ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02218

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 614 del 27/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 27/04/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RUSSO PAOLO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/04/2016
DI STEFANO FABRIZIO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/04/2016
GALLO RICCARDO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 27/04/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 27/04/2016
Stato iter:
28/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/04/2016
Resoconto CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 28/04/2016
Resoconto MARTINA MAURIZIO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 28/04/2016
Resoconto CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/04/2016

SVOLTO IL 28/04/2016

CONCLUSO IL 28/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02218
presentato da
CATANOSO Basilio
testo presentato
Mercoledì 27 aprile 2016
modificato
Giovedì 28 aprile 2016, seduta n. 615

   CATANOSO, RUSSO, FABRIZIO DI STEFANO e RICCARDO GALLO. – Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   il comparto agrumicolo è di rilevante importanza sia da un punto di vista economico che sociale, interessando circa 80.000 aziende e 130.000 ettari di superfici investite. Fornisce prodotti di qualità e dall'elevato valore nutrizionale, molto spesso espressione tipica dei territori, garantisce reddito ed occupazione nelle regioni meridionali;
   il settore sta attraversando un particolare momento congiunturale, con un preoccupante trend di contrazione della domanda interna e conseguente riduzione delle quotazioni, e richiede urgenti azioni orientate alla salvaguardia e alla valorizzazione delle produzioni. La staticità verso il rinnovamento varietale di molti distretti produttivi spesso non permette di intercettare le richieste di mercato con prodotti innovativi e/o con un più ampio calendario di maturazione, favorendo, al tempo stesso, il surplus sul mercato di alcuni prodotti (si veda, ad esempio, le clementine comuni);
   gli interroganti ritengono che il consolidamento del settore possa concretizzarsi adottando opportune misure per la protezione delle rese e del patrimonio vegetale, chiedendo con forza l'armonizzazione reale nell'uso degli agrofarmaci, investendo nella ricerca applicata strettamente legata alle esigenze delle imprese, stimolando l'aggregazione nelle organizzazioni di produttori ed anche la partecipazione in filiali commerciali per favorire l'integrazione tra più organizzazioni di produttori, sviluppando la promozione e l'accesso ai nuovi mercati delle nostre produzioni, nonché l'adozione di strumenti operativi di dialogo e azione come l'organizzazione interprofessionale;
   l'agrumicoltura è da tempo minacciata dalla «tristezza» causata dal citrus tristeza virus, responsabile di un'ampia epidemia che coinvolge anche produzioni territoriali pregiate e che porta alla morte delle piante. Focolai sono attualmente presenti in più zone produttive di spicco. La principale via di introduzione in nuove aree è attraverso il materiale di propagazione infetto;
   a giudizio degli interroganti risulta necessaria l'adozione di materiale vivaistico certificato per contrastarne la diffusione, per cui occorre: promuovere il ricorso a materiale virus-esente e supportare i vivaisti nel loro ottenimento ed è opportuno aumentare i livelli di monitoraggio da parte dei servizi fitosanitari regionali;
   uno strumento per fronteggiare tale avversità è l'espianto e il reimpianto con portainnesti tolleranti al citrus tristeza virus, tanto più urgente da mettere in atto dal momento che la gran parte degli impianti è su portainnesto suscettibile al citrus tristeza virus;
   prioritario è, inoltre, mettere in campo azioni di larga scala e misure ad hoc per favorire nuovi investimenti volti alla riconversione produttiva (non attraverso la tecnica del reinnesto; da valutare, invece, l'infittimento ma solo nelle zone dove l'eradicazione non è più possibile), con misure specifiche e fondi facilmente accessibili per gli agricoltori;
   nuove emergenze fitosanitarie stanno allarmando i produttori nazionali: citrus black spot e greening. Come segnalato anche dall'Efsa, l'Unione europea è chiaramente esposta al rischio che la macchia nera degli agrumi si diffonda e infesti i frutteti. Nonostante l'elevatissimo numero di intercettazioni di agrumi infestati provenienti dal Sudafrica, non sono state adottate adeguate misure a livello europeo. La recente vicenda della xylella fastidiosa dovrebbe, invece, favorire l'adozione di altre azioni da parte delle autorità preposte;
   mentre il territorio italiano è aperto all'ingresso di merci da Paesi terzi, molti Paesi elevano barriere non tariffarie, sanitarie e fitosanitarie, per impedire alle merci italiane di raggiungere i loro mercati (tra tutti i limiti alle movimentazioni nel florovivaismo per il rischio xylella);
   occorre, quindi, operare su più fronti: rafforzare il «principio di precauzione» e il «principio di reciprocità»; prevedere il blocco delle merci nel momento in cui il rischio di contaminazione risulta elevato e il numero delle intercettazioni diventa preoccupante; nel caso degli accordi euro-mediterranei prevedere un'accurata valutazione dei loro effetti e del possibile impatto di ulteriori concessioni;
   un dato di fatto è il forte stato di crisi di mercato che sta attraversando il comparto in questa campagna. I prezzi medi rilevati da Ismea sono in forte flessione da dicembre 2015 e la decisa contrazione delle quotazioni non si arresta neppure nel mese di gennaio 2016. Anche il confronto di gennaio 2016, rispetto allo stesso periodo del 2015, presenta contrazioni preoccupanti;
   tale riduzione sembra protrarsi anche nelle settimane successive, complice il clima molto temperato, che, da una parte, ha concentrato l'offerta di agrumi, provocando un accavallamento produttivo, e, dall'altro, ha frenato i consumi interni che comunque sono apparsi molto lenti durante tutta la campagna;
   questa situazione richiederebbe di attivare tutte le procedure per sancire lo stato di crisi del settore;
   la congiuntura è negativa essenzialmente per un lieve aumento della produzione accompagnato da un calo della domanda interna. Fenomeni estemporanei, come il blocco delle importazioni imposto da parte degli Usa al Marocco e da parte della Russia alla Turchia, rischiano di far dirottare prodotto verso il mercato europeo, aggravando la situazione;
   in questa situazione si possono ipotizzare, a giudizio degli interroganti, misure di limitazione della crisi che puntano: alla promozione del consumo di agrumi, non favorito quest'anno dal particolare andamento climatico; a rafforzare le misure di controllo alle frontiere e sui mercati per verificare il rispetto degli standard di qualità e l'indicazione di origine sul prodotto; a verificare se ricorrono le condizioni per applicare le clausole di salvaguardia previste dagli accordi internazionali nel caso di perturbazione dei mercati da eccesso di importazioni; a valutare misure di intervento straordinario, come per esempio il rifinanziamento dei fondi straordinari per l'embargo russo, ora ampiamente giustificabile anche per il recente blocco delle esportazioni in Russia della Turchia, per coprire interventi di ritiro straordinario di prodotto dal mercato delle organizzazioni dei produttori;
   in via generale occorre valutare la differenza di condizioni di competitività in cui operano gli imprenditori del nostro Paese rispetto alle realtà dei Paesi terzi concorrenti che in genere possono contare su minori costi di produzione (pubblica amministrazione, manodopera, costi impliciti legati al rispetto di standard ambientali ed altro). Tale gap strutturale di competitività necessita, oltre che di politiche strategiche sui fattori e sull'orientamento al mercato, anche, a giudizio degli interroganti, di misure immediate di intervento a sostegno dei produttori, ad esempio in forma di automatismi fiscali che favoriscano la liquidità delle imprese;
   l'Unione europea, nella logica dell'armonizzazione, sancisce l'utilizzo di un prodotto, ma nello stesso tempo demanda allo Stato membro le autorizzazioni sulle singole colture. L'Italia adotta criteri molto restrittivi, impedendo agli agricoltori italiani l'utilizzo di taluni prodotti, ma le regole dell'Unione europea consentono l'importazione di ortofrutta da Paesi dove il loro utilizzo è consentito;
   tale modus operandi penalizza due volte le imprese: da una parte riduce la competitività in termini di costi di produzione, tempi e risultati, e, dall'altra, in fase di commercializzazione, non consente di differenziare adeguatamente il prodotto italiano dal prodotto estero;
   considerato che l'autorizzazione agli usi eccezionali dei principi attivi è una facoltà di ciascun Paese, la strada più opportuna da percorrere appare quella tracciata dalla normativa e che prevede schematicamente le seguenti fasi: valutazione dei principi attivi che consentono ai produttori di essere competitivi con le loro produzioni alla pari degli altri operatori comunitari e verifica in merito alle autorizzazioni nei Paesi dell'Unione europea;
   sarebbe in ogni caso necessario non consentire la commercializzazione degli agrumi provenienti da Paesi che permettono l'utilizzo di prodotti fitosanitari non autorizzati in Italia, perlomeno fino alla piena armonizzazione dei principi tra i Paesi dell'Unione europea, al fine di evitare forme di concorrenza sleale tra i produttori;
   l'aggregazione del prodotto risulta ormai un processo imprescindibile per poter competere a livello nazionale ed internazionale. L'imprenditore agricolo deve necessariamente rafforzare il suo potere contrattuale all'interno della filiera per poter avere un confronto «tra pari» con i buyer italiani ed esteri ed il rafforzamento passa attraverso l'aggregazione;
   programmare la produzione, garantire la standardizzazione del prodotto, offrire servizi aggiuntivi, ampliare i calendari di commercializzazione e la gamma di prodotti offerti. Tutto ciò si concretizza nelle organizzazioni di produttori. Lo strumento dei piani operativi ha nel tempo consentito agli imprenditori di avvicinarsi con maggiore interesse alle organizzazioni di produttori, ma occorre sempre – in questo come in altri comparti – prevedere regole chiare e strategie che assicurino l'effettivo controllo di tali strumenti da parte dei produttori e che possano prevenire la formazione di «situazioni opportunistiche» mirate solo all'ottenimento degli aiuti dell'Unione europea;
   per creare valore e reddito a vantaggio dei produttori associati è opportuno sia aumentare il livello di concentrazione nelle organizzazioni di produttori, sia favorire processi di fusione ed integrazione per l'aumento delle dimensioni economiche e per lo sviluppo di strategie commerciali più efficaci;
   per questo aumenta l'importanza strategica di politiche europee e nazionali che puntino sempre più a favorire processi di aggregazione ed integrazione delle realtà esistenti per ottenere una maggiore competitività ed efficace valorizzazione dei prodotti. A tal fine prioritari sono gli interventi volti al miglioramento del regolamento (Ue) 543/2011 e l'intesa con e tra le regioni, che dovranno rispondere alle esigenze e ad un grado di giusta flessibilità richiesta delle imprese e non di mera semplificazione della gestione amministrativa degli aiuti dell'Unione europea;
   sono strategiche per il comparto tutte le misure volte ad acquisire nuovi mercati, supportando le imprese nell'assicurazione del credito, a favorire le negoziazioni bilaterali od europee per superare in tempi rapidi le barriere doganali tariffarie e non tariffarie che oggi limitano ingiustamente le esportazioni italiane, ad accrescere l'informazione e la promozione anche sui mercati esteri per differenziare il prodotto made in Italy;
   contestualmente occorre lavorare sul rafforzamento delle organizzazioni interprofessionali, a cui il regolamento (UE) 1308/2013 riconosce funzioni chiave per lo sviluppo del settore: analizzare il mercato, sviluppare iniziative volte a rafforzare la competitività economica e l'innovazione, orientare la produzione, svolgere attività di promozione e ricerca. Considerato che l'organizzazione interprofessionale ortofrutta Italia è la sede di confronto storica più completa e rappresentativa attualmente presente nel panorama ortofrutticolo, si ritiene prioritario operare per rafforzarne il suo ruolo;
   pertanto, a giudizio degli interroganti, occorrerebbe applicare quanto prima i contenuti del decreto-legge n. 51 del 2015, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 91 del 2015, in particolare per quanto attiene l'estensione erga omnes delle decisioni e degli accordi presi, rafforzando il ruolo dei comitati di prodotto e prevedere «contributi» pubblici o privati per finanziare programmi comuni di promozione istituzionale (sui mercati italiani ed esteri) e di ricerca applicata nel comparto;
   in Italia la ricerca non è rispondente alle esigenze delle imprese agricole, specialmente in ambito di innovazione varietale. Ne consegue una riduzione di competitività per le imprese italiane che devono approvvigionarsi di nuovo materiale riproduttivo all'estero a costo di royalty elevate, scommettendo sull'adattabilità delle nuove varietà alle condizioni pedo-climatiche del proprio territorio, rischiando altresì la trasmissione di fitopatie;
   l'introduzione di nuove varietà più rispondenti alle esigenze del mercato significa sia sviluppo di nuove competenze per le imprese italiane in linea con gli altri imprenditori europei e sia vantaggi legati al posizionamento sul mercato con incremento delle vendite, raggiungimento di nuovi mercati, maggiore appetibilità nei confronti della grande distribuzione organizzata legata all'offerta di un paniere di prodotti più ampio, ampliamento del calendario di commercializzazione;
   a giudizio degli interroganti è prioritario intervenire per favorire la ricerca a tutti i livelli, promuovendo una maggiore adesione tra le necessità delle imprese e il mondo della ricerca, pubblica e privata. Fondamentale è il rapporto tra sistema delle imprese ed enti di ricerca, per programmi di ricerca pubblico-privata;
   alle problematiche appena descritte del comparto dell'agrumicoltura, bisogna aggiungere anche quella relativa ai ritardi nei pagamenti della domanda unica e dello sviluppo rurale e nella definizione dei titoli. Ciò sta procurando conseguenze molto serie e insostenibili per tutti gli agricoltori italiani e la situazione di stallo è destinata a diventare ancora più drammatica per gli imprenditori agricoli –:
   quali iniziative e/o provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato per risolvere le problematiche esposte in premessa. (3-02218)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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