Legislatura: 18Seduta di annuncio: 275 del 10/12/2019
Primo firmatario: CIABURRO MONICA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 10/12/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 10/12/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 10/12/2019 MORASSUT ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
ACCOLTO IL 10/12/2019
PARERE GOVERNO IL 10/12/2019
RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 10/12/2019
CONCLUSO IL 10/12/2019
La Camera,
premesso che:
il dissesto idrogeologico è un rischio che condiziona ogni aspetto della vita in Italia e, con le dovute specificità, riguarda ciascuna Regione, con alcune che per caratteristiche ne sono particolarmente inclini. Il 91 per cento dei comuni italiani si trova in zone a rischio idrogeologico, cioè in un'area in cui il pericolo di frane è elevato (livello P3) o molto elevato (P4) o la pericolosità idraulica è di livello medio. I danni nei confronti delle persone sono, certamente, la prima preoccupazione tra gli effetti del dissesto geologico, ma le criticità non si limitano a questo ambito. Gli stessi beni culturali sono messi in pericolo, così come i servizi e le industrie, motore economico del paese, poiché localizzati in aree soggette a elevato rischio;
le comunità delle aree montane sono significativamente vessate da questi fenomeni, su tutti quello delle frane. Gli effetti negativi causati dai cambiamenti climatici non fanno che peggiorare una situazione che, di base, vede tali territori già piuttosto fragili geomorfologicamente. I danni determinati da eventi conseguenti al dissesto idrogeologico sono spesso dovuti ad una serie di dinamiche, tra cui: l'assenza di manutenzione dei corsi d'acqua in quota, le opere di regimazione e canalizzazione delle acque che accelerano a monte il decorso delle acque spostando a valle l'energia dirompente delle piene. Altra importante causa del progressivo degrado del suolo è legata al tema dello spopolamento. Le tetre abbandonate, infatti, permettono l'avanzamento rapido ed inesorabile del bosco, che non solo rende i terreni improduttivi, ma li espone anche al rischio di dissesto idrogeologico. A ciò si aggiunge il fatto che ormai, una scarsa gestione del patrimonio boschivo (che ormai interessa il 39 per cento della superficie del Paese) e la mancanza di programmi volti al recupero di territori abbandonati, contraddistinguono vaste aree. Tutto questo non garantisce un adeguato assorbimento di anidride carbonica, cosa che invece sarebbe assicurata attraverso una gestione sostenibile dei boschi, come presidio contro lo stesso dissesto idrogeologico e per la creazione di filiere produttive legate ai prodotti legnosi,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di avviare iniziative al fine di ridurre il fenomeno dello spopolamento e ad incrementare le risorse per la prevenzione del dissesto idrogeologico nelle aree montane, in particolar modo per la manutenzione, il rifacimento o l'ampliamento di opere idrauliche e idrogeologiche, per un'efficiente gestione dei boschi, per la costruzione di nuove opere di difesa idrogeologica dei canali e corsi d'acqua, per la difesa dei versanti da frane e slavine e per la sistemazione delle aree in frana, con relativi drenaggi.
9/2267/38. Ciaburro, Caretta.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):industria meccanica
cambiamento climatico
spopolamento