ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00075

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 246 del 16/06/2014
Firmatari
Primo firmatario: BINDI ROSY
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 16/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FAVA CLAUDIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 16/06/2014
DI LELLO MARCO MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 16/06/2014
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 16/06/2014
MATTIELLO DAVIDE PARTITO DEMOCRATICO 16/06/2014
SCOPELLITI ROSANNA NUOVO CENTRODESTRA 16/06/2014
GARAVINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 16/06/2014
BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO 16/06/2014
ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE 16/06/2014
BIANCHI DORINA NUOVO CENTRODESTRA 16/06/2014
PIEPOLI GAETANO PER L'ITALIA 18/06/2014
VECCHIO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 18/06/2014
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 18/06/2014
TAGLIALATELA MARCELLO FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE 18/06/2014


Stato iter:
18/06/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
PARERE GOVERNO 16/06/2014
Resoconto BUBBICO FILIPPO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 18/06/2014
Resoconto SCHIRO' GEA PER L'ITALIA
Resoconto ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto VECCHIO ANDREA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto SCOPELLITI ROSANNA NUOVO CENTRODESTRA
Resoconto CHIARELLI GIANFRANCO GIOVANNI FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GARAVINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto MOTTOLA GIOVANNI CARLO FRANCESCO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

ACCOLTO IL 16/06/2014

PARERE GOVERNO IL 16/06/2014

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 16/06/2014

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 18/06/2014

DISCUSSIONE IL 18/06/2014

APPROVATO IL 18/06/2014

CONCLUSO IL 18/06/2014

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00075
presentato da
BINDI Rosy
testo presentato
Lunedì 16 giugno 2014
modificato
Mercoledì 18 giugno 2014, seduta n. 248

   La Camera,
   esaminata la Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, sulle prospettive di riforma del sistema di gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, approvata all'unanimità nella seduta del 9 aprile 2014 (DOC. XXIII, n. 1);
   premesso che:
    il sistema di contrasto ai patrimoni della criminalità organizzata, grazie all'intuizione contenuta nella legge Rognoni-La Torre, mantiene tuttora una rilevanza strategica per la tutela della democrazia e del mercato;
    i risultati ottenuti in questi trenta anni dalle forze dell'ordine e dalla magistratura in termini di sottrazione di beni alle mafie sono ragguardevoli ed impongono di mantenere elevata l'attenzione dello Stato su questo settore;
    numerosi sono i casi di destinazione di beni confiscati a fini sociali e, grazie ad essi, sono stati conseguiti, almeno in parte, gli scopi fissati dalla legge 7 marzo 1996, n. 106, legge di iniziativa popolare, unica nel suo genere nel panorama internazionale, che ha dato priorità al valore simbolico del passaggio del bene confiscato dalle mani della criminalità a quello della collettività, degli enti pubblici e delle associazioni;
    sono tuttavia necessari interventi normativi per rendere più efficiente la gestione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata e per rendere più celere la loro destinazione dopo la confisca;
    secondo l'unanime giudizio degli operatori di settore, l'attuale disciplina normativa prevede una procedura di verifica dei crediti che rende difficile la programmazione della prosecuzione delle attività delle imprese sequestrate e, al contempo, non offre tempestiva tutela ai terzi creditori, creando il rischio di indefinite dilazioni nella regolamentazione dei rapporti;
    l'incertezza sui tempi del procedimento e sulla concreta possibilità di prosecuzione dell'azienda si ripercuote sul mantenimento dei livelli occupazionali e priva i lavoratori di tutela; peraltro il mutamento dei soggetti che seguono l'amministrazione (a partire dal sequestro fino alla confisca definitiva) può intralciare la realizzazione di un piano industriale di medio periodo, unico strumento che può consentire la sopravvivenza e lo sviluppo dell'impresa;
    si è manifestata l'inadeguatezza dell'applicazione della normativa fallimentare al procedimento di prevenzione con riferimento alla verifica dei crediti ed alla disciplina dei rapporti pendenti;
    si avverte la necessità di creare uffici specializzati presso i tribunali e le Corti di appello, come anche presso gli organi investigativi e amministrativi, che si occupino della sottrazione dei beni alla criminalità organizzata e del loro riutilizzo a fini sociali; all'affinamento delle professionalità va accompagnato un adeguato potenziamento degli organici;
    l'Agenzia nazionale per la gestione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC) non è riuscita, dalla sua istituzione nel 2010 fino ad oggi, ad assolvere con adeguata tempestività ai suoi compiti istituzionali, dapprima limitati alla mera emissione del provvedimento di destinazione e, dal marzo 2012, alla gestione, in via esclusiva, dei beni confiscati con provvedimento di primo grado;
    per le limitate dotazioni di organico, per la mancata integrazione delle esperienze di amministrazione con appropriate figure professionali versate nell'attività di gestione, per i ritardi nella emanazione delle c.d. «linee guida» con le quali l'Agenzia avrebbe dovuto coadiuvare i giudici delegati, a fronte dell'aumento delle confische da parte dell'Autorità giudiziaria, si è registrato, dal 2010 al 2013, un netto calo dei provvedimenti di destinazione a fini sociali o istituzionali, nonostante le pressanti richieste dell'opinione pubblica, degli enti locali e delle associazioni, di reimmettere nel circuito legale aziende e beni; sul punto inequivocabili elementi ha fornito il Ministero della giustizia nella Relazione al Parlamento segnalando che tra il 2009 ed il 2012 il numero dei beni destinati è calato da 629 a 86 e che solo nel 2013 i provvedimenti di destinazione sono stati 415, dato che, ad avviso del Ministero, «sembra mostrare la volontà di recuperare il tempo perduto da parte di chi per un paio di anni ha emanato i decreti a rilento» (pag. 25);
    peraltro il programma informatico di raccolta dei dati dei beni sequestrati e confiscati, che doveva essere implementato dall'Agenzia nazionale, non risulta ad oggi ancora operativo nonostante il relativo progetto sia stato dotato di cospicui fondi, nazionali ed europei; e ciò, oltre a rendere incompleti i dati finora esaminati, potrebbe essere motivo di responsabilità civile e contabile rilevabile dalla Corte dei Conti;
    considerato che la Commissione ha formulato proposte di riforma della normativa antimafia finalizzate a superare le criticità finora evidenziate dagli operatori. In particolare:
     1. per colpire la criminalità e ostacolare l'evasione fiscale, spesso dedotta dai soggetti socialmente pericolosi a giustificazione della provenienza dei capitali utilizzati per acquistare immobili o quote societarie, va escluso che si possa tenere conto dei proventi di evasione fiscale e di ogni altro tipo di attività illecita, come peraltro recentemente affermato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione il 29 maggio 2014;
     2. per accelerare la destinazione dei beni confiscati, va riformata l'Agenzia Nazionale,
      dotandola di professionalità con competenze economiche e gestionali;
      concentrando i suoi compiti nella fase successiva alla confisca definitiva;
      demandandole funzioni di ausilio all'Autorità giudiziaria durante il procedimento;
      riorganizzandone la struttura anche con la dotazione di uno strumento di indirizzo che coinvolga, a titolo gratuito, tutti i soggetti potenzialmente interessati alla destinazione dei beni;
      favorendo, in tal modo, l'utilizzo immediato ad uso sociale dei beni sin dalla fase del sequestro;
     3. per dare immediato impulso alle attività di destinazione dei beni confiscati nelle more della definizione di una organica riforma dell'Agenzia, deve essere richiesto al direttore recentemente incaricato, prefetto Umberto Postiglione, di provvedere al più presto all'emanazione delle linee guida e all'implementazione del programma informatico per il censimento e la gestione centralizzata di tutti i beni sequestrati e confiscati e al contempo di accelerare l'assegnazione dei beni ancora inutilizzati;
     4. per consentire una ragionevole programmazione dell'attività di impresa e regolare con priorità assoluta i rapporti di lavoro con i dipendenti,
      va garantita la partecipazione tempestiva e proficua dei terzi creditori al procedimento di prevenzione affinché possano, in contraddittorio, rappresentare le loro ragioni; in particolare, gli istituti di credito, titolari di ipoteche, potranno subito articolare prove in ordine alla sussistenza della loro buona fede;
      va disciplinata la regolamentazione dei rapporti contrattuali e di credito in fase anticipata subito dopo il sequestro delle aziende;
      va introdotto un sistema nel quale la gestione dei beni e delle aziende in sequestro prosegua in capo alla stessa autorità ed allo stesso amministratore giudiziario per tutto l'intero procedimento fino alla confisca;
      va creato un fondo di rotazione alimentato con parte delle somme ora destinate al Fondo Unico Giustizia per rendere fruibili gli immobili e per favorire i lavoratori delle aziende sequestrate;
    5. per migliorare efficienza, tempestività e garanzie del procedimento,
      vanno istituite sezioni distrettuali specializzate presso i tribunali e presso le Corti di appello, previo adeguato potenziamento delle piante organiche;
      va attribuita la competenza in materia di misure di prevenzione patrimoniali alle Procure distrettuali con potere di coordinamento;
      va esteso il potere di proposta patrimoniale al Procuratore nazionale antimafia (PNA);
      deve essere prevista la partecipazione del detenuto all'udienza tramite videoconferenza;
     6. per un'adeguata regolamentazione delle attività degli amministratori giudiziari,
      vanno accelerate le procedure necessarie per istituire l'albo degli amministratori e renderlo operativo;
      va predisposta la disciplina, ancora mancante dopo quattro anni, sui criteri di determinazione dei loro onorari;
      va integrata la normativa prevedendo la rotazione ed una equilibrata ripartizione tra gli amministratori giudiziari, senza fissare limiti al numero degli incarichi, così privilegiando gli apporti di professionalità e di economicità;
     7. disciplinare il nuovo istituto del «controllo giudiziario», elaborato da una delle commissioni governative, relativo alla gestione delle aziende, che configuri una forma meno invasiva di intervento, qualora le forme di infiltrazione e condizionamento mafioso di attività imprenditoriali non pregiudichino la sostanziale integrità dell'azienda e pertanto non giustifichino una misura così invasiva come lo spossessamento;
    fa propria la Relazione della Commissione sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, sulle prospettive di riforma del sistema di gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, ed impegna il Governo, per quanto di propria competenza, ad intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni e i problemi evidenziati nella citata Relazione.
(6-00075) «Bindi, Fava, Di Lello, Dadone, Mattiello, Scopelliti, Garavini, Bruno Bossio, Attaguile, Dorina Bianchi, Piepoli, Vecchio, D'Uva, Taglialatela».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

sequestro di beni

acquisto della proprieta'

politica industriale

espropriazione

evasione fiscale

mafia