ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11970

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 562 del 04/02/2016
Firmatari
Primo firmatario: D'INCA' FEDERICO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/02/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 04/02/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 04/02/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 09/02/2016

SOLLECITO IL 22/02/2016

SOLLECITO IL 19/07/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11970
presentato da
D'INCÀ Federico
testo presentato
Giovedì 4 febbraio 2016
modificato
Martedì 9 febbraio 2016, seduta n. 565

   D'INCÀ e BRUGNEROTTO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   con decreto ministeriale 16 maggio 2014, il Ministero dell'economia e delle finanze ha stabilito l'alienazione di una quota delle partecipazioni in Poste Italiane Spa, mantenendo almeno il 60 per cento delle quote;
   in una nota del 25 giugno 2015, il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha definito le due istruttorie avviate a seguito delle proposte presentate da Poste Italiane: una sulle nuove modalità di recapito degli invii postali a giorni alterni, l'altra sulle tariffe e gli standard di qualità del servizio postale universale di corrispondenza, sulla base di quanto previsto dalla legge di stabilità 2015. L'obiettivo è ridurre (modalità di recapito) o coprire (prezzo dei servizi) i costi del servizio universale, in modo coerente con i mutati bisogni dei cittadini e dei consumatori; nel contempo, consentire maggiore flessibilità nel modulare offerte alla clientela, per testare nuove formule che diano risposta alla minore domanda dei servizi tradizionali di corrispondenza e possano invertire la tendenza di forte calo nei volumi;
   l'attuazione del recapito a giorni alterni (secondo lo schema bisettimanale, lunedì-mercoledì-venerdì-martedì-giovedì) avverrà in tre fasi successive che saranno avviate rispettivamente il 1o ottobre 2015, il 1o aprile 2016 e non prima del mese di febbraio 2017. La prima fase coinvolgerà una ristretta fascia di popolazione (pari allo 0,6 per cento della popolazione nazionale) fino al massimo del 25 per cento nella fase conclusiva. Dopo la prima fase, nel caso in cui si verifichino criticità, l'autorità ha il potere di intervenire inibendo l'ulteriore prosecuzione del recapito a giorni alterni o stabilendo particolari condizioni volte a salvaguardare la regolarità del servizio o la realizzazione degli obiettivi previsti di contenimento dei costi;
   il 20 gennaio 2016 il Fatto Quotidiano ha pubblicato un'inchiesta «Poste, l'imbroglio sui tempi di consegna delle lettere test: partono i primi licenziamenti», in cui emerge un sistema consolidato per alterare la qualità del servizio di consegna, che ha portato le stesse Poste Italiane a prendere provvedimenti con decine di licenziamenti e la sospensione di migliaia di persone, accusate di comportamento illecito e di aver fatto «risultare una qualità del servizio divergente da quella reale». L'unità antifrode di Poste Italiane ha scandagliato le e-mail aziendali di migliaia di dipendenti: nella corrispondenza intercorsa tra una quarantina di dirigenti e i loro sottoposti si legge che i dipendenti creavano una corsia preferenziale per consegnare le «lettere test» nei tempi prestabiliti. E dimostrare così che il coefficiente di qualità, previsto dal contratto tra Poste Italiane e lo Stato, veniva rispettato;
   a partire dalla certificazione di qualità, il Governo affida a Poste Italiane il servizio di posta universale, che lo Stato paga in media circa 300 milioni di euro l'anno. Poste Italiane può essere costretta a pagare fino a 500 mila euro l'anno di sanzione se non rispetta i parametri prefissati. A monitorare e certificare il servizio di qualità, fino pochi mesi fa, è stata la Izi srl, che sceglieva circa 8 mila persone che spediscono lettere tra loro. E tutte annotano in quanto tempo la corrispondenza – in gergo, si chiamano «lettere civetta» – viene inviata e recapitata. Il punto è che Poste Italiane ha conosciuto, per anni, molti nominativi dei controllori scelti da Izi. In altre parole: il controllato conosceva i suoi controllori. Ed è grazie alla conoscenza di questi nominativi che riusciva a creare una corsia preferenziale per consegnare le «lettere civetta» nei tempi previsti. Le e-mail analizzate dall'unità anti frode di Poste Italiane dimostrano che questa prassi è stata adottata dal 2003 al 2014;
   il 5 febbraio 2016 il Fatto Quotidiano riporta che l'ex responsabile nazionale del servizio qualità di Poste Italiane, Gennaro Celotto, rischia il licenziamento per quello che appare un imbroglio sui tempi di consegna, accusato dall'azienda mediante contestazione di addebito di aver «avuto piena consapevolezza e conoscenza di una articolata condotta finalizzata a far risultare una qualità del servizio di recapito divergente da quella reale». Un gigantesco imbroglio che secondo le informazioni ufficiali di fonte aziendale per ora coinvolge circa 200 dirigenti. In tutta Italia, da quanto è trapelato, sarebbero decine i licenziamenti in corso e migliaia i dipendenti sospesi;
   le accuse mosse dai vertici di Poste e dirigenti e funzionari oggetto dei provvedimenti disciplinari, oltre al comportamento illecito, sono di aver creato una realtà fittizia della qualità di servizio, non corrispondente a quella reale dei cittadini nella vita di ogni giorno sarebbero stati completamente truccati risultati e parametri, sia sul piano dei tempi di consegna, che sul piano della qualità complessiva del servizio. E c’è un'altra ipotesi inquietante, che non trova conferma per ora di fronte al muro eretto da Poste: sarebbero stati alterati anche i parametri legati alla produttività aziendale, e dai quali dipendono i benefit per dirigenti e funzionari;
   il piano di ristrutturazione di Poste italiane 2015-2019 della funzione Posta, comunicazione, logistica (Pcl) prevede l'avvio del recapito a giorni alterni, approvato da Governo ed Agcom nelle zone regolate, e l'introduzione di diversi sistemi di recapito per zone commercialmente diverse. È partita la sperimentazione con un primo step che copre il 6 per cento del territorio nazionale (Nord Italia), con l'obiettivo per Poste Italiane di arrivare alla copertura della consegna a giorni alterni per circa il 25 per cento della popolazione nel 2017, mentre sembra che il modello di consegna consueto (tutti i giorni) verrà mantenuto in sole 8 città in tutta Italia;
   in particolare nel bellunese è partito il bacino di Feltre, Agordino, Cadore e parti alte della provincia, mentre al momento sono esclusi Belluno, Limana, Sedico e Ponte nelle Alpi, che partiranno con la sperimentazione ad aprile 2016. Il servizio di consegna avviene a giorni alterni, mentre è prevista la «linea plus» per la consegna giornaliera di raccomandate, 1 gg, atti urgenti e abbonamento di quotidiani;
   Agcom con delibera 342/14/CONS, ha introdotto specifiche garanzie a tutela degli utenti, in particolare per coloro che si avvalgono degli uffici postali ubicati in comunità montane e nelle isole minori. Si prevede inoltre che «Poste Italiane, nella logica del potenziamento e di una maggiore efficienza dei servizi, dovrà valutare il rapporto costi-ricavi non sulla base del singolo ufficio postale ma in un ambito territoriale più ampio fino anche, ad esempio, a coprire una scala regionale. La società poste Italiane dovrà valutare, prioritariamente alla decisione di rimodulazione e razionalizzazione, iniziative proposte da enti e istituzioni territoriali in grado di aumentare la redditività della rete degli uffici postali in un ambito territoriale. Tali proposte dovranno pervenire, a regime, entro il 30 settembre di ogni anno. Per l'anno 2015, tale termine è posticipato al 31 marzo 2016. La Società è tenuta a trasmettere il suddetto Piano all'Autorità entro il 1o luglio 2016»;
   nel Nord Italia, dove il piano di ristrutturazione del servizio di consegna è già partito, si parla di una manciata di licenziamenti, di decine di provvedimenti disciplinari in itinere e di moltissime posizioni a rischio di funzionari e responsabili di strutture, di sospensione cautelative dal servizio per lo scandalo delle consegne e della qualità del servizio;
   in particolare, un articolo del Corriere delle Alpi del 4 febbraio 2016 riporta: «Un capoarea licenziato, anche se prossimo alla pensione: Vincenzo Girardi, responsabile recapiti dell'area Nordest. Il responsabile del recapito per le zone di Treviso e Belluno, Paolo Tronchin, sospeso da giorni, e invitato dall'azienda a presentare le controdeduzioni rispetto al provvedimento disciplinare avviato nei suoi confronti: rischia anch'egli il licenziamento. Altri funzionari nel mirino, e alte posizioni direttive al vaglio: fra cui uno dei sottoposti di Tronchin, un altro funzionario, e la responsabile del centro meccanizzato di Castagnole, cuore del recapito nella Marca Trevigiana»;
   nel bellunese – dove il responsabile del servizio è Paolo Tronchin, ora sospeso – già in fase di avvio del servizio di recapito a giorni alterni, sono emerse forti criticità, segnalate sia dagli operatori del servizio, che dai sindacati: la «linea plus» non è operativa e la consegna giornaliera dei quotidiani non è stata avviata. La risposta di Poste Italiane alle lamentele per il disservizio è stata semplicemente quella di comunicare che si sarebbe occupata del problema, senza specificare come, con che tempi o se il servizio verrà esternalizzato;
   laddove la consegna giornaliera viene effettuata, questa avviene con gravi ritardi: i quotidiani vengono consegnati nel tardo pomeriggio, spesso dopo le 17;
   una forte criticità segnalata riguarda la consegna di atti urgenti agli enti pubblici (ad esempio municipi): spesso questi non vengono recapitati in tempo, prima della chiusura della sede, e quindi la consegna avviene con 2 giorni di ritardo perché il servizio funziona a giorni alterni;
   un altro problema è quello del posticipo dell'orario di consegna della posta: l'inizio del turno di lavoro è stato spostato di 30 minuti o 1 ora (dalle 7.30 alle 8.30 circa), aumentando così i ritardi nelle consegne e facendo accumulare la posta in giacenza, che verrà quindi recapitata dopo due giorni;
   si segnala inoltre una continua carenza di personale operativo, anche se sulla carta il personale risulta al completo +10,6 per cento di scorta: in realtà non vengono conteggiate la lunga degenza (infortuni o malattia) e le maternità, che di fatto riducono il numero del personale effettivamente disponibile, costringendolo a continui cambi nei percorsi e delle aree di competenza, per coprire le zone lasciate scoperte dai colleghi in malattia o maternità;
   il 20 gennaio 2016, a Mestre, è avvenuto un incontro tra Poste Italiane e le rappresentanze sindacali dei lavoratori per analizzare le criticità emerse nella partenza della sperimentazione nel bellunese: nell'accordo contrattuale sono previsti monitoraggi cadenzati per evidenziare criticità ed eventuali messe a punto del sistema, mentre, nell'incontro, l'azienda ha negato l'esistenza di problematiche affermando che procederà come stabilito dal piano di ristrutturazione; gli standard di sicurezza e di qualità del lavoro, che, nella realtà, non esistono. Nel Bellunese i mezzi in dotazione ai postini non sono a sufficienza e, di questi il 95 per cento sono pluriincidentati e non a regola (luci dei fari e delle frecce mancanti, parafanghi e specchietti fermati con lo scotch, freni a mano rotti, impianti elettronici in tilt –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti di cui in premessa e quali iniziative normative intendano adottare, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di garantire l'efficienza e la qualità del servizio pubblico postale;
   se si intendano mettere in atto iniziative di verifica nei confronti di Poste Italiane, tese ad accertare se i fatti accaduti dal 2003 al 2014 abbiano causato un disservizio alla collettività e provocato anche un danno economico allo Stato, che paga, in media, circa 300 milioni di euro l'anno per l'affidamento del servizio di posta universale, basato sulla certificazione di qualità del servizio;
   se intendano assumere iniziative, per quanto di competenza, per verificare se Poste Italiane ha rispettato effettivamente i parametri prefissati per il servizio e, in caso negativo, se si intenda procedere al recupero delle penali (50 mila euro per ogni mezzo punto percentuale sforato, con il rischio che Poste italiane sia costretta a pagare fino a 500 mila euro l'anno di sanzione se non rispetta i parametri prefissati);
   se si intendano valutare, per quanto di competenza i dati forniti da Poste Italiane ad Agcom, per il piano di ristrutturazione della funzione Posta comunicazione logistica, sui tempi di consegna della corrispondenza e sulla disponibilità di personale effettivamente operativo, anche alla luce di quanto emerso dalle indagini in corso;
   se si intenda applicare immediatamente, alla fine del primo step, la clausola di revoca della ristrutturazione, se il piano non dovesse rispondere agli esiti preventivati e non abbia risolto le forti criticità finora segnalate. (4-11970)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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