ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00374

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 899 del 12/12/2017
Abbinamenti
Atto 6/00373 abbinato in data 12/12/2017
Atto 6/00375 abbinato in data 12/12/2017
Atto 6/00376 abbinato in data 12/12/2017
Atto 6/00377 abbinato in data 12/12/2017
Atto 6/00378 abbinato in data 12/12/2017
Atto 6/00379 abbinato in data 12/12/2017
Atto 6/00380 abbinato in data 12/12/2017
Atto 6/00381 abbinato in data 12/12/2017
Firmatari
Primo firmatario: MARCON GIULIO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Data firma: 12/12/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SIMONI ELISA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
STUMPO NICOLA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
ZACCAGNINI ADRIANO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
ZAPPULLA GIUSEPPE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
ZARATTI FILIBERTO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
ZOGGIA DAVIDE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
LAFORGIA FRANCESCO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
CIMBRO ELEONORA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
PIRAS MICHELE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
SPERANZA ROBERTO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
BRIGNONE BEATRICE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
SCOTTO ARTURO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
CIVATI GIUSEPPE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
AGOSTINI ROBERTA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
ALBINI TEA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
FARINA DANIELE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
BERSANI PIER LUIGI ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
FASSINA STEFANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
BORDO FRANCO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
FRATOIANNI NICOLA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
BOSSA LUISA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
GIORDANO GIANCARLO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
CAPODICASA ANGELO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
GREGORI MONICA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
D'ATTORRE ALFREDO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
MAESTRI ANDREA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
DURANTI DONATELLA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
EPIFANI ETTORE GUGLIELMO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
PANNARALE ANNALISA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
FAVA CLAUDIO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
PASTORINO LUCA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
PELLEGRINO SERENA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
FOLINO VINCENZO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
PLACIDO ANTONIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/12/2017
FONTANELLI PAOLO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
FORMISANO ANIELLO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
FOSSATI FILIPPO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
GALLI CARLO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
KRONBICHLER FLORIAN ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
LACQUANITI LUIGI ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
LEVA DANILO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
MARTELLI GIOVANNA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
MARTINO PIERDOMENICO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
MATARRELLI TONI ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
MELILLA GIANNI ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
MOGNATO MICHELE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
MURER DELIA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
NICCHI MARISA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
PICCOLO GIORGIO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
QUARANTA STEFANO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
RAGOSTA MICHELE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
RICCIATTI LARA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
ROSTAN MICHELA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017
SANNICANDRO ARCANGELO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 12/12/2017


Stato iter:
12/12/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 12/12/2017
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 12/12/2017
Resoconto ALFREIDER DANIEL MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO MISTO-UDC-IDEA
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) - INDIPENDENTI
Resoconto LATRONICO COSIMO MISTO-DIREZIONE ITALIA
Resoconto MAZZIOTTI DI CELSO ANDREA MISTO-CIVICI E INNOVATORI-ENERGIE PER L'ITALIA
Resoconto SBERNA MARIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Resoconto SCOPELLITI ROSANNA ALTERNATIVA POPOLARE-CENTRISTI PER L'EUROPA-NCD
Resoconto SIMONETTI ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto NICCHI MARISA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Resoconto SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GARAVINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/12/2017

NON ACCOLTO IL 12/12/2017

PARERE GOVERNO IL 12/12/2017

DISCUSSIONE IL 12/12/2017

RESPINTO IL 12/12/2017

CONCLUSO IL 12/12/2017

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00374
presentato da
MARCON Giulio
testo di
Martedì 12 dicembre 2017, seduta n. 899

   La Camera,
   sentite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in merito alla riunione del Consiglio europeo del 14 dicembre 2017 e del Vertice Euro del 15 dicembre;
   premesso che:
    all'ordine del giorno del Consiglio europeo sono previsti i seguenti argomenti:
     l'avvio della cooperazione strutturata permanente (Pesco) e la cooperazione Ue-Nato;
     conclusioni sui temi sociali, nonché su istruzione e cultura a partire dalle conclusioni del recente vertice sociale;
     le relazioni esterne;
     la politica migratoria nelle sue dimensioni sia interna che esterna;
     i negoziati sulla Brexit;
    il Vertice Euro discuterà dell'Unione economica e monetaria (UEM) e dell'Unione bancaria;
    il Consiglio europeo si riunisce in via ordinaria quattro volte all'anno. Il Trattato sull'Unione europea stabilisce che il Presidente del Consiglio europeo assicura la preparazione e la continuità dei lavori del Consiglio europeo, in cooperazione con il presidente della Commissione e «in base ai lavori del Consiglio “Affari generali”»;
    infatti, il Consiglio si riunisce in varie formazioni e il Consiglio «Affari generali» è una di queste. Il Consiglio affari generali assicura la coerenza dei lavori delle varie formazioni del Consiglio. Esso prepara le riunioni del Consiglio europeo e ne assicura il seguito in collegamento con il presidente del Consiglio europeo e la Commissione;
    nella formazione «Affari generali», il Consiglio è composto dai Ministri degli affari europei. Ad esempio, il Consiglio «Affari generali» di martedì 17 ottobre 2017 ha discusso il progetto di conclusioni del Consiglio europeo del 19 e 20 ottobre 2017. I lavori del Consiglio «Affari generali» sono preparati dal Comitato dei rappresentanti permanenti (COREPER), composto dai capi o vice-capi delegazione degli Stati membri presso l'Unione europea, che svolge un ruolo fondamentale nell'elaborazione delle politiche dell'Unione europea, dato che gran parte dei negoziati tra gli Stati membri sulle decisioni da prendere si svolge al suo interno;
    risulta, dunque, evidente che la riunione del Consiglio europeo è il momento finale di un processo politico nel quale pochi margini avanzano per discutere o rimettere in discussione quanto è stato già deciso oppure non accettato;
    non ha un'utilità concreta, quindi, affidare indirizzi su specifici argomenti a risoluzioni approvate dal Parlamento nell'imminenza del Consiglio europeo. Tali indirizzi e orientamenti del Parlamento andrebbero manifestati e approvati in un momento precedente, quando ancora sia possibile vincolare o indirizzare le scelte del Governo in ambito europeo;
    il vertice sociale di Göteborg del 17 novembre 2017 ha approvato il Pilastro europeo dei diritti sociali basato su 20 principi chiave. Tale Pilastro rischia di diventare una dichiarazione di meri intenti senza alcun valore legislativo vincolante. Tali principi erano già stati adottati, peraltro con contenuti più ambiziosi, nel dicembre 1989 («la Carta dei diritti fondamentali dei lavoratori») dal Consiglio europeo composto da 47 Paesi europei;
    il «Pilastro europeo dei diritti sociali» rappresenta un obiettivo condivisibile se il risultato finale è quello di fissare principi essenziali da garantire in tutti i Paesi aderenti all'Unione europea. Nel «Pilastro europeo dei diritti sociali», si afferma tra gli altri, il diritto ad un reddito minimo; ma non viene posto in essere un vincolo giuridico per stabilire a livello europeo un reddito minimo, né tantomeno per gli altri diritti sociali in esso contenuti;
    il Comitato d'appello dell'Unione europea, formato da rappresentanti di tutti gli Stati membri, ha approvato il 27 novembre 2017 il rinnovo per altri cinque anni dell'autorizzazione del glifosato, un potente erbicida. Il glifosato è da anni al centro di un ampio dibattito tra scienziati, organismi di controllo e aziende. Esso è classificato come sostanza «probabilmente cancerogena per gli esseri umani» dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Nella riunione l'Italia ha votato contro, così come la Francia, mentre la Germania – il cui voto era rimasto incerto per diverso tempo – ha votato a favore, sbloccando una situazione di impasse nel Comitato d'appello che durava da mesi. La Commissione europea ha detto che la nuova licenza quinquennale per l'uso del glifosato sarà pronta prima della scadenza naturale della precedente, cioè entro il prossimo 15 dicembre;
   considerato che:
    la Commissione europea ha presentato il 6 dicembre scorso una proposta di direttiva con le seguenti proposte:
     trasformare il Meccanismo europeo di Stabilità (Esm) in un Fondo monetario europeo diventando un organismo comunitario con il compito di intervenire sia a sostegno dei Paesi in difficoltà finanziarie sia degli istituti di credito, ma non per tutelare i depositanti;
     inglobare il Fiscal compact (attualmente trattato intergovernativo) nella legislazione comunitaria, rendendo giuridicamente più stringenti gli impegni per deficit strutturale e debito;
     istituire un Ministro delle finanze e dell'economia europeo trasformando il Presidente dell'Eurogruppo in Vice-Presidente dell'esecutivo comunitario, con nessun compito di rilancio dell'economia e degli investimenti ma come controllore delle politiche di bilancio dell'eurozona;
     inserire all'interno del bilancio comunitario una linea di bilancio dedicata alla zona euro, senza che sia previsto nessun aumento delle risorse;
    è stato raggiunto l'8 dicembre scorso un primo accordo sulle linee generali nel negoziato sulla Brexit in merito ai diritti dei cittadini UE residenti in Gran Bretagna e dei cittadini britannici residenti nei Paesi dell'Unione europea, al ruolo della Corte di giustizia europea, alla somma che la Gran Bretagna dovrà versare all'Unione europea e sulla frontiera tra Nord Irlanda e la Repubblica d'Irlanda;
   rilevato come:
    la scelta del Presidente Trump di riconoscere Gerusalemme – che il diritto internazionale considera la città come condivisa nella parte ovest, israeliana, e est, palestinese – come capitale del solo Stato di Israele, costituisce un atto irresponsabile e foriero di gravi pericoli per la pace. Esso non è in linea con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu e non aiuta le prospettive di pace della regione. È una posizione costante dell'Unione europea che Gerusalemme dovrebbe essere la capitale sia dello Stato di Israele che di quello palestinese;
    si è svolto il 29-30 novembre 2017 ad Abidjan il summit tra l'Unione europea e l'Unione africana. L'Unione europea si è impegnata in un piano di investimenti che dovrebbe creare opportunità economiche e occasioni di lavoro nel continente africano. Nel corso del vertice è stato messo in luce anche il trattamento dei migranti africani che finiscono prigionieri, torturati e stuprati da parte di trafficanti di esseri umani e talvolta venduti come schiavi,

impegna il Governo:

   1) sul rapporto tra Presidenza del Consiglio dei ministri e il Parlamento in merito alle riunioni del Consiglio europeo:
    a) a svolgere le comunicazioni del Presidente del Consiglio in Parlamento almeno due o tre settimane prima della data di convocazione di ogni Consiglio europeo;
   2) in materia di regole di bilancio europee, di misure per lo sviluppo sostenibile e per l'occupazione:
    a) a sostenere una disattivazione del Fiscal compact e l'avvio di una sua radicale riscrittura che vada nella direzione di una golden rule relativa a spese di investimento anche nazionali e le spese per ricerca e sviluppo e innovazione escludendo le spese militari;
    b) a rifiutare l'istituzione di un Ministro del tesoro dell'eurozona fino alla riscrittura dei Trattati europei che favorisca gli investimenti pubblici e finché non sia adeguatamente responsabile di fronte al Parlamento, in una logica di pieno rispetto e valorizzazione del circuito democratico;
    c) a rifiutare la trasformazione del Meccanismo europeo di stabilità in Fondo monetario europeo dotato dei poteri di sorveglianza dei bilanci nazionali e dei connessi automatismi per la ristrutturazione dei debiti sovrani;
    d) a sostenere la riduzione almeno al 3 per cento del limite massimo per il saldo di bilancia commerciale di ciascun Paese membro e l'introduzione di sanzioni corrispondenti a quelle previste per i deficit di bilancio eccessivi;
    e) a proporre che i titoli di Stato comprati dalle banche centrali nazionali nell'ambito del QE siano trasferiti nell'attivo di bilancio della BCE e successivamente congelati a tempo indefinito, senza alcuna sterilizzazione;
    f) a proporre l'emissione di titoli di debito europei garantiti mutualmente da tutti gli Stati membri;
    g) a promuovere l'adozione di nuove direttive per il raccordo delle normative fiscali nazionali, soprattutto per quanto riguarda l'IVA, al fine di recuperare il gap di evasione attuale, altissimo per l'Italia, pari a 35 miliardi e per scongiurare i meccanismi di elusione;
    h) a proporre che l'Eurozona si doti di un piano di investimenti pubblici destinato a interventi medio-piccoli, attivabili rapidamente e modulabili in modo coerente con le esigenze del ciclo economico, come progetti di riqualificazione e ripristino del territorio, delle periferie urbane, della sostituzione di edifici sismicamente insicuri ed energivori con edifici sicuri e «verdi»;
    i) a sostenere il congelamento degli accordi di libero scambio Ceta (con il Canada), Ttip (con gli Usa), Epa (con il Giappone), per tutelare la base produttiva europea e lo spazio per l'intervento pubblico e le politiche economiche;
    l) a velocizzare la definizione di un piano di contrasto alla delocalizzazione fiscale delle imprese nei Paesi extra Unione europea nella considerazione che le rendite finanziarie e i profitti delle grandi società multinazionali – e in particolare quelle operanti nel mercato digitale – sono toccati solo marginalmente dalla fiscalità e per estrarre parte di questi immensi extraprofitti ai fini di redistribuzione e rafforzamento della domanda aggregata;
    m) a proseguire con forza, in sede europea, l'azione in corso per l'adozione di nuove forme di tassazione dell'industria digitale a livello europeo che comporti anche un ripensamento dei fondamenti dell'imposizione tradizionale e attivarsi concretamente affinché, in caso di assenza del consenso generale a livello europeo, i Paesi favorevoli operino comunque in coordinamento tra loro anche con cooperazioni rafforzate;
    n) a sostenere l'introduzione di una vera ed incisiva « Tobin tax» che assicuri un gettito rilevante e limiti in modo drastico le speculazioni finanziarie, di una Web tax e di un'imposta unica a livello europeo sul reddito delle imprese, in modo da evitare che alcuni paesi si comportino come paradisi fiscali interni all'Unione europea;
    o) ad adottare iniziative affinché tramite una parte del gettito derivante delle imposte sopra citate, sia finanziata l'introduzione di un'indennità europea di disoccupazione;
    p) a rifiutare le proposte di ulteriori vincoli al possesso di titoli di Stato nei bilanci degli istituti di credito e della previsione di ulteriori incrementi dei requisiti minimi di capitale delle banche per la gestione degli NPL, nonché di procedure per il cosiddetto « default ordinato» dei titoli pubblici;
    q) a promuovere il completamento accelerato dell'Unione bancaria europea tramite, in particolare, una garanzia comune europea dei depositi bancari e l'attivazione della garanzia fiscale per il fondo di risoluzione delle banche;
   3) in materia di migrazioni:
    a) a promuovere una politica che si opponga ai respingimenti verso i Paesi di origine e di transito;
    b) a promuovere l'apertura immediata di corridoi umanitari di accesso in Europa per garantire «canali di accesso legali e controllati» attraverso i Paesi di transito ai rifugiati che scappano da persecuzioni, guerra e conflitti per mettere fine alle stragi in mare e in terra, e quindi debellare il traffico di esseri umani, anche con visti e ammissioni umanitarie;
    c) a sostenere una riforma più generale del diritto d'asilo finalizzata a rendere più strutturale il concetto di ricollocamento dei rifugiati, a proporre quindi un reale «diritto di asilo europeo», capace di superare il «regolamento di Dublino»;
    d) a sostenere l'implementazione rapida del programma di ricollocamento, ad oggi dimostratosi un fallimento, affiancandolo con la creazione di adeguate strutture per l'accoglienza e l'assistenza delle persone in arrivo, e la previsione di adeguate sanzioni ai Paesi dell'Unione europea che si oppongono ai ricollocamenti dei migranti come l'Ungheria, la Polonia e la Repubblica Ceca, ed a porre in stretta correlazione il rispetto dello stato di diritto, comprensivo del diritto di asilo e dei principi di solidarietà e responsabilità stabiliti dai Trattati, con il relativo accesso a finanziamenti e a fondi europei da parte degli Stati membri;
    e) a reperire, in sede europea, le necessarie risorse finanziarie per garantire, specialmente nei Paesi più poveri, che i trasferimenti sociali ai rifugiati non siano a loro spese, e per realizzare diversi interventi di sostegno sia verso i richiedenti asilo che verso le aree più sotto pressione dai flussi migratori;
    f) a ribadire in sede di Consiglio europeo che i fondi previsti dall’Africa Trust Fund siano destinati solo ed esclusivamente agli obiettivi della cooperazione allo sviluppo e con il coinvolgimento diretto delle popolazioni interessate nei progetti e non siano destinati ad iniziative di contrasto dell'immigrazione;
    g) a sospendere gli accordi in atto con Paesi come la Libia e il Sudan fino a quando non sarà garantito il pieno rispetto dei diritti umani e della dignità della persona, nonché delle relative convenzioni internazionali, richiedendo altresì lo smantellamento immediato dei campi lager dove vengono reclusi i migranti;
    h) a subordinare la stipula di qualunque accordo con tali Paesi alla previa autorizzazione parlamentare prevista dall'articolo 80 della Costituzione per i trattati che abbiano natura politica o comportino oneri finanziari e condizionando la medesima stipula alla verifica sul campo del rispetto degli standards internazionali in materia di tutela dei diritti umani;
   4) in materia di politica estera:
    a) a promuovere una posizione di ferma condanna europea della posizione statunitense che ha riconosciuto Gerusalemme come capitale del solo Stato di Israele, ribadendo che lo status della città debba essere il frutto dei negoziati tra le due parti, israeliana e palestinese, e che sino alla conclusione di tali negoziati l'Unione europea non riconoscerà alcuna sovranità su Gerusalemme;
    b) a promuovere il riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967, individuando Gerusalemme quale capitale condivisa, come richiesto dalla mozione approvata alla Camera dei deputati in data 27 febbraio 2015;
    c) a proseguire con le iniziative politiche e diplomatiche dell'Unione europea nei confronti della Turchia in aggiunta a quanto già previsto dal Consiglio d'Europa affinché sia posta fine alla repressione contro le opposizioni democratiche, la magistratura, la stampa e le minoranze presenti nel Paese;
   5) sui temi sociali dell'istruzione e della cultura:
    a) a sostenere, attraverso risorse adeguate, azioni, programmi ed iniziative di carattere normativo, il diritto ad un reddito minimo e tutti i diritti recati dal «Pilastro europeo dei diritti sociali»;
    b) a proporre al Consiglio, quale strategia dello sradicamento dei fattori strutturali dell'impoverimento e dell'esclusione sociale, di inserire nel cosiddetto «pilastro sociale» l'istituzione di un regime di indennità minima di disoccupazione per l'area dell'euro anche come primo passo per ridurre la crescente ed inaccettabile diseguaglianza tra un esigua minoranza e il grosso dei ceti popolari, diseguaglianza non ancora arginata con piani coerenti e incisivi di equa redistribuzione sociale del reddito;
    c) a sostenere che investire nell'istruzione rappresenta una priorità, anche per la ripresa dell'economia e che devono diventare prioritari gli obiettivi dell'aumento del numero dei laureati (soprattutto nelle lauree tecniche e scientifiche), il contrasto alla dispersione scolastica, e le politiche per la formazione degli adulti;
    d) a sostenere una politica della formazione a livello europeo fondata, oltre che su gli 8 punti individuati nell'Agenda dei leader, su:
   l'obbligo scolastico portato a 18 anni;
   il mantenimento degli obiettivi di abbassamento della dispersione, ancora al 16-17 per cento, per portarla agli obiettivi europei 2020, che la fissano al di sotto del 10 per cento;
   la formazione continua e la formazione permanente;
   la riforma della formazione professionale che non deve rappresentare un'alternativa al sistema di istruzione per l'assolvimento dell'obbligo, perché molte volte è una scelta di censo;
   la formazione superiore, per la quale gli obiettivi dell'Europa 2020 prevedono incrementi molto significativi rispetto ai dati attuali, perché il 40 per cento dei giovani fra i 30-34 anni dovrebbe giungere a conseguire un titolo post-secondario, sostenuta da un adeguato sistema di borse di studio che aumenti la platea dei beneficiari, e con una riforma dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni);
    e) a sostenere in seno alla Commissione europea, sulla base del principio di precauzione, l'abbandono dell'utilizzo del glifosato anche mediante l'avvio di un periodo di graduale transizione: tale principio prevede, infatti, una protezione immediata anche nel caso di un pericolo potenziale, ove, ad esempio, i dati scientifici non consentano una valutazione completa del rischio. In tal senso si rammenta come le valutazioni su cui si è basata la Commissione siano non soltanto incomplete (avendo valutato l'effetto della sola molecola del glifosato e non la sua combinazione con altre sostanze) ma anche di dubbia imparzialità, con decine di pagine che risultano essere una copia dei dossier della Monsanto. L'opinione del Comitato d'appello, tra l'altro non è vincolante per la decisione finale della Commissione, i cui equilibri interni potrebbero mutare anche in vista dell'attuale situazione politica tedesca;
   6) sui temi della difesa e della sicurezza:
    a) a sostenere l'avvio di un processo che conduca ad una difesa europea comune in una prospettiva di riduzione delle spese militari in tutti i Paesi europei, attraverso l'accorpamento e la razionalizzazione dei sistemi di difesa esistenti, la sinergia industriale e la condivisione dei sistemi d'arma, escludendo in tal senso ipotesi di costruzione di sistema di difesa aggiuntivi;
    b) a rifiutare le richieste di aumento delle spese militari dell'Unione europea, e le proposte di rafforzamento della capacità militare dell'Unione in risposta alla crisi, posto che il ricorso alla coercizione nazionale e internazionale non potrà risolvere i problemi socio-economici più di quanto non abbia fatto in passato;
   7) sulla Brexit:
     a) a sostenere il proseguimento dei negoziati sulla base delle risoluzioni approvate dalla Camera dei deputati il 27 aprile 2017, garantendo l'integrazione delle linee guida del Consiglio europeo con gli orientamenti votati dal Parlamento europeo per i negoziati con il Regno unito; che sia assicurata la tutela dei diritti delle centinaia di migliaia di cittadini italiani residenti nel Regno unito (circa 600.000) e dei circa tre milioni di cittadini dei Paesi europei, garantendo la reciprocità per i cittadini britannici residenti negli Stati membri dell'Unione europea; che siano altresì garantiti i diritti acquisiti fino ad oggi dai cittadini italiani ed europei residenti nel Regno Unito (diritti sociali e previdenziali, salvaguardia delle famiglie composte da membri di diversa nazionalità, mantenimento delle stesse rette scolastiche e tasse universitarie, libero accesso alle borse di studio e ai sussidi attualmente concessi ai ricercatori italiani ed europei in Gran Bretagna, riconoscimento dei titoli di studio e delle certificazioni professionali validi all'interno dell'Unione europea, diritto di voto attivo e passivo per le elezioni di carattere locale) scongiurando le derive burocratiche e discriminatorie di cui già si registrano molteplici casi.
(6-00374) «Marcon, Laforgia, Palazzotto, Cimbro, Piras, Airaudo, Speranza, Brignone, Scotto, Civati, Roberta Agostini, Costantino, Albini, Daniele Farina, Bersani, Fassina, Franco Bordo, Fratoianni, Bossa, Giancarlo Giordano, Capodicasa, Gregori, D'Attorre, Andrea Maestri, Duranti, Paglia, Epifani, Pannarale, Fava, Pastorino, Ferrara, Pellegrino, Folino, Placido, Fontanelli, Formisano, Fossati, Carlo Galli, Kronbichler, Lacquaniti, Leva, Martelli, Pierdomenico Martino, Matarrelli, Melilla, Mognato, Murer, Nicchi, Giorgio Piccolo, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Rostan, Sannicandro, Simoni, Stumpo, Zaccagnini, Zappulla, Zaratti, Zoggia».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

Consiglio europeo

risoluzione

cittadino della Comunita'