ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02213

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 614 del 27/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: DI STEFANO MANLIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 27/04/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 27/04/2016
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 27/04/2016
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 27/04/2016
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 27/04/2016
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 27/04/2016
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 27/04/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 27/04/2016
Stato iter:
28/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 28/04/2016
Resoconto SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 28/04/2016
Resoconto GENTILONI SILVERI PAOLO MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 28/04/2016
Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/04/2016

SVOLTO IL 28/04/2016

CONCLUSO IL 28/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02213
presentato da
DI STEFANO Manlio
testo presentato
Mercoledì 27 aprile 2016
modificato
Giovedì 28 aprile 2016, seduta n. 615

   MANLIO DI STEFANO, SIBILIA, SPADONI, GRANDE, SCAGLIUSI, DEL GROSSO e DI BATTISTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Per sapere – premesso che:
   in merito alla situazione di stallo politico in cui versa da tempo la Libia e alla possibilità che il nostro Paese potesse avere un ruolo principale in caso di intervento sul campo, il Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, in varie interviste rilasciate negli ultimi mesi, ha più volte ribadito la linea tenuta dal Governo italiano: in Libia «interverremo solo se il Governo libico chiederà a noi e al resto della comunità internazionale un sostegno»;
   come ampiamente previsto da tempo, tale richiesta di aiuto è stata ufficialmente avanzata dal Consiglio presidenziale libico guidato da Mohammad Fayez al-Serraj all'Onu, ai Paesi europei e a quelli africani confinanti per proteggere le risorse petrolifere del Paese, atteso che nelle ultime settimane i miliziani del califfato hanno provato più volte a attaccare i depositi e i check point della Petroleum facilities guard, la milizia guidata dal giovane «rivoluzionario» Ibrahim Jadran che da mesi ha assunto la protezione della maggior parte dei pozzi della Cirenaica;
   tuttavia, un altro elemento determinante in Cirenaica è la presenza del generale (ribelle) Khalifa Haftar, a capo di una milizia che ha combattuto gli islamisti a Bengasi, ma che di fatto tiene in ostaggio il Parlamento di Tobruk e gli impedisce di votare a favore del Governo di al-Serraj. Tra l'altro, a quanto si apprende da fonti giornalistiche (il sito online de La Repubblica) nei giorni scorsi il generale ha ricevuto armi dagli Emirati arabi uniti (i quali, insieme a Francia e Egitto, sono suoi grandi alleati), in violazione dell'embargo deciso dall'Onu. Nel porto di Tobruk sarebbero stati scaricati più di 1.000 veicoli da combattimento leggeri assieme a armi e munizioni. È piuttosto noto, a parere degli interroganti, che l'Egitto usa il generale Haftar per allargare la propria influenza in Cirenaica, sperando di acquisire il controllo di parte dei traffici di petrolio nella regione, mentre la Francia ne è coinvolta soprattutto per le forniture militari che il generale Al Sisi ha chiesto al Governo francese;
   il Governo italiano avrebbe già pronti i piani per offrire una prima risposta a tale richiesta: in una prima fase l'Italia potrebbe schierare 250 uomini fra Esercito e Arma dei carabinieri, ovvero il contingente più numeroso di una forza internazionale con le «insegne» Onu (anche se in un primo momento si era parlato di 900 soldati, una disponibilità che è stata poi smentita dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dal Ministero della difesa);
   la situazione appare tuttavia alquanto delicata, poiché se è vero che schierare una forza Onu a protezione dei pozzi significa potenzialmente combattere contro il sedicente Stato islamico, significa, però, anche trovarsi a dover fronteggiare uno scontro con le milizie del generale Haftar;
   durante il recente vertice di Hannover non sono state decise misure concrete in ordine alla citata richiesta libica perché si attendono richieste specifiche dal Governo insediatosi a Tripoli, il cui Esecutivo è, fino a questo momento, sostanzialmente fragile, non avendo ricevuto ancora il sostegno formale di quella importante parte del Paese che fa capo al Parlamento di Tobruk, in Cirenaica, soprattutto, come già detto, per l'opposizione del suo uomo forte, il generale Khalifa Haftar; il Primo ministro al-Serraji al momento controlla le uniche istituzioni funzionanti dello Stato: l'azienda petrolifera nazionale, il fondo sovrano della Libia e la banca centrale;
   nell'assenza di una politica estera (e militare) comunitaria, forte rimane il sospetto per gli interroganti che ognuno pensi per sé, atteso che Francia e Gran Bretagna sono già impegnate concretamente in Libia, in una sorta di corsa frenetica tra forze speciali per accaparrarsi per primi, al di fuori di qualsiasi legittimazione internazionale, le risorse petrolifere della Libia, Paese per ora inerme, diviso e quindi una facile preda;
   tra l'altro, in uno scenario di tale tipo, la realistica spartizione finale di pozzi petroliferi e conseguenti sfere di influenza che ne deriverebbero andrebbero ad avviso degli interroganti principalmente a vantaggio di Francia e Gran Bretagna –:
   se non ritenga il Governo che l'invio di militari, in assenza sia di una legittimazione parlamentare del Governo al-Serraji sia di una risoluzione Onu, possa causare una maggiore destabilizzazione dell'area, con conseguente rischio di aumento tanto dei flussi migratori quanto di attentati terroristici contro il nostro contingente e in territorio italiano. (3-02213)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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