ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02230/001

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 400 del 29/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 29/09/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA 29/09/2020
LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 29/09/2020


Stato iter:
29/09/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 29/09/2020
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 29/09/2020

ACCOLTO IL 29/09/2020

PARERE GOVERNO IL 29/09/2020

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 29/09/2020

CONCLUSO IL 29/09/2020

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02230/001
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo di
Martedì 29 settembre 2020, seduta n. 400

   La Camera,
   premesso che:
   con il provvedimento in esame la Camera è chiamata alla ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione sul partenariato e sullo sviluppo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte e la Repubblica islamica dell'Afghanistan, dall'altra, fatto a Monaco il 18 febbraio 2017;
   l'accordo si prefigge lo scopo di promuovere, tra gli altri, i «principi democratici, dello Stato di diritto, dei diritti umani e del buon governo»;
   l'accordo intende, inoltre, «promuovere i diritti umani, la parità uomo-donna e il coinvolgimento della società civile»;
   l'accordo non fa menzione alcuna della pur spinosa, centrale e dirimente questione della promozione della libertà religiosa e del pluralismo religioso;
   l'Afghanistan, secondo la World Watch List, è Nazione che si colloca al XX posto per discriminazione religiosa, e si pone in cima anche alla lista redatta da «Aiuto alla Chiesa che soffre», che lo pone fra gli Stati ove vige la persecuzione religiosa e non solo la discriminazione religiosa;
   i cristiani in Afghanistan subiscono, infatti, persecuzioni intollerabili, e il cristianesimo è considerato una religione occidentale estranea al punto che i cristiani sono costretti a praticare la propria fede in piccole chiese sotterranee;
   la persecuzione religiosa, più in generale e a prescindere anche dalla situazione afgana, è la più estesa, profonda, sanguinaria e rilevante delle persecuzioni del mondo odierno;
   nonostante quanto sopra ed incredibilmente il tema della persecuzione religiosa e quello correlato della promozione del pluralismo religioso non viene neanche lontanamente lambito dall'Accordo in questione;
   è necessario, viceversa, riconoscere che la libertà religiosa è non solo la primigenia, ma la più intima delle libertà, senza la quale anche le altre libertà assumono carattere claudicante e revocabile;
   è evidente che in questo accordo, come in accordi e trattati simili, non possa più essere pretermesso il tema delle persecuzioni religiose e della promozione del pluralismo religioso, pena l'evidente debolezza strutturale di qualsivoglia dialogo internazionale volto anche alla promozione dei diritti umani, civili, politici e di genere;
   il pluralismo religioso, nella storia dell'umanità, non solo precede, ma è anche propedeutico al pluralismo politico;
   San Giovanni Paolo II sosteneva che «la difesa della libertà religiosa è la cartina di tornasole per verificare il rispetto di tutti gli altri diritti umani in un Paese»;
   il 7 luglio 2018, a conclusione del dialogo a Bari nella Basilica di San Nicola, in occasione dell'incontro con i 22 Patriarchi e capi delle comunità cristiane in Medio oriente, Papa Francesco ha posto al centro della propria riflessione il dramma dell'esodo forzato dei cristiani che hanno dovuto abbandonare le terre della prima cristianità ha ricordato le nuove persecuzioni dei cristiani, ma soprattutto ha sottolineato l'indifferenza dell'Europa e dell'Occidente;
   il Pontefice ha affermato che «l'indifferenza uccide, e noi vogliamo essere voce che contrasta l'omicidio dell'indifferenza. Vogliamo dare voce a chi non ha voce, a chi può solo inghiottire lacrime»;
   la sapiente e colpevole omissione di qualsivoglia riferimento al diritto di libertà religiosa in questo accordo, come nella quasi totalità degli accordi internazionali e dei trattati bilaterali afferenti alla promozione dei diritti conferisce l'amaro retrogusto di una sorta di voluto cedimento culturale o, peggio, di indifferentismo morale dell'Italia, dell'Europa e dell'Occidente che, viceversa, si fondano sulla libertà religiosa;
   tale indifferentismo o tale complice omissione è tanto più grave, quanto più si consideri che, nel mondo, un cristiano ogni sette vive in una condizione di persecuzione: quasi 250 milioni di persone sono discriminate per il loro specifico credo;
   dal XIV Rapporto sulla libertà religiosa di «Aiuto alla Chiesa che Soffre» emerge una situazione fortemente cupa per i cristiani, la comunità di fedeli maggiormente perseguitata al mondo;
   sono 38 gli Stati in cui si registrano gravi o estreme violazioni della libertà religiosa: 21 sono classificati come «PERSECUZIONE»: Afghanistan, Arabia Saudita, Bangladesh, Birmania, Cina, Corea del Nord, Eritrea, India, Indonesia, Iraq, Libia, Niger, Nigeria, Pakistan, Palestina, Siria, Somalia, Sudan, Turkmenistan, Uzbekistan e Yemen;
   17 sono luoghi di «DISCRIMINAZIONE»: Algeria, Azerbaigian, Bhutan, Brunei, Egitto, Federazione Russa, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Laos, Maldive, Mauritania, Qatar, Tagikistan, Turchia, Ucraina e Vietnam;
   il 61 per cento della popolazione mondiale vive in Paesi in cui non vi è rispetto per la libertà religiosa; nel 9 per cento delle Nazioni del mondo vi è discriminazione e nell'11 per cento degli Stati vi è persecuzione;
   il diritto alla libertà religiosa è tutelato ed inteso come il diritto di ogni individuo alla libertà di cambiare religione o credo, di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti;
   la continua crescita della persecuzione anti-cristiana nel mondo ha ormai portato il numero dei cristiani perseguitati a quasi 250 milioni, pari a quasi il nove per cento del totale, e nel solo 2018 sono stati quattromila quelli uccisi, con un aumento di ben mille vittime rispetto all'anno precedente;
   parimenti si intensificano gli attacchi ai luoghi di culto, con quasi ottocento chiese e altre migliaia di edifici che ospitavano case private e negozi appartenenti ai cristiani attaccate;
   il fondamentalismo islamico continua ad essere la fonte principale di persecuzione dei cristiani, non confermandosi solamente, ma estendendo la sua morsa in varie aree;
   la persecuzione anti-cristiana va ben oltre il numero dei martiri o le distruzioni di edifici cristiani: si manifesta negli arresti senza processo, nei licenziamenti, nella violazione di diritti fondamentali come l'istruzione e le cure mediche, nelle campagne denigratorie e nel bullismo, ma anche nelle migliaia di matrimoni forzati e stupri, che celano vite devastate a causa di una scelta di fede e tali cifre sono purtroppo da considerare punti di partenza, poiché è potenzialmente enorme la realtà sommersa dei crimini non denunciati o non registrati contro i cristiani in molti Stati;
   all'articolo 52 del presente accordo è specificamente previsto che «ciascuna parte può formulare suggerimenti per estendere il campo della cooperazione a norma del presente accordo»,

impegna il Governo

in riferimento al rispetto dei principi democratici e dei diritti umani, come enunciati nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e negli altri strumenti internazionali pertinenti sui diritti umani, sancito nell'Accordo, a monitorare strettamente il rispetto della libertà rligiosa e il contrasto delle persecuzioni e delle violenze in Afghanistan e a reiterare in ogni sede la condanna alle violenze verso tutte le minoranze religiose.
9/2230/1. (Testo modificato nel corso della seduta) Delmastro Delle Vedove, Meloni, Lollobrigida.