ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02463/039

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 330 del 23/04/2020
Firmatari
Primo firmatario: FUSACCHIA ALESSANDRO
Gruppo: MISTO-CENTRO DEMOCRATICO-RADICALI ITALIANI-+EUROPA
Data firma: 23/04/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LATTANZIO PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 23/04/2020
MURONI ROSSELLA LIBERI E UGUALI 23/04/2020
PALAZZOTTO ERASMO LIBERI E UGUALI 23/04/2020
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 23/04/2020
PICCOLI NARDELLI FLAVIA PARTITO DEMOCRATICO 23/04/2020
TOCCAFONDI GABRIELE ITALIA VIVA 23/04/2020
VACCA GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 23/04/2020


Stato iter:
24/04/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 24/04/2020
MISIANI ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 23/04/2020

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 23/04/2020

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 24/04/2020

ACCOLTO IL 24/04/2020

PARERE GOVERNO IL 24/04/2020

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 24/04/2020

CONCLUSO IL 24/04/2020

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02463/039
presentato da
FUSACCHIA Alessandro
testo presentato
Giovedì 23 aprile 2020
modificato
Venerdì 24 aprile 2020, seduta n. 331

   La Camera,
   premesso che:
    teatri, musei, cinema, festival, fiere e altri luoghi della cultura sono stati i primi a essere chiusi per fronteggiare l'emergenza sanitaria e rischiano adesso di essere gli ultimi a venire riaperti;
    la cultura è un bene essenziale e primario e l'accesso alla cultura va considerato, nei rapporti tra Stato e cittadini, alla stregua della sicurezza fisica o della disponibilità di cure mediche, cibo e acqua potabile;
    il settore culturale contribuisce in maniera significativa alla ricchezza dell'Italia, attraverso le più diverse realtà del terzo settore, imprese culturali e creative, e tantissimi lavoratori autonomi di elevata competenza, mediamente più fragili e vulnerabili rispetto ad altri comparti più strutturati e più esposti a cambiamenti di contesto, chiusure prolungate, incertezza professionale;
    una prima copertura per i lavoratori è stata data dagli ultimi decreti con strumenti ordinari o in deroga. Fanno eccezione i lavoratori autonomi dello spettacolo, che avevano l'unica tra le indennità straordinarie che prevedesse requisiti di accesso. In taluni casi, dopo il licenziamento, questo li ha esclusi dalla Cassa Integrazione in Deroga e dal FIS e si sono dovuti rivolgere alla copertura della Naspi, e alla suddetta indennità per i lavoratori dello spettacolo. Chi non avesse avuto requisiti per l'una e per l'altro, è rimasto però escluso da ogni copertura sociale;
    sia le strutture teatrali a controllo pubblico, sia le altre a regime privatistico sono paralizzate in questo momento circa la possibilità ad integrare le casse integrazione dei propri dipendenti. Se lo facessero, potrebbero vedersi configurare il reato di danno erariale, indipendentemente dall'entità del contributo destinato dal Fondo Unico dello Spettacolo;
    alcune strutture e fondazioni hanno comunque e di fatto già integrato lo stipendio dei dipendenti per sostenere situazioni a grave rischio di emarginazione;
    ad essere senza lavoro sono decine di migliaia di persone con un serio pericolo di tenuta sociale e di perdita del capitale umano rappresentato dal talento inestimabile di lavoratori unici e altamente specializzati;
    la NaSPi ha dimostrato tutti i suoi limiti per i lavoratori del settore, in particolare in occasione dell'emergenza sanitaria. Sarebbe necessario introdurre strumenti innovativi e straordinari di copertura generale,

impegna il Governo a valutare l'opportunità di:
   intervenire sulla condizione contributiva dei lavoratori del mondo dello spettacolo, per garantire il riconoscimento dell'annualità per accedere alla NaSPi a chi non dovesse raggiungere neanche il minimo di 120 giornate, ipotesi quasi certa in questo anno di eccezione;
   conferire agli organismi dello spettacolo dal vivo la possibilità di utilizzare le risorse loro erogate per l'anno 2020 a valere sul Fondo unico dello spettacolo di cui alla legge 30 aprile 1985, n. 163, anche per integrare le misure di sostegno del reddito dei propri dipendenti, in misura comunque non superiore alla parte fissa della retribuzione continuativamente erogata prevista dalla contrattazione collettiva nazionale.
9/2463/39. (Testo modificato nel corso della seduta) Fusacchia, Lattanzio, Muroni, Palazzotto, Quartapelle Procopio, Piccoli Nardelli, Toccafondi, Vacca.