Legislatura: 18Seduta di annuncio: 406 del 12/10/2020
Primo firmatario: AMITRANO ALESSANDRO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/10/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma VILLANI VIRGINIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/10/2020 CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 12/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 12/10/2020 CASTALDI GIANLUCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
ACCOLTO IL 12/10/2020
PARERE GOVERNO IL 12/10/2020
RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 12/10/2020
CONCLUSO IL 12/10/2020
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame introduce misure a sostegno del Paese per fare fronte all'emergenza sanitaria, nonché alle connesse ricadute economiche nell'ambito del lavoro, causate dal COVID-19, misure che spaziano dalla messa a disposizione di ulteriori 9 settimane di integrazione salariale con causale COVID-19 al finanziamento di nuove indennità per liberi professionisti, lavoratori stagionali, sportivi e dello spettacolo, alle nuove misure previste per i contratti a termine in deroga al regime ordinario rappresentato dal decreto legislativo n. 81 del 2015;
il provvedimento costituisce un ulteriore ed importante passo nell'azione di sostegno ai lavoratori e alle imprese attraverso la continuità di un sistema di protezione per coprire tutti i lavoratori in situazioni di difficoltà, altrimenti non coperti da tutele, un sistema che indubbiamente ha garantito tutele significative a fronte della crisi innescata dalla pandemia da virus COVID-19 ma se consideriamo la crisi attuale, una tra le peggiori dell'ultimo secolo, saranno altresì necessarie alcune soluzioni non transitorie che incoraggino non solo gli investimenti aziendali ma anche l'inserimento lavorativo attraverso una formazione professionale dei giovani e delle donne, categorie più fragili soprattutto nelle aree del Mezzogiorno in cui il tasso di disoccupazione giovanile e femminile è tanto alto da lacerare la coesione sociale e intergenerazionale;
considerato che:
la situazione dei giovani italiani resta tra le più difficili in Europa poiché manca una «qualificazione professionale» considerato che la nostra economia, infatti, è bloccata in un equilibrio di bassa offerta di competenze da parte dei lavoratori e di bassa domanda da parte delle imprese considerando inoltre che, circa il 35 per cento dei lavoratori italiani è impiegato in settori che non corrispondono alla propria area di studio e un buon numero di imprese, soprattutto quelle medio-piccole, non ha adattato i processi produttivi mostrando, altresì, competenze manageriali molto basse e inoltre, a differenza degli altri Paesi, le nostre imprese dedicano alla formazione formale solo lo 0,3 per cento del monte salari, contro l'1 per cento della Francia o il 2,5 per cento del Regno Unito;
gli anelli più deboli rimangono l'apprendistato e la formazione continua che nel nostro Paese, toccano ancora un numero limitato di persone e inoltre, la qualità delle formazioni proposte resta spesso bassa o limitata al minimo previsto per legge cosicché la combinazione di bassa offerta e bassa domanda di competenze si riflette in una produttività che fatica a crescere;
un fronte decisivo è quello della formazione e della riqualificazione professionale e il provvedimento in esame con l'articolo 4, ha incrementato con ulteriori 500 milioni di euro il «Fondo Nuove Competenze» a supporto della formazione, riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori, in considerazione del continuo cambiamento del «lavoro» in conseguenza dell'epidemia e della necessità di adattare competenze e professionalità dei lavoratori alle nuove esigenze, inoltre, un'altra misura importante riguarda la disposizione contenuta all'articolo 27 che prevede l'agevolazione contributiva per contenere gli effetti straordinari sull'occupazione determinati dall'epidemia nelle aree caratterizzate da grave situazione di disagio socio-economico, nonché intesa a tutelare i livelli occupazionali;
ritenuto inoltre che:
il nostro Paese e in particolar modo il Mezzogiorno ha necessità di diventare più attrattivo per le imprese, spesso i posti di lavoro rimangono permanentemente scoperti per mancanza di formazione professionale qualificata al punto che molte multinazionali tendono a dislocare i propri nuovi impianti là dove trovano la manodopera che meglio soddisfa le loro esigenze e sarà sempre più necessario rendere il sistema della formazione professionale capace di soddisfare la domanda di manodopera qualificata e specializzata espressa dalle nuove imprese e dai nuovi lavori sempre più innovativi,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di promuovere ulteriori misure volte a rafforzare ed implementare il sistema delle politiche attive del lavoro a supporto della formazione professionale in una prospettiva di propulsione che sia funzionale all'inserimento lavorativo relativo all'occupazione giovanile e femminile, al fine di aggredire il cronico problema dei tassi di disoccupazione dei giovani e delle donne che nelle regioni del Mezzogiorno, assume connotati più drammatici alla luce dell'attuale c risi economica innescata dall'emergenza epidemiologica.
9/2700/123. Amitrano, Villani, Cancelleri.