ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. DI BILANCIO 9/02305/036

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 282 del 23/12/2019
Firmatari
Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 23/12/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 23/12/2019
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 23/12/2019
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 23/12/2019
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 23/12/2019


Stato iter:
23/12/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 23/12/2019
Resoconto MISIANI ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 23/12/2019

PARERE GOVERNO IL 23/12/2019

RESPINTO IL 23/12/2019

CONCLUSO IL 23/12/2019

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02305/036
presentato da
RAMPELLI Fabio
testo di
Lunedì 23 dicembre 2019, seduta n. 282

   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame, reca, tra le altre, disposizioni per la crescita dell'Italia, dalla riduzione della pressione fiscale a norme per lo sviluppo, dalle misure per gli investimenti e la sostenibilità ambientale e sociale alle misure per il sud, disabilità e famiglia;
    in particolare, numerose le misure per quanto riguarda il comparto scuola: aumento di stipendi per docenti e personale ATA, bonus merito docenti, aumento dell'organico per la scuola dell'infanzia, bonus scuola per l'acquisto di quotidiani, destinazione di quota dell'8x1000 all'edilizia scolastica, fondi per la formazione degli insegnanti in materia di bullismo, cyberbullismo e discriminazioni di genere e in materia di inclusione scolastica, aumento di stipendio per i dirigenti scolastici e risorse per costruire o ristrutturate asili nido e scuole dell'infanzia;
    nulla è stato, invece, previsto per le scuole pubbliche paritarie, a fronte delle difficoltà registrate negli ultimi anni per il calo di iscritti, che tra 2012 e 2016 è stato del 13 per cento, con la chiusura di oltre 400 istituti complessivi;
    nonostante il calo di iscritti, in Italia circa uno studente su 20 frequenta una scuola pubblica paritaria, con il record in Lombardia, dove frequenta questi istituti oltre l'11 per cento degli studenti, sia in provincia di Milano che di Monza;
    in Italia ad oggi sono ancora più di 975.000 gli studenti che frequentano scuole pubbliche paritarie, e rappresenterebbero un serio problema organizzativo oltre che un ingente costo (quasi 6 miliardi di euro) se questi si dovessero rivolgere tutti insieme alla scuola pubblica statale dall'oggi al domani;
    le scuole pubbliche paritarie, spesso, sopperiscono alle criticità della scuola pubblica statale: è innegabile che il numero di alunni per classe delle scuole pubbliche statali renda più difficile il lavoro dell'insegnante e impossibile la reale inclusione di allievi con disabilità o difficoltà linguistiche, ragioni che hanno supportato varie proposte per risolvere il problema delle «classi pollaio», una problematica confermata dalla legge di bilancio 2019, che ha evidenziato la necessità di politiche per limitare l'eccessivo affollamento delle classi;
    un altro fattore decisivo nella scelta della scuola per le famiglie poi è sicuramente la maggiore disponibilità di orari prolungati e tempo pieno, più favorevoli ai genitori che lavorano;
    in molti casi, quindi, è una scelta quasi obbligata quella che fa propendere per gli istituti della scuola pubblica paritaria, i quali sopperiscono alle lacune sociali lasciate dallo Stato;
    lo Stato, inoltre, grazie alle scuole pubbliche paritarie risparmia, dato che ogni studente di scuola statale gli costa mediamente circa 6 mila euro annui, cifra che invece nella scuola pubblica paritaria è pagata in gran parte dalle famiglie degli alunni, attraverso la retta;
    la previsione di un contributo a sostegno anche delle famiglie che optano per scuole pubbliche paritarie di ogni ordine e grado, dalla scuola dell'infanzia, alla paritaria, fino alla scuola secondaria di primo e secondo grado, rappresenta, quindi, un provvedimento di equità che sostiene le famiglie nella libera scelta del percorso educativo dei propri figli, come riconosciuto dalla legge 10 marzo 2000, n. 62 che promuove la parità scolastica che deve essere necessariamente anche parità economica per essere completa,

impegna il Governo

a stanziare idonee risorse per l'assegnazione di un « bonus scuola» di importo almeno pari al 50 per cento del costo medio per alunno sostenuto dallo Stato nella scuola pubblica statale, da riconoscere alle famiglie, a parziale rimborso delle spese sostenute per il pagamento delle rette delle scuole pubbliche paritarie per l'insegnamento erogato in orario curriculare, ben sapendo che anche le attività extracurriculari, che resterebbero a totale carico dei genitori, rappresentano comunque anch'esse un risparmio per lo Stato.
9/2305/36Rampelli, Bucalo, Frassinetti, Mollicone, Ciaburro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

istruzione pubblica

formazione degli insegnanti

formazione professionale