ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05290

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 252 del 25/06/2014
Trasformazioni
Trasformato il 12/11/2014 in 5/04015
Firmatari
Primo firmatario: L'ABBATE GIUSEPPE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/06/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2014
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2014
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2014
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2014
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 25/06/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 25/06/2014
Stato iter:
12/11/2014
Fasi iter:

SOLLECITO IL 11/11/2014

TRASFORMAZIONE EX-ART.134 IL 12/11/2014

TRASFORMATO EX-ART. 134 IL 12/11/2014

CONCLUSO IL 12/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05290
presentato da
L'ABBATE Giuseppe
testo di
Mercoledì 25 giugno 2014, seduta n. 252

   L'ABBATE, DE LORENZIS, D'AMBROSIO, SCAGLIUSI, CARIELLO e BRESCIA. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   in data 24 novembre 2011, la regione Puglia ha concesso l'autorizzazione unica alla società «Enterra S.p.A» di Orio al Serio (BG) per la realizzazione di una centrale a biomasse a Rignano Garganico Scalo, nel comune di Foggia. Tale autorizzazione, pubblicata nel Bur Puglia numero 184 del 2011, è stata prorogata alla fine del 2013 relativamente al termine dell'inizio lavori e, successivamente, la società estera «Belenergia» ha acquistato il 70 per cento della società. Nei primi mesi del 2014, «Enterra» ha firmato con «Invitalia» un contratto di sviluppo, in base al quale il progetto sarà finanziato dalla società privata per un importo pari a 22,52 milioni di euro e da «Invitalia» per 26,34 milioni di euro da fondi pubblici;
   tale opera ha visto la forte opposizione dei cittadini del territorio foggiano a causa dell'immediata vicinanza, pari a poche di decine di metri, della futura centrale di «Borgo Eridania» (dal nome dello zuccherificio dismesso al posto del quale si insedierebbe) dal centro abitato stesso, nonché per l'insistenza nella stessa provincia di un eccessivo numero di richieste di centrali termoelettriche ed inceneritori in assenza di una valutazione ambientale strategica dell'insieme dei progetti e del loro effetto complessivo a livello locale o regionale (tra questi quello approvato a Sant'Agata di Puglia (Foggia) della «Agritre S.r.l. – Gruppo Tozzi», da 80 megawatt termici e che, per giunta, in parte utilizzerà a filiera corta alcuni materiali, come gli scarti di potatura da vite e ulivo, già previsti dal fabbisogno di Enterra). La centrale a biomassa Enterra, infine, non è stata sottoposta a valutazione di impatto ambientale perché di poco inferiore ai 50 megawatt termici;
   le riserve espresse su questo impianto riguardano, innanzitutto, la provenienza del materiale combustibile. Il regolamento regionale pugliese n. 12 del 2008 sulle centrali ai biomasse prescrive che il requisito della filiera corta, modalità in cui «Enterra» intende esercire l'impianto, sia dimostrato attraverso effettive intese o accordi di filiera con il mondo dell'agricoltura da stipularsi prima dell'autorizzazione e che in questo progetto non vengono evidenziati. Anzi, per ammissione della stessa società in un articolo pubblicato online da IlSole24Ore in data 11 dicembre 2013, si afferma che sono ancora in fieri i contatti con i «potenziali fornitori». Si tratta di un combustibile (la sansa vergine) il cui utilizzo in impianti di così grossa taglia non ha alcun precedente adducibile a conforto della comprovata qualità del progetto e della sua sicurezza. Inoltre, la potenziale scarsità del combustibile potrebbe rappresentare un fattore di mancanza di solidità economica-finanziaria del progetto della «Enterra». Dallo studio già menzionato, adottato ufficialmente nel 2012 dalla regione e intitolato «Probio Puglia – Azioni per la valorizzazione energetica delle biomasse. Studi di fattibilità per l'individuazione dei distretti agro-energetici e per progetti di filiera» si ricavano i seguenti numeri: sansa vergine 49,6 tn/a, di cui circa 7 nella provincia di Foggia; potatura da olivo 735,4 tn/a, di cui 110,5 nella Provincia di Foggia; potatura da vite 380 tn/a, di cui 117 nella provincia di Foggia. Laddove la relazione tecnica del progetto Enterra parla di 85 mila tn/a di sansa vergine come fabbisogno;
   nel nostro Paese vi è una prassi consolidata a non sottoporre l’iter autorizzativo di questi progetti ad una attenta valutazione di impatto ambientale, così come stabilito dalla direttiva 13 dicembre 2011, n. 2011/92/UE (direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati). Dalla citata direttiva dell'Unione europea discende un preciso obbligo gravante su tutti gli Stati membri di assoggettare a valutazione di impatto ambientale non solo i progetti indicati nell'allegato I, ma anche i progetti descritti nell'allegato II, qualora si ritenga possano comportare un impatto ambientale importante all'esito della procedura di screening. Tale screening deve considerare non solo la dimensione, ma anche altre caratteristiche dei progetti: «il cumulo con altri progetti, l'utilizzazione di risorse naturali, la produzione di rifiuti, l'inquinamento ed i disturbi ambientali da essi prodotti, la loro localizzazione e il loro impatto potenziale con riferimento, tra l'altro, all'area geografica e alla densità della popolazione interessata»;
   la regione Puglia ha adottato, con delibera di giunta regionale n. 827 del 2007, il Piano energetico ambientale regionale (P.E.A.R.). Il PEAR, della cui redazione era stato incaricato il gruppo composto da «Ambiente Italia S.r.l» di Milano (capofila) e dall'associazione no-profit «A.FO.RI.S» di Foggia (due enti privati di consulenza, prevedeva la redazione di una specifica valutazione ambientale strategica (VAS), tuttora disattesa, che costituisce «parte integrante del procedimento di adozione ed approvazione» del piano, così come previsto dall'articolo 11, comma 5 del decreto legislativo n. 152 del 2006. La deliberazione della giunta regionale 28 marzo 2012, n. 602 parla, infatti, di «Individuazione delle modalità operate per l'aggiornamento del piano energetico ambientale regionale (PEAR) e avvio della procedura di valutazione ambientale strategica (VAS)»;
   con la legge regionale n. 25 del 2012 sulla «Regolazione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili», la regione Puglia in attuazione alla direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo (recepita in Italia con il decreto legislativo n. 28 del 2011), che ha ad oggetto la «Promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili», fissa i principi e gli indirizzi per la programmazione energetica regionale con specifico riferimento al settore della produzione di energia da fonti rinnovabili, prevedendo all'articolo 2, comma 2, di adeguare ed aggiornare entro sei mesi il PEAR, nel rispetto del piano nazionale per le energie rinnovabili adottato ai sensi della direttiva 2009/28/CE. Ad oggi, non è stata ancora attivata la VAS di adeguamento ed aggiornamento del PEAR;
   successivamente, la regione Puglia approva con delibera di giunta regionale n. 2275 del 2012 la «banca dati regionale del potenziale di biomasse agricole» nell'ambito del Programma nazionale biocombustibili – (PROBIO), che rappresenta ad oggi la fonte più ufficiale di numeri sulla disponibilità di agromasse ad uso energetico. Infatti, a conferma di ciò, con DGR 792 del 5 maggio 2014, la regione Puglia, nell'ambito dell'aggiornamento del PEAR e del programma Probio, approva lo schema di accordo tra l'ente, l'università degli Studi di Bari «Aldo Moro» e il dipartimento di scienze agrarie degli alimenti e dell'ambiente dell'università degli studi di Foggia;
   la giurisprudenza costituzionale – come riportato dalla mozione n. 1-00096 depositata il 13 giugno 2013 da deputati del gruppo parlamentare M5S appartenenti alla Commissione ambiente – nel corso degli anni ha evidenziato la supremazia della conservazione dell'ambiente rispetto alla produzione di energia, sebbene prodotta da fonti rinnovabili, ha inoltre fatto emergere i costi marginali esterni dell'inquinamento dell'aria in Europa. Infatti, secondo collaudate metodologie di valutazione del danno sanitario (ad esempio: Il «BeTa Benefits Table Database», sviluppato dal dipartimento ambiente della Commissione europea nel 2002) l'inquinamento dell'aria prodotto da una centrale termoelettrica di grossa taglia può portare ad esternalità economiche sanitarie anche dell'ordine di alcuni milioni di euro all'anno. In cambio, invece, il comune di Foggia ha già concordato con «Enterra» una compensazione annuale di 75.000 mila euro, oltre ad agevolazioni economiche alle utenze domestiche della borgata foggiana;
   l'85,5 per cento dell'energia prodotta in Puglia risulta in eccedenza secondo una elaborazione di dati Terna realizzata dal centro studi di Confartigianato Imprese Puglia nel 2013. Dagli impianti idroelettrici, termoelettrici, eolici e fotovoltaici installati su tutto il territorio regionale sono stati prodotti ben 37.611,9 gigawatt, ma il fabbisogno della regione si è fermato a 20.501 gigawatt;
   si richiama la risoluzione conclusiva 8-00039, presentata dalla deputata Patrizia Terzoni, ed approvata dalle Commissioni VIII e X in data 19 marzo 2014, riguardanti «Iniziative del Governo nazionale per la verifica dei procedimenti autorizzatori regionali relativi alla realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili»;
   a parere degli interroganti, il finanziamento pubblico di queste centrali a biomasse, laddove dati statistici certi farebbero emergere la mancanza di materia prima sul territorio necessaria al loro operato, ed anche in assenza di reali garanzie del mantenimento dei livelli occupazionali, collide con i bisogni di sviluppo economico del territorio e del paesaggio italiano. Seppur non manchino alternative ragionevoli da finanziare, come la stessa società «Enterra» aveva colto commissionando dieci anni fa, per lo stesso sito, uno studio di fattibilità per un Centro logistico polifunzionale (una sorta di interporto in grado di sfruttare il collegamento già esistente con le Ferrovie e che vanta pochi altri eccellenti esempi in Puglia) per valorizzare la filiera agroalimentare «Made in Italy», vera vocazione del territorio del Tavoliere, Invitalia e lo Stato italiano continuano a finanziare progetti il cui unico presupposto di validità del business plan sono i lauti incentivi per le fonti energetiche rinnovabili, che in Italia sono destinati per la gran parte a grandi impianti industriali in aree verdi a scapito della microgenerazione e del fotovoltaico sui tetti –:
   se nel corso dell'istruttoria da parte di Invitalia e del competente Ministero siano stati tenuti in debita considerazione i cosiddetti «effetti ambientali incrociati ed economici» e se sia stata prodotta un'analisi costi-benefìci, visti gli ingenti finanziamenti pubblici, in modo tale da garantire alla cittadinanza locale, già allarmata dalla presenza di altri impianti simili, che le ricadute occupazionali ed economiche, anche indirette, giustifichino gli impatti ambientali e sanitari che questo progetto porta inevitabilmente con sé.
(4-05290)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

impatto ambientale

energia rinnovabile

protezione dell'ambiente

produzione d'energia

Puglia

risorse rinnovabili

direttiva comunitaria

piano di finanziamento