ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09436

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 440 del 11/06/2015
Firmatari
Primo firmatario: VACCA GIANLUCA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/06/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BONAFEDE ALFONSO MOVIMENTO 5 STELLE 11/06/2015
FERRARESI VITTORIO MOVIMENTO 5 STELLE 11/06/2015
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 11/06/2015
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 11/06/2015
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 11/06/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 11/06/2015
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 21/10/2015

SOLLECITO IL 26/07/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09436
presentato da
VACCA Gianluca
testo di
Giovedì 11 giugno 2015, seduta n. 440

   VACCA, BONAFEDE, FERRARESI, BUSTO, DEL GROSSO e ZOLEZZI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   il giornale Il Fatto Quotidiano lo scorso 13 maggio 2015 ha dedicato ampio spazio ad un'inchiesta giornalistica sulla sentenza del processo per il disastro ambientale di Bussi;
   l'articolo ha suscitato fortissime reazioni sia dell'opinione pubblica che della politica, in quanto il procedimento in questione riguarda la presunta esposizione a fattori cancerogeni di centinaia di migliaia di persone abitanti la val Pescara;
   nell'articolo si riportano varie dichiarazioni anche in merito all'operato del presidente della Corte, Camillo Romandini;
   in particolare si parla di una sentenza già decisa senza approfondire gli atti in cui uno dei giudici popolari, mantenendo l'anonimato, dichiara «Non abbiamo neppure letto gli atti, a cena ci hanno consigliato di derubricare il reato»;
   il Fatto Quotidiano è riuscito a ricostruire, parlando con i giudici popolari, quel che accadde il 19 dicembre e nei giorni precedenti. «Siamo disposte a confermare tutto dinanzi ai giudici – rivelano le donne – se un magistrato ci chiama racconteremo la nostra verità». Secondo la loro versione, innanzitutto, i giudici popolari non hanno letto un solo atto del processo. «Ci siamo rifatte alle sfide viste in udienza e alle parole sentite in aula»;
   secondo il Fatto Quotidiano il 16 dicembre, alcune delle sei giudici popolari, cenano insieme con il presidente della Corte d'Assise, Camillo Romandini, e il giudice a latere, Paolo di Geronimo, in un locale pubblico di Pescara e viene riportato quanto segue: «Durante la cena dico: per me il dolo c’è – racconta una delle giudici – e non ero l'unica». «A quella cena c'ero anche io – conferma un'altra giudice – e anche io sostenevo che, per me, il dolo c'era». «Noi la cena l'abbiamo organizzata proprio perché volevamo discutere del dolo – aggiunge l'altra – anche perché non eravamo riusciti a leggere nessun atto...». «In realtà ci era stato già spiegato che non potevamo condannare per dolo... – continua l'altra – volevamo però capire perché il dolo non c'era...». E qui arriva il punto più controverso della ricostruzione. «Il giudice Romandini ci ha spiegato che, se avessimo condannato per dolo, se poi si fossero appellati e avessero vinto la causa, avrebbero potuto citarci personalmente, chiedendoci i danni, e avremmo rischiato di perdere tutto quello che abbiamo...»;
   se quanto riportato dalla stampa risultasse vero ci troveremo di fronte ad un fatto gravissimo;
   da una visura camerale risulterebbe che il Giudice Camillo Romandini è tuttora intestatario di una di una impresa individuale nel settore dell'agricoltura, con sede in Viale Regina Elena 88 a Pescara, Partita IVA 01768120691, che ha avviato la sua attività fin dal 3 maggio 2004;
   l'articolo 16 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12 prescrive che i magistrati non possono assumere pubblici o privati impieghi od uffici, ad eccezione di quelli di senatore, di consigliere nazionale o di amministratore gratuito di istituzioni pubbliche di beneficenza. Non possono nemmeno esercitare industrie o commerci, né qualsiasi libera professione;
   il Consiglio superiore della magistratura nella delibera del 2 maggio 2007, su specifico quesito riguardante la possibilità per un giudice di essere titolare di società uni-personale nel settore dell'agricoltura, ha chiarito in maniera inequivocabile che una tale situazione comunque rientra tra le previsioni dell'articolo 16 dell'ordinamento giudiziario in cui si fa divieto per i giudici di «esercitare industrie e commerci»;
   il giudice Romandini risulta essere stato nominato Presidente della Commissione per la formazione della graduatoria delle domande di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale dell'ATER di Lanciano, per un importo annuo di euro 14.884,00;
   la nomina di Camillo Romandini a Presidente della Commissione per la formazione della graduatoria delle domande di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale dell'ATER di Lanciano è stata effettuata nel 3 marzo 2007 con Decreto del Presidente della Giunta della Regione Abruzzo in sostituzione del componente deceduto Giuseppe Romandini;
   tale consulenza è riportata tra quelle elencate dal Consiglio Superiore della magistratura tra gli incarichi extragiudiziali autorizzati sia per il periodo 2010-2013, che per il periodo 2013-2016 mentre per gli anni precedenti non viene riportata negli elenchi degli incarichi affidati a dipendenti pubblici;
   il giudice Camillo Romandini risulta anche presidente del comitato etico di cui al decreto ministeriale del 12 maggio 2006 e in attuazione del decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 211, relativa all'applicazione della buona pratica clinica nell'esecuzione delle sperimentazioni cliniche di medicinali per uso clinico per le seguenti strutture ospedaliere e di sperimentazione pubbliche e private delle province di Chieti e Pescara;
   l'incarico a componente comitato etico da parte dell'Università degli studi «G. d'Annunzio» di Chieti – Pescara è riportata tra quelle elencate dal Consiglio superiore della magistratura tra gli incarichi extragiudiziali autorizzati;
   Camillo Romandini è presidente di sezione presso il tribunale di Chieti;
   è evidente che il giudice Romandini, anche se autorizzato, effettua diverse altre attività extragiudiziarie con enti pubblici del territorio della provincia di Chieti e che tali attività, in qualche modo, potrebbero incrociarsi con le funzioni di magistrato;
   necessita, a giudizio dell'interrogante, anche un approfondimento circa il divieto per i giudici di «esercitare industrie e commerci» –:
   se il ministero intenda attivarsi per verificare nei limiti di competenza se sussistano i presupposti per promuovere un'azione disciplinare in merito a quanto descritto in premessa;
   se intenda assumere iniziative normative per precisare i limiti relativi e possibili conflitti di interessi in relazione alle attività giudiziarie. (4-09436)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

assegnazione di alloggio

disastro causato dall'uomo

ente pubblico