ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00262

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 238 del 14/10/2019
Abbinamenti
Atto 1/00243 abbinato in data 14/10/2019
Atto 1/00263 abbinato in data 14/10/2019
Atto 1/00264 abbinato in data 14/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: LOLLOBRIGIDA FRANCESCO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 14/10/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
MANTOVANI LUCREZIA MARIA BENEDETTA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
ACQUAROLI FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
BALDINI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
BIGNAMI GALEAZZO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
CAIATA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
DE CARLO LUCA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
DONZELLI GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
GALANTINO DAVIDE FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019
ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 14/10/2019


Stato iter:
15/10/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 14/10/2019
Resoconto MANTOVANI LUCREZIA MARIA BENEDETTA FRATELLI D'ITALIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 14/10/2019
Resoconto CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FERRI COSIMO MARIA ITALIA VIVA
 
INTERVENTO GOVERNO 15/10/2019
Resoconto BONETTI ELENA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (PARI OPPORTUNITA' E FAMIGLIA)
 
DICHIARAZIONE VOTO 15/10/2019
Resoconto OCCHIONERO GIUSEPPINA LIBERI E UGUALI
Resoconto NOJA LISA ITALIA VIVA
Resoconto CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto SIRACUSANO MATILDE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto LOCATELLI ALESSANDRA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 15/10/2019
Resoconto BONETTI ELENA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (PARI OPPORTUNITA' E FAMIGLIA)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 14/10/2019

DISCUSSIONE IL 14/10/2019

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 14/10/2019

DISCUSSIONE IL 15/10/2019

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 15/10/2019

ACCOLTO IL 15/10/2019

PARERE GOVERNO IL 15/10/2019

APPROVATO IL 15/10/2019

CONCLUSO IL 15/10/2019

Atto Camera

Mozione 1-00262
presentato da
LOLLOBRIGIDA Francesco
testo presentato
Lunedì 14 ottobre 2019
modificato
Martedì 15 ottobre 2019, seduta n. 239

   La Camera,
   premesso che:
    secondo dati recenti in Europa vivono oltre 80 milioni di persone con disabilità: un europeo su quattro ha un familiare disabile e vi sono circa 46 milioni di donne e ragazze con disabilità, pari a circa il 16 per cento della sua popolazione femminile totale e al 60 per cento della popolazione complessiva di persone con disabilità;
    è opportuno evidenziare che la popolazione con disabilità è un numero che varia in funzione della definizione che si dà a questa condizione. La parola «disabilità», infatti, sottintende un'ampia gamma di situazioni personali temporanee, a breve o a lungo termine, di tipo sensoriale, motorio, intellettivo e psichico, che richiedono risposte politiche su misura;
    si sottolinea che la categoria delle donne e ragazze con disabilità è una delle più vulnerabili ed emarginate nella società europea, poiché esse vivono il rischio di una doppia discriminazione dovuta contemporaneamente al genere e alla disabilità;
    le donne disabili sono spesso escluse da un'istruzione e una formazione inclusive e, nel contempo, presentano un basso tasso di occupazione: il 18,8 per cento, rispetto al 28,1 per cento degli uomini con disabilità che hanno un lavoro. Le donne con disabilità non assumono ruoli guida o dirigenziali e non prendono sufficientemente parte alla vita politica né alla vita pubblica. È evidente, pertanto, quanto questo rappresenti per le donne disabili un rischio maggiore di esclusione sociale, di povertà e di infelicità;
    circa la situazione in Italia, l'ultimo report Istat sull'inclusione sociale interpreta il termine disabilità in modo ampio, stimando a circa 13 milioni e 177 mila le persone con qualunque tipo di disabilità, definendole «limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi»;
    complessivamente, si tratta del 25,5 per cento della popolazione italiana e in questa popolazione prevalgono le donne (54,7 per cento);
    sempre in Italia, sono circa 4 milioni e 360 mila le persone che hanno una disabilità fisica o sensoriale, vale a dire il 7,2 per cento della popolazione;
    per le persone disabili si rileva anche un'alta incidenza del disagio fisico e psichico rispetto al resto della popolazione cui fa riscontro una situazione di difficoltà delle famiglie con persone con disabilità ad ottenere una visita medica o un trattamento terapeutico a causa di difficoltà economica. Il 14,0 per cento delle persone con disabilità è costretto a rinunciare all'assistenza sanitaria, percentuale che scende al 3,7 per cento se si considera il resto della popolazione;
    anche il territorio di residenza è un fattore discriminante, infatti nelle regioni del Mezzogiorno le persone costrette a rinunciare salgono al 30,0 per cento in Puglia o al 22,2 per cento in Calabria;
    una recente ricerca, evidenzia in proposito che una famiglia con almeno un componente con disabilità, per avere lo stesso livello di soddisfazione per la condizione economica di una famiglia senza persone con disabilità, ha bisogno di un reddito 1,76 volte superiore, tale parametro varia in relazione con la dimensione familiare;
    per quanto attiene alla differenza di genere, le donne disabili, già in età più giovane, sperimentano condizioni di salute peggiori rispetto ai giovani;
    inoltre, il 13 per cento delle donne con disabilità dichiarano di non vedere soddisfatti i propri bisogni medici, contro il 5 per cento della popolazione femminile generale, e i tassi di tumore al seno per le donne disabili sono più alti in modo significativo a causa della mancanza di strutture e apparecchiature di screening e diagnosi adeguate;
    la percentuale di donne con limitazioni funzionali che hanno eseguito più’ di un Pap-test e più di una mammografia nella propria vita è di oltre 15 punti inferiore rispetto alle percentuali raggiunte dalla popolazione femminile generale;
    relativamente alla doppia discriminazione delle donne disabili, l'ultima relazione sullo stato di attuazione della legge recante norme per il diritto al lavoro dei disabili, presentata alla Presidenza della Camera dei deputati il 28 febbraio 2018, evidenzia un marcato differenziale tra uomini e donne con disabilità, testimoniato – ad esempio – dai dati sugli avviamenti degli iscritti nell'elenco del collocamento obbligatorio presso datori di lavoro privati e pubblici, pari al 56,8 per cento degli uomini contro il 43,2 per cento delle donne;
    a confermare la drammatica condizione di discriminazione delle donne disabili, vi è anche la violenza subita. L'Istat rileva come abbia subito violenze fisiche o sessuali il 36,6 per cento delle donne con limitazioni gravi e come per queste il rischio di subire stupri o tentati stupri sia doppio, ovvero il 10 per cento contro il 4,7 per cento delle donne non disabili;
    a fronte della palese condizione discriminatoria, l'articolo 6 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13 dicembre 2006 e ratificata dall'Italia con legge 3 marzo 2009, n. 18, prevede che in ragione del riconoscimento del fatto che le donne e le minori con disabilità sono soggette a discriminazioni multiple, gli Stati adottino «misure per garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle donne e delle minori con disabilità» e adottino nel contempo «ogni misura idonea ad assicurare il pieno sviluppo, progresso ed emancipazione delle donne, allo scopo di garantire loro l'esercizio ed il godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali enunciati nella presente Convenzione»;
    a conferma di tale scenario deficitario che contraddistingue il nostro Paese, si evidenzia che nell'agosto 2016 il Comitato Onu sui diritti delle persone con disabilità ha espresso un richiamo all'Italia in ragione della mancanza di specifiche misure a sostegno delle donne e delle ragazze con disabilità, esprimendo preoccupazione per l'esistenza di molteplici definizioni di disabilità e la conseguente «disparità di accesso al sostegno ed ai servizi»;
    il comitato ONU, tra le altre cose, nella sua pronuncia ha raccomandato l'integrazione della specifica prospettiva di genere nelle politiche a tutela e sostegno della disabilità al fine di legittimare il riconoscimento di un ambito operativo specifico – quale quello del sostegno di genere – nel più ampio scenario degli interventi a favore dei cittadini disabili;
    un contributo significativo alla riflessione in materia di discriminazione multipla è stato fornito dal Secondo Manifesto sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità nell'Unione Europea, adottato a Budapest il 28-29 maggio 2011 dall'Assemblea Generale del Forum Europeo sulla Disabilità (Edf) in seguito ad una proposta del Comitato delle Donne dell'Edf: un documento aggiornato rispetto a quanto definito nel Primo Manifesto del 1997 in ragione di quanto sancito dalla Convenzione Onu, della Strategia europea sulla disabilità 2010-2020 e del Patto per la parità di genere dell'Unione europea 2011-2020;
    il secondo Manifesto rappresenta un riferimento indiscusso sul versante dell'analisi multisettoriale della discriminazione di genere nella macro area della disabilità, ed ha avuto il merito di evidenziare l'urgenza di includere la prospettiva di genere all'interno dei programmi e delle politiche dell'Unione europea e dei Paesi membri a sostegno della disabilità e dell'inclusione, specificando ulteriormente come la discriminazione multipla di cui le donne disabili soffrono sia anche punto di approdo di ulteriori variabili quali l'età, la condizione sociale e l'etnia tra le altre cose: pertanto è stata offerta una prospettiva di analisi particolarmente dettagliata e valida su un fenomeno particolarmente complesso;
    l'11 luglio 2018 il Comitato economico e sociale europeo (Cese), l'organo che rappresenta la società civile organizzata dell'Unione europea, ha invitato le istituzioni europee e gli Stati membri ad adoperarsi maggiormente sul versante della protezione delle donne e delle minori con disabilità. Nel parere espresso il Cese osserva che l'Unione europea e i suoi Stati membri non dispongono di un quadro giuridico specifico in grado di tutelare e garantire i diritti umani di tutte le donne e le ragazze con disabilità;
    tra gli altri inviti, il Cese, con riferimento alla violenza di genere che vede le donne con disabilità colpite con una maggiore incidenza rispetto alle altre (da 3 a 5 volte più esposte), ha evidenziato l'importanza che l'Unione europea e gli Stati membri aderiscano alla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica;
    in data 29 novembre 2018, il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione sulla situazione delle donne con disabilità (2018/2685(RSP), che tratteggia un quadro di insieme increscioso dal quale scaturisce la consapevolezza che in Italia come in Europa sussistono molteplici fattispecie di discriminazione multipla trasversale, che comportano una violazione sistematica dei diritti umani fondamentali;
    uno degli aspetti su cui insiste la risoluzione è relativo alle gravi carenze anche normative che rappresentano un ostacolo per le donne con disabilità alla possibilità di accedere in condizioni di parità a servizi fondamentali come quello dell'istruzione, dei trasporti, dell'inserimento al lavoro e della sanità;
    solo attraverso un sistema inclusivo è possibile superare il deficit che l'Italia ha nelle politiche a favore delle donne «doppiamente discriminate», il cui dato oggettivamente elevato ha dettato le condizioni perché dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, emergesse la richiesta di un impegno concreto volto a contrastare ogni forma di sfruttamento, violenza e maltrattamenti nei confronti delle persone con disabilità tenendo conto dell'età, del genere e del tipo di disabilità,

impegna il Governo:

1) ad adottare ogni iniziativa necessaria, soprattutto nei settori della sanità, dell'istruzione, dello sport, dei trasporti, della pianificazione urbana e dell'edilizia abitativa, in modo da assicurare la reale accessibilità per le donne disabili intese sia in senso fisico (motorio e sensoriale) che psichico, condizione imprescindibile per l'integrazione e la partecipazione delle persone con disabilità;

2) a promuovere ogni utile iniziativa finalizzata ad integrare le donne con disabilità all'interno dei sistemi di istruzione ordinari e soprattutto a porre in essere specifici percorsi di formazione professionale volti a far acquisire competenze, adeguate alla condizione psicofisica delle donne, che risultino realmente spendibili nel mercato del lavoro;

3) ad adottare iniziative per garantire il principio della parità di retribuzione a parità di lavoro svolto, anche attraverso l'introduzione di incentivi/sanzioni, contrastando quindi le discriminazioni salariali e garantendo la parità tra donne e uomini, in particolare per quanto riguarda le persone con disabilità;

4) ad assumere iniziative per garantire l'autodeterminazione delle donne con disabilità, assicurando l'offerta di informazioni, in modo specifico e adeguato alla tipologia di disabilità, per consentire e favorire la libera scelta circa la propria salute, con riguardo anche all'ambito ginecologico, della salute sessuale e riproduttiva, promuovendo, altresì, iniziative di formazione specifica e aggiornamento del personale medico e dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali;

5) ad assumere iniziative per assicurare che le donne disabili ricevano tutte le informazioni utili per sporgere denuncia e adire la tutela giudiziaria nel caso siano vittime di violenza o discriminazione e, nell'ambito della attuazione del «Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne», che siano individuate tutte le azioni atte a rispondere adeguatamente alle specificità ed esigenze delle donne con disabilità vittime di violenza sia nella fase della denuncia che nel successivo iter di presa in carico e dell'assistenza, della cura e del pieno recupero della persona;

6) ad assumere iniziative per utilizzare i fondi dell'Unione europea per aiutare gli Stati membri a promuovere l'accessibilità e la non discriminazione nei confronti delle donne e delle ragazze con disabilità;

7) a sostenere campagne di sensibilizzazione e informazione sul tema della parità di genere in riferimento alla discriminazione multipla delle donne disabili, in particolare nel contesto scolastico, anche tramite il servizio pubblico radiotelevisivo, mediante pubblicità sociali, la carta stampata e i social media.
(1-00262)
(Testo modificato nel corso della seduta).  «Lollobrigida, Meloni, Bellucci, Mantovani, Acquaroli, Baldini, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Luca De Carlo, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Zucconi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

condizione della donna

diritti umani

disabile