto MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.) REPLICA 02/07/2019 Resoconto SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
DISCUSSIONE IL 02/07/2019
SVOLTO IL 02/07/2019
CONCLUSO IL 02/07/2019
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro per gli affari europei, il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, per sapere – premesso che:
l'accordo di Cotonou, un partenariato che regola i rapporti tra Unione europea e Paesi Acp (Africa, Caraibi e Pacifico), ha l'obiettivo di ridurre la povertà e favorire lo sviluppo economico-sociale dei Paesi firmatari, agevolando la loro integrazione nell'economia mondiale, la democratizzazione e la coesione sociale;
l'accordo, firmato nel 2000, ha durata ventennale e scadrà nel febbraio del 2020; la Commissione europea dovrà ridiscutere tra le parti il futuro delle relazioni Acp-Ue a partire da prossimo settembre 2018;
si tratta di un partenariato ampio e innovativo che coinvolge oltre 100 Paesi, un modello unico di cooperazione tra Nord e Sud del mondo, con natura vincolante e inclusione in vari ambiti di diversi attori (partner economici e sociali anche non statali, organizzazioni sindacali, società civile e altro);
l'accordo si basa su tre pilastri: cooperazione allo sviluppo, cooperazione economica e commerciale e dialogo politico; quest'ultimo è l'aspetto più significativo del partenariato: il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto sono considerati parti integranti dello sviluppo e rilevanti in ogni azione; nel caso di violazione il trattato predispone misure appropriate e sanzioni fino alla sospensione dell'accordo (clausola di condizionalità, articolo 96);
il Fondo europeo di sviluppo (Fes) rappresenta lo strumento principale degli aiuti europei per la cooperazione allo sviluppo con gli Stati Acp; l'Italia è il maggiore contributore al fondo fiduciario dell'Unione europea di emergenza per l'Africa (Eutf), lanciato nel 2015 a La Valletta; circa l'82 per cento dell'Eutf deriva dal Fes e dunque dall'accordo di Cotonou;
l'accordo firmato 20 anni fa necessita di una ridefinizione, adeguata alle nuove esigenze delle parti e rispondente al mutato quadro internazionale che mette in discussione le relazioni fino ad oggi consolidate;
un rapporto del 2017 di analisti indipendenti del Centro europeo per la gestione delle politiche per lo sviluppo ha evidenziato una serie di criticità: scarsi risultati e un forte gap tra le ambiziose previsioni (rispetto dei diritti umani, democrazia, dialogo politico, migrazioni, management condiviso, coerenza delle politiche per lo sviluppo) e gli effetti conseguiti; difficile l'applicazione riguardo agli accordi di partenariato economico (non ancora stipulati con tutte le aree economiche e spesso con più vantaggi per l'Unione europea); scarso dialogo politico e, in riferimento alla clausola di condizionalità democratica, con mere dichiarazioni di condanna senza nessuna azione; gestione del Fes quasi interamente da parte della sola Unione europea; non efficace ripartizione di risorse;
l'allocazione dei fondi per la cooperazione internazionale è spesso indirizzata solo per politiche di sicurezza e controllo dei flussi migratori, mentre l'emergere di nuove potenze, come la Cina, meno esigenti nel rapporto cooperazione allo sviluppo-condizionalità politica per i processi di democratizzazione, ha comportato scarsa influenza della Unione europea con tali Paesi;
il nuovo contesto internazionale dimostra l'inadeguatezza dell'attuale accordo Unione europea-Acp, in seguito a fenomeni di globalizzazione, a cambiamenti interni e differenze demografiche tra i due attori, a nuovi temi emersi di cui l'accordo non tratta, quali la sicurezza, la migrazione o i cambiamenti climatici; anche gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 dell'Onu andrebbero ricompresi nella futura revisione dell'accordo;
la comunicazione «Un partenariato rinnovato dell'Africa, Caraibi e del Pacifico» della Commissione europea ed Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha aperto un dibattito sul «dopo Cotonou», che dovrà concludersi con un mandato a negoziare le nuove linee direttrici; in tal senso, rilevano i 4 scenari prospettati post-2020:
a) revisionare l'accordo di Cotonou Acp-Unione europea;
b) ricorrere ad un accordo cosiddetto ad «ombrello»: un modello basato su un accordo «a moduli», che include intese differenziate, regionali e vincolanti con Africa, Caraibi e Pacifico (stipulazione di tre diversi trattati) e un accordo ombrello vincolante per tutti;
c) stipulare accordi di cooperazione flessibili e non vincolanti tra organizzazioni regionali e sub-regionali di Unione europea e Acp;
d) prevedere un accordo misto composto da due parti, una di conferma del partenariato e dei princìpi condivisi, e l'altra costituita da singoli accordi con le diverse regioni Acp –:
quale posizione i Ministri interpellati intendano assumere nelle sedi competenti circa il negoziato per la revisione dell'accordo di Cotonou;
se i Ministri interpellati non ritengano di assumere l'impegno in favore di azioni e misure finanziarie per adeguare gli standard qualitativi dei prodotti alimentari, sanitari, fitosanitari e ambientali di Paesi africani a quelli dell'Unione europea e per sostenere una maggiore integrazione delle economie di tali Paesi nel commercio internazionale, evitando una liberalizzazione che potrebbe danneggiare l'economia africana a solo vantaggio dei Paesi avanzati;
quali altre iniziative i Ministri interpellati intendano attivare, con particolare riguardo al commercio dei prodotti agricoli con tali Paesi, al fine di garantire l'attuale sicurezza e qualità del comparto agroalimentare italiano.
(2-00068) «Elvira Savino, Rossello, Battilocchio, Pettarin, Ruggieri, Vietina».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):accordo di Cotonou
paese in via di sviluppo
diritti umani