ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/01475

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 421 del 05/05/2015
Firmatari
Primo firmatario: RICCIATTI LARA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 05/05/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCOTTO ARTURO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/05/2015
FERRARA FRANCESCO DETTO CICCIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/05/2015
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/05/2015
PLACIDO ANTONIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/05/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 05/05/2015
Stato iter:
06/05/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/05/2015
Resoconto RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 06/05/2015
Resoconto GUIDI FEDERICA MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 06/05/2015
Resoconto RICCIATTI LARA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 06/05/2015

SVOLTO IL 06/05/2015

CONCLUSO IL 06/05/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01475
presentato da
RICCIATTI Lara
testo presentato
Martedì 5 maggio 2015
modificato
Mercoledì 6 maggio 2015, seduta n. 422

   RICCIATTI, SCOTTO, FERRARA, AIRAUDO e PLACIDO. Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   il gruppo Prysmian è una realtà multinazionale che opera nel settore dei cavi e sistemi per l'energia e le telecomunicazioni. Il gruppo vanta nel 2013 un fatturato di circa 7 miliardi di euro e una presenza in 50 Paesi con 91 stabilimenti e circa 19.000 dipendenti, posizionandosi, in particolare, nella fascia di mercato a più elevato contenuto tecnologico;
   nel settore dell'energia, il gruppo Prysmian opera nel business dei cavi e sistemi terrestri e sottomarini per la trasmissione di energia, cavi speciali per applicazioni in diversi settori industriali e cavi di media e bassa tensione per le costruzioni edili e le infrastrutture, mentre per il settore delle telecomunicazioni produce cavi e accessori per la trasmissione di voce, video e dati, con fibra ottica, cavi ottici e in rame e sistemi di connettività;
   in Italia il gruppo opera attraverso la società Prysmian cavi e Sistemi Italia srl, con sede legale a Milano, in Viale Sarca 222;
   Prysmian produce in Italia negli stabilimenti di Merlino (Lodi), Giovinazzo (Bari), Pignataro Maggiore (Caserta), Livorno, Ascoli Piceno, Origgio (Varese) e Quattordio (Alessandria) cavi e accessori per la generazione, il trasporto e la distribuzione dell'energia elettrica; per il cablaggio di navi, per i sistemi di sollevamento, per treni e metropolitane; per le linee ferroviarie, per ascensori, per l'alimentazione e il controllo di impianti industriali, per le energie rinnovabili, come il fotovoltaico e l'eolico. Inoltre, Prysmian Italia è il centro di eccellenza per la progettazione, la vendita e la produzione di cavi ed accessori dedicati ad impianti petrolchimici e di estrazione, infrastrutture e piattaforme offshore;
   attraverso la società Prysmian powerLink srl, il gruppo produce – nello stabilimento di Arco Felice (Napoli) – cavi sottomarini, impiegati per la realizzazione dei più grandi collegamenti esistenti al mondo, mentre nell'ambito del business telecomunicazioni, Prysmian Italia opera sul mercato italiano ed estero con una struttura dedicata, la società Fibre ottiche Sud srl di Battipaglia (Salerno) è specializzata nella produzione di fibre ottiche;
   si tratta, quindi, di un'azienda ad alto contenuto tecnologico e con una consistente presenza in Italia, con fatturati in attivo e leadership nel settore riconosciuta a livello mondiale;
   il gruppo Prysmian group nel contratto di sviluppo 2014, presentato dall'agenzia Invitalia, ha presentato un progetto di investimento di 48 milioni di euro nei tre stabilimenti di Arco Felice (Napoli), Battipaglia (Salerno) e Pignataro Maggiore (Caserta), che prevede il miglioramento dell'efficienza della filiera produttiva dei cavi sottomarini, tramite utilizzo di nuove tecnologie e impianti innovativi, con agevolazioni pari a 32 milioni di euro circa, di cui 13 milioni di euro circa a fondo perduto e 19 milioni di euro circa in finanziamento agevolato, con il fine di salvaguardare ed incrementare l'occupazione;
   il 27 febbraio 2015 la società ha annunciato la propria volontà di chiudere lo stabilimento di Ascoli Piceno, che conta 120 dipendenti e dal quale dipendono numerose società dell'indotto piceno;
   il 29 aprile 2015, al tavolo tenutosi presso il Ministero dello sviluppo economico tra azienda, organizzazioni sindacali e istituzioni, Prysmian ha la ribadito la volontà di chiudere lo stabilimento di Ascoli Piceno, affermando di essere pure disposta a restituire i finanziamenti europei ricevuti per gli stabilimenti di Fos di Battipaglia e Arco Felice di Napoli. In particolare, la Prysmian, secondo quanto risulta, intende garantire investimenti in altri stabilimenti presenti in altre regioni dove sarebbe pronta a ricollocare i 120 dipendenti di Ascoli e la riunione si è, dunque, conclusa con l'impegno da parte del Governo a mantenere aperto il tavolo ministeriale fino al raggiungimento di una soluzione condivisa;
   in particolare, secondo fonti sindacali, il Governo avrebbe chiesto che si apra un confronto sul piano sociale per arrivare nelle prossime settimane a un accordo di programma per Ascoli con investimenti per la reindustrializzazione: piano rispetto al quale la Prysmian stessa dovrebbe essere chiamata a contribuire;
   ad avviso degli interroganti il rifiuto della Prysmian di ripensare il proprio piano industriale è da considerarsi sotto il profilo industriale e occupazionale del tutto inaccettabile. Si tratterebbe, infatti, di una decisione paradossale, visto che chiuderebbe proprio uno stabilimento che da sempre si è contraddistinto in termini di efficienza;
   il sito produttivo di Ascoli Piceno è il più efficiente del gruppo e da 15 anni circa registra il raggiungimento di tutti gli obiettivi di produzione;
   sono, inoltre, immaginabili, anche nel caso della ricollocazione in altri sedi, i gravi disagi che i 120 lavoratori dello stabilimento di Ascoli potrebbero dover affrontare. Si pensi soltanto all'ipotesi di trasferimento in altri stabilimenti situati a centinaia di chilometri di distanza dal luogo di residenza, che costringerebbe i lavoratori a riprogrammare la propria vita e quella delle proprie famiglie, sopportando ulteriori spese che contrarrebbero sensibilmente la loro disponibilità economica;
   si considerino pure le gravi ripercussioni economiche che ne deriverebbero su un territorio già colpito significativamente da crisi industriali. Il territorio piceno ha, infatti, visto negli ultimi sei anni una continua delocalizzazione delle multinazionali con la chiusura di importanti stabilimenti industriali, una perdita considerevole di posti di lavoro e l'incremento della disoccupazione –:
   quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per scongiurare la chiusura dello stabilimento di Ascoli Piceno – che sinora si è sempre distinto per l'elevata competitività nell'articolato panorama del gruppo – e impedire la conseguente desertificazione industriale e occupazionale che ne deriverebbe per l'intero territorio marchigiano. (3-01475)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cessazione d'attivita'

conservazione del posto di lavoro

conseguenza economica