Legislatura: 18Seduta di annuncio: 443 del 18/12/2020
Primo firmatario: BELLUCCI MARIA TERESA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 18/12/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 18/12/2020 CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 18/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 18/12/2020 GUERRA MARIA CECILIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE) DICHIARAZIONE VOTO 18/12/2020 Resoconto BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA
PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 18/12/2020
DISCUSSIONE IL 18/12/2020
NON ACCOLTO IL 18/12/2020
PARERE GOVERNO IL 18/12/2020
RESPINTO IL 18/12/2020
CONCLUSO IL 18/12/2020
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame reca, tra le altre, un pacchetto di misure di ristoro delle attività maggiormente colpite dalle nuove chiusure decise in autunno per contrastare l'emergenza Covid, individuate dai codici Ateco via via determinati;
l'articolo 19-novies, introdotto nel corso dell'esame al Senato, ha previsto l'istituzione di un apposito fondo con una dotazione di 40 milioni di euro per l'anno 2021 per facilitare l'acquisizione di dispositivi di protezione individuale e medicali nelle RSA e nelle altre strutture residenziali, che durante l'emergenza hanno continuato a erogare prestazioni di carattere sanitario, socio-sanitario, riabilitativo, socioeducativo, socio-occupazionale o socio-assistenziale per anziani, persone con disabilità, minori, persone affette da tossicodipendenza o altri soggetti in condizione di fragilità;
in particolare, a fronte delle varie restrizioni imposte e delle numerose ordinanze regionali le strutture residenziali per anziani e disabili, comunque denominate, anche se non convenzionate ASL, sono state tenute a prevedere al loro interno differenti «Stanze Covid», dove ricoverare eventuali pazienti risultati positivi, gli ospiti in presenza di sintomi legati al COVID-19 (febbre, tosse, eccetera) o i pazienti di ritorno da eventuali ricoveri in ospedale e/o a disposizione per eventuali nuovi ricoveri in struttura;
per far fronte a tali eccezionali disposizioni, tutte le strutture socio-sanitarie sono, pertanto, state costrette ad assumere personale sia perché, ad esempio per i centri diurni i rapporti tra l'educatore e i disabili non era più da considerarsi 1 a 5 ma 1 a 3, sia perché il personale in malattia è aumentato in maniera esponenziale;
l'emergenza pandemica ha, peraltro, messo in luce tutte le debolezze di un modello da rivedere, sia dal punto di vista del sostegno pubblico sia del reclutamento degli operatori socio-sanitari;
la risposta alla gestione dell'emergenza sanitaria all'interno di tali strutture, infatti, non può risolversi in un mero isolamento dell'ospite, privato anche degli affetti più cari, o nell'attività di protezione individuale o screening tramite i tamponi, ma è necessario garantire un livello di assistenza e cura adeguato a persone in condizioni di conclamata necessità;
le residenze sanitarie assistenziali sono luoghi delicatissimi, eppure, inspiegabilmente, sono lasciati ai margini del Servizio sanitario nazionale,
impegna il Governo:
a riconoscere un adeguato contributo a fondo perduto in favore delle strutture residenziali per anziani e disabili, comunque denominate, anche non convenzionate che abbiano registrato un calo del fatturato rispetto al 2019 uguale o inferiore al 33 per cento, al netto delle spese per l'acquisizione di dispositivi di protezione individuale e medicale e dei tamponi;
ad attuare un piano straordinario per la protezione degli ospiti ricoverati nelle residenze sanitarie assistenziali, disponendo che tali strutture siano al più presto collegate alla medicina territoriale, in stretta ed effettiva sinergia con il Servizio sanitario nazionale.
9/2828/118. Bellucci, Caretta, Ciaburro.