ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00038

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 102 del 22/10/2013
Abbinamenti
Atto 6/00036 abbinato in data 22/10/2013
Atto 6/00037 abbinato in data 22/10/2013
Atto 6/00039 abbinato in data 22/10/2013
Firmatari
Primo firmatario: PINI GIANLUCA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 22/10/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
GIORGETTI GIANCARLO LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
ALLASIA STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
BOSSI UMBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
BRAGANTINI MATTEO LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
MARCOLIN MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013
RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 22/10/2013


Stato iter:
22/10/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 22/10/2013
Resoconto ALLI PAOLO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto TARANTO LUIGI PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
INTERVENTO GOVERNO 22/10/2013
Resoconto LETTA ENRICO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 22/10/2013
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto BRUNO FRANCO MISTO-MAIE-MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO - ALLEANZA PER L'ITALIA (API)
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto FAVA CLAUDIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto SCHIRO' GEA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto BERGAMINI DEBORAH IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto GOZI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 22/10/2013
Resoconto LETTA ENRICO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 22/10/2013

DISCUSSIONE IL 22/10/2013

NON ACCOLTO IL 22/10/2013

PARERE GOVERNO IL 22/10/2013

RESPINTO IL 22/10/2013

CONCLUSO IL 22/10/2013

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00038
presentato da
PINI Gianluca
testo di
Martedì 22 ottobre 2013, seduta n. 102

   La Camera,
   udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri sul Consiglio europeo del 24/25 ottobre prossimi;
   premesso che:
    il Consiglio europeo scandisce la vita politica e lo sviluppo dell'Unione europea, le decisioni prese durante le sue riunioni danno un forte impulso alla definizione degli orientamenti politici generali dell'Unione europea. Esso svolge un ruolo capitale in tutti i settori di competenza comunitaria, sia mediante attività di impulso, di definizione di orientamenti politici generali o di coordinamento, di arbitrato o di risoluzione di questioni particolarmente controverse;
    nell'ordine del giorno provvisorio presentato dal Presidente del Consiglio europeo, figurano i principali punti che si dovrebbero affrontare il 24 e 25 ottobre 2013:
     a) un dibattito tematico su e-economia, innovazione e servizi, in particolare si discuterà dell'andamento dei lavori sull'agenda digitale e sul follow up della valutazione inter pares della direttiva sui servizi;
     b) verrà fatto il punto sugli sforzi per promuovere crescita, occupazione e competitività europea;
     c) verranno valutati i lavori in corso su tutti gli elementi costitutivi dell'UEM;
     d) verranno affrontate questioni specifiche in materia di relazioni esterne alla luce degli sviluppi sulla scena internazionale;
    il nostro Paese sta rincorrendo faticosamente i principali paesi europei che, nell'ambito delle politiche di crescita e competitività, si sono da tempo dotati di piani strategici di sviluppo delle reti di nuova generazione in linea con gli obiettivi dell'Agenda digitale europea, pianificando azioni in grado di creare condizioni favorevoli allo sviluppo degli investimenti privati, anche agevolando la collaborazione tra i vari operatori e tra questi e le amministrazioni pubbliche. Al contempo, altri paesi del mondo quali Corea, Giappone e Australia hanno varato massicci piani di investimenti in banda larga e ultralarga, dandosi obiettivi di connessione più elevati rispetto quelli Ue;
    la direttiva 2006/123/CE del Parlamento e del Consiglio del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi del mercato interno, recepita dall'Italia con il decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, e successive modificazioni, ha sollevato serie perplessità circa la sua applicazione in settori ritenuti di particolare importanza per l'economia italiana;
    lo sviluppo del settore dei servizi deve essere perseguito in maniera equilibrata e sostenibile e comunque in modo tale da non pregiudicare la crescita e i livelli occupazionali esistenti nei paesi membri dell'Unione europea, in particolar modo in quei comparti economici peculiari e caratterizzanti della nostra economia quali l'agricoltura, il piccolo artigianato di qualità ed il turismo, settori peraltro non delocalizzabili;
    il Consiglio europeo dibatte delle conclusioni in merito agli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri, così come adotta conclusioni sulla situazione dell'occupazione nella Comunità;
    stante l'inaccettabile elevato numero di europei, tanto di giovani quanto di madri e padri di famiglia privi di occupazione, la lotta alla disoccupazione per queste categorie ed il reinserimento è, e deve rimanere, l'obiettivo primario dell'Europa;
    in data 25 giugno scorso, in occasione delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista del Consiglio europeo del 27/28 giugno 2013, l'Assemblea di Montecitorio approvava quasi all'unanimità la risoluzione della Lega Nord ed Autonomie n. 6-00020, con la quale si impegnava il Governo – tra l'altro – «a destinare risorse alla riduzione del costo del lavoro» e «a sostenere ed incentivare l'imprenditoria giovanile, fornendo garanzie certe di accesso al credito agevolato per i giovani under trentacinque anni che intendano avviare un'attività in proprio»;
    al rientro dal vertice europeo, in data 28 giugno, il Governo varava il cosiddetto «pacchetto lavoro» (decreto-legge n. 76 del 2013), il quale, con riguardo all'occupazione giovanile, prevedeva incentivi per i datori di lavoro che assumano con contratti di lavoro a tempo indeterminato giovani di età compresa tra i 18 ed i 29 anni;
    il citato provvedimento disattendeva, dunque, gli impegni assunti in sede parlamentare. Innanzitutto perché si è limitata la platea dei possibili beneficiari degli incentivi all'assunzione ai 29enni, ignorando che l'attuale congiuntura economica negativa ha consolidato la crisi occupazionale delle persone in età compresa tra i 18 ed i 35 anni; in secondo luogo perché si è scelto di stanziare 500 milioni di euro ai giovani disoccupati del Sud e solo 294 milioni di euro a quelli del Centro-Nord, perseverando nella infruttuosa strategia dell'assistenzialismo e fingendo di non sapere che per una reale ripresa economica bisogna destinare le maggiori risorse alla locomotiva del Paese, dove cioè ci sono già aziende ed imprese operanti ma che stentano per un costo del lavoro troppo alto;
    in occasione dell'esame del Documento di economia e finanza 2013 di aprile 2013, i saldi di finanza pubblica hanno evidenziato per l'Italia come la eccessiva politica di rigore attuata dal precedente Governo, da quello attuale e dall'Unione europea, ha determinato un peggioramento della grave fase recessiva oggi in atto ed un trend di crescita a ribasso del PIL, causato per lo più dalla contrazione dei consumi, con il conseguente crollo della domanda interna, determinato soprattutto dalla caduta della produzione industriale, indotta anche dalla restrizione del credito nei confronti del mondo produttivo;
    le condizioni di accesso al credito da parte degli operatori economici sono in Italia ancora oggi difficili e più costose rispetto a quelle cui sono soggetti le imprese operanti nei principali competitors europei, dal momento che risulta evidente come, pure in seguito alle operazioni di rifinanziamento della BCE del 21 dicembre 2011 per 489 miliardi e del 29 febbraio 2012 per 530 miliardi e alla quale hanno aderito anche gli istituti di credito italiani, non c’è stata una maggiore offerta di credito, a favore delle aziende da parte delle banche, tanto che è cresciuto drammaticamente il numero delle stesse che hanno cessato la propria attività, e ciò nonostante Banca d'Italia segnali una sempre crescente liquidità nelle casse degli istituti di credito, soprattutto tra quelli di piccole e medie dimensioni;
    la politica del rigore ha pertanto compromesso la crescita del PIL italiano, così che è urgente porre in essere una diversa politica europea attraverso l'attuazione di misure anticicliche al fine di rilanciare una «nuova Europa», ridefinendo il ruolo della BCE ed avere come obiettivo il perseguimento della piena occupazione finanziando direttamente gli investimenti produttivi;
    la semplificazione normativa ed amministrativa è una priorità assoluta all'interno dell'agenda politica dell'Unione europea, dal momento che la qualità della regolazione rappresenta un fattore chiave per la competitività e lo sviluppo economico, tanto che il recente «Programma d'azione per la riduzione degli oneri amministrativi nell'Unione europea» si era posto l'obiettivo della riduzione del 25 per cento degli oneri burocratici entro il 2012;
    non solo gli oneri amministrativi e burocratici sono al primo posto tra i problemi che ostacolano lo sviluppo e la competitività delle Piccole e medie imprese (PMI), ma anche la mancata applicazione di un tetto massimo nel rapporto tra numero di dipendenti della pubblica amministrazione – spesso sotto o per nulla utilizzati ed utili a dare servizi reali alla collettività – e numero di cittadini sta affossando il sistema produttivo, tanto che secondo alcuni analisti una riduzione a livello europeo degli oneri (e del personale) del 25 per cento comporterebbe un incremento del PIL pari a circa l'1.5 per cento, e che in Italia in particolare la semplificazione normativa ha assunto, negli anni, una sempre maggiore valenza strategica, a fronte dell'eccesso di regolazione esistente nel nostro ordinamento che si accompagna ad una scarsa chiarezza nel sistema delle regole;
    la strategia di Better Regulation della Commissione europea si fonda proprio sulla semplificazione normativa e la riduzione degli oneri amministrativi finalizzati a migliorare il quadro regolativo esistente;
    la crisi economica internazionale, iniziata nel 2007 negli Stati Uniti e rapidamente diffusasi nel resto del mondo, ha avuto le principali ripercussioni in Europa dove, anche a causa delle intrinseche debolezze della moneta unica, questa ha manifestato i sintomi più significativi, e che la evidente difficoltà dell'Europa si è evidenziata negli ultimi anni soprattutto in Grecia;
    la fragilità della moneta unica e la gravità della attuale recessione rilevano come la fase di costruzione dell'euro sia stata assolutamente non conforme con le attese dei suoi fautori e non abbia considerato le attuali problematicità, denotando in tal modo come la realizzazione della moneta unica non sia stata accompagnata da una unione politica in grado di garantire quella omogeneità capace di superare le diversità sociali ed economiche tra i diversi paesi europei e tale da assicurare così una crescita ed uno sviluppo coerenti con le economie dei paesi più avanzati;
    la possibilità per l'Europa di poter riuscire a superare l'attuale momento di ristrettezza passa inesorabilmente da un miglioramento del livello di governance tra i diversi paesi membri, finalizzata ad un migliore coordinamento e ad una integrazione più efficace, dall'adozione di politiche governative di intervento finalizzate alla riduzione del debito pubblico e dalla assunzione di politiche fiscali finalizzate alla crescita e allo sviluppo economico, in grado così di evitare recessioni economiche ed atti speculativi;
    il trattato sull'Unione europea prevede anche che il Consiglio europeo decida strategie comuni che l'Unione deve attuare nei settori in cui gli Stati membri hanno importanti interessi in comune. Dopo l'annunciata tragedia di Lampedusa, il tema dell'immigrazione si fa sempre più presente nell'Agenda europea, seppur in maniera più formale che sostanziale; infatti, seppur il Consiglio europeo affronterà con l'emergenza immigrazione e il caso italiano, riconoscendo che il problema dei flussi migratori è un problema globale che investe tutta l'Europa e non solo l'Italia, non paiono profilarsi all'orizzonte posizioni di sostegno credibili al contrasto della clandestinità da parte dei partners europei. Se a ciò si aggiunge che i segnali inviati da alcuni membri, seppur con ruoli marginali, di questo Governo in tema di immigrazione con dichiarazioni contradditorie, terzomodiste e inapplicabili hanno generato confusione sul piano europeo, è chiaro che senza una presa di posizione netta da parte del Presidente del Consiglio in merito alla difesa dei confini, così come auspicata dal Ministro Alfano nella sua ultima informativa alle Camere, ogni sforzo per fermare i viaggi della morte gestiti dalla criminalità organizzata risulterà nullo;
    per i clandestini che illegalmente cercano di entrare nella Unione europea il nostro Paese non è, come qualcuno vuol far credere, un territorio di passaggio verso altri Stati membri, in particolare del Nord Europa (Germania, Norvegia e Svezia), ma la meta finale, soprattutto dopo che in maniera scellerata un esponente marginale del Governo italiano ha annunciato una profonda revisione delle regole relative al permesso di soggiorno e cittadinanza; non sfuggono anche ad un occhio meno attento che proprio a seguito di tali dichiarazioni la percentuale di donne (spesso in gravidanza avanzata) e bambini che clandestinamente cercano di entrare in Italia è aumentata esponenzialmente;
    dopo le ultime tragedie, vari esponenti europei hanno rilasciato dichiarazioni affermando il concetto che è ora di porre fine al ruolo che l'Italia ha assunto in questi ultimi anni ovvero quello di «sostituto dell'Europa» nel farsi carico delle incombenze conseguenti ai flussi di clandestini. Infatti, il Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, ha ribadito la volontà dell'esecutivo Ue di fare tutti gli sforzi possibili per evitare il ripetersi di queste tragedie «che sono senza dubbio tragedie che riguardano tutta l'Unione europea.» Ancora, il Consiglio d'Europa in una nota ha sottolineato che «I paesi del Consiglio d'Europa e dell'Unione europea devono mostrare maggiore solidarietà con l'Italia e con gli altri in prima linea sul fronte degli immigrati irregolari.». Inoltre, Martin Schultz, Presidente del Parlamento europeo, ha dichiarato che «bisogna far sì che l'onere, il peso, delle frontiere europee sia un problema condiviso da tutti i nostri Governi». Infine, il commissario Ue per gli Affari interni Cecilia Malmstrom sottolinea in una nota come sia sempre più «urgente lanciare una grande operazione FRONTEX per la sicurezza (...) Nessun Paese può affrontare da solo questo problema. È una questione che necessita un impegno a livello europeo»;
    una politica di accordi bilaterali con i paesi di origine dei flussi migratori può evitare tragedie come quelle alle quali assistiamo ormai ogni giorno. Per oltre un anno, quando il Ministro dell'interno era l'on. Maroni, la sua politica di accordi con i paesi del Mediterraneo ha permesso di diminuire sensibilmente gli sbarchi e salvare centinaia di vite. È di tutta evidenza che se attraverso azioni di dissuasione, contrasto e intercettazione vengono ridotti questi «viaggi della morte», statisticamente si riduce il numero di incidenti;
    anche le dichiarazioni del Presidente della Repubblica, a seguito della tragedia del 3 ottobre scorso al largo di Lampedusa sono in linea con quanto da sempre sostenuto dalla Lega Nord, vale a dire che «...Sono indispensabili presidi adeguati lungo le coste da cui partono questi viaggi di disperazione e di morte ...»;
    a parere dei proponenti le somme e i mezzi impiegati per FRONTEX, alla luce dei numerosi sbarchi di questi ultimi gironi che confermano, anzi vanno oltre, il trend che era già evidente nel 2011 e nel 2012 all'indomani degli sconvolgimenti provocati dalla cosiddetta «primavera araba», non sono sufficienti in quanto il nostro Paese, come ha anche evidenziato Izabella Cooper – portavoce di FRONTEX – «è quello che si trova sotto la maggiore pressione migratoria»;
    il 10 ottobre scorso, il Parlamento dell'Unione europea, riunito in sessione plenaria, ha votato una serie di regole di funzionamento di «Eurosur» ovvero la rete di comunicazione progettata per sorvegliare le frontiere Ue, attraverso lo scambio di informazioni e la cooperazione a diversi livelli: nazionale, tra gli Stati membri, e tra questi e l'Agenzia per le frontiere dell'Unione Frontex. Eurosur entrerà in vigore solo il prossimo 2 dicembre per 18 paesi, tra cui l'Italia, mentre gli altri paesi vi aderiranno dal primo dicembre 2014;
    Eurosur è un sistema di sorveglianza delle frontiere terrestri e marittime che fornirà alle autorità nazionali gli strumenti necessari per prevenire, individuare e contrastare l'immigrazione clandestina e la criminalità transfrontaliera. Si avvarrà di droni telecomandati che setacceranno il mare palmo a palmo, e dove non arriveranno i droni vigileranno satelliti, sensori installati al largo delle coste e radar. Dovrebbe essere uno strumento per il rafforzamento di FRONTEX, che servirà a localizzare meglio «le carrette del mare»,

impegna il Governo:

   a farsi promotore, nelle sedi opportune, di un piano nazionale di sviluppo delle nuove reti, fornendo un'alta capacità di trasmissione alle principali città ed ai distretti industriali che ancora scontano un forte divario di connettività, mettendo a punto una strategia che si dimostri adeguata a permettere ai cittadini ed alle imprese collocate in tali aree, di sviluppare rapidamente una domanda di accesso a servizi innovativi, potenziando le infrastrutture esistenti con una logica di intermodalità per contrastare l'erosione della propria competitività attraverso innovazioni nel processo della logistica e dei trasporti;
   ad una attenta valutazione dell'impatto che la direttiva sui servizi produce sui distinti settori interessati affinché venga salvaguardata la specificità degli stessi ed il sistema di regolamentazione interno, per non pregiudicarne la crescita ed i livelli occupazionali in un momento così critico per l'economia italiana, attivandosi in particolare affinché, esercitando la delega contenuta all'articolo 11 della Legge comunitaria 2010, le concessioni demaniali a fini turistici attualmente in condizione di prorogatio ricadano in una nuova legge quadro nazionale che, così come avvenuto per la Spagna che chiesto ed ottenuto una specifica deroga, tuteli gli attuali concessionari garantendo loro la prelazione sulla locazione o l'acquisto del bene in concessione o un pieno e congruo indennizzo in caso di perdita della concessione;
   ad attivarsi per garantire una politica occupazionale di riduzione degli oneri contributivi dovuti dal datore di lavoro, senza effetti negativi sulla determinazione dell'importo pensionistico del lavoratore;
   a redistribuire per macro-regioni le risorse stanziate, nel quadro finanziario pluriennale 2014-2020, per interventi in favore dell'occupazione, attuando politiche premiali per i «territori competitivi»;
   a favorire gli investimenti e migliorare l'accesso al credito utilizzando le risorse europee, a partire da quelle a disposizioni della BEI, così da varare da subito un piano per gli investimenti a sostegno delle PMI e a favore del finanziamento dell'economia al fine di favorire concretamente un diretto e più veloce accesso al credito da parte delle aziende stesse, sostenendo la crescita economica e supportando la creazione di nuovi posti di lavoro, tanto più urgente nei paesi con un'alta disoccupazione giovanile come l'Italia;
   ad impegnarsi per rendere la normativa italiana ed europea più efficiente, coerente e snella, in particolare in alcuni settori economici al fine di potenziare l'innovazione e la produttività, adottando da subito iniziative finalizzate ad abrogare le disposizioni legislative inutili ed obsolete, sostenendo altresì la crescita con puntuali programmi di riduzione degli oneri amministrativi – attivando in tempi rapidi standard di spesa e di livelli massimi tanto nel numero del personale quanto di livello retributivo nella pubblica amministrazione – che oggi gravano sulle famiglie e sulle aziende, in particolar modo sulle PMI, così da ridurre l'eccessiva pressione fiscale che grava sulla società;
   ad adottare misure concrete per un miglioramento della governance europea attraverso una maggiore implementazione e condivisione della stessa tra gli Stati membri, così da migliorare le responsabilità democratiche al livello in cui sono prese e attuate le decisioni, in modo da arrivare ad una Europa dei popoli, federale su base macroregionale e regionale, legittimata dai popoli stessi e capace di superare gli Stati nazionali;
   ad impegnarsi, stante le evidenti criticità finora evidenziate, a superare l'attuale sistema dell'euro attraverso una revisione e rinegoziazione dei Trattati, coinvolgendo e facendo partecipi anche i cittadini (referendum), al fine di realizzare una moneta aderente alle esigenze dell'economia reale tra i territori e in grado di rispettare i principi della sana contabilità pubblica;
   ad assumere iniziative al fine di reclamare un potenziamento della presenza nel Mediterraneo dell'Agenzia FRONTEX, anche attraverso un adeguamento di strumenti, mezzi e uomini, prevedendo, se necessario, una secondaria sede operativa dell'Agenzia sul territorio italiano per una gestione consapevole dei migranti;
   a domandare quali ulteriori misure potrebbe adottare FRONTEX per far fronte all'attuale situazione, nonché di dare immediata attuazione ad Eurosur anche attraverso l'adesione contemporanea di tutti i paesi europei;
   ad incoraggiare il rafforzamento di accordi bilaterali tra l'Unione europea e i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo per un pattugliamento congiunto delle coste, nonché ad adottare misure per controllare il flusso di richiedenti asilo che entrano nell'Unione europea dal Mediterraneo meridionale;
   a destinare le risorse umane e finanziarie attualmente impiegate in missioni di pace che perdurano da decenni (quali Libano) verso aree ad elevato transito di clandestini quali Libia e Tunisia, al fine di impiegare le eccezionali professionalità delle Forze armate nel contrasto all'odioso traffico di esseri umani gestito dalle mafie internazionali e dalle bande paramilitari libiche.
(6-00038) «Gianluca Pini, Prataviera, Giancarlo Giorgetti, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Buonanno, Busin, Caon, Caparini, Fedriga, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Rondini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

accordo bilaterale

Mar Mediterraneo

Unione europea

Consiglio europeo

lotta contro la criminalita'

credito industriale

disoccupazione giovanile

sviluppo economico