ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00278

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 717 del 21/12/2016
Abbinamenti
Atto 6/00276 abbinato in data 21/12/2016
Atto 6/00277 abbinato in data 21/12/2016
Atto 6/00279 abbinato in data 21/12/2016
Firmatari
Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 21/12/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 21/12/2016
LA RUSSA IGNAZIO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 21/12/2016
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 21/12/2016
NASTRI GAETANO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 21/12/2016
PETRENGA GIOVANNA FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 21/12/2016
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 21/12/2016
TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 21/12/2016
TOTARO ACHILLE FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 21/12/2016


Stato iter:
21/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO GOVERNO 21/12/2016
Resoconto PADOAN PIETRO CARLO MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
PARERE GOVERNO 21/12/2016
Resoconto PADOAN PIETRO CARLO MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 21/12/2016

DISCUSSIONE IL 21/12/2016

NON ACCOLTO IL 21/12/2016

PARERE GOVERNO IL 21/12/2016

DICHIARATO PRECLUSO IL 21/12/2016

CONCLUSO IL 21/12/2016

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00278
presentato da
RAMPELLI Fabio
testo di
Mercoledì 21 dicembre 2016, seduta n. 717

   La Camera,
   premesso che:
    la crisi del sistema bancario e creditizio italiano si protrae ormai da diversi anni senza che siano state intraprese riforme strategiche del settore ma intervenendo sempre e solo in una fase emergenziale al fine di coprire le perdite;
    l'evoluzione della normativa europea in materia di salvataggi bancari indica chiaramente una rotta in base alla quale non deve più essere lo Stato, e attraverso di esso i contribuenti, a sopportare il peso delle crisi finanziarie ma lo stesso sistema bancario, e a tal fine sono stati istituiti appositi fondi;
    nel panorama dei casi di insolvenza di istituti bancari verificatisi negli ultimi anni quasi sempre questi sono stati imputabili a operazioni finanziarie spericolate delle quali alcuna autorità di vigilanza sembra essersi accorta, ma nel momento del palesarsi della crisi spicca la tendenza a salvare i manager responsabili del disastro sacrificando, invece, i piccoli contribuenti, come accaduto, da ultimo, nel caso del fallimento di Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti;
    il filo rosso che lega tutte le crisi bancarie degli ultimi anni, infatti, è stato una gestione quanto meno allegra e disinvolta del credito, e della messa in atto di pratiche commerciali scorrette, gestioni patrimoniali sospette, operazioni irregolari di acquisizione, fusione, trasformazione o vendita di valori azionari, obbligazionari, o addirittura di interi istituti di credito, come nel caso dell'acquisizione di Antonveneta da parte del Monte Paschi di Siena;
    in questo quadro suscita profonda preoccupazione l'assenza delle autorità, Banca d'Italia e Consob, che in base alle vigenti normative devono svolgere un'azione di vigilanza sugli istituti di credito;
    la crisi del Monte dei Paschi di Siena, vero motivo della Relazione che il Parlamento si trova ad esaminare, era costato all'Italia quattro miliardi di euro appena tre anni fa, quando il salvataggio dell'istituto era avvenuto attraverso la sottoscrizione dei cosiddetti Monti bond, due miliardi dei quali concessi come aiuti addizionali, rispetto ai quali è stato poi dimostrato che non erano serviti per coprire le perdite generate dal portafoglio di titoli di Stato italiani ma per ripianare un deficit di capitale generato da due temerarie operazioni di derivati eseguite dalla banca, insieme ad altri istituti, realizzate con il fine – anch'esso illecito – di occultare le perdite di altre operazioni;
    con la Relazione in esame il Governo chiede l'autorizzazione al Parlamento per un indebitamento – attraverso l'emissione di titoli di debito pubblico – di ulteriori venti miliardi di euro per coprire, in situazioni come si legge meramente «ipotetiche», le carenze di capitale del sistema bancario nazionale, e rappresenterebbe un intervento meramente precauzionale;
    inoltre, alla voce «finalità del provvedimento», la Relazione contiene un generico riferimento al «fine di tutelare il risparmio e preservare la stabilità economico-finanziaria del Paese, il rafforzamento patrimoniale del sistema bancario e assicurare la protezione del risparmio»;
    di fatto quindi la Relazione, e attraverso di essa il Governo, non fornisce alcuna indicazione in merito a quali e quanti interventi di sostegno saranno necessari e, tantomeno, in merito a quali istituti ne saranno beneficiati, concretizzandosi in una delega in bianco a spese della finanza pubblica e, quindi, dei contribuenti;
    il livello di indebitamento dello Stato italiano è già molto oltre i livelli di guardia e non si registra alcuna inversione di tendenza, e un aumento ulteriore della nostra esposizione debitoria rischia di mettere in pericolo la solidità del cd. sistema Paese;
    la gestione del sistema del credito non può funzionare secondo uno schema in cui le banche sono private quando devono erogare prestiti in assenza delle necessarie garanzie, quando compiono operazioni finanziarie ad alto rischio con il denaro degli investitori o quando devono distribuire utili e bonus milionari ai propri dirigenti, ma divengono di interesse nazionale non appena affrontano una crisi di insolvenza e si rende necessario intervenire con soldi pubblici per il loro risanamento;
    in particolare sarebbe opportuno che il Governo:
    adottasse ogni iniziativa utile a una riforma del sistema, del credito e delle autorità di vigilanza sullo stesso, al fine di garantire una stabilità del sistema e la tutela di investitori, risparmiatori e dei contribuenti in generale;
    in questo quadro, avviasse e sostenesse un procedimento normativo volto ad introdurre la separazione tra le banche commerciali e le banche d'affari;
    condizionasse l'erogazione di eventuali aiuti finanziari a istituti bancari all'applicazione di chiare e stringenti limitazioni: divieto di distribuzione di utili e dividendi per almeno cinque anni; divieto di erogare bonus; tetto ai compensi di amministratori e dirigenti; controllo straordinario sull'operato della banca per verificare l'eventuale mala gestione dell'istituto; responsabilità diretta e personale degli amministratori; divieto definitivo e inappellabile per gli amministratori che si siano resi responsabili della situazione di insolvenza di ricoprire altri incarichi in ambito bancario,

impegna il Governo

a ritirare la relazione in esame e a ripresentarla nel presupposto della realizzazione di quanto esposto in particolare negli ultimi tre capoversi delle premesse.
(6-00278) «Rampelli, Cirielli, La Russa, Giorgia Meloni, Nastri, Petrenga, Rizzetto, Taglialatela, Totaro».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

crisi monetaria

relazione

banca