ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00199

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 569 del 15/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: BRATTI ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 15/02/2016
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 15/02/2016
POLVERINI RENATA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 15/02/2016
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 15/02/2016
D'AGOSTINO ANGELO ANTONIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 15/02/2016
BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI 15/02/2016
REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO 16/02/2016
PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 16/02/2016


Stato iter:
16/02/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 16/02/2016
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 16/02/2016
Resoconto PASTORELLI ORESTE MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto BARADELLO MAURIZIO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Resoconto D'AGOSTINO ANGELO ANTONIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto GAROFALO VINCENZO AREA POPOLARE (NCD-UDC)
Resoconto MARCON GIULIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto POLVERINI RENATA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 15/02/2016

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 16/02/2016

ACCOLTO IL 16/02/2016

PARERE GOVERNO IL 16/02/2016

DISCUSSIONE IL 16/02/2016

APPROVATO IL 16/02/2016

CONCLUSO IL 16/02/2016

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00199
presentato da
BRATTI Alessandro
testo presentato
Lunedì 15 febbraio 2016
modificato
Martedì 16 febbraio 2016, seduta n. 570

   La Camera,
   esaminata la relazione sullo stato di avanzamento dei lavori di bonifica nel sito di interesse nazionale di Venezia – Porto Marghera, approvata all'unanimità dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati nella seduta del 10 dicembre 2015;
   premesso che:
    la situazione del S.I.N. è gravemente critica, sia per quanto riguarda le attività di bonifica affidate alle società che vi operano, che non risultano ancora completate, sia per quanto riguarda l'esecuzione delle opere di marginamento e di rifacimento delle sponde delle macroisole lagunari, suddivise tra il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche del Triveneto, la regione Veneto e l'Autorità portuale di Venezia, nonostante che gli oneri economici siano a carico del Ministero dell'ambiente;
    per i marginamenti delle macroisole di Porto Marghera, sinora, lo Stato ha sostenuto la spesa complessiva di 781,635 milioni di euro, con la realizzazione di circa il 94 per cento delle opere previste, sicché risultano ancora da eseguire circa 3-3,5 chilometri di marginamenti e di rifacimento di sponde;
    tuttavia, a fronte di un 5-6 per cento di opere necessarie al completamento dei marginamenti lagunari, occorre la complessiva somma di circa 250 milioni di euro, pari ad oltre il 30 per cento di quella sostenuta dallo Stato per realizzare il 95 per cento delle opere ad oggi eseguite, come si evince chiaramente dalla ripartizione delle spese previste per la realizzazione delle opere ancora incompiute, rispettivamente, di competenza del Provveditorato (100 milioni di euro), della regione del Veneto (70-80 milioni di euro) e dell'Autorità portuale di Venezia (76,500 milioni di euro);
    tale picco di spesa finale si spiega con la lievitazione dei costi, aggravata dal fatto che i marginamenti da completare e rifinire sono quelli più complessi;
    per fare solo alcuni esempi, sono ancora da effettuare marginamenti in corrispondenza dei sottoattraversamenti con tubazioni delle società Edison, Syndial, Sapio/Crion, dell'oleodotto e dell'impianto antincendio della Ies di Mantova, lungo la sponda Sud del Canale Industriale Ovest della macroisola del Nuovo Petrolchimico, nonché i marginamenti relativi alla sponda nord del canale industriale nord, che contermina l'area relativa alla zona industriale – dove sono attive produzioni chimiche, con residui di lavorazioni particolarmente inquinanti (Montecatini, Agrimont) – che risultano non ancora protette, così vanificando il raggiungimento dell'obiettivo proposto di impedire lo sversamento nei canali lagunari delle acque provenienti dai terreni inquinati del S.I.N.;
    soprattutto, rimane ancora da effettuare il sistema di raccolta/drenaggio/convogliamento delle acque di falda, di competenza del Provveditorato per le opere pubbliche;
    il mancato completamento di tali opere sta provocando il progressivo indebolimento anche dei tratti terminali delle strutture già realizzate e sta mettendo in serio dubbio la bontà complessiva degli interventi eseguiti, con la conseguenza che, se non verranno reperiti nuovi fondi per risistemare e completare sia i marginamenti delle macroisole, sia il sistema di depurazione delle acque di falda, rischiano di essere dispersi tutti gli oneri fin qui sostenuti dallo Stato, con fondi pubblici e privati;
    dall'informativa inviata dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in data 27 ottobre 2015, risulta che – allo stato – non vi sono fondi disponibili per il completamento delle opere destinate alla bonifica del S.I.N. di Venezia – Porto Marghera, ad eccezione di quelli destinati al completamento dei marginamenti delle macroisole di Fusina e del Nuovo Petrolchimico, di competenza della regione Veneto, già disciplinati dall'accordo di programma del 16 aprile 2012, benché, anche tali fondi non siano disponibili già da subito, in quanto sono da reperire nell'ambito del ciclo di programmazione 2014-2020;
    peraltro, ad aggravare la situazione sul mancato completamento delle opere di marginamento e, in definitiva, sulla funzionalità dell'intero sistema di bonifica, l'informativa ministeriale sopra citata esclude ogni intervento finanziario in favore dell'Autorità portuale, per le opere di competenza di quest'ultima;
    per il completamento delle altre opere, relative ad altre macroisole e al sistema di raccolta/drenaggio delle acque, non è possibile fare ricorso solo a quella quota di fondi del tutto insufficienti (circa 30 milioni di euro), che andranno a maturare fino all'anno 2023, per effetto delle rateazioni previste nei contratti transattivi del danno ambientale, conclusi con i privati, che finora hanno rappresentato la parte più rilevante, nella misura di circa l'80 per cento, dei fondi a disposizione del Ministero dell'ambiente e già utilizzati;
    a fronte di tale situazione, determinata dalla mancanza di fondi pubblici, nella relazione si segnala che alcuni ulteriori schemi di transazione, proposti dai privati – in particolare, quello proposto dalla società Alcoa e quello proposto dalla società Veritas, una multiutility interamente controllata dai comuni della provincia di Venezia – non sono stati ancora approvati dai Ministeri competenti (ambiente e infrastrutture), nonostante che gli importi derivanti dalle transazioni con i privati costituiscano ormai l'unica fonte di finanziamento delle opere ancora da ultimare. Al riguardo, si rappresenta tuttavia che gli schemi di transazione con Alcoa e Veritas sono stati sottoscritti dal Ministero delle infrastrutture e i relativi decreti sono stati registrati, rispettivamente, il 28 gennaio 2016 per Alcoa e il 3 febbraio 2016 per Veritas;
    nella relazione, si evidenzia che «allo scopo di reperire le risorse necessarie per realizzare le opere di marginamento delle macroisole e di emungimento delle acque di falda, lo Stato ha promosso numerose transazioni di altrettante controversie concernenti il danno ambientale (...). Tali accordi transattivi hanno l'effetto di liberare le società contraenti dall'obbligo di provvedere – a proprie spese – ai marginamenti, trasferendo allo Stato tale onere». Pertanto, sempre secondo la relazione, «non può porsi in dubbio che, ove lo Stato non adempia agli obblighi, si configura una sua precisa responsabilità, con possibili conseguenze in termini di richieste di adempimento e/o di pretese risarcitorie, considerato che, molto opportunamente, tra le varie clausole contrattuali è stata espressamente esclusa la possibilità di risolvere le transazioni per l'inadempimento della parte pubblica»;
    nel frattempo, sono stati effettuati da apposite commissioni di collaudo, nominate a tale scopo, i collaudi parziali di ciascun manufatto realizzato – banchina o palancolamento – e, per i relativi compensi corrisposti, lo Stato ha finora sostenuto un esborso pari a 1.544.510,39 euro, destinato a lievitare fino a circa 2 milioni di euro, quando saranno collaudate le ulteriori opere eseguite, fino a raggiungere l'importo di 781.635.000 euro, pari alla spesa finora sostenuta;
    nella relazione viene rappresentato che «l'unica ragione, che sorregge la nomina di decine di commissioni di collaudo per singoli manufatti o per gruppi di manufatti realizzati, è stata quella del preminente interesse dei collaudatori – debitamente autorizzati, come risulta anche dall'informativa ministeriale del 27 ottobre 2015 – a percepire i relativi compensi» e che «il compito delle commissioni di collaudo (...) non attiene alla verifica della funzionalità dell'opera, bensì solo alla verifica che questa sia stata realizzata in conformità al progetto approvato»;
    secondo la discutibile prospettazione del provveditore per le opere pubbliche del Triveneto, i «collaudi parziali» sono stati autorizzati dal suo ufficio e poi effettuati, in sostituzione del «collaudo finale» sulla funzionalità delle opere realizzate e ciò a dispetto del fatto che, comunque, il collaudo finale o «globale» è assolutamente necessario, in quanto destinato a verificare la funzionalità del complessivo «sistema integrato» di marginamento, di raccolta/drenaggio delle acque di falda e del loro collettamento al PIF, alla stregua dell'accordo di programma, sottoscritto da tutte le parti interessate;
    in ogni caso, per le considerazioni svolte, non vi è dubbio che la maggior parte delle somme erogate dall'Erario per pagare i compensi delle commissioni di collaudo parziale degli altrettanto parziali marginamenti e rifacimenti di sponde delle macroisole avrebbero potuto e dovuto avere una destinazione diversa;
    se, poi, alla somma di circa 2 milioni di euro, sostenuta per i collaudi parziali delle opere eseguite per la conterminazione delle isole lagunari, si aggiunge quella di circa 15 milioni di euro, pari all'importo complessivo delle spese sostenute dall'Erario per i collaudi parziali di ciascun manufatto del MOSE (opera strettamente collegata a quella della bonifica del S.I.N. e affidata anch'essa al Consorzio Venezia Nuova), effettuati con lo stesso sistema e, cioè, mediante la nomina di altrettante commissioni di collaudo, presiedute da funzionari ministeriali e locali, il quadro si aggrava notevolmente, in quanto l'esborso complessivo sostenuto dallo Stato per i compensi delle commissioni è stato pari a 17 milioni di euro;
    si è in presenza di una somma talmente rilevante che da sola – se diversamente impegnata – avrebbe potuto fornire un contributo significativo al completamento delle opere di bonifica, quantomeno per i marginamenti delle macroisole di Fusina e del Nuovo Petrolchimico, trattandosi di opere ritenute urgenti per l'importanza dei rilasci in laguna, poiché vi insistono i maggiori insediamenti industriali del sito;
    nel caso specifico, i collaudi effettuati sui singoli manufatti realizzati, mediante la nomina di apposite commissioni, rappresentano un mero sperpero di danaro pubblico, inoltre sono del tutto insufficienti, se non saranno seguiti, all'esito di tutti i lavori, dal collaudo finale e, cioè, dalla verifica della funzionalità complessiva dell'intera opera eseguita, verifica tanto più necessaria, in considerazione del fatto che è in corso un progressivo indebolimento dei manufatti sinora eseguiti, determinato dal mancato completamento dei lavori di marginamento e di raccolta delle acque;
    in conclusione, è assolutamente prioritario e urgente reperire fondi pubblici necessari al completamento del «sistema integrato» di marginamento, di raccolta/drenaggio delle acque di falda e del loro collettamento al PIF delle isole lagunari, alla stregua dell'accordo di programma del 16 aprile 2012, in funzione della bonifica del S.I.N., presupposto ineludibile e indefettibile del processo di reindustrializzazione dell'area, con l'insediamento di nuove attività produttive e lo sviluppo di quelle esistenti;
    la fa propria e impegna il Governo, per quanto di competenza, a intraprendere ogni iniziativa utile, al fine di risolvere le questioni evidenziate nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, in raccordo e leale collaborazione con i competenti organismi nazionali, la regione e gli enti territoriali interessati.
(6-00199)
(Testo modificato nel corso della seduta)  «Bratti, Zolezzi, Vignaroli, Polverini, Zaratti, D'Agostino, Busin, Realacci, Pastorelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

industria chimica

collaudo

clausola contrattuale