ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/00984

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 279 del 05/08/2014
Firmatari
Primo firmatario: PELLEGRINO SERENA
Gruppo: SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 05/08/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORDO FRANCO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/08/2014
MARCON GIULIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/08/2014
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 05/08/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 05/08/2014
Stato iter:
06/08/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/08/2014
Resoconto PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 06/08/2014
Resoconto GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 06/08/2014
Resoconto PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 06/08/2014

SVOLTO IL 06/08/2014

CONCLUSO IL 06/08/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00984
presentato da
PELLEGRINO Serena
testo presentato
Martedì 5 agosto 2014
modificato
Mercoledì 6 agosto 2014, seduta n. 280

   PELLEGRINO, FRANCO BORDO, MARCON e ZARATTI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   nella zona di Refrontolo, il torrente Lierza – per la potenza e l'intensità delle piogge cadute nella sera del 2 agosto 2014 – ha tracimato e ha investito una zona dove si stava tenendo una festa paesana della pro loco uccidendo quattro persone;
   questa tragedia non è dovuta solamente e genericamente al «maltempo» e all'eccezionalità delle piogge di quelle ore; infatti, negli scorsi mesi il rischio di un territorio come quello dell'Alta Marca trevigiana – devastato da sbancamenti, disboscamenti e in degrado per l'incuria delle sponde naturali e degli argini dei corsi d'acqua – si era palesato con tutta la sua evidenza;
   il Lierza era già esondato nel mese di febbraio 2014, a causa del cedimento di una collina che aveva riversato nel torrente fanghi e detriti. La località di Refrontolo era stata già minacciata in passato da ben tre frane. Ma in tutta la zona molti centri sono stati colpiti e minacciati in passato: Follina Tarzo, Cison di Valmarino, Farra di Soligo e altri. La stessa Pieve di Soligo – che ha dato i natali al poeta Andrea Zanzotto, che negli ultimi anni della sua vita ha denunciato la devastazione del paesaggio in Veneto – è stato più volte allagato dall'esondazione del torrente Soligo, le cui sponde naturali hanno ceduto in più punti;
   in tutta la zona abitazioni, vigneti e strade sono state colpite o minacciate in questi anni da esondazioni, frane, anche a causa di sbancamenti di colline attraverso terrazzamenti per lasciare spazio ad attività economiche, senza tener conto di nessuna condizione di sicurezza ambientale, umana e soprattutto della compatibilità idraulica fra l'agricoltura e la sicurezza del territorio;
   il Veneto e l'Italia hanno bisogno di interventi per la messa in cura e in sicurezza del territorio;
   il Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali Giuseppe Castiglione, nella seduta della Camera n. 264 di martedì 15 luglio 2014, rispondendo all'interrogazione «Iniziative per contrastare il dissesto idrogeologico, con particolare riferimento alle aree agricole – n. 3-00715» ha ammesso: «(...) Per quanto concerne, invece, le informazioni richieste in merito al piano contro il dissesto idrogeologico del 2010 e all'opportunità di adottare un attinente piano nazionale strutturale, considerata la competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, fornisco anche alcune informazioni che al riguardo sono state acquisite. Riguardo alla programmazione dell'ultimo triennio, l'articolo 2, comma 240, della legge n. 191 del 2009 ha destinato le risorse assegnate per gli interventi di risanamento ambientale, di cui alla delibera Cipe n. 83 del 6 novembre 2009 (pari ad un miliardo di euro), ai piani straordinari diretti a rimuovere in tutto il Paese le situazioni a più elevato rischio idrogeologico. La medesima norma ha anche stabilito che detti programmi straordinari potessero essere attuati anche tramite accordi di programma, che, dai primi mesi del 2010, sono stati sottoscritti tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con le competenti regioni. Detti accordi individuano e finanziano interventi per la messa in sicurezza della popolazione e del territorio, individuati anche coinvolgendo l'autorità di bacino e il dipartimento della protezione civile. Si tratta di interventi diretti prioritariamente alla salvaguardia della vita umana attraverso la riduzione del rischio idraulico, di frana e di difesa della costa, sia mediante la realizzazione di nuove opere, sia con azioni di manutenzione ordinaria e straordinaria. Il valore complessivo degli accordi sottoscritti, considerate le risorse statali del fondo per le aree sottoutilizzate destinate dalla legge finanziaria 2010, quelle di bilancio messe a disposizione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e quelle regionali ammonta a circa 2.097 milioni di euro, per oltre 1.600 interventi finanziati, suddivisi in ulteriori stralci funzionali;
   alla fine del 2011, tuttavia, considerato che al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare risultavano effettivamente solo 100 milioni di euro delle risorse statali del fondo per le aree sottoutilizzate inizialmente previste e che, in molti casi, anche le risorse del fondo per le aree sottoutilizzate regionali non erano ancora disponibili, il piano straordinario per il dissesto in molte regioni ha incontrato, obiettivamente, notevoli difficoltà di attuazione, con la conseguente necessità di rimodulare gli accordi già sottoscritti, con evidente pregiudizio dell'azione dello Stato nel campo della difesa del suolo. Ciononostante, a fine dicembre 2011 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero per la coesione territoriale, ha avviato un'attività per recuperare una parte importante delle risorse originarie del dissesto idrogeologico attraverso le risorse statali del fondo per le aree sottoutilizzate, riuscendo in tal modo ad inserire nell'ambito del piano nazionale per il Sud (previsto dalla delibera Cipe n. 1 del 2011) tutti gli interventi già individuati negli accordi di programma con le regioni del Mezzogiorno. Le regioni coinvolte attivamente nel processo sono state la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Sicilia il Molise, la Puglia e la Sardegna;
   l'attività si è conclusa con l'emanazione della delibera Cipe n. 8 del 2012, che prevede il finanziamento di 518 interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per complessivi 674 milioni di euro, di cui solo 60 milioni sono assegnati al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, mentre i restanti sono stati trasferiti direttamente alle regioni;
   manca a parere degli interroganti un disegno complessivo da parte del Governo rispetto alla grave situazione che il Paese sta vivendo per quanto riguarda il dissesto idrogeologico sul nostro Paese;
   l'incapacità di spendere le risorse, peraltro risorse del tutto inadeguate, stanziate in questi anni per la difesa del suolo è uno dei motivi dei gravi problemi che ostacolano l'avvio di un serio programma di messa in sicurezza del territorio;
   ad oggi nel 2014, cioè nell'anno corrente, di fatto il nostro Paese sta incominciando ad attivare quell'impegno di spesa di programmazione previsto quattro anni fa, cioè nel 2010, con cui non si coprono tutte le risorse previste in quel piano. In più si ha un'altra serie di previsioni, che però rimangono tali –:
   quali misure immediate intenda adottare per mettere in sicurezza le colline e le sponde naturali dei torrenti, evitare i disboscamenti e gli sbancamenti dannosi e la cementificazione selvaggia del territorio e attivare un monitoraggio continuo sulle emergenze ambientali e sulle aree critiche di questa regione, il cui paesaggio è stato devastato in questi anni da uno sviluppo economico e urbanistico indiscriminato. (3-00984)

Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

TREVISO,TREVISO - Prov,VENETO

EUROVOC :

disastro naturale

impatto ambientale

regione agricola

inondazione

inquinamento dei corsi d'acqua

protezione dell'ambiente