ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01681

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 477 del 08/09/2015
Firmatari
Primo firmatario: MATARRESE SALVATORE
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 08/09/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
D'AGOSTINO ANGELO ANTONIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 08/09/2015
DAMBRUOSO STEFANO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 08/09/2015
VARGIU PIERPAOLO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 08/09/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 08/09/2015
Stato iter:
09/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/09/2015
Resoconto MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 09/09/2015
Resoconto GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 09/09/2015
Resoconto MATARRESE SALVATORE SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/09/2015

SVOLTO IL 09/09/2015

CONCLUSO IL 09/09/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01681
presentato da
MATARRESE Salvatore
testo presentato
Martedì 8 settembre 2015
modificato
Mercoledì 9 settembre 2015, seduta n. 478

   MATARRESE, D'AGOSTINO, DAMBRUOSO e VARGIU. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   ad agosto 2015, i tecnici di Goletta Verde – Legambiente hanno presentato alla stampa il consueto monitoraggio scientifico delle acque marine italiane, denunciando le situazioni di inquinamento e di insufficienza depurativa che le mettono maggiormente a rischio;
   da quanto si evince dal rapporto, nonostante il generale miglioramento rispetto agli anni precedenti, «su 266 campioni di acqua analizzati dal laboratorio mobile di Goletta Verde, il 45 per cento è risultato con cariche batteriche superiori ai limiti imposti dalla normativa. Si tratta di un punto inquinato ogni 62 chilometri di costa»;
   secondo il rapporto, il 50 per cento dei punti inquinati sarebbero localizzati «presso spiagge (quasi sempre libere) con un'alta affluenza di bagnanti, dove di fatto la balneazione è abituale. Dei 120 punti inquinati e fortemente inquinati secondo il giudizio di Goletta Verde, ben il 49 per cento risulta non campionato dalle autorità competenti, cioè non sottoposto a nessun tipo di controllo sanitario. Addirittura il 38 per cento dei punti scovati dai tecnici di Legambiente, nel Portale delle acque del Ministero della salute risulterebbero balneabili, talvolta in classe eccellente»;
   le cause di inquinamento sono diverse e i numeri evidenziano la gravità della situazione. Sono state, infatti, «ben 14.542 le infrazioni accertate dalle forze dell'ordine e dalle capitanerie di porto per reati inerenti il mare e la costa nel corso del 2014. Circa 40 al giorno, 2 per ogni chilometro di costa, lievemente in crescita rispetto al 2013, quando le infrazioni erano state 14.504. Sono 18.000 le persone denunciate o arrestate con 4.777 sequestri eseguiti dalle autorità competenti. Numeri impressionanti che evidenziano la gravità delle attività illegali lungo le coste e nei mari del nostro Paese»;
   la singolare e poco onorevole classifica delle illegalità divise per regione, e contenuta nel rapporto, vede al primo posto «la Puglia, con 3.164 infrazione accertate (il 21,8 per cento del totale nazionale), seguita dalla Sicilia con 2.346 (16,1 per cento), dalla Campania con 1.837 (12,6 per cento) e dalla Calabria con 1.370 (12,6 per cento); l'elenco delle infrazioni rilevate per chilometro di costa, su scala regionale, vedono la Campania prima con 3,9, seguita dalla Puglia con 3,7, tallonata dal Molise con 3,1, dalla Liguria con 3 e dalle Marche con 2,9. Si distingue la buona performance della Sardegna, con qualche criticità riscontrata solo in corrispondenza di foci di fiumi o canali. Poche le criticità riscontrate anche nelle regioni dell'alto Adriatico (Veneto e Friuli Venezia Giulia), complice anche il periodo di campionamento (ad inizio giugno 2015, quindi a stagione balneare appena cominciata)»;
   la causa principale dell'inquinamento delle acque rilevato da Goletta Verde sarebbe essenzialmente da ascrivere agli scarichi non depurati che attraverso fiumi, fossi e piccoli canali si riversano direttamente in mare. A conferma del deficit infrastrutturale relativo al trattamento dei reflui urbani, e quindi del relativo mancato rispetto della «Direttiva 91/271/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1991, concernente il trattamento delle acque reflue urbane», risultano due sentenze di condanna emesse dalle autorità europee, rispettivamente nel 2012 e nel 2014, ed una procedura d'infrazione ancora aperta nei confronti del nostro Paese; le inadempienze dello Stato italiano non sono soltanto causa di un danno all'ambiente ma anche all'economia: il rapporto stima, infatti, che le sanzioni dell'Unione europea siano pari a 485 milioni di euro l'anno dal 2016 e fino al completamento delle opere;
   da quanto si evince dal portale del Governo http://italiasicura.governo.it, «le risorse per intervenire ci sono ma non vengono spese. Solo nel 2011 e nel 2012, con tre delibere del Cipe, sono state finanziate a fondo perduto opere idriche per complessivi 2,5 miliardi di euro nelle regioni del Sud (Cipe 62/2011 per 695 milioni, CIPE 87/2012 per 121 milioni e CIPE 60/2012 per 1,6 miliardi). Inoltre, dal 2007 i fondi strutturali europei rappresentavano un tesoretto da avviare a cantiere per circa 4,3 miliardi di euro per 1.296 interventi. Il monitoraggio ha verificato che appena 76 risultano oggi completati per circa 47 milioni di euro, 768 sono in corso per 1,5 miliardi di euro, mentre i restanti 452 per 2,7 miliardi di euro li abbiamo trovati bloccati e non progettati e sono in fase di avviamento (...)»;
   il Governo è intervenuto secondo le disposizioni del provvedimento «sblocca Italia», stabilendo la revoca delle risorse stanziate dai soggetti attuatori inadempienti e l'invio di commissari governativi con l'obiettivo di aprire i cantieri;
   a seguito degli stati generali #acquepulite del 24 marzo 2015 con la ricognizione puntuale delle inadempienze che hanno portato alle sanzioni comunitarie e le strategie per rilanciare il settore idrico, la struttura di missione della Presidenza del Consiglio dei ministri #italiasicura ha convocato a Roma il 13 aprile 2015 regioni, enti e autorità idriche locali con l'Associazione nazionale delle autorità e degli enti d'ambito (Anea) e l'Autorità nazionale per l'energia elettrica, il gas e il settore idrico, i sindaci delle 14 città metropolitane. All'ordine del giorno vi era l'urgenza dell'accelerazione degli investimenti nel settore idrico, l'aggiornamento sullo stato di infrazione e della ripartizione su base regionale delle sanzioni comunitarie e la verifica dello stato di applicazione della «legge Galli» del 1994 nelle 5 regioni inadempienti (Sicilia, Calabria, Campania, Lazio e Molise) e applicazione dell'articolo 7 dello «sblocca Italia» (decreto-legge n. 133 del 2014);
   il Governo, tramite la struttura di missione, si sarebbe impegnato ad intervenire su monitoraggio, scarichi industriali, depuratori, riutilizzo di acque reflue, fitodepurazione attraverso un piano di 20 miliardi in sei anni;
   secondo quanto si evince dal portale del Governo, l'Esecutivo «prova a recuperare il tempo perduto per le opere su depuratori e reti fognarie finanziate nel 2012 con la delibera Cipe n. 60: il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sulla base dell'articolo 7, commi 6-7 dello “sblocca Italia”, ha pronta la lista dei primi 36 interventi da commissariare, per un valore di 634 milioni di euro (...)»;
   la situazione, secondo le predette fonti, sembrerebbe «tuttavia quasi disperata: la delibera Cipe 60/2012 stanziava 1.643 milioni di euro Fesr e Fas, sbloccando opere per 1,8 miliardi di euro, per tentare di risolvere le infrazioni europee in corso sulle acque reflue al Sud. Interventi da realizzare e mettere in funzione entro quest'anno. Ma a distanza di tre anni sono stati firmati contratti solo per 69 opere su 180, pari a 367 milioni di euro su 1.807 (il 20 per cento), e i lavori sono partiti solo su 32 opere, per 148 milioni di euro. Interventi per oltre 1,4 miliardi di euro sono ancora bloccati, in gran parte ancora in progettazione» –:
   quali siano le iniziative che il Governo intende assumere per garantire la salvaguardia e la conservazione del patrimonio naturale nazionale marino e costiero che attualmente risulta minacciato da processi di inquinamento in atto, che determinano non solo un danno all'ambiente e al turismo, ma anche danni economici dovuti alle procedure di infrazione e alle relative sentenze di condanna, e quale sia lo stato di attuazione del piano della struttura di missione e dei provvedimenti assunti con lo «sblocca Italia» per far fronte alle opere previste per la mitigazione del deficit infrastrutturale relativo alla depurazione delle acque reflue.
(3-01681)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

inquinamento idrico

sanzione comunitaria

acque di scarico