ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13032

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 615 del 28/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: BRUGNEROTTO MARCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/04/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 28/04/2016
Stato iter:
11/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/10/2016
LORENZIN BEATRICE MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 07/06/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/10/2016

CONCLUSO IL 11/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13032
presentato da
BRUGNEROTTO Marco
testo di
Giovedì 28 aprile 2016, seduta n. 615

   BRUGNEROTTO. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   Il Mattino di Padova del 26 aprile 2016 pubblica un articolo dal titolo «La massa d'acqua contaminata ha una mobilità sotterranea valutata in un chilometro e mezzo l'anno – Quella mina vagante nella falda avvelenata», relativo alla massa d'acqua contaminata dai pfas che giace nel sottosuolo del vicentino;
   l'articolo cita gli studi condotti dall'Arpav, secondo i quali «lo strato superficiale è costituito da una trentina di metri di materiale ghiaioso, quindi compare la falda freatica contaminata dalle sostanze perfluoroalchemiche. Qual è il pericolo ? Quando piove, il livello della falda si innalza con un effetto dilavante sul cumulo dei Pfas che non è una massa inerte ma ha una sua mobilità valutata nell'ordine di un chilometro e mezzo l'anno. Il rischio, insomma, è che i veleni si propaghino nelle zone limitrofe, inquinando ulteriori falde. Perciò urge un'opera di disinquinamento e rimozione della massa idrica che si annuncia tutt'altro che semplice»;
   l'articolo fa riferimento anche all'Ordine veneto dei geologi che segnala ritardi e carenze di tipo legislativo: «le acque sotterranee seguono, dal punto di vista normativo, tre riferimenti differenti: acque sotterranee, acque potabili e acque minerali. I limiti di legge per le varie tipologie di acque sono molto diversi, ipoteticamente la medesima acqua con il medesimo chimismo potrebbe essere conforme alla legge per la potabilità, ma contaminata per quella per le acque sotterranee. Certamente questi riferimenti disomogenei e talora assenti non aiutano l'utente ad avere chiarezza su cosa sta bevendo; ci si chiede quanto tempo ancora dovrà passare perché si spinga verso uno studio scientifico approfondito dei propri acquiferi regionali, requisito essenziale per trovarsi già pronti nel caso, non remoto, che compaia qualche altro nuovo contaminante» –:
   quali urgenti iniziative di competenza i Ministri interrogati intendano assumere per far fronte al grave problema della falda freatica contaminata;
   se non si ritenga di dover intervenire urgentemente, anche attraverso un'iniziativa normativa atta a superare gli attuali limiti di legge distinti per tipologie di acque (acque sotterranee, acque potabili e acque minerali), giungendo ad un nuovo sistema a maggior tutela dell'utente;
   se siano previsti, per quanto di competenza e in accordo con le competenti istituzioni regionali, nuovi studi scientifici, così come auspicati dall'Ordine veneto dei geologi. (4-13032)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 11 ottobre 2016
nell'allegato B della seduta n. 690
4-13032
presentata da
BRUGNEROTTO Marco

  Risposta. — Si risponde congiuntamente alle interrogazioni in esame, attesa l'analogia della materia trattata.
  L'Istituto superiore di sanità, in collaborazione con la regione del Veneto, ha condotto, nella zona interessata, uno studio in materia di inquinamento acquifero, al fine di caratterizzare l'esposizione a sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in soggetti residenti in aree di alcune province del Veneto interessate da presumibile esposizione incrementale a questi inquinanti, rispetto a gruppi di popolazione di controllo residente in altre aree geografiche del Veneto, identificate in base ai dati disponibili sulla contaminazione da PFAS della filiera idrica. Nell'ambito dello studio è stata condotta anche un'analisi genetica con l'obiettivo di caratterizzare i soggetti arruolati per la presenza di una variante allelica del trasportatore renale OATP1A2 presumibilmente coinvolto nel bilanciamento secrezione/riassorbimento di tali sostanze.
  Sono stati selezionati i seguenti comuni:
   per l'area a esposizione incrementale: Montecchio Maggiore, Lonigo, Brendola, Creazzo, Altavilla, Sovizzo, Sarego;
   per l'area di controllo: Mozzecane, Dueville, Carmignano, Fontaniva, Loreggia, Resana, Treviso.

  I risultati dello studio sono stati illustrati dal responsabile scientifico dello studio per l'Istituto superiore di sanità in due presentazioni pubbliche organizzate dalla regione Veneto tenutesi a Venezia il 20 e 21 aprile 2016. Hanno partecipato a questi incontri i sindaci dei comuni coinvolti nello studio e rappresentanti della stampa.
  Tali risultati hanno evidenziato concentrazioni nel siero della maggior parte dei PFAS dei residenti nelle aree interessate dalla contaminazione delle acque significativamente superiori a quelle dei residenti delle aree identificate come di controllo. All'interno del gruppo degli esposti sono stati inoltre identificati sottogruppi a maggiore esposizione (residenti nella ULSS 5).
  Relativamente all'analisi genetica i dati ottenuti indicano che non c’è relazione tra i livelli di dose interna dei PFAS e il genotipo analizzato. Pertanto, la dose interna così come evidenziata dallo studio di biomonitoraggio è determinata essenzialmente dall'esposizione esterna e non dalle caratteristiche genetiche individuali studiate.
  L'Istituto medesimo ha, inoltre, fornito alla regione del Veneto le schede individuali delle analisi effettuate, per la restituzione dei dati alle persone arruolate per l'indagine, corredate da alcune note esplicative.
  Lo studio sugli allevatori è tuttora in corso: la regione del Veneto è in fase di arruolamento dei soggetti, per cui l'istituto è in attesa di ricevere i campioni sui quali effettuare l'analisi.
  In ultima analisi, si evidenzia che in data 2 maggio 2016 la regione Veneto ha trasmesso al Ministero della salute i risultati e le prime elaborazioni relative alla determinazione della concentrazione dei biomarcatori di esposizione nel siero e l'analisi genetica di una variante allelica del trasportatore renale OATP1A2. I dati forniti necessitano di ulteriori approfondimenti, anche in relazione a possibili correlazioni con gli esami anamnestici della popolazione sottoposta agli esami ematici, ma, dalla prima analisi statistica, confermano fenomeni di accumulo delle sostanze in esame nei pazienti esposti con una significatività di p<0.05.
La Ministra della saluteBeatrice Lorenzin.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

acque sotterranee

acqua potabile

acqua minerale