ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00142

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: del 27/10/2015
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00368
Firmatari
Primo firmatario: PIRAS MICHELE
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 27/10/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DURANTI DONATELLA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 27/10/2015


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Stato iter:
27/10/2015
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 27/10/2015

APPROVATO IL 27/10/2015

CONCLUSO IL 27/10/2015

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00142
presentato da
PIRAS Michele
testo di
Martedì 27 ottobre 2015 in Commissione IV (Difesa)

Risoluzione n. 7-00368 Piras: Per il riconoscimento di indennizzi per la limitazione dell'attività di pesca alle cooperative di pescatori dei comuni adiacenti il poligono di tiro di Capo Frasca.

NUOVA FORMULAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La IV Commissione,
   premesso che:
    il poligono di tiro di Capo Frasca è il terzo d'Europa per estensione territoriale, sorto nella metà degli anni ’50, si estende in un'area di 14 chilometri quadrati, sul territorio del comune di Arbus, nella costa sud-occidentale della Sardegna;
    la segnalata presenza di ordigni inesplosi a terra e soprattutto in mare e le esercitazioni militari fanno ricadere su ampia parte del territorio circostante il divieto di esercitare la pesca, coinvolgendo e penalizzando quindi in maniera diretta le popolazioni, i pescatori, le cooperative e le marinerie di Arbus, Guspini, Terralba, Arcidano, Marceddì, Cabras, Riola Sardo, Oristano;
    in base all'articolo 332 del codice dell'ordinamento militare del decreto n. 60 del 2010, ai commi 1 e 5, che richiama il comma 15 dell'articolo 325 dello stesso ordinamento è previsto un indennizzo in favore delle attività che vedono leso il loro diritto di impresa;
    l'attività della pesca nei tratti di mare interdetti adiacenti al poligono di Capo Frasca è fortemente penalizzata dalle limitazioni dovute alle attività militari, ma i pescatori, in particolare dei comuni di Arbus, Oristano, Terralba, Santa Giusta, Cabras, Arborea, Marrubiu non sono inseriti tra i beneficiari degli indennizzi come previsto dalle leggi n. 898 del 1976 e n. 104 del 1990 e dal protocollo d'intesa siglato nel 1999 tra il Ministero della difesa e la regione autonoma della Sardegna;
    il protocollo d'intesa del 1999 tra il Ministero della difesa e la regione autonoma della Sardegna recante disposizioni in merito all'articolo 15 della legge n. 898 del 1976 riconosce che le marinerie interessate all'erogazione degli indennizzi siano quelle di Sant'Antioco, Calasetta, Sant'Anna Arresi, Teulada, Porto Scuso, Domusdemaria, Buggerru, Carloforte iscritte al Compartimento Marittimo di Sant'Antioco ed adiacenti alle aree interdette del poligono di Capo Teulada, e di Tortolì, Villaputzu, Tertenia, Lotzorai, Siniscola, Orosei, Posada, Dorgali, iscritte all'ufficio circondariale marittimo di Arbatax e agli uffici locali di Cala Gonone e Siniscola, adiacenti al poligono interforze del Salto di Quirra;
    sono pertanto escluse dagli indennizzi le cooperative di pescatori e le marinerie delle province del Medio Campidano e del Golfo di Oristano, ed in particolare dei comuni di Arbus, Terralba, Cabras, Riola Sardo, S. Vero Milis, S. Giusta, Marrubiu, Arborea, Oristano, tutti adiacenti al poligono di tiro di Capo Frasca e fortemente penalizzate nell'attività della pesca dai tratti di mare interdetti per le esercitazioni militari. Nell'aprile del 2013 il Ministero della difesa e la regione Sardegna hanno assicurato alle cooperative della zona, che vedono coinvolti circa 700 e 300 imbarcazioni, immediata e positiva risoluzione del problema, ma a distanza di un anno non ci sono stati atti concreti conseguenti;
    l'area marina che circonda il poligono di Capo Frasca è interdetta permanentemente alla navigazione civile per 3 miglia marine, sulla base di una ordinanza del 2005;
    questa condizione – creando una sorta di campana intorno alla penisola del poligono – taglia letteralmente in due l'area di Costa Verde (Arbus) dall'area di Marceddì (Terralba) e Torregrande (Oristano), ovvero le uniche due aree dove sono presenti strutture portuali;
    la maggior parte delle imbarcazioni non è in possesso della licenza per navigare oltre le 3 miglia;
    tale condizione genera il paradosso che conduce a una condizione di violazione delle ordinanze e delle norme di navigazione sia che si attraversi l'area marina interdetta, sia che la si circumnavighi;
    il 13 ottobre scorso il Comune di Arbus ha inoltrato al Ministero della Difesa una comunicazione nella quale segnala sia il problema dell'area interdetta che la questione dell'interdizione permanente ordinata nel 2005, suggerendo altresì il contenimento dell'interdizione sul piano temporale, rendendola temporanea, ovvero limitata all'effettivo esercizio dell'attività militare e quindi a un calendario certo delle esercitazioni, che sul piano dell'estensione, contenendo nelle 2 miglia marine l'area di interdizione alla navigazione;

impegna il Governo:

   a valutare, di concerto con la Regione autonoma della Sardegna, l'opportunità di procedere alla revisione del Protocollo d'intesa del 9 agosto 1999 tra Regione e Ministero della difesa, con riferimento alle marinerie adiacenti il poligono di Capo Frasca, iscritte all'ufficio circondariale marittimo di Oristano ed eventualmente penalizzate dall'interdizione di tratti a mare dovute alle esercitazioni militari, in base alle norme previste dagli articoli 7 e 15 della legge n. 898 del 1976, dalla legge n. 104 del 1990 e dal Protocollo d'intesa del 9 agosto 1999 tra la Regione Sardegna e la Difesa e successiva integrazione dell'8 settembre 2005, considerando, altresì, l'imprescindibile necessità di una adeguata copertura economico-finanziaria per il soddisfacimento di tali esigenze;
   a determinare il calendario delle esercitazioni entro termini certi e definiti e a proseguire nella valutazione delle procedure attuative in grado di garantire l'attuale adeguata cornice di sicurezza, fermo restando che sarà necessario coordinare l'eventuale futura riformulazione dell'ordinanza con la Capitaneria di Porto, responsabile dell'emissione della stessa;
   ad attivare un tavolo di concertazione Stato, Regione, Enti Locali insistenti nell'area, associazioni di rappresentanza dei lavoratori della pesca, al fine di definire condizioni e criteri – certi e verificabili – di accesso al beneficio dell'indennizzo, al fine di prevenire possibili abusi.
(8-00142) «Piras, Duranti».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

contrattazione collettiva

indennizzo

accordo di pesca