ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/04053

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 192 del 18/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/03/2014
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 21/03/2014
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 30/06/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 25/06/2014

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 30/06/2014

SOLLECITO IL 28/01/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04053
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Martedì 18 marzo 2014, seduta n. 192

   NESCI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   al termine del commissariamento (1997-2013) per l'emergenza sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e dopo un anno di digestione politica della materia da parte dell'assessorato regionale all'ambiente, la regione Calabria versa in piena emergenza, senza che sia stato adottato un piano per mettere a regime un efficace trattamento complessivo dei rifiuti;
   a causa del maltempo, nel febbraio ultimo scorso la discarica di Pianopoli (Catanzaro), unico sito di conferimento individuato come utilizzabile dalla regione Calabria per gran parte dell'area centro-nord del territorio regionale, è rimasto chiuso creando l'ennesima emergenza ambientale;
   il dipartimento ambiente della regione Calabria, che inizialmente aveva inibito con ordinanza N. 62821 del 21 febbraio 2014 il conferimento dei rifiuti dei comuni di Cosenza, Rende e Paola nella discarica di Celico (Cosenza), il 4 marzo 2014 emetteva altra ordinanza (n. 76660) in contrasto con la precedente, con la quale disponeva il conferimento di circa 350 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno nella discarica di Celico, principalmente dei predetti comuni;
   l'ordinanza del suddetto dipartimento faceva seguito all'ordinanza urgente n. 41 del 10 maggio 2013, successivamente prorogata sino al 10 maggio 2014 con l'ordinanza n. 146 dell'11 novembre 2013, con la quale si disponeva lo sversamento dei rifiuti in discarica senza alcun trattamento, ciò in contrasto con le leggi nazionali (decreto legislativo n. 152 del 2006 e decreto legislativo n. 36 del 2003) e comunitarie (direttiva 1999/31/CE);
   la discarica di Celico è di proprietà della società MI.GA. srl, che fa capo al gruppo Vrenna, citato nella relazione della commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, nella quale si riferisce che «benché non abbia avuto un riscontro processualmente rilevante, è emersa l'esistenza di posizioni cosiddette “di reciproco rispetto” tra i mafiosi e Vrenna, che riuscivano a relazionarsi e a intendersi, e dunque di rapporti che possono definirsi “gelatinosi”, per usare una terminologia recentemente entrata in uso in altre inchieste»;
   la discarica in questione sorge a ridosso del Parco nazionale della Sila – che, si rammenta è candidato a Mab Unesco – a circa 500 metri di distanza da centri abitati, a un'altitudine di 800 metri, a ridosso dei torrenti Pinto e Cannavino, in un'area con il maggiore rischio sismico, condizioni che avrebbero dovuto scoraggiare il rilascio delle dovute autorizzazioni;
   a seguito dell'ordinanza eccezionale sopra richiamata, i cittadini dell'area in cui insiste la discarica di Celico si sono legittimamente mobilitati per tutelare il loro territorio;
   lo sversamento del «tal quale» in discarica avrebbe causato, infatti, ingenti danni all'ambiente circostante, con conseguente avvelenamento dei torrenti e delle falde acquifere, mettendo a repentaglio la salute degli abitanti della Presila e di Cosenza;
   la pacifica mobilitazione della cittadinanza – che con un presidio permanente ha ostacolato il transito contro le norme vigenti di rifiuti indifferenziati – e il suggerimento di alcuni sindaci – che hanno individuato una soluzione per risolvere la grave emergenza ambientale della città capoluogo – hanno indotto il dipartimento ambiente della regione Calabria a emettere un'ordinanza successiva per il trattamento dei rifiuti prima dell'abbanco in discarica, come previsto dalla normativa in vigore;
   durante il presidio della strada di accesso alla discarica da parte dei manifestanti, sostenuti da sindaci e altri amministratori della zona, stando a testimonianze esperibili, si sono susseguiti tentativi da parte delle forze dell'ordine di sgombero dell'area;
   l'ultimo dei suddetti tentativi è avvenuto a meno di due ore da un incontro previsto tra sindaci e prefetto, funzionale all'individuazione di una soluzione all'emergenza in argomento;
   durante il confronto pacifico e civile tra i manifestanti – che chiedevano il rispetto della legalità – e le forze dell'ordine – che cercavano di liberare la strada per consentire il transito di un mezzo – si assisteva a pericolosi tentativi di sfondamento del presidio, con il coinvolgimento di un manifestante, vittima di una compressione toracica e ricoverato in ospedale;
   successivamente, in prefettura veniva raggiunto un accordo sul ritiro dell'ordinanza contestata;
   i tentativi di sfondamento del presidio e l'accordo in prefettura avvenivano lo scorso 10 marzo, ciononostante il giorno successivo si assisteva allo schieramento imponente di forze dell'ordine e di mezzi, a presidio di una strada che in virtù delle decisioni già assunte in prefettura sarebbe stata, come poi è avvenuto, libera da manifestanti;
   parte dei manifestanti ha ricevuto una contestazione amministrativa ai sensi dell'articolo 14, comma 2, della legge n. 689 del 24 novembre 1981, con obiettivo effetto di dissuasione rispetto alla protesta di massa, legittima e legale a parere dell'odierno interrogante –:
   se non ritengano di assumere iniziative per dichiarare lo stato di emergenza nel settore della gestione rifiuti nella regione Calabria, sotto il diretto controllo della Presidenza del Consiglio;
   quali provvedimenti, per le rispettive competenze, intendano adottare per evitare che si reprimano forme di dissenso civile per il rispetto delle leggi da parte dell'amministrazione pubblica. (4-04053)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

deposito dei rifiuti

gestione dei rifiuti

Calabria

amministrazione locale

inquinamento