ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02463/339

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 330 del 23/04/2020
Firmatari
Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 23/04/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 23/04/2020
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 23/04/2020
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 23/04/2020


Stato iter:
24/04/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 24/04/2020
MISIANI ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 24/04/2020
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 23/04/2020

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 24/04/2020

DISCUSSIONE IL 24/04/2020

ACCOLTO IL 24/04/2020

PARERE GOVERNO IL 24/04/2020

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 24/04/2020

CONCLUSO IL 24/04/2020

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02463/339
presentato da
RAMPELLI Fabio
testo presentato
Giovedì 23 aprile 2020
modificato
Venerdì 24 aprile 2020, seduta n. 331

   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame, approvato in prima lettura al Senato, reca misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale, impegnato in prima linea nella lotta contro l'emergenza epidemiologica da COVID-19, ma anche un sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese che sono alle prese con la crisi economica che la pandemia ha portato con sé;
    in particolare, gli articoli 23 e 25, a seguito della sospensione dei servizi educativi per l'infanzia e delle attinta didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, riconoscono specifici congedi parentali e indennità in favore dei genitori lavoratori o, in alternativa, la possibilità di usufruire della corresponsione di un bonus per l'acquisto di servizi di baby-sitting nel limite massimo complessivo di 600 euro;
    nonostante i numerosi appelli e le proposte concrete avanzate, ad oggi continuano ad essere dimenticate le scuole pubbliche paritarie e private, che tra mancata percezione delle rette scolastiche e la chiusura prolungata stanno attraversando una crisi gravissima e rischiano una chiusura di massa;
    secondo gli ultimi dati del Miur, le scuole paritarie in Italia sono 12.564 (contro le 40 mila statali) e accolgono 866.805 studenti (a fronte dei 7,5 milioni iscritti al pubblico): la fetta principale, 524.031, sono nel segmento della scuola dell'infanzia (compresi asili e materne). Il settore impiega circa 160 mila unità di personale alle dipendenze, tra docenti (90 mila) e tecnici-amministrativi (70 mila);
    si tratta di un settore strategico che da ormai 20 anni fa parte del sistema pubblico di istruzione, insieme alle scuole statali e che in alcune regioni e in alcuni comparti si rivela indispensabile per l'erogazione universale del servizio scolastico: un sistema capillare, distribuito sull'intero territorio nazionale e che accoglie centinaia di migliaia di studenti che non trovano spazio nella scuola pubblica;
    le scuole pubbliche paritarie e private, da sempre, sopperiscono, inoltre, alle criticità della scuola pubblica statale: è innegabile che il numero di alunni per classe delle scuole pubbliche statali renda più difficile il lavoro dell'insegnante e impossibile la reale inclusione di allievi con disabilità o difficoltà linguistiche, ragioni che hanno supportato varie proposte per risolvere il problema delle «classi pollaio»;
    secondo la denuncia di Luigi Sepiacci, presidente di Aninsei Confindustria, parlando delle rette scolastiche: «A marzo ha pagato il 30 per cento delle famiglie, ad aprile nessuno, anche chi sta usufruendo della didattica a distanza. Se continua così a settembre rischiamo di avere il 50-60 per cento degli asili chiusi. E quelli che resteranno in piedi saranno costretti a raddoppiare le rette»;
    come è facile immaginare, gli asili nido e le scuole dell'infanzia sono i più esposti alla crisi perché, considerata l'età degli alunni, ovviamente non possono contare sulla didattica a distanza per continuare a erogare il servizio e spesso sono piccole strutture che servono territori abbastanza circoscritti, e quindi non hanno risorse per poter affrontare 4 o 5 mesi senza entrate ma con affitti e altre spese da affrontare;
    un'eventuale chiusura di massa delle scuole paritarie, solo dalla scuola dell'infanzia in su, costerebbe allo Stato circa 5-6 miliardi di euro all'anno, considerando che, secondo l'Ocse, la spesa media complessiva per uno studente in Italia è di circa 6.500 euro all'anno, con effetti negativi sulle famiglie e, di conseguenza, sull'intera economia,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di prevedere la detraibilità totale, o, comunque, in misura congrua, delle rette scolastiche versate dalle famiglie alle scuole pubbliche paritarie e private di ogni ordine e grado, in questi mesi in cui hanno dovuto rinunciare al servizio o ne hanno usufruito in misura ridotta, se necessario, prevedendo un tetto di spesa parametrato al costo standard;
   di prevedere l'istituzione di un apposito Fondo per l'erogazione di contributi aggiuntivi alle scuole pubbliche paritarie c private, da ripartire in proporzione al numero degli alunni iscritti a ciascuna istituzione scolastica;
   di prorogare il ricorso alla cassa integrazione per l'intero periodo di sospensione dei servizi educativi e scolastici;
   di prevedere un contributo mensile a fondo perduto a favore delle scuole private a copertura delle spese ineludibili fino alla ripresa dei servizi educativi e scolastici;
   di estendere l'accesso al credito di imposta pari al 60 per cento del canone di locazione, di cui all'articolo 65 del provvedimento in esame, anche alle scuole private;
   di esonerare le scuole private dal versamento di imposte e contributi nazionali, regionali e comunali per tutto il periodo di sospensione dei servizi educativi e scolastici.
9/2463/339. (Testo modificato nel corso della seduta) Rampelli, Frassinetti, Bucalo, Mollicone.