ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00950

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 37 del 20/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
BARBANTI SEBASTIANO MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 20/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/06/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 27/06/2013
Stato iter:
04/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 04/02/2014
CIRILLO MARCO FLAVIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 08/08/2013

RISPOSTA PUBBLICATA IL 04/02/2014

CONCLUSO IL 04/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00950
presentato da
PARENTELA Paolo
testo di
Giovedì 20 giugno 2013, seduta n. 37

   PARENTELA, NESCI, BARBANTI, DIENI, ZOLEZZI, DE ROSA, DAGA, SEGONI, TERZONI, TOFALO, GALLINELLA, GAGNARLI, L'ABBATE, BENEDETTI, MASSIMILIANO BERNINI e LUPO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   con il decreto n. 468 del 2001 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare l'ex area industriale di Crotone è inserita nei siti di interesse nazionale (SIN);
   tale area si estende su una superficie molto vasta, di cui circa 80 ettari rappresentano le aeree delle ex fabbriche Pertusola, Agricoltura, Fosfotec e Sasol, oltre a due discariche messe in «sicurezza permanente» (oggetto di inchiesta giudiziaria a causa della tipologia dei rifiuti interrati);
   dopo una serie di conferenze di servizi decisorie, nel 2008 è stato affidato alla Syndial Spa, società del gruppo ENI che si occupa di bonifiche e di siti dismessi, il progetto operativo di bonifica (POB), che riguarda i siti di Pertusola, Agricoltura, Fosfotec e la discarica di servizio in località «Armeria»;
   l'attuale progetto operativo di bonifica (POB) come obiettivo principale non ha il recupero dell'area ma una messa in sicurezza permanente di gran parte dei suoli, ad eccezione di una decina di ettari, sui quali sono previste procedure come la «fitorimediazione» e la «rimediazione elettrocinetica» (EKRT);
   nelle aree interessate dalla messa in sicurezza permanente la concentrazione media del piombo è 5.888 mg/kg, l'arsenico è 320 mg/kg e il cadmio è 240 mg/kg;
   le tecniche non possono essere applicate con successo sul sito di Pertusola, che da solo costituisce la metà dell'area industriale, perché sono state proposte su terreni in cui la concentrazione di metalli pesanti ed arsenico è troppo elevata e, a parere degli interroganti, rischiano di compromettere irrimediabilmente lo sviluppo di un'area confinante con la città, oltre a fare ipotizzare potenziali gravi ripercussioni di carattere sanitario/epidemiologico/ambientale;
   la tecnica della messa in sicurezza permanente è prevista: «...nei casi in cui, nei siti non interessati da attività produttive in esercizio, non sia possibile procedere alla rimozione degli inquinanti pur applicando le migliori tecnologie disponibili a costi sopportabili» (decreto legislativo n. 152 del 2006, allegato 3, parte IV);
   un'altra area di Crotone, di analoghe dimensioni, denominata «area archeologica» e ricadente anch'essa in area SIN, è destinataria di un finanziamento con delibera CIPE di circa 100 milioni di euro, ed è attualmente interessata da un parziale progetto di bonifica finanziato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dalla regione Calabria attraverso l'APQ (accordo di programma quadro) stipulato tra Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero dello sviluppo economico e regione Calabria «tutela e risanamento ambientale nel territorio della regione Calabria del 28 giugno 2006» per un importo pari a 10.964.447 euro complessivi, di cui 6.964.000 finanziati attraverso l'APQ e la rimanente parte a carico del solo Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Questo finanziamento è stato attualmente revocato, per decorrenza dei tempi di attuazione, ma la gara d'appalto è stata svolta e regolarmente vinta da una ATI;
   la caratterizzazione del sito «area archeologica» è stata effettuata antecedentemente all'entrata in vigore della legge quadro decreto legislativo n. 152 del 2006 in base alla quale, per i siti potenzialmente contaminati, l'analisi di rischio non era prevista. Dai risultati delle caratterizzazioni dell'area archeologica, emerge che dei circa 80 ettari risultano effettivamente contaminati solo 22,5 ettari, pari al 27,6 per cento del totale. Più specificatamente, sulla base dei 77 sondaggi eseguiti in assenza di analisi di rischio: 29 risultano non contaminati, 23 risultano contaminati almeno da cadmio e quindi da bonificare, 25 risultano potenzialmente contaminati soltanto da zinco (se fosse stata fatta l'analisi di rischio sito-specifica, a parere degli interroganti anche questa parte risulterebbe da non bonificare) –:
   se non ritengano opportuna la realizzazione di un quadro programmatico che individui scadenze e capisaldi per le attività di bonifica delle aree ricadenti nel comune di Crotone per le quali al momento sono state contrattualizzate azioni prive di ogni efficacia se non realizzate secondo le procedure di bonifica ambientale previste dal decreto legislativo n. 152 del 2006 e pertanto previa applicazione delle opportune «analisi di rischio»;
   se non ritengano opportuno verificare le procedure che hanno consentito l'approvazione del progetto di bonifica del sito ex industriale, sul quale giacciono almeno 528.000 tonnellate di rifiuti pericolosi e 410.000 tonnellate di rifiuti non pericolosi che, in base al progetto di bonifica approvato, rimarranno intatte su quello stesso suolo (circa 80 ettari), tenendo conto che sul sito di Pertusola sono concentrate la maggior parte delle sostanze pericolose e la bonifica in corso prevede, solo su 10 dei circa 50 ettari, tecniche di bonifica come la «fitorimediazione» i cui tempi effettivi, dimostrabili scientificamente, sarebbero pari all'incirca a 4.000 (quattromila) anni, tempi che nel progetto in corso sono indicati in soli 10 anni, nonché «rimediazione elettrocinetica» che non ha alcun effetto di bonifica sull'arsenico, semimetallo presente sul sito in concentrazioni elevatissime;
   se non sia opportuno intervenire per l'attuazione coordinata dei piani organici di sviluppo e riqualificazione delle aree ricadenti nel comune di Crotone interessate alle operazioni di bonifica, con azioni permanenti di monitoraggio e controllo;
   per quale motivo, se il progetto di bonifica prevede aree di interventi con la fitorimediazione e la rimediazione elettrocinetica, le stesse tecniche non vengano applicate nelle aree interessate semplicemente dalla messa in sicurezza permanente. (4-00950)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 4 febbraio 2014
nell'allegato B della seduta n. 166
4-00950
presentata da
PARENTELA Paolo

  Risposta. — La prima questione sottoposta dall'interrogante riguarda l'opportunità di realizzare un quadro programmatico che individui scadenze e capisaldi per le attività di bonifica delle aree ricadenti nel comune di Crotone per le quali al momento sono state contrattualizzate azioni prive di ogni efficacia se non realizzate secondo le procedure di bonifica ambientale previste dal decreto legislativo n. 152 del 2006 e, pertanto, previa applicazione delle opportune «analisi di rischio».
  Al riguardo, è opportuno segnalare che la messa in sicurezza permanente è stata prevista solo per le aree fronte mare («Discarica Farina-Trappeto Ex-Fosfotec» e «Discarica Armeria Ex-Pertusola») già interessate da conferimenti abusivi di rifiuti, con presenza di riporti di materiali che rappresentano una problematica ambientale ancora aperta nell'ambito del sito d'interesse nazionale, soprattutto a livello locale.
  Il primo progetto di bonifica presentato dall'Azienda Syndial spa, riguardante gli interventi di rimozione delle discariche ex Pertusola ed ex Fosfotec, prevedeva la realizzazione di una discarica di servizio agli interventi di bonifica da realizzare in località Giammiglione (Crotone), nel comune di Crotone, al confine con il territorio del comune di Scandale.
  A seguito della pronuncia negativa di compatibilità ambientale sulla discarica in località Giammiglione da parte della regione Calabria, la Syndial spa, trasmetteva il progetto di bonifica, consistente in una messa in sicurezza permanente delle discariche medesime.
  Con nota del 25 ottobre 2011 il comune di Crotone esprimeva la propria contrarietà a qualsiasi soluzione progettuale che non considerava la rimozione integrale dei rifiuti presenti nelle discariche a mare. Il comune, inoltre, comunicava che il proprio piano regolatore generale (PRG), per tutta l'area industriale, e, nello specifico, per le aree in esame, prevedeva la trasformazione da sito industriale a sito destinato a funzioni innovative e compatibili con lo sviluppo turistico legato alla presenza di siti archeologici e del mare. Il comune, quindi, esprimeva il proprio parere negativo, definendo tali trasformazioni incompatibili con il progetto di messa in sicurezza permanente proposto dalla Syndial spa.
  Con nota dell'8 novembre 2011 la provincia di Crotone esprimeva il proprio parere negativo anche alla luce del piano regolatore generale del comune di Crotone, che risultava essere incompatibile con la messa in sicurezza permanente delle discariche a mare.
  Con nota dell'8 novembre 2011 la regione Calabria rilasciava parere sfavorevole al progetto di messa in sicurezza permanente.
  Altresì, la ASL di Crotone, con nota dell'11 novembre 2011, esprimeva parere igienico-sanitario non favorevole al progetto di messa in sicurezza permanente delle discariche a mare.
  Infine, nella conferenza di servizi istruttoria del 9 maggio 2013, veniva richiesta all'azienda, preliminarmente alla presentazione di un nuovo elaborato progettuale, l'esecuzione di indagini di caratterizzazione delle discariche a mare anche al fine di definire l'estensione reale della contaminazione e la tipologia di rifiuti presenti nelle discariche medesime.
  La seconda questione posta dall'interrogante concerne l'opportunità di verificare le procedure che hanno consentito l'approvazione del progetto di bonifica del sito ex industriale, sul quale giacciono almeno 528.000 tonnellate di rifiuti pericolosi e 410.000 tonnellate di rifiuti non pericolosi che, in base al progetto di bonifica approvato, rimarranno intatte su quello stesso suolo (circa 80 ettari), tenendo conto che sul sito di Pertusola sono concentrate la maggior parte delle sostanze pericolose e la bonifica in corso prevede, solo su 10 dei circa 50 ettari, tecniche di bonifica come la «fitorimediazione», i cui tempi effettivi, dimostrabili scientificamente, sarebbero pari all'incirca a 4.000 (quattromila) anni, tempi che nel progetto in corso sono indicati in soli 10 anni, nonché «rimediazione elettrocinetica» che non ha alcun effetto di bonifica sull'arsenico, semimetallo presente sul sito in concentrazioni elevatissime.
  Al riguardo, occorre segnalare che il progetto di bonifica mediante
phitoremedetion ed electrochemical remedetion ed enhanced monitored natural attenuation (EKRT), contenuto nel documento «Progetto operativo di bonifica ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 – Aree Syndial – sito d'interesse nazionale di Crotone – Stabilimenti ex Pertusola», trasmesso da Syndial AD spa e individuato dalla stessa Syndial quale «Primo lotto di intervento relativamente agli interventi di bonifica in situ dei suoli dell'area dello stabilimento ex Pertusola (volume I)», è stato autorizzato all'avvio dei lavori con prescrizioni con decreto ministeriale n. 1098/TRI/DI/B del 25 gennaio 2011.
  Si tratta di un progetto sperimentale che ha lo scopo di «testare» le metodologie sopra riportate, applicate in una limitata area situata all'interno dell'area ex-Pertusola. In caso di esito positivo tale intervento potrà essere esteso a tutti i 50 ettari della ex-Pertusola.
  Un'ulteriore richiesta attiene all'opportunità di intervenire con azioni permanenti di monitoraggio e controllo per attuare in maniera coordinata i piani organici di sviluppo e riqualificazione delle aree ricadenti nel comune di Crotone interessate alle operazioni di bonifica.
  In particolare, l'area archeologica, che occupa una superficie di circa 79 ettari (786.300 metriquadri), è stata individuata, da tempo, quale sito di grande valenza archeologica. L'iter istruttorio per la bonifica dell'area medesima è iniziato, ai sensi del decreto ministeriale n. 471 del 1999, con l'approvazione/autorizzazione da parte della conferenza di servizi decisoria del 15 aprile 2003 del piano di caratterizzazione, trasmesso dal comune di Crotone nel febbraio 2003.
  Successivamente, la conferenza di servizi decisoria del 16 settembre 2004 aveva preso atto, con prescrizioni, dei risultati della caratterizzazione dei suoli, eseguita da ARPACAL. La medesima conferenza di servizi aveva ritenuto approvabile, con prescrizioni, il progetto definitivo stralcio – area archeologica – trasmesso dall'ufficio del commissario delegato per l'emergenza ambientale della regione Calabria (redatto ai sensi del decreto ministeriale n. 471 del 1999) in data 15 settembre 2004, che prevedeva il raggiungimento dei valori limite previsti nella colonna A, tabella 1, allegato 1 del decreto ministeriale n. 471 del 1999, allora vigente, in un periodo di quattro anni, eventualmente prolungabili, mediante un intervento di fitodepurazione.
  La conferenza di servizi decisoria del 19 luglio 2005, alla luce dei risultati di caratterizzazione delle acque di falda, aveva deliberato di chiedere al commissario delegato per l'emergenza Calabria di attivare immediati interventi di messa in sicurezza d'emergenza delle acque di falda e di trasmettere, al fine della elaborazione del decreto interministeriale di approvazione del progetto definitivo di bonifica, un documento di recepimento delle prescrizioni già formulate dalla conferenza di servizi del 16 settembre 2004.
  Con le ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3585 del 24 aprile 2007 e n. 3731 del 16 gennaio 2009 veniva trasferita alla regione Calabria la competenza sulle attività di bonifica nel sito d'interesse nazionale «Crotone, Cassano e Cerchiara».
  Il comune di Crotone (individuato dall'accordo di programma quadro del 2006 quale soggetto attuatore dell'intervento medesimo) trasmetteva ulteriore documentazione integrativa, relativa al «Progetto definitivo di bonifica – stralcio dell'area archeologica» nel novembre 2009.
  Infine, nel novembre 2010, il comune di Crotone inviava il «Progetto integrato per la bonifica dell'area archeologica», quale compendio dell'iniziale progetto redatto ai sensi del decreto ministeriale n. 471 del 1999 e delle sue successive integrazioni.
  Pertanto, è opportuno evidenziare che il progetto iniziale, redatto ai sensi del decreto ministeriale n. 471 del 1999, è stato ritenuto approvabile con prescrizioni dalla conferenza di servizi decisoria del 16 settembre 2004. In data 28 giugno 2006, è stato firmato l'accordo di programma quadro in materia di tutela e risanamento ambientale per il territorio della regione Calabria, nel quale sono stati programmati gli interventi di bonifica dell'area archeologica. L'articolo 265, comma 4 del decreto legislativo n. 152 del 2006 prevede che entro 180 giorni dall'entrata in vigore del decreto legislativo medesimo può essere presentata una adeguata relazione tecnica al fine di rimodulare gli obiettivi di bonifica già autorizzati. Tale relazione prevede l'analisi di rischio sito-specifica che deve essere redatta secondo le indicazioni contenute nel manuale «Criteri metodologici per l'applicazione dell'analisi assoluta di rischio ai siti contaminati», quale documento di riferimento per la determinazione e la validazione dei parametri sito-specifici utilizzati nell'applicazione dell'analisi di rischio ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006. Tali parametri sono caratteristici del sito e, ai fini dell'elaborazione di un'analisi di rischio sito-specifica, debbono essere determinati esclusivamente mediante verifiche e/o indagini dirette. Tale relazione non è mai stata presentata dal commissario delegato.
  Lo scrivente ministero, considerata anche la scadenza dei tempi per l'utilizzo dei finanziamenti stanziati dall'accordo di programma per un importo pari ad euro 6.964.446,98 (a valere, originariamente sui fondi della delibera CIPE n. 35 del 2005, poi coperti con le cosiddette «risorse liberate») e la richiesta del decreto di autorizzazione avanzata dal comune di Crotone in via provvisoria per motivi d'urgenza all'avvio dei lavori di bonifica, autorizzava con prescrizioni il medesimo comune all'avvio dei lavori con decreto n. 1124/TRI/M/DI/B del 1o febbraio 2011.
  Tuttavia, il comune di Crotone perdeva i finanziamenti stanziati dall'accordo di programma quadro, in quanto non aveva impegnato le risorse stanziate dall'accordo di programma quadro medesimo nei termini previsti dalla delibera CIPE del 31 dicembre 2010.
  Successivamente, nel maggio 2013, il Ministero dello sviluppo economico trasmetteva allo scrivente ministero il verbale del tavolo dei sottoscrittori del 5 marzo 2013, nel quale era stata approvata la proposta di riprogrammazione di euro 6.964.446,98 (rinvenienti dalle economie accertate nell'ambito degli accordi di programma quadro) a favore dell'intervento afferente alla bonifica dell'area archeologica ricadente nel sito di interesse nazionale di Crotone, Cassano e Cerchiara che, pertanto, ad oggi, dispone della necessaria copertura finanziaria.
  Giova sottolineare che nel 2006 questo Ministero, unitamente alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed al commissario delegato per l'emergenza ambientale nel territorio della regione Calabria, ha promosso innanzi al tribunale civile di Milano (competente in ragione della sede legale della convenuta) un'azione risarcitoria nei confronti di Syndial spa per i danni provocati nel comune di Crotone ed in quelli limitrofi.
  Le responsabilità imputabili alla società concernono attività di gestione illecita di rifiuti che hanno determinato la contaminazione del suolo e della falda dell'area industriale e dell'area archeologica limitrofa all'impianto nonché dei sedimenti della fascia costiera antistante lo stabilimento.
  All'esito del giudizio di primo grado, il tribunale di Milano ha pronunciato la sentenza n. 2536 depositata il 28 febbraio 2012, che ha disposto a carico della società convenuta l'obbligo di adempiere al piano di risanamento previsto nel piano operativo di bonifica (POB) nonché la condanna al pagamento della somma di euro 56.200.000,00, oltre interessi, a titolo di risarcimento del danno ambientale.
  La suddetta sentenza, non impugnata da alcuna delle parti, è passata in giudicato e, pertanto, sarà cura di questo ministero porre in essere le procedure per il recupero del credito.

Il Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mareMarco Flavio Cirillo.

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

CROTONE,CROTONE - Prov,CALABRIA

EUROVOC :

protezione dell'ambiente

sostanza pericolosa

sostanza tossica

deposito dei rifiuti

edificio per uso industriale

inchiesta giudiziaria