ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02065

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 580 del 01/03/2016
Firmatari
Primo firmatario: FEDRIGA MASSIMILIANO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 01/03/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 01/03/2016
Stato iter:
21/06/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/06/2016
Resoconto CESARO ANTIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
 
REPLICA 21/06/2016
Resoconto FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/06/2016

SVOLTO IL 21/06/2016

CONCLUSO IL 21/06/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-02065
presentato da
FEDRIGA Massimiliano
testo presentato
Martedì 1 marzo 2016
modificato
Martedì 21 giugno 2016, seduta n. 639

   FEDRIGA. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   il 16 febbraio 2016, in Commissione istruzione pubblica, beni culturali del Senato della Repubblica, ha avuto luogo l'audizione informale del commissario governativo uscente, ex legge n. 112 del 2013, Pier Francesco Pinelli, sulla situazione degli otto teatri lirici interessati dalla citata legge e sulle quote di fondi pubblici erogati ai medesimi dalla direzione spettacolo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo a sostegno delle fondazioni lirico-sinfoniche sottoposte ad un percorso di risanamento;
   la citata normativa, infatti, condiziona l'erogazione dei contributi ad un piano di risanamento pluriennale che consenta di diminuire i costi operativi dei teatri lirici e aumentare le loro entrate da biglietteria e sponsorizzazioni in modo da riportare in equilibrio i loro conti;
   dal documento si apprende – con poca sorpresa per l'interrogante, ma tanta ripugnanza – che sui 146,2 milioni di euro assegnati fino ad ora per gli enti lirici sottoposti a un percorso di risanamento, la maggior quota è stata devoluta al Maggio musicale fiorentino, pari a 33,4 milioni di euro, contro i 29,3 del San Carlo di Napoli, i 25 dell'Opera di Roma, i 16,9 del comunale di Bologna, i 16,1 del Carlo Felice di Genova, i 12,9 del Verdi di Trieste, gli 8 del Massimo di Palermo e i 4,5 del Petruzzelli di Bari;
   non solo l'ente di Firenze risulta in testa per aiuti di Stato, ma addirittura permane ultimo nella classifica per i risultati del proprio piano di risanamento;
   stante al documento del commissario, relativo all'anno 2015, mentre l'Opera di Roma «eccelle nell'ampliamento dell'offerta, nell'incremento dei ricavi da botteghino e nell'attrazione di sponsorizzazioni e contributi privati», e altrettanto il Giuseppe Verdi di Trieste che «prosegue il percorso di risanamento previsto specie in relazione al controllo dei costi, aspetto in cui la Fondazione eccelle», come pure il Massimo di Palermo che consegue «risultati in linea con il piano» ed il Petruzzelli di Bari che «ha nei bassi costi strutturali di gestione il proprio punto di forza», non può dirsi altrettanto del Maggio musicale fiorentino che «ha costi elevati (spettacoli, teatro, marketing, management), ricavi da sponsor inferiori alle attese, non ha impostato una gestione ordinaria efficace e conseguirà nel 2015 una perdita operativa e di cassa importante nonostante un risultato netto positivo per partite contabili»;
   il documento del commissario spiega poi nel dettaglio quanto è accaduto nel 2015, fornendo molte cifre: con riguardo al margine operativo lordo dei vari teatri lirici, in cinque casi è positivo (Napoli, Roma, Trieste, Bari e Palermo), in tre negativo (Genova, Firenze e Bologna) ed in un solo caso – quello di Napoli – il risultato nel 2015 (di 450 mila euro) è meglio delle promesse del piano di risanamento. In due casi – Bari e Genova – il risultato reale è identico alle promesse fatte l'anno precedente, mentre gli altri cinque teatri lirici hanno avuto risultati inferiori alle promesse, qualcuno di pochissimo (Trieste, Palermo e Roma), altre di molto (Bologna e Firenze), con il Maggio musicale fiorentino risultante il peggiore in assoluto per distanza fra risultato atteso e risultato conseguito (doveva andare in attivo di 2,76 milioni di euro, chiude in passivo per 1,54 milioni con una differenza di 4,30 milioni di euro);
   la questione è stata riportata anche a mezzo stampa il 21 febbraio 2016 dal quotidiano Libero, in un articolo a firma Bechis, che denuncia «Questo mare che a Firenze c’è fra il dire e il fare appare in ogni voce: i costi totali secondo promesse sarebbero dovuto ammontare a 30 milioni di euro, e invece sono stati 34 milioni. I costi del personale dovevano essere di 18 milioni di euro, sono stati di 20 milioni, e così via per tutte le voci. Il Maggio musicale fiorentino insomma ricorda molto da vicino i conti dello Stato nell'era Renzi: grandissime promesse, risultati scarsini»;
   tutta la vicenda denota, a giudizio dell'interrogante, un evidente conflitto di interessi nell'operato del Governo –:
   come spieghi il Governo i fatti di cui in premessa, con specifico riguardo alla maggiore erogazione all'ente musicale fiorentino, posto che ad avviso dell'interrogante nei riguardi del predetto ente c’è stato un trattamento di favore, e di contro un trattamento discriminatorio nei confronti degli altri sette teatri lirici, in contrasto con il dettame di legge che prevede il rapporto «contributi-virtuosità di comportamento-risanamento». (3-02065)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lotta contro la discriminazione

risanamento

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