ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03105

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 148 del 09/01/2014
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/01/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 09/01/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 09/01/2014
Stato iter:
22/06/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/06/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 03/12/2014

SOLLECITO IL 10/03/2016

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/06/2016

CONCLUSO IL 22/06/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-03105
presentato da
PARENTELA Paolo
testo di
Giovedì 9 gennaio 2014, seduta n. 148

   PARENTELA e NESCI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   in un tratto dell'alveo del fiume Oliva, nel tratto che attraversa i comuni di Aiello Calabro, Amantea, San Pietro in Amantea e Serra d'Aiello, è stato portato alla luce un illecito interramento di rifiuti;
   la procura della Repubblica di Paola, durante le diverse attività di indagine, ha disposto accertamenti tecnici di svariata natura (analisi chimico-fisiche nelle diverse matrici ambientali, prospezioni geologiche, determinazioni radiometriche, valutazioni di riskassessment, ecc.) rivolgendosi sia agli organismi tecnici territorialmente competenti, che ad enti o professionisti presenti e operanti nel territorio calabrese e in altre parti della nazione (Arpacal – Agenzia di protezione ambientale della Regione Calabria, Consiglio nazionale delle ricerche, università di Cosenza regione Calabria, Arpa Emilia Romagna, vigili del fuoco, e altri). Molte delle determinazioni chimico-analitiche sono state ripetute e confrontate dallo stesso soggetto e da soggetti diversi e nel corso degli anni in cui si è svolta questa tenace attività di indagine, fornendo alla fine un insieme di informazioni ed un quadro di presenza di elementi inquinanti univoco che, allo stato delle conoscenze sull'area dell'Oliva, non può essere contraddetto e sottaciuto da alcuno. In ultimo sono state compiuti dall'ISPRA accertamenti sistematici tesi a meglio precisare il quadro già delineato dalle indagini della Procura, anche ai fini della caratterizzazione e che hanno dato sostanziale conferma delle sostanze presenti;
   analisi chimiche svolte in zona hanno messo in evidenza disparate sostanze, sia di natura organica che inorganica, alcune non presenti abitualmente in natura, ovvero non abitualmente presenti in natura alle concentrazioni riscontrate;
   in una relazione dell'ISPRA, viene riportato che in tale zona è avvenuto smaltimento illecito mediante interramento previo asporto del terreno originario nel corso di un periodo che ha avuto inizio almeno venti anni addietro. I rifiuti rinvenuti sono costituiti, in massima parte, da materiali dalla lavorazione della pietra (fanghi, inerti, e altro) e da materiali derivanti dall'attività edile (tra cui tondini di ferro, cavi elettrici, e altro);
   a tale attività di illecito smaltimento hanno concorso, in qualità di promotore e di organizzazione dei trasporti e degli interramenti, il gestore di un'impresa dedita alle attività estrattive ed in qualità di titolari consenzienti delle aree di interramento, alcuni privati della zona;
   per tali fatti sono stati contestati i reati di disastro (articolo 434 codice penale) e di avvelenamento di acque destinate al consumo (articolo 439 codice penale), nonché i reati di gestione di rifiuti senza autorizzazione e di discarica abusiva (articolo 256, commi 1, 2 e 3, del decreto legislativo n. 152/2006);
   in generale, il territorio in questione si presenta come un'area a destinazione naturale ed agricola, ricca di vegetazione. Nelle vicinanze sono presenti, anche terreni destinati a coltivazioni di pregio. Il territorio che include le spiagge prossime alla foce del fiume, ha anche un particolare valore turistico. I siti di smaltimento ricadono inoltre in aree soggette al vincolo paesaggistico, idrogeologico e sismico;
   i rifiuti sono stati rinvenuti in otto aree per un totale massimo stimabile di circa 140.000 metri cubi e per quanto riguarda la contaminazione dei suoli è stato accertato nella relazione dell'ISPRA che vi è una presenza di elevate concentrazioni di idrocarburi pesanti e di metalli pesanti nell'area Carbonara, in un'area prossima e nell'area Foresta. La contaminazione si è estesa alla falda della zona tale da escludere la possibilità di utilizzare l'acqua per il consumo umano, fini irrigui e zootecnici;
   attualmente, citando solamente i dati sicuramente anomali secondo le normative italiane ed europee vigenti, in località Foresta (nei sedimenti fluviali e nelle acque superficiali del fiume Oliva, nel terreno e nei piezometri), le determinazioni tecniche effettuate hanno dimostrato la presenza di concentrazioni di cadmio, mercurio, tallio e manganese al di sopra dei limiti previsti per i siti d'uso pubblico e privato;
   in svariati campioni, sono stati misurati valori anomali di alcuni composti alifatici clorurati quali clorometano, diclorometano, triclorometano (cloroformio) e tetracloruro di carbonio nonché composti aromatici quali il toluene;
   l'ARPACAL nella propria attività analitica ha verificato in svariati campioni prelevati in profondità nel corso del 2010 concentrazioni al di sopra dei limiti di riferimento di antimonio, arsenico, cadmio, cobalto, cromo totale, rame, stagno, zinco e idrocarburi totali;
   un altro rilievo importante è quello relativo alla presenza di radionuclidi artificiali con elevata radio-tossicità e cioè l'antimonio 124 (124Sb) il cadmio 109 (109Cd) ed il cesio 137 (137Cs);
   tutte le sostanze appena riportate hanno effetti biologici importanti tra i quali spicca, per la maggior parte di esse, la capacità di indurre patologie tumorali;
   l'entità del danno ambientale è consistente sia in ragione della tipologia delle sostanze presenti che in rapporto al luogo in cui sono dismesse (con un rapporto stretto con il letto del fiume Oliva);
   è stata rilevata la presenza di radionuclidi artificiali ed in particolare dell'isotopo del cesio 137 (137Cs), la cui presenza e diffusione impone azioni tese ad una caratterizzazione ulteriore e rende la fattispecie del danno ambientale assai più grave;
   nei territori più prossimi ai siti di contaminazione è stata rilevata la successiva evidenza di un eccesso di tumori maligni della tiroide che, ancorché al di sotto del limite di significatività statistica concorda con la presenza anomala di 137Cs;
   i fatti sopra citati rafforzano la sensazione che siano effettivamente presenti una quantità e tipologia di inquinanti ambientali nel suolo e nelle acque e in atmosfera in ambito del bacino fluviale del fiume Oliva tali da potere condizionare un danno per la salute dei residenti oltre che per l'ambiente circostante –:
   se, alla luce della gravissima situazione igienico-sanitaria e ambientale riscontrata nella valle del fiume Oliva, confermata dal consulente tecnico d'ufficio della procura della Repubblica di Paola, dalle risultanze delle indagini condotte dalla magistratura e dalla relazione dell'ISPRA, i Ministri interrogati non ritengano opportuno, nell'ambito delle rispettive competenze, intervenire con urgenza per garantire la sicurezza igienico-sanitaria e ambientale dell'area e promuovere la bonifica della Valle dell'Oliva;
   se il commissario per il rientro dal debito sanitario non ritenga opportuna la predisposizione del registro tumori della Calabria, unitamente a un registro epidemiologico e a tutte le misure necessarie affinché sia tutelata la salute dei cittadini.
(4-03105)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 22 giugno 2016
nell'allegato B della seduta n. 640
4-03105
presentata da
PARENTELA Paolo

  Risposta. – In riferimento all'interrogazione in esame relativa ad un illecito interramento di rifiuti individuato nel tratto del fiume Oliva che attraversa i comuni di Aiello Calabro, Amantea, San Pietro in Amantea, sulla base degli elementi acquisiti presso gli enti territoriali competenti, si rappresenta quanto segue.
  L'attività investigativa afferente alla Valle del Fiume Oliva è iniziata a seguito del rinvenimento di fanghi industriali, classificati come rifiuti speciali non pericolosi, nelle discariche dismesse in località Foresta nel comune di Aiello Calabro e in località Carbonara nel comune di Serra d'Aiello.
  Successivamente si è inteso estendere l'indagine ad un'area più vasta comprendente sette siti ubicati lungo l'asta fluviale. Tale indagine è stata curata dall'Ispra coadiuvata dall'Arpacal.
  Sono state condotte, al riguardo, indagini di tipo geofisico, con particolare attenzione alla ricerca di radionuclidi artificiali quali il cesio 137. I valori di radioattività misurati sono risultati in linea con la concentrazione media per il sud Italia che è pari a 6 Bq/Kg. Tale valore è stato determinato dagli studi effettuati dall'Enea ed è attribuibile a valori di fondo, riconducibili alle formazioni geologiche presenti.
  Nella relazione Ispra concernente la caratterizzazione ambientale emerge, invece, una forte criticità a carico delle acque di falda per la presenza di manganese, solfati e ferro.
  Nella stessa relazione, viene inoltre fornita una stima dei quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi presenti, risultata compresa fra i 23.000 metri cubi e i 140.000 metri cubi.
  Il dipartimento politiche dell'ambiente della regione Calabria ha quindi affidato ad Arpacal la predisposizione ed attuazione di un piano di lavoro per lo svolgimento di un'attività integrativa a quella relativa alla caratterizzazione eseguita dall'Ispra e finalizzata all'elaborazione del documento finale «Analisi del rischio sito specifica» con i requisiti di cui all'allegato 1 parte IV Titolo V del decreto legislativo 152 del 2006.
  Ciò, al fine di consentire, ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo 152 del 2006, l'eventuale messa in sicurezza e/o bonifica del sito, qualora il sito risultasse inquinato. Tale piano risulta comprensivo di indagini indirette (prospezioni geofisiche) e dirette (carotaggi), campionamenti in situ ed analisi di laboratorio.
  Ad oggi Arpacal ha redatto il documento «Analisi di rischio sito specifica» e determinato il modello concettuale definitivo mentre risulta ancora, in fase di predisposizione, il progetto di bonifica, che è di competenza regionale.
  Ad ogni modo, per quanto di competenza, questo Ministero continuerà a tenersi informato anche attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti competenti.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

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