Legislatura: 18Seduta di annuncio: 282 del 23/12/2019
Primo firmatario: LUCASELLI YLENJA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 23/12/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 23/12/2019 CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 23/12/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 23/12/2019 MISIANI ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
NON ACCOLTO IL 23/12/2019
PARERE GOVERNO IL 23/12/2019
RESPINTO IL 23/12/2019
CONCLUSO IL 23/12/2019
La Camera,
premesso che:
il provvedimento in esame, reca, tra le altre, disposizioni eterogenee per la crescita dell'Italia, da misure per gli investimenti e la sostenibilità ambientale e sociale alle misure per il sud, disabilità e famiglia;
si tratta, nel complesso, di piccoli interventi spot, bonus, come spesso vengono etichettati; mancano, invece, impegni volti ad affrontare i nostri più urgenti problemi sistemici: dalle tante crisi aziendali alle carenze delle infrastrutture materiali ed immateriali, al sistema di imprese. E non c’è bisogno di altri esempi per confermare la quasi inesistenza nel provvedimento in esame di una adeguata attenzione al delicatissimo momento del nostro sistema;
il tessuto industriale italiano da anni attraversa una crisi dalla quale fatica a risollevarsi e soprattutto per le piccole-medie imprese aumentare le proprie dimensioni e giro di affari è diventato impossibile;
secondo quanto denunciarlo dalla CGIA Mestre nel rapporto sulla contribuzione fiscale delle aziende italiane, sono proprio le piccole imprese e i lavoratori autonomi a subire una pressione fiscale di ben 4,4 miliardi di euro superiore a quella delle aziende di medie e grandi dimensioni;
tale differenza rischia di affossare le piccole imprese, sulle quali gravano anche i pesanti ritardi nei pagamenti da parte delle PA e le difficoltà di accedere al credito bancario. Una somma di fattori che potrebbe portare le aziende più piccole, spina dorsale della nostra economia, a situazioni di insolvenza, spingendole addirittura fuori dal mercato;
un rischio tutt'altro che ipotetico, stando ad un altro rapporto sempre della CGIA che segnalava come nei primi sei mesi del 2019 fossero già 6.500 le imprese artigianali costrette a chiudere per colpa del calo dei consumi, le tasse, la mancanza di credito e l'impennata degli affitti;
eliminare o, quantomeno, dimezzare l'aliquota IMU per gli immobili strumentali in disuso rappresenterebbe una misura di buon senso ed equità sociale, perché è assurdo dover pagare tasse per spazi che di fatto non si utilizzano e che, anzi, comportano spese per la gestione, la messa in sicurezza o semplicemente il mantenimento,
impegna il Governo,
ad assumere iniziative, anche di carattere normativo, volte a escludere la tassazione IMU o per lo meno dimezzare l'aliquota IMU applicata agli immobili strumentali delle imprese, che, a seguito di un ridimensionamento dell'attività d'impresa, non vengono più utilizzati nell'esercizio corrente.
9/2305/43. Lucaselli, Prisco, Ciaburro.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):impresa artigiana
produzione artigianale
imposta locale