ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA 6/00022

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 40 del 25/06/2013
Abbinamenti
Atto 6/00018 abbinato in data 25/06/2013
Atto 6/00019 abbinato in data 25/06/2013
Atto 6/00020 abbinato in data 25/06/2013
Atto 6/00021 abbinato in data 25/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: CASTELLI LAURA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARBANTI SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
CHIMIENTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
CURRO' TOMMASO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
ROSTELLATO GESSICA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
BECHIS ELEONORA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
BALDASSARRE MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
RIZZETTO WALTER MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
PINNA PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013
DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2013


Stato iter:
25/06/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
COMUNICAZIONE GOVERNO 25/06/2013
Resoconto LETTA ENRICO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
INTERVENTO GOVERNO 25/06/2013
Resoconto LETTA ENRICO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
PARERE GOVERNO 25/06/2013
Resoconto FRANCESCHINI DARIO MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (RAPPORTI PARLAMENTO E ATTIVITA' DI GOVERNO)
 
DICHIARAZIONE VOTO 25/06/2013
Resoconto TABACCI BRUNO MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Resoconto RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA
Resoconto FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE
Resoconto MIGLIORE GENNARO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto BUTTIGLIONE ROCCO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto GELMINI MARIASTELLA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto MARTELLA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI)
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 25/06/2013

DISCUSSIONE IL 25/06/2013

NON ACCOLTO IL 25/06/2013

PARERE GOVERNO IL 25/06/2013

DISCUSSIONE IL 25/06/2013

RESPINTO IL 25/06/2013

CONCLUSO IL 25/06/2013

Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00022
presentato da
CASTELLI Laura
testo di
Martedì 25 giugno 2013, seduta n. 40

   La Camera,
   udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri sul Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013,
   premesso che:
    nel marzo 2013 i giovani disoccupati nella zona UE sono pari a 5,7 milioni, di cui 3,6 milioni nella zona Euro;
    secondo i dati ISFOL in Italia la disoccupazione dei giovani sotto i 24 anni è pari al 35,5 per cento, mentre Germania, Austria e Paesi Bassi hanno mantenuto una percentuale inferiore al 10 per cento;
    ciò che maggiormente preoccupa è la crescita costante della percentuale di giovani tra i 15 ed i 24 anni privi di occupazione e che non partecipano a nessun ciclo di formazione ed istruzione – i cosiddetti NEET – che secondo dati ISFOL sono 7,5 milioni ovvero il 12,9 per cento su base europea;
    la crescente difficoltà di trovare occasioni di lavoro stabili e regolari priva i cittadini del diritto di guardare al proprio futuro con ragionevoli aspettative di realizzazione e li costringe a un'umiliante condizione di vulnerabilità, incertezza e precarietà e di dipendenza economica dalle famiglie di origine;
    oltre ai costi economici e sociali, la disoccupazione di larga parte della popolazione, sia europea sia italiana, ha pesanti ricadute negative anche in campo politico, allontanando drasticamente i cittadini dalle istituzioni;
    le dimensioni del fenomeno impongono l'immediata adozione di misure appropriate a livello europeo, per entità delle risorse da stanziare e per la necessità di invertire rapidamente le tendenze in atto, al fine di allargare la base occupazionale, di offrire ai disoccupati e agli inoccupati credibili prospettive di formazione e di lavoro stabile e non precario, attraverso quelle reali politiche attive del lavoro che sono elemento essenziale del rilancio del modello sociale europeo;
    il Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha dichiarato che il problema della disoccupazione giovanile deve essere affrontato prioritariamente dalle istituzioni europee in quanto interessa in modo indifferenziato tutti gli Stati membri;
    ciò detto, le raccomandazioni della Commissione europea, per quanto riguarda l'Italia sono quelle di dare attuazione effettiva alla riforma del mercato del lavoro, alla realizzazione di ulteriori interventi per la promozione della partecipazione al mercato del lavoro, al potenziamento dell'istruzione professionalizzante;
    appare dunque evidente come l'Italia attraversi un gravissimo momento di crisi occupazionale, che pur vissuto dall'Europa nella sua interezza, assume nel nostro Paese profili ancor più gravi nel momento in cui si è oramai dissolto persino il patto tra le generazioni;
    tale situazione pone l'esigenza di rappresentare ai nostri partners europei una seria e complessiva proposta politica che sia volta alla pianificazione di iniziative utili al superamento della crisi occupazionale attraverso non più rinviabili politiche di sviluppo sostenibile, poiché il limitarsi a mere iniziative di carattere incentivante in favore di disoccupati o singole categorie di lavoratori, correrebbe il rischio di divenire un semplice palliativo a fronte della cronicità della patologia;
    nel dicembre del 2012 la Commissione europea ha delineato, con il Youth employment package, una strategia volta a contrastare la disoccupazione giovanile e l'esclusione sociale attraverso una serie di misure dirette a promuovere l'offerta di lavoro, l'istruzione e la formazione, raccomandando l'impegno degli Stati membri a tradurre concretamente, per quanto di loro competenza, le indicazioni fornite;
    il Consiglio europeo ha successivamente stanziato 6 miliardi di euro, nell'ambito del quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, allo scopo di sostenere le misure in materia di occupazione giovanile proposte dalla Commissione europea nel dicembre 2012, con particolare riguardo al progetto denominato Youth guarantee, destinato a sostenere l'investimento nel capitale umano dei giovani fino ai 25 anni al fine di conseguire gli obiettivi previsti dalla strategia Europa 2020. A tal proposito le pur minime risorse messe a disposizione dall'Europa dovranno poter essere monitorate, scongiurando l'eventualità – mai remota fino ad oggi nel nostro Paese – di distrazioni o dispersioni delle medesime risorse;
    peraltro, in riferimento a tale iniziativa, la raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea del 22 aprile 2013 è quella di «identificare l'autorità pubblica pertinente incaricata di istituire e gestire il sistema di garanzia per i giovani e di coordinare le partnership a tutti i livelli e in tutti i settori (...), garantire che i giovani abbiano pieno accesso alle informazioni in merito ai servizi e al sostegno disponibili potenziando la collaborazione tra servizi per l'impiego, fornitori di orientamento professionale, etc...». Orbene in Italia è oramai da tempo necessaria una riforma dei medesimi centri per l'impiego, da tempo relegati ad un ruolo marginale e privi della necessaria efficienza. Sarà pertanto opportuno addivenire al più presto ad una loro riforma che ne assicuri la centralità del ruolo così come richiesto dall'Europa, pena il concreto rischio di ritrovarci di fronte all'ennesima occasione persa;
    il prossimo Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013 dovrà, dunque, dedicare un'attenzione particolare al tema della crescita e dell'occupazione, anche a seguito delle sollecitazioni e delle necessarie iniziative adottate al riguardo da diversi paesi, tra cui in particolare l'Italia;
    le iniziative finora adottate non sembrano tuttavia essere ancora sufficienti e comunque richiedono, come peraltro prospettato dall'Unione europea, una forte mobilitazione degli Stati membri i quali sono chiamati a porre in essere opportune politiche rivolte alla crescita economica ed occupazionale;
    a livello nazionale, il Governo ha annunciato all'inizio del mese di giugno le linee generali di un «piano nazionale per i giovani» che dovrebbe prevedere: incentivi alle assunzioni di giovani, modifiche alla riforma Fornero sui contratti a termine, reperimento di fondi dell'Unione europea, staffetta generazionale anziani-giovani, eliminazione degli oneri previdenziali per gli apprendisti, aiuti ai giovani del sud e alle PMI delle regioni meridionali;
    nonostante tale annuncio, ad oggi nessun provvedimento in tal senso è stato presentato all'esame del Parlamento,

impegna il Governo a:

   ad assumere tutte le iniziative affinché il Consiglio europeo del 27 e 28 giugno consenta di realizzare risultati concreti ed utili per invertire le tendenze autolesioniste che hanno contraddistinto le recenti politiche europee e segnare una svolta al fine di:
    revisionare i processi decisionali e gli assetti istituzionali dell'Unione europea nel segno di una maggiore trasparenza, di un più intenso coinvolgimento delle istituzioni parlamentari nazionali e di una più forte responsabilizzazione che obblighi le istituzioni europee a rispondere ai cittadini nei casi di clamorosi fallimenti, quali sono quelli provocati da alcune delle decisioni adottate recentemente per fronteggiare la crisi;
    provvedere ad una riformulazione dei vigenti strumenti di sostegno al reddito al fine di pervenire all'introduzione del reddito di cittadinanza come strumento di protezione sociale universale;
    a rivedere e rinegoziare nelle opportune sedi europee il Trattato di Maastrict ed il Fiscal Compact ed al fine di introdurre un «nuovo patto fiscale» che garantisca agli Stati Membri una programmazione economica su base pluriennale e non vincolata al bilancio annuale, al fine di garantire il benessere dei cittadini ed il pieno sviluppo della persona umana;
    escludere le risorse derivanti dal cofinanziamento nazionale o regionale degli interventi relativi alle politiche di coesione dalle regole del patto di stabilità. In questo modo il nostro Paese potrà impegnare integralmente i 30 miliardi residui relativi al periodo 2007-2013 senza necessità di reperire 2 miliardi necessari per assicurare la copertura finanziaria. Le risorse residue devono essere integralmente utilizzate entro il 2015 e assumono un carattere strategico per consentire il superamento della crisi, specie se finalizzate ad obiettivi concreti quali il sostegno all'occupazione, la formazione e il sostegno alle attività produttive;
    valutare l'opportunità di rafforzare il ruolo della BCE quale «prestatore di ultima istanza» per i debiti pubblici statali;
    valutare l'opportunità di «europeizzare» il debito pubblico degli Stati membri dell'Unione europea, mediante l'emissione di Eurobond;
    richiedere la deroga, almeno fino al 2015, per il rispetto del 3 per cento del rapporto deficit (spese dello Stato coperte dalle entrate su base annua)/pil, imposto dal patto di stabilità;
    provvedere all'introduzione di opportuni strumenti normativi, nazionali ed europei, che consentano una drastica riduzione della pressione fiscale per le aziende che creano posti di lavoro a tempo indeterminato;
    istituire una commissione d'indagine sulle cause della formazione del debito pubblico;
    come già richiesto dall'ex premier Monti, e nel rispetto di quanto disposto dall'articolo 2 del regolamento 1467/97, inserito nel Fiscal Compact, a chiedere deroghe momentanee al rispetto dei vincoli del patto europeo, per liberare risorse per finanziare il rilancio economico, rivalutando la posizione economico-finanziaria dell'Italia in merito ai parametri di indebitamento e di rientro del debito pubblico, tenendo conto del minor accumulo di debito privato rispetto ad altri Stati membri, valutando positivamente la posizione patrimoniale netta del Paese con riguardo sia alle famiglie che a quella verso l'estero, nonché la sostenibilità raggiunta dall'Italia in merito all'andamento di importanti settori di spesa, quale quella pensionistica;
    richiedere l'introduzione della legge bancaria Glass-Steagall volta a contenere la speculazione da parte degli intermediari finanziari e i panici bancari, attraverso una netta separazione tra attività bancaria tradizionale e attività bancaria di investimento, e conseguentemente provvedere alla separazione tra banche commerciali e banche d'investimento, al fine di impedire che l'economia reale sia direttamente esposta al pericolo di eventi negativi di natura prettamente finanziari;
    ridiscutere il debito pubblico e le modalità di saldo dello stesso, analizzandone le cause in profondità, ponendo la seria intenzione di prevenire la sua formazione in quanto questa (la formazione del debito) si ponga a totale svantaggio dei cittadini;
    istituire una commissione d'indagine sulla moneta euro al fine di verificare i motivi che hanno indotto l'Italia all'adozione della moneta unica, valutandone l'effettiva convenienza per lo Stato italiano;
    attuare politiche fiscali finalizzate a favorire lo sviluppo sostenibile quale elemento imprescindibile finalizzato ad un concreto sviluppo occupazionale;
    operare una generale razionalizzazione dei servizi per l'impiego, attraverso una riforma complessiva delle strutture esistenti valorizzando e ampliando la centralità delle strutture pubbliche a partire dal ruolo Ministero del lavoro e delle politiche sociali, evitando le duplicazioni e le sovrapposizioni di funzione attraverso un chiaro riparto delle funzioni stesse tra strutture centrali e periferiche;
    porre in essere, attraverso opportuni strumenti normativi, una drastica riduzione della pressione fiscale per le aziende che creano posti di lavoro a tempo indeterminato;
    porre in essere misure concrete volte all'istituzione di una banca dati unica delle competenze, a partire dai soggetti pubblici già esistenti, al fine di favorire l'incontro tra domanda e offerta di lavoro;
    nel rispetto delle competenze delle regioni, superare la diffusione di interventi settoriali e non coordinati nell'ambito della formazione professionale attraverso la creazione di efficaci sistemi di valutazione ed una reale effettività dei controlli sui programmi in atto al fine di scongiurare l'abuso degli stessi o l'istituzione di corsi non finalizzati a concrete prospettive di inserimento nel mondo del lavoro;
    favorire una maggiore trasparenza circa la gestione delle risorse destinate alle politiche per l'occupazione e la formazione e implementare, anche a livello nazionale, apposite misure di responsabilizzazione degli enti locali, anzitutto le regioni, per l'impiego efficace di tali risorse attraverso misure premiali e/o sanzionatorie, con un meccanismo che preveda la revoca delle risorse non utilizzate;
    utilizzare per la realizzazione degli obiettivi nazionali anche quota parte delle risorse ancora disponibili e non impegnate relative alle politiche di coesione per il periodo 2007-2013, oltre che quelle previste per il periodo 2014-2020, come prospettato dal Consiglio europeo del 22 maggio 2013;
    porre in essere una complessiva razionalizzazione ed una semplificazione degli strumenti di sostegno al reddito attualmente esistenti al fine di pervenire, al pari di altri paesi europei, all'introduzione del reddito di cittadinanza quale meccanismo di protezione sociale universale;
    sostenere maggiormente l'agricoltura biologica ed i sistemi agricoli di alto valore naturale;
    assicurare una reale protezione pro attiva ai territori vocati a pascoli, ai territori importanti per la biodiversità e alle zone umide;
    aumentare la dotazione finanziaria per lo sviluppo rurale, vero strumento di azione strategica per le imprese agricole e per il territorio, anche ai fini della possibilità di ricambio generazionale dell'impresa agricola.
(6-00022) «Castelli, Barbanti, Pesco, Cancelleri, Villarosa, Chimienti, Ruocco, Caso, Cariello, D'Incà, D'Ambrosio, Fico, Sorial, Currò, Rostellato, Tripiedi, Cominardi, Bechis, Baldassarre, Ciprini, Rizzetto, Lupo, Benedetti, Gagnarli, L'Abbate, Massimiliano Bernini, Parentela, Gallinella, Colonnese, Pinna, Nesci, Carinelli, Spessotto, Vignaroli, Brugnerotto, Luigi Di Maio».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

politica sociale

disoccupazione giovanile

politica occupazionale

sicurezza sociale

formazione professionale