ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03994

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 188 del 12/03/2014
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/03/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 12/03/2014
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 12/03/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 12/03/2014
Stato iter:
13/12/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 13/12/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 25/06/2014

SOLLECITO IL 28/01/2015

RISPOSTA PUBBLICATA IL 13/12/2016

CONCLUSO IL 13/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03994
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Mercoledì 12 marzo 2014, seduta n. 188

   NESCI, DIENI e PARENTELA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   nella storia recente del comune di Longobucco, in provincia di Cosenza, si sono registrate, anche recentemente, frane e alluvioni di certo rilievo, come riportato sul blog «Castrumcropalatum», in un post del 2 marzo 2012 e in un altro del 26 ottobre 2009, e come visibile, in ordine all'alluvione del settembre 2009, sulla piattaforma video «YouTube»;
   la pericolosità del territorio è documentata anche con riferimento al 1913, come si può leggere a pagina 88 del volume «Frane e alluvioni in provincia di Cosenza agli inizi del ‘900» scritto — per una ricerca dell'università della Calabria, dell'Osservatorio di documentazione ambientale e dell'Archivio di Stato di Cosenza — da Olga Petrucci e Pasquale Versace e pubblicato da Editoriale Bios, di Castrolibero (Cosenza);
   in ordine al rischio sismico, oggi classificato di II categoria secondo l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274/2003, risulta, poi, che il terremoto del 1836 causò gravi danni alla quasi totalità degli edifici, il terremoto del 1870 causò gravi danni nella parte occidentale del paese e ulteriori danni, minori, si registrarono in seguito ai sismi del 1905, 1908, 1913 e 1980;
   a Longobucco vi è un'area, denominata «Santa Croce», già interessata da movimenti franosi e da cedimenti strutturali, avvallamenti e rottura della sede stradale in diversi punti della statale 177;
   con delibera di giunta n. 46 del 30 maggio 2012, il comune di Longobucco (Cosenza) approvò il progetto esecutivo dei lavori di un cogeneratore a biomassa solida per gli edifici adibiti ad attività didattico-culturale;
   il sito prescelto risulta, secondo la «Carta inventario delle frane e delle relative aree a rischio dell'Autorità di Bacino Regione Calabria», intercluso fra aree a rischio frana R2 ed R4 e in zona a rischio sismico R3, secondo quanto riportato nel Piano territoriale di coordinamento della provincia di Cosenza, in cui, peraltro, si legge: «La maggior parte dell'abitato, in base al PPR, insiste su conglomerati terrazzati alluvionali poco consolidati, facilmente disgregabili e ad elevata permeabilità» e, più avanti, «lungo il Torrente Macrocioli un'enorme frana ha provocato problemi al centro abitato»;
   sempre con riferimento all'area nella quale il citato progetto dovrebbe essere localizzato, nel medesimo Piano territoriale di coordinamento, si afferma che «il costone est del paese, ad altissimo rischio, è coinvolto in una zona franosa profonda quiescente»;
   nella zona prescelta per la realizzazione dell'impianto a biomassa, esiste inoltre un muro di contenimento palesemente degradato, oggetto di segnalazione di un consigliere comunale, Eugenio Celestino, che ha rivolto una lettera indirizzata all'ufficio tecnico del comune di Longobucco, al comandante dei carabinieri della stazione locale, al prefetto di Cosenza e all'appaltatore il 22 ottobre 2013;
   nei documenti del progetto del nuovo impianto, precisamente nella tavola N. IV, «Relazione Paesaggistica-Ambientale», è scritto a pagina 32 che «non si ravvisano per l'area in esame particolari problematiche di impatto connesse alle caratteristiche geologiche e litologiche dell'area che risulta lontana dalle aree a rischio frana» ma risulta altresì che il primo appaltatore la ditta De Masi srl con sede legale a Napoli, rinunciò all'esecuzione delle opere (poi affidate alla ditta FFC di Reggio Calabria);
   nelle comunicazioni al comune di Longobucco del 23 ottobre 2012 della ditta De Masi, è scritto, a motivare la rinuncia all'esecuzione delle opere, di «carenze progettuali tali da compromettere la validità dell'intero progetto»; l'amministrazione locale tuttavia afferma che le problematiche inerenti la progettazione di tale opera dipendono solo da refusi progettuali «ininfluenti ai fini della realizzazione del progetto»;
   appare evidente che la popolazione locale di fronte a dichiarazioni contraddittorie ha diritto di conoscere con certezza lo stato del territorio comunale e l'eventuale evoluzione delle problematiche connesse agli eventi franosi e al dissesto del proprio territorio;
   risulta all'interrogante che il CNR abbia posizionato, nei pressi dell'area interessata dai lavori del suddetto cogeneratore a biomasse, una serie di apparecchiature di monitoraggio dei fenomeni franosi;
   acquisire i risultati delle rilevazioni delle apparecchiature di monitoraggio citate, oltre ad una situazione aggiornata dell'area, potrebbe contribuire a rassicurare la popolazione in maniera piena sullo stato dei luoghi dell'intero territorio comunale e sulla validità del progetto in essere –:
   se possa fornire le risultanze delle rilevazioni delle apparecchiature di monitoraggio posizionate dal Centro nazionale ricerche in prossimità dell'area nella quale dovrà essere realizzato l'impianto a biomasse di cui alla premessa;
   di quali elementi dispongano in merito alla pericolosità del territorio del comune di Longobucco e sugli interventi di controllo e prevenzione in ordine a frane, alluvioni e terremoti, a tutela della popolazione locale. (4-03994)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 13 dicembre 2016
nell'allegato B della seduta n. 713
4-03994
presentata da
NESCI Dalila

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi acquisiti dalla competente direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché dagli altri soggetti preposti, si rappresenta quanto segue.
  I fenomeni franosi, alluvionali e sismici di seria entità che colpiscono il nostro Paese, evidenziano la necessità di intervenire in maniera non frammentaria ma su scala nazionale e con maggiore efficacia nell'ambito della prevenzione e della manutenzione idrogeologica.
  Per quanto di competenza, questo Ministero ha avviato il piano operativo nazionale degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per il periodo 2015-2020, definito dalle proposte presentate dalle regioni attraverso l'utilizzo del sistema web ReNDiS (Repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo) del Ministero dell'Ambiente in collaborazione con Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
  Nel suddetto piano operativo nazionale, da una verifica effettuata nel sistema Rendis, risulta attualmente inserita e validata dalla regione la proposta di finanziamento relativa al «Risanamento idrogeologico del rione Castello di Longobucco», per un importo di euro 600.000,00.
  Tale proposta è relativa ad un intervento che risulta essere sviluppato ad un livello progettuale preliminare, pertanto non adeguato alla immediata cantierabilità.
  In relazione al citato piano, eventuali aggiornamenti delle informazioni già inserite nel sistema Rendis, nonché ulteriori nuove proposte di finanziamento di interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, potranno essere inserite dalla Regione attraverso il sistema descritto.
  Le proposte di finanziamento validate dalla regione saranno valutate secondo quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 maggio 2015, proposto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, relativo alla «Individuazione dei criteri e delle modalità per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico», qualora si rendano disponibili le necessarie risorse finanziarie. Ciò consentirà di garantire, ai sensi della normativa vigente in materia, la necessaria trasparenza nella programmazione delle risorse finanziarie rese disponibili e la migliore efficacia del loro utilizzo rispetto agli obiettivi di protezione dell'incolumità di persone e beni esposti a rischio idrogeologico.
  Si evidenzia altresì che, nell'ambito dell'accordo programmatico tra la provincia di Cosenza e il Cnr-Irpi (Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica), in data 20 maggio 2014 il Cnr-Irpi ha trasmesso alla Provincia una relazione illustrativa relativa al vasto movimento franoso del tipo «scorrimento», che a seguito di abbondanti piogge e nevicate, il 20 febbraio 2012 ha interessato il versante sovrastante Via Castello del comune di Longobucco, minacciando seriamente alcuni edifici sottostanti al versante.
  Il documento riporta le registrazioni degli spostamenti della frana verificatesi nel periodo tra il 1o agosto 2013 e il 5 aprile 2014, e, in particolare, illustra i dati ottenuti alla luce degli studi geologici e geomorfologici, nonché i dati forniti dal sistema di monitoraggio, in continuo e in tempo reale, implementato lungo il versante sovrastante Via Castello del comune di Longobucco.
  Da un punto di vista morfometrico, il fenomeno franoso di Via Castello presenta una forma allungata, una lunghezza di 100 m e una larghezza di 55 m. Il fenomeno è caratterizzato da tipiche fratture al suolo, tra cui si citano, per rilevanza, quelle che sono state distinte e cartografate lungo il versante a quota di 910 m sul livello del mare, 870 m sul livello del mare, 850 m sul livello del mare circa.
  Alla luce dei diversi controlli sul terreno, a seguito di segnali di allertamento della rete di sensori che preludevano evoluzioni del quadro fessurativo del suolo, è stato possibile ricostruire la geometria superficiale e i cinematismi del corpo di frana, sulla scorta dei quali è stata progettata e realizzata la rete di monitoraggio.
  Obiettivo specifico dell'attività di ricerca è stata la mitigazione del rischio dell'area in frana, attraverso il monitoraggio in continuo e in tempo reale mediante estensimetri rotativi, che ha consentito di fornire un supporto operativo all'amministrazione comunale, ai fini di protezione civile, per l'attivazione di provvedimenti di messa in sicurezza dei luoghi in prossimità dell'area in dissesto e la riduzione del danno potenziale per persone e cose.
  Tutte le operazioni sono state finalizzate al supporto della gestione degli interventi non strutturali, in attesa dei successivi interventi strutturali di consolidamento (anch'essi validabili, in termini di efficacia, per mezzo dello stesso sistema di monitoraggio).
  Della questione sono interessati anche altri enti, pertanto, qualora dovessero pervenire ulteriori informazioni, si provvederà a fornire un aggiornamento.
  Alla luce delle informazioni esposte, per quanto di competenza, questo Ministero continuerà a svolgere un'attività di monitoraggio, nonché a tenersi informato anche attraverso gli altri enti istituzionali competenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

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