ATTO CAMERA

ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/02203/025

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 249 del 30/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: LUCASELLI YLENJA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 30/10/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 30/10/2019


Stato iter:
31/10/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 31/10/2019
MORANI ALESSIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 30/10/2019

ACCOLTO IL 31/10/2019

PARERE GOVERNO IL 31/10/2019

RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 31/10/2019

CONCLUSO IL 31/10/2019

Atto Camera

Ordine del Giorno 9/02203/025
presentato da
LUCASELLI Ylenja
testo presentato
Mercoledì 30 ottobre 2019
modificato
Giovedì 31 ottobre 2019, seduta n. 250

   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame, già approvato in prima lettura dal Senato, reca un complesso di interventi in materia di tutela dei lavoratori, di assunzioni, di ISEE, di risoluzione di crisi aziendali e di conversione ambientale;
    in particolare, l'articolo 14, soppresso nel corso dell'esame al Senato, interveniva sulla disposizione che esclude la responsabilità penale e amministrativa del commissario straordinario, dell'affittuario o acquirente (e dei soggetti da questi delegati) dell'Ilva di Taranto in relazione alle condotte poste in essere in attuazione del Piano ambientale, sia in merito all'ambito oggettivo dell'esonero da responsabilità, con riguardo alle condotte scriminate, sia in merito all'ambito temporale dell'esimente da responsabilità penale e amministrativa che, per i soli acquirenti o affittuari (e per i soggetti da questi delegati), viene prorogata alla scadenza delle singole prescrizioni del Piano ambientale alle quali la condotta è riconducibile;
    l'area di Taranto vive da anni una crisi ambientale e sanitaria gravissima, conseguenza di una notevole concentrazione di insediamenti industriali ad alto impatto ambientale, e della presenza, appunto, dell'ex-Ilva;
    non meno importante è la crisi occupazionale, che è anche grave crisi sociale;
    tali emergenze sono state affrontate e trattate negli ultimi sette anni con numerosi decreti d'urgenza, a partire dal 2012 con l'emanazione del decreto-legge n. 129, che ha dettato norme concernenti la realizzazione degli interventi di riqualificazione e ambientalizzazione dell'area di Taranto, affidati a un Commissario straordinario;
    con successivo decreto-legge 3 dicembre 2012, n. 207, l'ILVA è stata dichiarata stabilimento di interesse strategico nazionale e sono state dettate specifiche misure per garantire la continuità produttiva aziendale e la commercializzazione dei prodotti;
    nel 2013 (decreto-legge n. 61) sono state dettate disposizioni volte, tra le altre, a disciplinare una specifica procedura per l'approvazione di un «Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria». Tale piano ambientale (adottato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 marzo 2014) ha previsto le azioni e i tempi necessari per garantire il rispetto delle prescrizioni di legge e dell'AIA nonché la conclusione di tutti i procedimenti di riesame che discendono dall'AIA del 4 agosto 2011 e dall'AIA del 26 ottobre 2012;
    con il successivo decreto-legge n. 1 del 2015 è stata estesa alle imprese dichiarate di interesse strategico nazionale, quali l'Ilva, la disciplina dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi e, in attuazione di tali norme, sono stati nominati i commissari straordinari, a cui è stata riconosciuta una sorta di immunità penale ed amministrativa per le condotte poste in essere in attuazione del citato piano ambientale;
    successivamente, sono state dettate disposizioni finalizzate alla cessione a terzi dei complessi aziendali del Gruppo Ilva, nonché, tra l'altro, è stato fissato al 30 giugno 2017 il termine ultimo per l'attuazione del «piano ambientale», prorogato di ulteriori 18 mesi e, da ultimo, fissato al 23 agosto 2023;
    in data 5 giugno 2017, l'allora Ministro Carlo Calenda ha firmato il decreto che autorizza i Commissari straordinari a procedere alla aggiudicazione dei complessi aziendali del gruppo Ilva S.p.A. ad ArcelorMittal, la cui offerta prevede la realizzazione entro il 2023 degli interventi rientranti nel piano ambientale;
    il 6 settembre 2018 presso il Ministero dello sviluppo economico è stato siglato da sindacati, ArcelorMittal e commissari, l'accordo sull'Ilva, approvato il 12 settembre dai lavoratori del gruppo siderurgico con referendum indetto dai sindacati. Il 1o novembre 2018, a seguito della chiusura della transazione, ArcelorMittal ha assunto il controllo direzionale di Ilva;
    l'accordo prevede che il personale Ilva (circa 13.500 lavoratori tra Taranto, Genova, Novi Ligure e Paderno Dugnano) debba essere ripartito in due: i 10.700 che transitano a Mittal, nelle quattro società costituite allo scopo, e quelli che beneficeranno dell'esodo volontario incentivato e anticipato. Incentivato con un « bonus» finanziato dai canoni di affitto – 180 milioni all'anno – che Mittal, prima dell'acquisizione dell'Ilva, deve versare all'amministrazione straordinaria dei commissari. ArcelorMittal ha, infatti, firmato un contratto d'affitto, che diventerà acquisto solo se l'azienda avrà raggiunto, entro il 23 agosto 2023, gli obiettivi del piano di risanamento ambientale;
    riguardo agli aspetti ambientali, l'accordo si sostanzia in tempi più stretti, ulteriori interventi e nuovi obiettivi da raggiungere come l'abbattimento di emissioni, ma ancora molti sono gli aspetti che rimangono oscuri e che non consentono di avere piena contezza della situazione ambientale e produttiva dello stabilimento dopo l'acquisizione da parte di ArcelorMittal;
    il 5 giugno 2019, la società che ha rilevato le attività del siderurgico, ha annunciato che, pur confermando il proprio impegno su tutti gli interventi previsti per rispettare il piano industriale e ambientale, in conseguenza di una crisi di mercato, dovrà ricorrere temporaneamente alla cassa integrazione guadagni ordinaria. Un provvedimento che interesserà lo stabilimento di Taranto per un numero massimo al giorno di circa 1.400 dipendenti per 13 settimane;
    è di questi giorni la notizia, che sta trapelando dai principali organi di stampa nazionali, circa le intenzioni dell'azienda di cancellare l'accordo del 6 settembre del 2018 e quindi il piano industriale e ambientale concordato;
    la prospettiva di licenziare 5 mila persone, quasi il 50 per cento dei lavoratori dell'Ilva, creerebbe un disagio sociale di enormi proporzioni;
    la proposta della decarbonizzazione, assolutamente condivisibile, deve andare di pari passo con provvedimenti adeguati che non permettano la riduzione dei posti di lavoro e un conseguente impoverimento del tessuto economico e sociale;
    le vicende del complesso siderurgico investono anche l'aspetto sanitario, con risvolti, purtroppo, drammatici: i dati del registro tumori di Taranto hanno dimostrato che a Taranto e provincia ci si ammala molto di più che nel resto d'Italia di mesotelioma e di carcinoma epatico, vescicale e polmonare;
    i dati resi pubblici in queste settimane, relativi all'ultimo aggiornamento dello studio «Sentieri» parlano di un eccesso di mortalità tra il 4 e il 5 per cento nei territori ad alto inquinamento intorno a 45 aree sito di interesse nazionale, e tra queste anche quella di Taranto;
    come gli studi epidemiologici hanno confermato, in quest'area è una maggiore incidenza di ritardi cognitivi dei bambini derivanti dall'inquinamento; nell'arco di 14 anni, dal 2002 al 2015, nel Sin di Taranto sono nati 600 bambini malformati, con una prevalenza superiore all'atteso calcolato su base regionale. E si sono registrati oltre 40 tumori in età pediatrica e nel primo anno di vita;
    l'Arpa Puglia ha accertato un superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione nell'area delle «collinette», nelle cui vicinanze si trovano delle scuole, in particolare valori di policloro-dibenzo-p-diossine, 4,5 volte superiore al valore limite,

impegna il Governo:


   ad adottare ogni opportuna e tempestiva iniziativa volta a garantire l'adozione di modalità produttive orientate ad una progressiva decarbonizzazione dell'impianto, garantendo il rispetto da parte di ArcelorMittal di tutti gli impegni sottoscritti in sede di accordo per la permanenza dell'attività produttiva del complesso siderurgico dell'ex Ilva e la salvaguardia dei livelli occupazionali;
   ad adottare ogni iniziativa necessaria a garantire la realizzazione del Piano di risanamento ambientale, al fine di garantire la tutela della salute e dell'ambiente ai lavoratori e a tutta la popolazione dell'area interessata;
   a prevedere gli opportuni stanziamenti, anche in occasione della prossima legge di bilancio, per implementare le attività di prevenzione e di diagnosi delle patologie correlate all'inquinamento ambientale.
9/2203/25Lucaselli, Gemmato.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

impresa in difficolta'

industria siderurgica

politica industriale