ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02125

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 593 del 18/03/2016
Abbinamenti
Atto 3/02244 abbinato in data 10/05/2016
Atto 3/02245 abbinato in data 10/05/2016
Atto 3/02247 abbinato in data 10/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: LATRONICO COSIMO
Gruppo: MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Data firma: 18/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 18/03/2016
Stato iter:
10/05/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 10/05/2016
Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 10/05/2016
Resoconto LATRONICO COSIMO MISTO-CONSERVATORI E RIFORMISTI
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 10/05/2016

DISCUSSIONE IL 10/05/2016

SVOLTO IL 10/05/2016

CONCLUSO IL 10/05/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02125
presentato da
LATRONICO Cosimo
testo presentato
Venerdì 18 marzo 2016
modificato
Martedì 10 maggio 2016, seduta n. 621

   LATRONICO. – Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . – Per sapere – premesso che:
   gli oliveti della Basilicata sono i più vecchi d'Italia e oggi nella regione sono presenti circa 27 varietà autoctone di olivo. La coltura dell'olivo è diffusa su oltre l'85 per cento del territorio regionale e principalmente in collina e in montagna ed è l'ottava regione italiana tra i maggiori produttori di olio d'oliva. Il comparto olivicolo lucano interessa oltre 31.000 ettari, dei quali circa il 60 per cento in provincia di Matera e il restante 40 per cento in quella di Potenza, per un patrimonio di oltre 5 milioni di piante;
   l'olivo in Lucania era già coltivato nell'antichità come risulta dagli scavi condotti nel metapontino, cuore della Magna Grecia. I reperti archeologici di fattorie, sementi, aratri e altri oggetti testimoniano la grande tradizione agricola dell'area, documentata, tra l'altro, nelle straordinarie tavole di Heraclea e raffigurata su monete e vasellame risalente a epoche pre-cristiane;
   il 10 marzo 2016 il Parlamento europeo in seduta plenaria ha approvato il regolamento che prevede l'importazione nell'Unione europea senza dazi fino al 2017 di 70.000 tonnellate l'anno in più di olio d'oliva tunisino (35.000 per il 2016 e 35.000 per il 2017), in aggiunta alle attuali 56.700 tonnellate previste dall'accordo di associazione già in vigore. L'obiettivo della misura è dare sostegno all'economia tunisina, che a causa della minaccia terroristica ha subito una forte contrazione nel 2015 e per garantire la stabilità del suo sistema democratico;
   ai sensi degli accordi commerciali precedenti, la Tunisia poteva esportare nell'Unione europea fino a 56,7 tonnellate all'anno di olio d'oliva senza pagare dazi. Nel 2014-2015 l'Unione europea ha importato 145.200 tonnellate di olio d'oliva tunisino, in netto aumento rispetto alle 32.000 tonnellate del 2013-2014 e alle 114.400 tonnellate nel 2012-2013;
   secondo le associazioni di categoria l'accordo metterà a rischio un'azienda agricola italiana su tre e andrebbe a favorire ulteriormente il fiorente mercato delle contraffazioni, che costerebbe all'Italia 60 miliardi di euro e 300 mila posti di lavoro. L'Italia, secondo i dati raccolti da Il Corriere della Sera, è il Paese che, con 298 mila tonnellate di olio prodotte nel 2015/2016, 553 mila consumate, 570 mila importate e 300 mila esportate, è in testa ai consumi europei, insieme alla Spagna;
   in base alle ultime ricognizioni dell'Ismea effettuate a gennaio 2016 attraverso la sua rete di rilevazione e i dati delle dichiarazioni dei frantoi, si evince un forte incremento produttivo per l'oliveto Italia che dalle 222 mila tonnellate della scorsa campagna potrebbe arrivare quest'anno a una produzione superiore a 380 mila (+70 per cento);
   è evidente che le conseguenze di questa importazione rischiano di dare il «colpo di grazia» ai produttori meridionali che speravano di conseguire quest'anno quei margini di guadagno che purtroppo non si realizzano da molto tempo. Nel 2014 la produzione di olio di oliva italiano era calata di oltre il 35 per cento (fonte: Ismea), passando dalle 464 mila tonnellate della campagna 2013 a meno delle 300 mila di quella del 2014 e i produttori avevano dovuto subire non solo l'andamento negativo del clima, ma anche gli attacchi di alcune specie patogene come la Xylella fastidiosa che hanno arrecato danni ingenti agli uliveti;
   la misura proposta dalla Commissione europea, per portare solidarietà alla Tunisia, in grave crisi economica, ha sollevato forti preoccupazioni nei produttori del comparto olivicolo italiano. Appare chiaro che il maggior quantitativo di olio di oliva tunisino, che affluirà nel mercato europeo, porterà seri danni alle produzioni di olio di oliva, soprattutto italiane;
   le imprese agricole italiane sono al collasso, perché sostengono costi di produzione molto più elevati rispetto ai Paesi terzi, che utilizzano pesticidi dannosi per la salute e vietati in Italia e producono utilizzando una manodopera pagata al limite dello sfruttamento; entrambi questi fattori generano per gli agricoltori una concorrenza sleale insostenibile;
   a causa dei mancati ricavi o dell'esiguità dei ricavi rispetto alle spese da sostenere, gli agricoltori non sono in grado, da diversi anni ormai, nemmeno di fare fronte al pagamento delle imposte e dei tributi previsti dalle leggi vigenti. Le conseguenze sono state il verificarsi di un indebitamento spaventoso, il moltiplicarsi delle iscrizioni a ruolo dei mancati pagamenti, il proliferare di azioni esecutive nei confronti degli agricoltori, il fallimento di parecchie aziende;
   l'interrogante si rende conto delle ragioni di solidarietà, sia politica che economica, che hanno spinto l'Unione europea ad adottare questa misura, ma non può dimenticare che faranno le spese di questa strategia gli olivicoltori italiani, produttori che già si trovano a dover fare i conti con la crisi del mercato olivicolo e non possono essere in grado di sopportare le eventuali conseguenze negative di questa scelta europea –:
   quali iniziative intenda assumere, nelle opportune sedi europee, al fine di tutelare l'olio extravergine d'oliva, considerato un'eccellenza del made in Italy, ed evitare effetti disastrosi per gli agricoltori e per i consumatori italiani, che potrebbero non essere sufficientemente informati sulla qualità e sulla provenienza dell'olio acquistato quotidianamente;
   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare affinché l'olio tunisino sia controllato con misure rigide di tracciabilità e commercializzazione che impediscano l'eventualità che sia etichettato come made in Italy;
   quali iniziative intenda assumere, considerate le caratteristiche dell'economia regionale lucana, affinché essa non paghi un prezzo molto elevato in anni di crisi come quelli che si stanno attraversando e si individuino misure alternative che consentano ai produttori locali di riposizionarsi sul mercato. (3-02125)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

importazione comunitaria

coltura oleaginosa

oleicoltura