ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01361

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 391 del 13/03/2015
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/03776
Abbinamenti
Atto 3/01067 abbinato in data 17/03/2015
Atto 3/01362 abbinato in data 17/03/2015
Atto 3/01363 abbinato in data 17/03/2015
Atto 3/01365 abbinato in data 17/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: IACONO MARIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/03/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
AGOSTINI ROBERTA PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015
POLLASTRINI BARBARA PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015
ALBANELLA LUISELLA PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015
AMODDIO SOFIA PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015
CULOTTA MAGDA PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015
PICCIONE TERESA PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015
VILLECCO CALIPARI ROSA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015
ZAPPULLA GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015
CAPODICASA ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015
GRECO MARIA GAETANA PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015
GULLO MARIA TINDARA PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015
CARDINALE DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015
FABBRI MARILENA PARTITO DEMOCRATICO 13/03/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 13/03/2015
Stato iter:
17/03/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 17/03/2015
Resoconto MANZIONE DOMENICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
 
REPLICA 17/03/2015
Resoconto IACONO MARIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 17/03/2015

DISCUSSIONE IL 17/03/2015

SVOLTO IL 17/03/2015

CONCLUSO IL 17/03/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01361
presentato da
IACONO Maria
testo presentato
Venerdì 13 marzo 2015
modificato
Martedì 17 marzo 2015, seduta n. 393

   IACONO, ROBERTA AGOSTINI, LENZI, POLLASTRINI, ALBANELLA, AMODDIO, CULOTTA, PICCIONE, VILLECCO CALIPARI, ZAPPULLA, CAPODICASA, GRECO, GULLO, CARDINALE e FABBRI. – Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali . – Per sapere – premesso che:
   dalla stampa e in particolare da un'inchiesta a firma di Antonello Mangano pubblicata dal settimanale l'Espresso si apprende la gravissima e inquietante situazione che riguarda delle donne, in questo caso prevalentemente rumene, che lavorano nelle campagne della zona di Ragusa, vittime di spaventose violenze e sfruttamento sessuale e lavorativo;
   le campagne iblee rappresentano uno dei distretti ortofrutticoli più importanti d'Italia, il centro di un sistema produttivo che esporta in tutta Europa grazie al clima e alla composizione del terreno durante tutto l'anno;
   un tipo di coltivazione così «intensa» richiede moltissima manodopera;
   sono migliaia dunque le donne dell'est che lavorano nelle campagne e che vivono segregate in casali isolati, spesso con i figli piccoli;
   dall'inchiesta de l'Espresso risulta che, in questo totale isolamento, esse si trovino costrette a subire ogni genere di violenza sessuale: si racconta, nell'omertà e nell'acquiescenza di tutti, di una realtà fatta di «festini» forzati nei casali sperduti nella campagna, di segregazione, di sfruttamento e di aborti;
   viene rimandata un'immagine delle campagne del nostro Paese come luogo sempre più borderline, dove la ricerca del lavoro rischia di unirsi sempre più a fenomeni criminali e di sfruttamento;
   le donne rumene che lavorano delle campagne del ragusano sono, come molte altre donne, con la medesima storia: arrivano in Italia con la speranza di un futuro migliore, non solo dal punto di vista economico, poiché spesso fuggono da contesti familiari difficili e matrimoni deludenti, convinte che qui le prospettive siano più allettanti e gli uomini meno maschilisti;
   l'emigrazione rumena, come quella che segna molti altri Paesi dell'Est Europa, ha subito negli ultimi anni una fortissima femminilizzazione, dovuta in gran parte all'offerta di lavoro domestico e di cura nelle società di arrivo, che richiedono per questo tipo di occupazione soprattutto donne, ma anche al fatto che le madri, le figlie, le mogli rumene sembrano essere quelle cui sono maggiormente delegate, più in generale, la fatica del lavoro e la responsabilità di sostenere la famiglia in tutte le sue dimensioni;
   come un rapporto elaborato dall’«Associazione per i diritti umani» di Vittoria sull'immigrazione femminile nella fascia trasformata del ragusano illustra nel dettaglio, le donne rumene trovano nel lavoro e nell'indipendenza la fondamentale ragione della loro migrazione: la loro principale occupazione è proprio quella di operaie agricole e quasi tutte sono occupate per 10, 11 mesi l'anno;
   in Romania, del resto, moltissime sono le donne ancora impiegate nel settore agricolo e per alcune di loro, quindi, partire dal loro Paese per lavorare altrove, ancora una volta da contadine, sembra una scelta assolutamente percorribile;
   a denunciare per primo questo vergognoso fenomeno, particolarmente diffuso nelle piccole aziende di Vittoria a conduzione familiare, ma non solo, è stato Don Beniamino Sacco, della parrocchia di Santo Spirito, a Vittoria grazie al quale anni fa è stato incarcerato uno degli sfruttatori, secondo il quale «l'arrivo di donne dell'Est ha scombussolato il panorama agricolo siciliano, in cui la moglie del proprietario sta a casa e difficilmente lavora nelle campagne. Questa presenza femminile ha destato inizialmente curiosità e, in seguito, un vero e proprio scompenso sociale. Si cominciava a dire che i proprietari avessero «riscoperto il piacere della campagna» poiché alla sera tornavano a casa sempre più tardi. Molte famiglie sono entrate in crisi»; in realtà, si faceva strada la tentazione della violenza legata allo sfruttamento e al degrado: una ricerca condotta dall’«Associazione per i diritti umani» di Vittoria rivela di abitazioni nelle quali «I buchi nel soffitto fanno passare l'acqua piovana. Le mura sono erose dall'umidità. Proliferano i miceti, con conseguenti patologie come l'asma in soggetti, soprattutto in tenera età, prima perfettamente sani. Il tutto nel totale disinteresse del locatario»;
   di fronte a certi orrori lo sfruttamento sul lavoro passa quasi in secondo piano, anche se significa salari da dieci euro al giorno, temperature di fuoco sotto i teloni, veleno che può rovinare i polmoni, la pelle, gli occhi, per tacere delle «fumarole»: quando di notte bruciano piante secche e fili di nylon, di mattina si soffoca;
   nella zona in passato sono intervenuti sia Emergency che Medici senza frontiere;
   Vittoria è il primo comune in Italia per estensione delle coltivazioni plastificate e per numero di aborti in proporzione al numero di abitanti: spesso le rumene che abortiscono sono giovanissime e arrivano in ambulatorio accompagnate da uomini, che spesso sono i proprietari delle serre in cui lavorano;
   nelle campagne isolate della provincia ragusana sembra essere tutto lecito, come testimoniato da molte delle vittime: ad approfittare di loro pare siano un po’ tutti, senza distinzione, dai capi ai loro familiari fino ad arrivare ad amici e conoscenti, nella più totale omertà, anche della comunità d'origine: i mariti delle vittime, quando ci sono, spesso nascondono la testa sotto la sabbia, per paura, per necessità;
   «Se non ci fossero i migranti, la nostra agricoltura si bloccherebbe», dice a l'Espresso Giuseppe Nicosia, sindaco di Vittoria «C’è una buona integrazione, ma la violenza sulle donne è un peso sulla coscienza di tutti. Un fenomeno disgustoso, anche se in regressione. Così si produce l'ortofrutta che troviamo in tutti i supermercati. Abbiamo circa 3000 aziende agricole di piccola e media dimensione, è la più grossa espressione dell'ortofrutta meridionale, oltre che il mercato è il più importante d'Italia di prodotto confezionati»;
   nel 2011 risultavano regolarmente registrati 11.845 migranti, una stima di quelli che lavorano nelle serre oscilla tra 15 mila e 20 mila: Giuseppe Scifo della Flai Cgil spiega che allo sfruttamento lavorativo si aggiunge la segregazione. Per questo è stato avviato il progetto Solidal transfert, un pulmino che permette di spostarsi senza dipendere dai padroni;
   quello che emerge dall'articolo di Antonello Mangano è un quadro desolante: si scopre di rumene costrette a prostituirsi (a volte con la consapevolezza dei mariti, spaventati dalla possibilità di perdere il lavoro) per dell'acqua o per non perdere la possibilità di recarsi in paese con i figli; si scopre di donne minacciate con le pistole per prestazioni sessuali da «padroni» con la compiacenza delle mogli –:
   quali iniziative urgenti i Ministri interrogati intendano adottare al fine di fare luce su tale inquietante situazione e quali misure, immediate e di lungo periodo, ritengano di dover predisporre al fine di proteggere queste donne e i loro figli da tali indicibili violenze e dallo sfruttamento nonché al fine di ripristinare la legalità.
(3-01361)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

manodopera agricola

diritti umani

partecipazione delle donne