ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00357

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 866 del 09/10/2017
Abbinamenti
Atto 6/00355 abbinato in data 09/10/2017
Atto 6/00356 abbinato in data 09/10/2017
Atto 6/00358 abbinato in data 09/10/2017
Firmatari
Primo firmatario: BATTELLI SERGIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/10/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 09/10/2017
FRACCARO RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 09/10/2017
PETRAROLI COSIMO MOVIMENTO 5 STELLE 09/10/2017
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 09/10/2017
VALENTE SIMONE MOVIMENTO 5 STELLE 09/10/2017


Stato iter:
17/10/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 17/10/2017
Resoconto AMICI SESA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 09/10/2017

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 09/10/2017

NON ACCOLTO IL 17/10/2017

PARERE GOVERNO IL 17/10/2017

RESPINTO IL 17/10/2017

CONCLUSO IL 17/10/2017

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00357
presentato da
BATTELLI Sergio
testo presentato
Lunedì 9 ottobre 2017
modificato
Martedì 17 ottobre 2017, seduta n. 872

   La Camera,
   premesso che:
    la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, introdotta e disciplinata dall'articolo 13 della legge n. 234 del 2012, intende rappresentare il principale strumento fornito al Parlamento per il controllo ex post sulla condotta del Governo nelle sedi decisionali dell'Unione europea. In particolare la Relazione intende consentire alle Camere la verifica sull'operato del Governo e sulla rappresentanza a livello europeo della posizione del Parlamento in merito a specifici atti o progetti di atti così come esplicitamente previsto dall'articolo 7 della medesima legge. Pertanto la Relazione consuntiva dovrebbe presentare un rendiconto dettagliato delle attività svolte e delle posizioni assunte dall'Italia nell'anno precedente, al fine di consentire alle Camere di verificare l'adeguatezza e l'efficacia dell'azione negoziale italiana e la sua rispondenza rispetto agli indirizzi parlamentari;
    la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea analizza, inoltre, l’iter sulle procedure di infrazione pendenti nei confronti dell'Italia, fornendo alcune informazioni su queste ultime;
    il consolidamento del coordinamento tra Parlamento e Governo risponde in primo luogo alla necessità di colmare il deficit democratico all'interno dell'Unione europea. Il coinvolgimento dei rappresentanti dei cittadini, eletti dal popolo, nella definizione delle politiche in sede di Unione europea è imprescindibile per uno sviluppo equilibrato dell'Unione e perché questa diventi il luogo ove si sviluppino i diritti sociali e trovi completa esplicazione l'Europa sociale dei cittadini;
    la Relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea – anno 2016 (Doc. LXXXVII, n. 5) si articola in quattro parti. Più specificamente, la parte prima è dedicata agli sviluppi del processo di integrazione europea e al nuovo quadro istituzionale, nel cui ambito vengono analizzati tre capitoli aventi contenuto eterogeneo, relativi rispettivamente al piano posto in essere dalle Presidenze del Consiglio dell'UE nel 2016 (Paesi Bassi e Slovacchia) per affrontare le sfide interne ed esterne per l'Unione europea; la questione relativa alla Brexit e al recesso della Gran Bretagna dall'Unione europea ai sensi dell'articolo 50 TUE, nonché le conseguenze sui cittadini europei residenti nel Regno Unito; infine, il coordinamento delle politiche macroeconomiche, alla luce del meccanismo di sorveglianza macroeconomica e di bilancio «Semestre europeo» e la fiscalità. Nella parte seconda la Relazione illustra l'azione svolta dal Governo nell'ambito delle principali politiche orizzontali e settoriali dell'Unione. La parte terza della Relazione è rivolta al tema delle politiche di coesione economica, sociale e territoriale, con particolare riguardo al valore europeo della politica di coesione. Infine, la parte quarta concerne il coordinamento nazionale delle politiche europee, con particolare riguardo al ruolo e alle attività del Comitato interministeriale per gli affari dell'Unione europea (CIAE), alle misure poste in essere dal Parlamento e dal Governo per dare attuazione al diritto dell'Unione europea nell'ordinamento italiano e per risolvere il contenzioso dinanzi alla Corte di Giustizia della stessa Unione europea;
    nella Relazione relativa all'anno 2016 trovano conferma talune problematiche evidenziate in occasione della precedente Relazione, rivelando, in particolare, una certa disomogeneità e astrattezza nei riferimenti alla posizione concretamente assunta dal Governo per quanto riguarda l'andamento dei negoziati con gli organi parlamentari nazionali. Inoltre, nella Relazione vengono richiamati gli atti di indirizzo (o documenti conclusivi) approvati dalle Camere, senza che venga specificato nel dettaglio in che modo questi si siano effettivamente tramutati nella posizione negoziale assunta dal Governo nelle sedi UE;
    come anticipato, nella prima parte della Relazione, vengono definite le principali politiche dell'Unione europea per l'anno 2016, ossia il coordinamento delle politiche macroeconomiche, nonché delle politiche orizzontali, quali le politiche per il mercato unico e la competitività, in linea con le Strategie della Commissione europea in materia di beni e servizi, mercato unico digitale, energia e mercato dei capitali, e delle politiche settoriali, come le politiche di natura sociale o volte al rafforzamento dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia in Europa ed oltre i suoi confini;
    l'obiettivo perseguito dalla Relazione è quello di porre le basi per la nuova governance economica nella zona euro, mediante il consolidamento di meccanismi che consentano un maggior coordinamento e mediante lo sviluppo di misure per far convergere le politiche economiche dell'Unione;
    nell'ambito della fiscalità diretta, la Commissione europea ha adottato un pacchetto di misure contro la pianificazione fiscale aggressiva e l'elusione fiscale, volto ad assicurare un efficace contrasto all'elusione fiscale internazionale che comprende, fra l'altro, una proposta di direttiva anti-elusione che riprende i temi del progetto BEPS e una Comunicazione sulla strategia esterna per la tassazione effettiva per l'estensione dei criteri di good governance fiscale ai Paesi terzi (in particolare trasparenza e concorrenza fiscale non dannosa). Ad ogni modo, l'unione economica e fiscale non risolverebbe le asimmetrie macroeconomiche e gli squilibri generati dall'introduzione della moneta unica in Paesi con caratteristiche e dinamiche economiche molto diverse tra loro;
    la gestione dei flussi migratori si pone da sempre come questione complessa, in considerazione della necessità di favorire a livello europeo una politica migratoria condivisa, che tenda a ridurre il peso a carico di alcuni Stati, prevalentemente di confine, attraverso la redistribuzione delle quote di migranti sul territorio europeo. L'adozione di politiche migratorie condivise diviene ancora più rilevante alla luce dell'ingente numero di migranti, peraltro in continuo aumento, che rende ancora più evidente l'esigenza di approntare misure in grado di fronteggiare in modo sistematico la problematica (si consideri, infatti, che nei soli primi mesi del 2016 già 146.000 migranti hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere l'Europa, di cui circa 137.000 sulla rotta Turchia-Grecia, con un numero di morti che supera i 450);
    la Commissione europea ha adottato l'Agenda europea sulla migrazione del 2017, nella quale si è ribadito l'impegno europeo ad una più coerente gestione del fenomeno migratorio. Come dimostrato anche dalla recente sentenza del 7 settembre 2017 della Corte di giustizia di condanna della Slovacchia e dell'Ungheria, i numeri relativi al ricollocamento dei migranti risultano irrisori a fronte degli impegni presi dagli Stati europei. Questo a dimostrazione della mancanza di unitarietà nell'affrontare le sfide delle politiche migratorie. Nonostante i ripetuti appelli, purtroppo la Repubblica Ceca, l'Ungheria e la Polonia, violando gli obblighi giuridici sanciti dalle decisioni del Consiglio e gli impegni nei confronti della Grecia, dell'Italia e di altri Stati membri, non hanno ancora intrapreso le azioni necessarie;
    il 1o marzo 2017, alla vigilia del vertice di Roma, con il Libro bianco sul futuro dell'Europa la Commissione ha avviato un dibattito paneuropeo che si auspica serva a consentire ai cittadini e ai leader dell'Unione europea di definire una visione per il futuro dell'Europa a 27. Il Libro bianco prospetta cinque scenari per l'evoluzione dell'Unione: «Avanti così»: l'UE a 27 continua ad attuare il suo programma positivo di riforme; «Solo il mercato unico»; «Chi vuole di più fa di più», con la conseguenza che gli Stati membri che lo desiderano possono aumentare la cooperazione in ambiti specifici; «Fare meno in modo più efficiente» per il raggiungimento di maggiori risultati in tempi più rapidi in alcuni settori selezionati, intervenendo meno in altri; «Fare molto di più insieme», per cui gli Stati membri possono condividere in misura maggiore poteri, risorse e processi decisionali in tutti gli ambiti,

impegna il Governo:

   1) a dare un sistematico e tempestivo adempimento agli obblighi previsti dalla legge n. 234 del 2012 nei confronti delle Camere, ed in particolare alla trasmissione alle Camere di tutti gli atti elencati al comma 3 dell'articolo 4 in forma dettagliata e precisa, anche garantendo l'assistenza documentale e informativa della Rappresentanza permanente a Bruxelles agli uffici della Camera e del Senato, al fine di assicurare che il Parlamento sia messo nella concreta possibilità di contribuire alla definizione delle politiche dell'Italia nelle sedi decisionali dell'Unione europea;
   2) ad adempiere agli obblighi stabiliti dall'articolo 7 della legge n. 234 del 2012 e pertanto a riferire regolarmente e puntualmente sul seguito dato agli atti di indirizzo approvati dalle Camere in merito alla formazione delle politiche e della normativa dell'Unione europea;
   3) a ripensare la struttura delle relazioni consuntive al fine di rendere i testi più facilmente fruibili e consultabili, in particolare attraverso lo sviluppo analitico del documento che dovrebbe contenere un parallelo diretto tra gli indirizzi e l'operato del Governo su ciascun file trattato al posto di interessanti liste, di difficile consultazione;
   4) a contribuire al processo volto ad apportare modifiche all'assetto istituzionale europeo che miri a ridurre il deficit democratico all'interno delle istituzioni europee, riequilibrando i poteri in favore delle istituzioni e degli organi più direttamente rappresentativi delle istanze dei cittadini e incrementando i canali partecipativi. Al contempo, rendere più tempestiva, efficace e incisiva la partecipazione del Parlamento alla definizione delle politiche europee attraverso una condivisione reale delle scelte politiche nazionali da promuovere in sede di Unione europea e non continuare a relegare i rappresentanti dei cittadini democraticamente eletti a meri ratificatori di decisioni governative;
   5) a garantire il coinvolgimento delle Camere nella risoluzione delle procedure di infrazione, trasmettendo l'intera documentazione utile, ivi incluso nei casi di pre-infrazione Eu-pilot e informandole su ogni azione intrapresa per la risoluzione delle controversie;
   6) ad assicurare che le Camere siano debitamente e previamente coinvolte nel processo di formazione della posizione nazionale all'interno istituzioni dell'UE nell'ambito di procedure di consultazione da esse avviate;
   7) a ripensare e rimodulare i principi del regime dell’austerity, promuovendo in sede europea la ridiscussione degli stringenti vincoli quantitativi posti dal Fiscal Compact, attraverso la definizione, al contrario, di obiettivi macroeconomici e sociali che garantiscano e promuovano il benessere diffuso dei cittadini europei. Infatti, il processo di integrazione e convergenza delle economie europee non dovrebbe limitarsi a regolamentare gli aspetti prettamente economico-monetari, ma rivolgersi anche agli aspetti sociali, allo scopo di rafforzare e strutturare coerentemente un tessuto solidale tra gli Stati membri;
   8) a prevedere l'adozione di politiche di sostegno economico delle persone che vivono al di sotto della soglia di povertà relativa, mediante l'istituzione di strumenti come il reddito di cittadinanza;
   9) ad impegnarsi affinché, nel quadro del bilancio dell'Unione, si perseguano lo sviluppo e la coesione sociale in coerenza con i principi di uguaglianza e solidarietà tra gli Stati membri affrontando gli squilibri, le divergenze strutturali e le emergenze finanziarie direttamente connesse all'Unione economica e monetaria, in un'ottica di cooperazione e solidarietà;
   10) a definire misure di sostegno agli investimenti sia nazionali che europei per la promozione di un reale sviluppo, dirette in primo luogo alle PMI (che costituiscono il perno fondamentale del nostro tessuto produttivo, confermandosi come primo e principale motore di crescita anche in tempi di crisi) attraverso il finanziamento di progetti di crescita e di sviluppo a favore dei cittadini europei;
   11) a promuovere azioni coordinate volte a contrastare in maniera organica le condizioni emergenziali alla base dei flussi migratori, combattendo, quindi, l'instabilità politica ed economica, le violazioni dei diritti umani e la povertà nei Paesi di partenza;
   12) ad adoperarsi affinché in sede europea si provveda ad una revisione dell'Accordo Dublino III (Regolamento n. 604/2013) al fine di rendere realmente condivisa la gestione della questione migratoria;
   13) ad adottare in sede europea ogni iniziativa utile volta a giungere ad una revisione del quadro normativo europeo in materia di diritto d'autore che tenda ad una sempre maggiore armonizzazione sostanziale degli istituti relativi valorizzando e rafforzando le eccezioni e limitazioni ai diritti esclusivi, in particolare quanto risultano funzionali al progresso della ricerca scientifica e tecnica ed all'esercizio di diritti costituzionalmente riconosciuti quali il diritto di critica e discussione;
   14) a promuovere tutte le necessarie misure – anche normative – volte a favorire la parità di trattamento dei lavoratori e il miglioramento delle condizioni occupazionali e sociali, armonizzando le politiche adottate dagli Stati membri.
(6-00357) «Battelli, Baroni, Fraccaro, Petraroli, Vignaroli, Simone Valente».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica comunitaria

relazione

coesione economica e sociale