ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02207/001

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 398 del 23/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: SPADONI MARIA EDERA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 23/09/2020


Stato iter:
23/09/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 23/09/2020
Resoconto BONETTI ELENA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (PARI OPPORTUNITA' E FAMIGLIA)
Fasi iter:

ACCOLTO IL 23/09/2020

PARERE GOVERNO IL 23/09/2020

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 23/09/2020

CONCLUSO IL 23/09/2020

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02207/001
presentato da
SPADONI Maria Edera
testo di
Mercoledì 23 settembre 2020, seduta n. 398

   La Camera,
   premesso che:
    sulla base dei dati ISTAT (report 2018) le donne che nel corso della loro vita lavorativa sono state sottoposte a ricatti sessuali per ottenere un lavoro o per mantenerlo o per ottenere progressioni nella loro carriera sono circa 1 milione 173 mila (7,5 per cento), in misura più incisiva le donne laureate (8,5 per cento) e le donne dai 35 ai 54 anni;
    nella quasi totalità dei casi, l'autore del ricatto sessuale sulle donne è un uomo. Nell'11,3 per cento dei casi la vittima subisce più ricatti dalla stessa persona, ma la frequenza dei ricatti ripetuti è molto diversa a seconda del tipo di ricatto. Considerando tutti i tipi di ricatto sessuale sul lavoro, il 32,4 per cento viene ripetuto quotidianamente o più volte alla settimana, il 17,4 per cento si verifica all'incirca una volta a settimana, il 29,4 per cento qualche volta al mese e il 19,2 per cento più raramente;
    Il quadro dei ricatti sessuali subiti nel corso della vita di una donna mostra come il 61,8 per cento di quelli ricevuti dalla stessa persona sia iniziato più di 10 anni fa, il 30,3 per cento tra i 5 e i 10 anni, il 5,8 per cento negli ultimi 3-4 anni;
    la ricerca evidenzia come una donna che subisce un ricatto sessuale, nell'80,9 per cento dei casi non ne parla con alcuno sul posto di lavoro. Solo il 15,8 per cento di coloro che subiscono ricatti nel corso della vita ha raccontato la sua esperienza e ne ha parlato soprattutto con i colleghi (8,2 per cento), molto meno con il datore di lavoro (4,1 per cento), con i dirigenti o l'amministrazione del posto di lavoro (3,3 per cento) o con i sindacati (1,0 per cento). Quasi nessuna ha fatto denuncia alle Forze dell'Ordine. La ricerca ISTAT riporta come le motivazioni più frequenti per non denunciare il ricatto subito nel corso della vita derivano: dalla scarsa gravità percepita dell'episodio (27,4 per cento) dalla mancanza di fiducia nelle forze dell'ordine o dalla loro impossibilità di agire (23,4 per cento), dalla scelta di non accettare il ricatto e rinunciare al lavoro (19,8 per cento) o di essersela cavata da sole o con l'aiuto dei familiari (18,6 per cento) e dalla paura di essere giudicate e trattate male al momento della denuncia (12,7 per cento);
   considerato che:
    è fondamentale che le istituzioni siano le prime a promuovere la lotta alle molestie e violenze sul luogo di lavoro accrescendo il livello di consapevolezza nell'opinione pubblica,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di mettere in atto campagne di sensibilizzazione e attività istituzionali rivolte espressamente alla prevenzione delle molestie e violenze sul luogo di lavoro.
9/2207/1Spadoni.