ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00041

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 49 del 25/09/2018
Abbinamenti
Atto 1/00032 abbinato in data 25/09/2018
Atto 1/00042 abbinato in data 25/09/2018
Atto 1/00043 abbinato in data 25/09/2018
Atto 1/00048 abbinato in data 27/09/2018
Firmatari
Primo firmatario: FASSINA STEFANO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 25/09/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI 25/09/2018
MURONI ROSSELLA LIBERI E UGUALI 25/09/2018
OCCHIONERO GIUSEPPINA LIBERI E UGUALI 25/09/2018
PASTORINO LUCA LIBERI E UGUALI 25/09/2018


Stato iter:
27/09/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/09/2018
Resoconto FASSINA STEFANO LIBERI E UGUALI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/09/2018
Resoconto GERARDI FRANCESCA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto GIACHETTI ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto SPENA MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto BALDINO VITTORIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA
 
INTERVENTO GOVERNO 27/09/2018
Resoconto VALENTE SIMONE SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 27/09/2018
Resoconto FASSINA STEFANO LIBERI E UGUALI
Resoconto LORENZIN BEATRICE MISTO-CIVICA POPOLARE-AP-PSI-AREA CIVICA
Resoconto MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto BARELLI PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto MORASSUT ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto ZICCHIERI FRANCESCO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto SILVESTRI FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
 
PARERE GOVERNO 27/09/2018
Resoconto VALENTE SIMONE SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/09/2018

DISCUSSIONE IL 25/09/2018

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 25/09/2018

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 27/09/2018

DISCUSSIONE IL 27/09/2018

NON ACCOLTO IL 27/09/2018

PARERE GOVERNO IL 27/09/2018

RESPINTO IL 27/09/2018

CONCLUSO IL 27/09/2018

Atto Camera

Mozione 1-00041
presentato da
FASSINA Stefano
testo presentato
Martedì 25 settembre 2018
modificato
Giovedì 27 settembre 2018, seduta n. 51

   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 114, terzo comma, della Costituzione, come sostituito dalla legge costituzionale n. 3 del 2001, recita: «Roma è la capitale della Repubblica. La legge dello Stato disciplina il suo ordinamento»;
    il decreto legislativo n. 156 del 2010, in materia di ordinamento provvisorio di Roma capitale, è stato il primo provvedimento a essere emanato in attuazione della delega prevista dall'articolo 24 della legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale. Tale delega riguarda l'ordinamento provvisorio, anche finanziario, di Roma capitale e la configura, in luogo del comune di Roma, come l'ente territoriale «Roma capitale» dotato di una speciale autonomia;
    a Roma Capitale la legge n. 42 del 2009 ha attribuito ulteriori funzioni amministrative, relative alla valorizzazione dei beni storici, artistici e ambientali, allo sviluppo del settore produttivo e del turismo, allo sviluppo urbano, all'edilizia pubblica e privata, ai servizi urbani, con particolare riferimento al trasporto pubblico e alla mobilità, e alla protezione civile, prevedendo che siano assegnate risorse ulteriori, in considerazione del ruolo di capitale della Repubblica e delle nuove funzioni ad essa attribuite, nonché procedendo alla determinazione dei principi generali per l'attribuzione al nuovo ente territoriale di un nuovo patrimonio;
    le disposizioni recate dall'articolo 24 della legge n. 42 del 2009 in materia di ordinamento di Roma capitale hanno avuto un carattere transitorio o, per meglio dire, hanno costituito una «normativa-ponte» in vista dell'attuazione di una disciplina organica delle città metropolitane ex articolo 23 della legge n. 42 del 2009;
    la nuova disciplina sulle città metropolitane è stata dettata con una diversa fonte legislativa, costituita dall'articolo 18 del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012;
    il consiglio comunale di Roma il 7 marzo 2013 ha approvato il nuovo statuto di Roma Capitale, che recepisce quanto stabilito nel decreto legislativo n. 156 del 2010 sull'ordinamento di Roma Capitale; questo ha previsto, tra l'altro, la diminuzione dei municipi da 19 a 15;
    lo statuto della città metropolitana di Roma è stato approvato con deliberazione della conferenza metropolitana n. 1 del 22 dicembre 2014;
    l'essere capitale e area metropolitana rappresenta per Roma una particolarità che ha bisogno non solo di un ordinamento differenziato, ma anche di un modello metropolitano efficace, tenuto conto che Roma capitale comprende quindici municipi ognuno con un numero di abitanti pari ad una media città italiana;
    la legge n. 56 del 2014 all'articolo 1, commi 11, lettera c), e 22, nonché l'articolo 22 dello statuto della città metropolitana di Roma hanno previsto la possibilità per la città metropolitana di Roma di costituire nel proprio ambito più zone omogenee e, in tale contesto, ciascuno dei municipi di Roma potrebbe costituire una zona omogenea, trasformandoli in comuni dell'area metropolitana dotati di autonomia amministrativa in coerenza con lo statuto della città metropolitana;
    le revisioni dell'assetto ordinamentale di Roma Capitale sono materia di portata politica «costituzionale», considerati anche gli effetti sugli altri livelli istituzionali territoriali e sul quadro normativo statale. Tali revisioni devono avvenire dentro un percorso di carattere «costituente», come si evince anche dalla previsione del referendum tra i residenti della città metropolitana ai fini del ridisegno dell'assetto ordinamentale in questione. Al tal fine, il percorso di revisione ordinamentale va aperto alla partecipazione attiva e al consenso di almeno una parte significativa delle rappresentanze istituzionali delle minoranze;
    l'iniziativa politica e istituzionale, intrapresa recentemente dalla sindaca Raggi con il Presidente del Consiglio dei ministri, va nella giusta direzione del riconoscimento istituzionale ed economico della «specialità» di Roma Capitale della Repubblica e sede dello Stato Vaticano;
    qualsivoglia riassetto ordinamentale riguardante Roma Capitale non può non prevedere l'elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitano e la costituzione in zone omogenee di ciascun municipio di Roma Capitale, trasformando gli stessi municipi in comuni dotati di autonomia amministrativa;
    nel contesto del ridisegno ordinamentale di Roma Capitale va affrontato anche il problema del debito storico del comune di Roma;
    l'articolo 78 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, recante «disposizioni urgenti per Roma capitale», ha previsto il subentro dello Stato, per il tramite di un commissario straordinario – quale organo di Governo – nella gestione delle passività del comune di Roma, risalenti fino alla data del 28 aprile 2008, con l'impegno a ripianarle senza oneri aggiuntivi a carico dello Stato;
    le passività risalenti fino alla data del 28 aprile 2008 sono state quantificate in 16,97 miliardi di euro quale debito accertato e 5,49 miliardi di euro quale debito in attesa di accertamento definitivo, a fronte di un credito accertato, ma largamente inesigibile, di 5,62 miliardi di euro e un credito in attesa di accertamento definitivo di 0,08 miliardi di euro;
    il debito storico in carico alla gestione commissariale si riferisce a 1.469 contratti di mutuo, di cui 1.339 accesi con Cassa depositi e prestiti e il resto con istituti di credito privati, tra cui Banca Dexia Crediop, Intesa San Paolo, Unicredit. L'83 per cento del debito residuo è su mutui a tasso fisso e il 17 per cento a tasso variabile, con un costo medio del debito pari al 4,2 per cento;
    una parte del debito è relativa ai buoni obbligazionari comunali (Boc) emessi in tre tranche a partire dal 2003 per un ammontare di 1,4 miliardi di euro, con scadenza 27 gennaio 2048, quando dovrà essere restituito l'intero capitale, per il quale non si stanno facendo accantonamenti; questi hanno un tasso di interesse fisso al 5,345 per cento, che a suo tempo era compatibile con i tassi di mercato, ma che oggi appare oneroso, causando una spesa per interessi di circa 75 milioni di euro l'anno;
    purtroppo, gli interventi avviati, con il concorso della fiscalità generale, per estinguere il debito storico si sono rivelati inadeguati e larga parte del flusso atteso di risorse dal bilancio dello Stato e dall'addizionale Irpef gravante sui cittadini di Roma appare utilizzato per operazioni finanziarie incoerenti;
    con la riforma costituzionale del 2001, è stata introdotta la cosiddetta golden rule sugli investimenti, ovvero si prevede che gli enti territoriali sono tenuti al pareggio di bilancio per la parte corrente e possono ricorrere all'indebitamento solo per effettuare investimenti e a determinate condizioni;
    è del tutto evidente che il peso dell'estinzione del debito storico di Roma Capitale può essere considerevolmente ridotto al fine di liberare risorse di bilancio per affrontare in maniera adeguata le criticità presenti nella città, ad esempio quelle relative al trasporto pubblico, alla gestione del territorio, all'edilizia residenziale pubblica; è quindi necessario procedere a una riduzione del debito a partire dalla ricontrattazione dei mutui accesi con Cassa depositi e prestiti attraverso la quale recuperare risorse necessarie,

impegna il Governo:

1) ad assumere ogni iniziativa di competenza, in particolare di carattere normativo, in raccordo con gli enti territoriali, volta all'elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitano e, contestualmente, alla costituzione in zone omogenee di ciascun municipio di Roma Capitale, trasformando gli stessi municipi in comuni dotati di autonomia amministrativa;

2) ad adottare le iniziative di competenza per prevedere, data anche la specificità delle funzioni di carattere nazionale assolte da Roma capitale, non solo il rafforzamento delle sue prerogative, ma anche lo stanziamento di risorse adeguate che consentano la possibilità di affrontare le criticità economiche e sociali presenti nella città, nonché gli impegni di carattere nazionale e internazionale ai quali deve assolvere;

3) a prevedere nel disegno di legge di bilancio 2019, come più volte proposto dall'Anci nella XVII legislatura e alla luce di quanto segnalato in premessa, soluzioni al fine di procedere in tempi brevi alla ristrutturazione dei debiti contratti dai comuni con Cassa depositi e prestiti, sottoscritti a tassi d'interesse anche superiori al 5 per cento, insostenibili e di gran lunga superiori ai livelli dei tassi attualmente applicati.
(1-00041) «Fassina, Fornaro, Muroni, Occhionero, Pastorino».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

debito

autonomia amministrativa

alleggerimento del debito