ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02463/253

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 330 del 23/04/2020
Firmatari
Primo firmatario: D'ALESSANDRO CAMILLO
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 23/04/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FREGOLENT SILVIA ITALIA VIVA 23/04/2020
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 23/04/2020


Stato iter:
24/04/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 24/04/2020
MISIANI ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

PROPOSTA RIFORMULAZIONE IL 23/04/2020

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 23/04/2020

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 24/04/2020

ACCOLTO IL 24/04/2020

PARERE GOVERNO IL 24/04/2020

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 24/04/2020

CONCLUSO IL 24/04/2020

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02463/253
presentato da
D'ALESSANDRO Camillo
testo presentato
Giovedì 23 aprile 2020
modificato
Venerdì 24 aprile 2020, seduta n. 331

   La Camera,
   premesso che:
    la grave emergenza epidemiologica da COVID-19 ha trasformato le vite di molte persone, ma soprattutto ha imposto una rivoluzione culturale-digitale nel mondo del lavoro;
    lo smart working, o lavoro agile, è stato introdotto con la legge n. 81 del 2017, la quale ha previsto tale speciale modalità di esecuzione della prestazione lavorativa che poggia sulla flessibilità del luogo e dell'orario di lavoro, pur mantenendo fermi il rispetto dei limiti di durata massima della giornata lavorativa contrattualmente prevista;
    la legge di bilancio 2019 ha stabilito che i datori di lavoro, nel riconoscere le richieste di attivazione del lavoro agile, diano priorità alle istanze presentate dalle madri entro i tre anni dal termine del congedo di maternità, nonché a quelle presentate da lavoratori con figli in condizioni di disabilità;
    nonostante il lavoro agile sia oggi fortemente incentivato dalla legislazione anti-COVID-19, esso si è rivelato uno strumento scarsamente utilizzato all'interno del nostro Paese e dell'Unione europea: solo il 12 per cento dei lavoratori europei è in regime di smart working, mentre in Italia questo dato si ferma al solo 2 per cento del totale (la percentuale più bassa d'Europa), nonostante le attuali tecnologie consentano al lavoratore di effettuare la propria prestazione anche da casa o, comunque, fuori dall'ufficio;
    il regime di smart working imposto dalla legislazione anti-virus risulta comunque viziato dalla necessaria costrizione a casa che da essa consegue, mentre l'applicazione del lavoro agile «a regime» implica un livello di mobilità e flessibilità dai profili tutt'altro che costrittivi;
    la promozione del lavoro agile richiede sicuramente uno sforzo organizzativo di un certo rilievo, sia in termini di investimento tecnologico, sia in termini di revisione dei processi di lavoro, di formazione e valutazione del personale, nonché di superamento delle naturali e irragionevoli diffidenze che ancora permangono nel management e negli altri lavoratori in ordine a tale (ancora) peculiare modalità di esecuzione della prestazione lavorativa;
    tale sforzo, secondo uno studio de Il Sole24ore, consentirebbe comunque di ottenere un incremento della produttività pari a 13,7 miliardi di euro, con risparmi per le aziende e i datori di lavoro elevatissimi, a partire dalle utenze per arrivare alle locazioni degli immobili adibiti a uffici (con annessi costi di pulizia, manutenzione e fiscali);
    la stessa «esistenza libera e dignitosa» da garantire al lavoratore ai sensi dell'articolo 36 della Costituzione, inoltre, risulterebbe agevolata da una più ampia estensione dello smart working, il quale consente al lavoratore una migliore conciliazione tra vita privata e lavorativa, che, da un lato, nel 32 per cento dei casi si traduce in aumento della soddisfazione personale per il proprio apporto al «progresso materiale e spirituale della società» (articolo 4 della Costituzione), dall'altro si traduce in una elevatissima riduzione dell'impatto ambientale collegato al lavoro, che viene stimato in 135 chilogrammi di Co2 l'anno in meno per ogni lavoratore in regime di smart working,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa atta ad estendere e potenziare l'applicazione dello smart working nel nostro Paese.
9/2463/253. (Testo modificato nel corso della seduta) D'Alessandro, Fregolent, Mollicone.