ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. DI BILANCIO 9/02305/050

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 282 del 23/12/2019
Firmatari
Primo firmatario: MOLLICONE FEDERICO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 23/12/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 23/12/2019


Stato iter:
23/12/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 23/12/2019
MISIANI ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 23/12/2019

ACCOLTO IL 23/12/2019

PARERE GOVERNO IL 23/12/2019

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 23/12/2019

CONCLUSO IL 23/12/2019

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02305/050
presentato da
MOLLICONE Federico
testo di
Lunedì 23 dicembre 2019, seduta n. 282

   La Camera,
   premesso che:
    secondo il Digital Economy and Society Index, che misura lo stato di attuazione dell'Agenda Digitale nei Paesi europei nel 2019, l'Italia si colloca negli ultimi posti della classifica, ben al di sotto rispetto altre Nazioni europee;
    l'Unione Europea mette a disposizione annualmente 1.65 miliardi di euro per l'applicazione degli obiettivi dell'Agenda Digitale, ma l'Italia ne ha impiegati ad oggi meno del 16 per cento;
    l’Assirm Innovation Index – che misura la capacità di un Paese di promuovere e generare innovazione – aggiornato al primo trimestre 2019, mostra come sia aumentato sempre di più il divario tra l'Italia e le altre Nazioni europee, posizionandosi al penultimo posto;
    stante la frammentazione dei flussi di lavoro parlamentare per le politiche dell'innovazione, divisi fra numerose commissioni;
    il problema dello spostamento dei profitti delle multinazionali nei paesi con una tassazione societaria molto bassa continua a essere grave, come indicato dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo in Europa;
    nel 2015 e nel 2016, a livello mondiale, le multinazionali hanno spostato nei paradisi fiscali circa il 40 per cento dei loro profitti;
    le compagnie multinazionali spostano dall'Italia verso i paradisi fiscali più di 24 miliardi di profitti, secondo i dati di missingprofits.world, generando una base imponibile che toglie alle casse dello Stato quasi 6 miliardi di euro di gettito fiscale. Il caso più estremo è Facebook, i cui profitti del 2015 sono di circa 11 miliardi di euro ma la somma dei ricavi tassabili di tutte le sussidiarie resta a zero, con un'elusione di più di 100 milioni di euro di euro;
    la maggioranza delle aziende multinazionali del digitale non ha una sede fiscale nel territorio nazionale;
    secondo uno studio di R&S Mediobanca circa la metà dell'utile ante imposte dei giganti del WebSoft è tassato in Paesi a fiscalità agevolata, con conseguente risparmio fiscale cumulato nel 2014-2018 di oltre 49 miliardi di euro, con un tax rate effettivo delle multinazionali WebSoft pari al 14,1 per cento, ben al di sotto di quello nominale del 22,5 per cento;
    il think tank tedesco ZEW ha certificato che l'imposta sui servizi digitali così come formulata nella legge di bilancio colpirà direttamente aziende italiane strategiche come Rcs, Mediaset e Mondadori e, indirettamente, un gran numero di piccole e medie imprese;
    è stata pubblicata il 18 novembre 2019 in Gazzetta Ufficiale la legge 133, «Conversione in legge del decreto-legge 21 settembre 2019, n. 105, recante disposizioni urgenti in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica»;
    il provvedimento in questione prevede l'adozione di otto decreti attuativi per realizzarne pienamente il provvedimento;
    In particolare, l'articolo 1 del provvedimento definisce le modalità e l'ambito di applicazione del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e prevede che l'attuazione sia demandata a quattro decreti e ad un regolamento da adottarsi ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, ai fini di individuare le amministrazioni e gli enti pubblici e privati inclusi nel perimetro di sicurezza nazionale e le procedure a cui devono adeguarsi;
    Considerato che la sicurezza cibernetica è un obiettivo e un interesse strategico della Nazione, nell'ottica della tutela della sovranità digitale italiana;
    la mancanza di iniziativa e i ritardi presenti nell'adozione dei decreti necessari per la piena realizzazione dell'architettura di monitoraggio pregiudica la gestione dei rischi di sicurezza nazionale;
    la partecipazione degli attori del settore privato dell'intera filiera delle comunicazioni elettroniche alla definizione di suddette regole è condizione essenziale per la loro efficacia finale;
    considerata la mancanza di una normativa sui fenomeni dell'intelligenza artificiale, delle cripto valute e della blockchain,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di adottare una definizione del perimetro di applicazione dell'imposta sui servizi digitali ai soli ricavi da digitale, tutelando quindi il mercato italiano;
   a valutare l'opportunità di prevedere l'istituzione di un indirizzo IP presso l'Agenzia delle Entrate, che provvederà ad associare il relativo numero identificativo ai fini dell'applicazione dell'imposta sui servizi digitali, in modo da rendere operativa l'imposta sui servizi digitali prevista dall'articolo 1, commi 35 e seguenti, della legge 30 dicembre 2018 n. 145, e che i soggetti non residenti, privi di stabile organizzazione nel territorio dello Stato e di un numero identificativo ai fini dell'imposta sul valore aggiunto, che nel corso di un anno solare realizzano i presupposti indicati al comma 36 della legge succitata depositino un indirizzo IP presso l'Agenzia delle Entrate;
   a valutare l'opportunità di adottare nelle tempistiche stabilite le misure necessarie per la definizione del perimetro di sicurezza cibernetica, prevedendo il coinvolgimento e la consultazione degli attori del settore privato dell'intera filiera delle comunicazioni elettroniche in una sede istituzionalizzata e a sentire i suddetti attori sia in fase preventiva, durante il processo di scrittura dei regolamenti, sia in generale per l'esercizio del sistema di sicurezza previsto dalla normativa, al fine di porre in atto una collaborazione continuativa tra le Autorità di sicurezza e l'intera filiera del settore delle comunicazioni elettroniche che possa garantire l'efficacia della governance di sicurezza.
9/2305/50. (Testo modificato nel corso della seduta).  Mollicone, Ciaburro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sicurezza pubblica

impresa multinazionale

industria delle comunicazioni