ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00227

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 209 del 16/07/2019
Abbinamenti
Atto 1/00199 abbinato in data 17/07/2019
Atto 1/00223 abbinato in data 17/07/2019
Atto 1/00225 abbinato in data 17/07/2019
Atto 1/00226 abbinato in data 17/07/2019
Firmatari
Primo firmatario: GELMINI MARIASTELLA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 16/07/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BATTILOCCHIO ALESSANDRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 16/07/2019
CALABRIA ANNAGRAZIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 16/07/2019
SPENA MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 16/07/2019
MARROCCO PATRIZIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 16/07/2019
OCCHIUTO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 16/07/2019
SISTO FRANCESCO PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 16/07/2019
MILANATO LORENA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 16/07/2019
RAVETTO LAURA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 16/07/2019
SANTELLI JOLE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 16/07/2019
TARTAGLIONE ANNAELSA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 16/07/2019
LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI 17/07/2019


Stato iter:
17/07/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 17/07/2019
Resoconto GUIDESI GUIDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 17/07/2019
Resoconto FASSINA STEFANO LIBERI E UGUALI
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 17/07/2019
Resoconto GUIDESI GUIDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 17/07/2019
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto COLUCCI ALESSANDRO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI
Resoconto BATTILOCCHIO ALESSANDRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto MORASSUT ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto TONELLI GIANNI LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto ALAIMO ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 17/07/2019

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/07/2019

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 17/07/2019

ACCOLTO IL 17/07/2019

PARERE GOVERNO IL 17/07/2019

DISCUSSIONE IL 17/07/2019

APPROVATO IL 17/07/2019

CONCLUSO IL 17/07/2019

Atto Camera

Mozione 1-00227
presentato da
GELMINI Mariastella
testo presentato
Martedì 16 luglio 2019
modificato
Mercoledì 17 luglio 2019, seduta n. 210

   La Camera,

   premesso che:

    all'interno di uno spazio urbano, le periferie, che comprendono aree della città più o meno densamente popolate, rappresentano la situazione urbanistica e sociale più complessa e talvolta di maggiore criticità;

    oggigiorno le periferie urbane non sono più definibili come luoghi circoscritti ai margini delle aree centrali, ma rappresentano a tutti gli effetti una espansione fisica della stessa città, particolarmente pronunciata negli ultimi due decenni, dove sotto gli occhi di tutti sono riscontrabili fenomeni di degrado, di marginalità, di disagio sociale, di insicurezza e di povertà;

    in tutte le grandi città italiane le scelte architettoniche di pianificazione delle periferie compiute tra gli anni ’70 e ’80 per affrontare l'emergenza abitativa hanno accentuato le problematiche dovute alla fragilità economiche e sociali che si caratterizzano per la presenza di clandestini e per la diffusione di occupazioni abusive e di economia illecita;

    l'edificazione residenziale, spesso priva dei necessari servizi, è la componente principale delle periferie che ha reso particolarmente dinamico il mercato immobiliare residenziale, senza però garantire la presenza di funzioni multiple (innanzitutto i servizi di quartiere) e di quella varietà sociale indispensabile per creare equilibrate comunità urbane;

    la monofunzione residenziale costringe gran parte dei residenti a un pendolarismo lavorativo non sempre supportato da adeguate infrastrutture per la mobilità e l'insediamento periferico non adeguatamente presidiato con servizi pubblici funzionali o istituzionali ha lasciato pericolosi vuoti soggetti al degrado ambientale, all'insediamento criminale, all'abusivismo e ai ricorrenti fenomeni di illegalità;

    le periferie rappresentano, dunque, l'effettiva natura delle grandi città, soggette a fenomeni dirompenti come la longevità, la crisi del ceto medio urbano, il multiculturalismo, il disagio giovanile oltre, naturalmente, agli impatti negativi conseguenti al lungo periodo recessivo che ha determinato un notevole impoverimento soprattutto dei ceti a medio e basso reddito;

    le periferie pur essendo caratterizzate da forti problemi di degrado ed insicurezza, allo stesso tempo, sono i luoghi dove vive e lavora gran parte degli abitanti del nostro Paese: secondo le valutazioni Eurostat riguardanti i livelli di urbanizzazione delle aree vaste, l'83 per cento dei cittadini metropolitani vive in periferia dove è comunque presente una parte importante dell'apparato produttivo e persino circa il 15 per cento delle attrazioni culturali. Nei territori densamente urbanizzati del nostro Paese, infatti, vivono, al di fuori dei centri storici e delle aree centrali oltre 17,4 milioni di residenti;

    le più recenti ricerche sull'evoluzione delle città europee dimostrano che è in atto una nuova stagione di espansione demografica, tanto che, l'Onu calcola che in un orizzonte molto ravvicinato (2025) la popolazione mondiale residente nelle città aumenterà di 65 milioni di abitanti e che, entro il 2030, il 96 per cento della popolazione delle città europee con oltre 300 mila abitanti crescerà demograficamente;

    il dato appena riportato rafforza la convinzione che il tema delle «periferie» tenda a coincidere sempre più con una «questione urbana» complessiva e accresce la necessità di adottare azioni e strategie a medio e lungo termine, oltre a misure immediate, per pianificare strategicamente lo sviluppo urbano nella direzione della qualità, della crescita, della coesione sociale e della sostenibilità;

    a caratterizzare le periferie delle grandi città italiane è la presenza di famiglie disagiate e vulnerabili, di giovani generazioni fuori dai circuiti attivi e occupazionali: secondo dati Istat, il 33,8 per cento dei residenti nei capoluoghi metropolitani vive in quartieri dove c'è una significativa presenza di famiglie con potenziale alto disagio economico. L'incidenza di tali famiglie è variabile fra l'1-3 per cento nel Nord, fino al 4-14 per cento nel Mezzogiorno con punte massime a Napoli, Palermo e Catania;

    il disagio nelle periferie è riscontrabile, soprattutto, nell'accesso al mercato del lavoro che vede forti differenze fra i vari quartieri metropolitani, anche in situazioni tipiche del Centro-nord del Paese dove comunque i tassi di occupazione sono più elevati;

    nello specifico, in più di un terzo dei territori metropolitani è elevata l'incidenza di giovani fra 15 e 29 anni fuori dal mercato del lavoro e fuori dalla formazione (i Neet) con quote più rilevanti nel Centro-Nord che si attestano fra 10-12 per cento, mentre nelle grandi città meridionali il range varia fra 15 e 25 per cento. Situazione analoga si rileva esaminando la distribuzione territoriale del tasso di disoccupazione: il 41,2 per cento della popolazione metropolitana vive nelle aree periferiche dove la disoccupazione è più alta;

    oltre al disagio sociale e abitativo, l'intervento nelle periferie attiene anche alla sicurezza e al decoro degli edifici. Secondo Casa Italia, e sulla base dei dati dell'Istat, il patrimonio edilizio in condizioni mediocri o pessime costituisce una quota significativa di quello esistente nelle città italiane (si passa dal 40 per cento di Napoli e 39,9 per cento di Reggio Calabria, al 35,3 per cento di Messina, al 34,8 per cento di Catania, al 26,6 per cento di Palermo, fra il 10 e il 20 per cento in città come Cagliari, Bari, Genova, Firenze, Venezia e Roma e di poco inferiore al 10 per cento a Milano e Bologna);

    la condizione delle periferie desta, altresì, particolare allarme sociale per quanto attiene alla sicurezza, all'ordine pubblico e all'integrazione della popolazione straniera. Nelle aree periferiche, infatti, sono riscontrabili diversi fenomeni di illegalità, a partire dall'insediamento di clan della criminalità organizzata sino ad arrivare all'occupazione di immobili – di per sé atto penalmente rilevante – che rende incerto il controllo del territorio in quanto può servire da copertura ad attività criminali come lo spaccio di stupefacenti o la ricettazione;

    a ciò si aggiungono elementi di pericolosità generati da comportamenti a forti impatti negativi sull'ambiente, che vanno dalla realizzazione di edifici abusivi, alle discariche e ai roghi di materiali tossici fino allo smaltimento illegale di rifiuti. Le periferie rischiano inoltre di alimentare il conflitto sociale tra ceti deboli, fra italiani impoveriti e migranti senza certa collocazione;

    gli insediamenti Rom, che sono diffusi soprattutto (si tratta di alcune decine in ogni città) a Roma, Milano, Napoli e Torino a ridosso di zone periferiche già segnate da forti criticità generano un clima sociale esplosivo, tanto che, da alcuni anni l'attività principale che si svolge nei campi è il traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti, che avviene attraverso «roghi» tossici che creano gravissimo pregiudizio alla salute della popolazione residente nelle aree limitrofe;

    particolare rilievo ha il ruolo della scuola nelle periferie, non ancora pienamente inclusiva a causa degli elevati tassi di dispersione e abbandono con servizi educativi per l'infanzia non equamente distribuiti territorialmente con evidenti sperequazioni esistenti nel territorio nazionale;

    se nel Nord del Paese, minimarket, negozi etnici, phone center, money transfer, hanno sostituito progressivamente le attività tradizionali in un processo che ha via via degradato molti quartieri, rendendoli insicuri nella percezione dei residenti, al Sud permangono, invece, situazioni in cui i grandi agglomerati urbani, soprattutto quelli legati alla residenza popolare, sono privi di servizi essenziali e di una vera e propria economia urbana legata ad attività commerciali e artigianali;

    l'assenza di economia vitale, capace di rendere un quartiere abitato, insieme alla carenza di opportunità di lavoro, costituisce un fattore rilevante di degrado urbano che non è più riscontrabile soltanto nelle periferie ma anche nei grandi agglomerati urbani, primo tra tutti nella città di Roma Capitale che, soprattutto negli ultimi anni, sta registrando un vero e proprio tracollo socioeconomico in cui i cittadini sono costretti a vivere sommersi tra i rifiuti, ormai fuori controllo anche nel centro, tra erbe infestanti sui marciapiedi, animali di ogni specie e alberi caduti;

    alla situazione appena descritta si aggiunge l'incuria che sta travolgendo la Capitale d'Italia con danni ingenti sul manto stradale, stazioni della metropolitana chiuse da mesi e le innumerevoli opere di valore che sono completamente abbandonate al degrado;

    negli ultimi anni la situazione di forte degrado nelle periferie si è ulteriormente aggravata sia a causa della grave crisi economica che ha aumentato il disagio, la sofferenza sociale ed il senso di abbandono ma in particolar modo a causa della mancanza di interventi organici e strategici da parte degli ultimi Governi che al contrario avrebbero dovuto definire nuovi strumenti di azione per il governo delle aree urbane metropolitane;

    si rileva infatti che con il decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 settembre 2017, n. 108, è stata differita al 2020 l'efficacia delle convenzioni dei 96 comuni concluse sulla base di quanto disposto ai sensi del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 maggio 2017, nonché della delibera del Cipe n. 2 del 3 marzo 2017, adottata ai sensi dell'articolo 1, comma 141, della legge n. 232 del 2016 perdendo fondi importanti per interventi strutturali in molti quartieri periferici;

    solo successivamente in Conferenza unificata, è stato sancito l'accordo del 18 ottobre 2018 a cui è stato dato seguito con l'approvazione della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019) che all'articolo 1, commi da 913 a 916, stabilisce che le convenzioni dei 96 comuni successivi ai primi 24, producono effetti nel corso dell'anno 2019 relativamente al rimborso delle spese sostenute e certificate dagli enti beneficiari in base al cronoprogramma, attraverso l'utilizzo dei residui iscritti sul fondo di sviluppo e coesione e che le economie realizzate dagli enti territoriali rimangono acquisite al bilancio statale per essere destinate al finanziamento di spese di investimento dei comuni e delle città metropolitane;

    a ciò si aggiunge che nella presente legislatura non è stata confermata l'istituzione della «Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie» che negli scorsi anni ha svolto un ruolo fondamentale di studio e di monitoraggio delle nostre città avviando un percorso che sarebbe stato, non solo necessario, ma soprattutto doveroso proseguire e che invece è stato bruscamente interrotto per volere della maggioranza;

    la relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, approvata nella seduta del 14 dicembre 2017, aveva altresì espresso la necessità di rafforzare gli strumenti parlamentari e governativi per promuovere e gestire le politiche urbane;

    nell'immaginario collettivo la periferia «tipo» è dunque caratterizzata, in modo più o meno accentuato, da fenomeni di degrado, di marginalità, di disagio sociale, di criminalità, di insicurezza e di povertà anche se nella realtà dei fatti rappresenta una situazione ben più complessa e articolata, come dimostra la presenza di tante associazioni di cittadini volte a promuovere un miglioramento delle condizioni di vita in queste aree;

    le periferie non possono e non devono più essere descritte unicamente come luoghi di stazionamento dell'immigrazione irregolare, di campi di rom e di persone senza fissa dimora che si dedicano alla criminalità predatoria, quali furti in abitazione, furti di autoveicoli e su veicoli in sosta, scippi e borseggi o come luoghi di occupazione abusiva di immobili, pubblici e privati, da parte prevalentemente di stranieri e dove sono presenti baracche abusive occupate da soggetti di etnia varia che senza alcuna igiene accumulano e vivono tra i rifiuti;

    la riqualificazione di queste aree appare dunque essenziale per migliorare la qualità di vita dei residenti offrendo loro servizi, un efficace controllo da parte delle forze dell'ordine, scuole, aree verdi e palazzi condominiali che non rappresentino, nella loro forma e ampiezza, il segnale più evidente che si è in un'area di minor benessere sociale e di maggior emarginazione;

    il contesto generale di riferimento, sia per l'interpretazione dei fenomeni di trasformazione delle città e delle periferie, sia per l'individuazione delle migliori condotte per gli interventi, non può che ispirarsi ai principi dell'Agenda urbana europea sottoscritti anche dal nostro Paese con il patto di Amsterdam del 30 maggio 2016. In particolare, sono obiettivi generali per l'intervento nelle periferie: la tutela della qualità della vita, della salute e della sicurezza dei cittadini; l'inclusione sociale, il lavoro e la valorizzazione delle competenze; la promozione dell'economia circolare e il supporto alla transizione digitale; l'attenzione alle problematiche legate ai cambiamenti climatici, alle energie rinnovabili e alla qualità dell'aria; l'uso sostenibile del territorio e il mantenimento delle aree naturali; il sostegno all'accesso alla casa e all'abitare dignitoso e sicuro; lo sviluppo di reti per la mobilità sostenibile; l'innovazione della pubblica amministrazione per promuoverne l'efficienza al servizio dei cittadini;

    la strategia di fondo, peraltro ormai praticata in tutta Europa, è quella della rigenerazione urbana, ovvero di programmi complessi che privilegiano l'intervento in comprensori già costruiti al fine di rendere vivibile e sostenibile lo spazio urbano, di soddisfare la domanda abitativa e di servizi, di accrescere l'occupazione e migliorare la struttura produttiva metropolitana, di rassicurare la maggior parte della popolazione che risiede proprio nelle aree periferiche;

    per intervenire efficacemente sulle periferie e sulle città non ci si può limitare ad azioni frammentarie o episodiche, ma è necessario mettere in cantiere un grande progetto nazionale i cui risvolti non si limitano al miglioramento delle condizioni sociali e ambientali, ma possono costituire, come avviene negli altri Paesi europei, anche un meccanismo di sviluppo economico e occupazionale sostenibile,

impegna il Governo:

1) a predisporre politiche per la riqualificazione delle periferie con un programma pluriennale di durata quinquennale, al fine di porre in essere interventi con continuità di finanziamenti e obiettivi per la rigenerazione urbana, il rilancio economico e sociale delle periferie con forme di sostegno e incentivo per le attività economiche commerciali e artigianali;

2) a promuovere presso la Conferenza Stato-regioni un tavolo tecnico di coordinamento sull'abusivismo per una decisa azione finalizzata allo sgombero delle occupazioni abusive e per la condivisione delle buone pratiche, al fine di uniformare le procedure per le occupazioni abusive ed illegali del patrimonio abitativo pubblico e privato;

3) a rafforzare il controllo del territorio tramite un'azione coordinata delle polizie locali con i corpi nazionali;

4) a promuovere campagne di sensibilizzazione per una diffusione del senso di responsabilità civica nella denuncia di reati e della cultura del bene comune, anche attraverso programmi mirati nelle scuole di ogni ordine e grado;

5) a prevedere le opportune iniziative al fine di effettuare un monitoraggio del rischio e delle connessioni che possono emergere tra il disagio delle aree urbane e i fenomeni della radicalizzazione e dell'adesione al terrorismo di matrice religiosa fondamentalista da parte dei cittadini europei figli degli immigrati di prima generazione;

6) a predisporre una task force presso il Ministero dell'interno, in coordinamento con le altre amministrazioni competenti, per individuare le aree del territorio nazionale nelle quali ancora persiste il fenomeno dell'abusivismo edilizio, al fine di elaborare le misure più opportune per contrastarlo, avviando piani di recupero dei territori;

7) ad adottare iniziative per una ricognizione dei campi di rom regolari e irregolari situati prevalentemente nelle aree periferiche delle città metropolitane, anche ai fini dell'elaborazione di misure di contrasto dello smaltimento illegale di rifiuti mediante l'innesco di roghi e dell'attuazione della Strategia nazionale 2012-2020 d'inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti in attuazione della comunicazione COM(2011)173 della Commissione europea, del 5 aprile 2011, approvata dal Consiglio dei ministri il 24 febbraio 2012;

8) a favorire un'offerta formativa complessiva al fine di elaborare, fatta salva l'autonomia scolastica, proposte per il rafforzamento della formazione e della funzione centrale della scuola nel rapporto con il territorio nonché di migliorare i livelli di istruzione e di contrastare l'abbandono scolastico;

9) ad avviare iniziative di competenza al fine di potenziare la partecipazione delle Forze armate nell'operazione «Strade sicure» per il controllo del territorio;

10) a promuovere ogni iniziativa di competenza per sostenere e incentivare la rete delle associazioni e del volontariato che in campo sociale, ambientale, sociale, rappresentano una risorsa fondamentale per il contrasto al degrado urbano e alla manutenzione dello spazio pubblico;

11) ad adottare le iniziative di competenza per potenziare l'attività di polizia locale attraverso l'istituzione del poliziotto, carabiniere o vigile di quartiere nelle città al fine di garantire una maggiore sicurezza anche nelle periferie;

12) a promuovere le opportune iniziative volte ad individuare immediate soluzioni finalizzate a contrastare il forte degrado di Roma Capitale e della sua periferia nonché ad avviare, tempestivamente, un'azione istituzionale volta a scongiurare il perpetrarsi dell'emergenza rifiuti e il conseguente disagio che sono costretti a subire i cittadini della Capitale.
(1-00227) «Gelmini, Battilocchio, Calabria, Spena, Marrocco, Occhiuto, Sisto, Milanato, Ravetto, Santelli, Tartaglione, Lupi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

discarica abusiva

problema sociale

eliminazione dei rifiuti