Legislatura: 17Seduta di annuncio: 234 del 27/05/2014
Primo firmatario: BUSIN FILIPPO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 27/05/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma GIORGETTI GIANCARLO LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 ALLASIA STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 ATTAGUILE ANGELO LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 BORGHESI STEFANO LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 BOSSI UMBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 BRAGANTINI MATTEO LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 BUONANNO GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 CAON ROBERTO LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 CAPARINI DAVIDE LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 GRIMOLDI PAOLO LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 GUIDESI GUIDO LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 INVERNIZZI CRISTIAN LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 MARCOLIN MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 MOLTENI NICOLA LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 PINI GIANLUCA LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 PRATAVIERA EMANUELE LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014 RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE 27/05/2014
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 27/05/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 28/05/2014 Resoconto BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE RISPOSTA GOVERNO 28/05/2014 Resoconto PADOAN PIETRO CARLO MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE) REPLICA 28/05/2014 Resoconto BUSIN FILIPPO LEGA NORD E AUTONOMIE
DISCUSSIONE IL 28/05/2014
SVOLTO IL 28/05/2014
CONCLUSO IL 28/05/2014
BUSIN, GIANCARLO GIORGETTI, ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI, MATTEO BRAGANTINI, BUONANNO, CAON, CAPARINI, FEDRIGA, GRIMOLDI, GUIDESI, INVERNIZZI, MARCOLIN, MOLTENI, GIANLUCA PINI, PRATAVIERA e RONDINI. —
Al Ministro dell'economia e delle finanze
. — Per sapere – premesso che:
la crisi ha colpito in modo drammatico il sistema produttivo italiano, costretto ad operare con gravi svantaggi competitivi rispetto ad altri Paesi dell'Unione europea, in particolare alla Germania, che precede il nostro Paese nella classifica dei Paesi con maggiore produzione manifatturiera e con la quale l'Italia è in diretta concorrenza in molteplici settori industriali;
le aziende italiane non riescono a sopportare ulteriormente un sistema giudiziario praticamente alla paralisi e riconosciuto fra i fattori che più scoraggiano gli investimenti, sia interni che soprattutto esteri in Italia, la più alta pressione fiscale sui redditi d'impresa fra i Paesi Ocse, di oltre 20 punti superiore a quella tedesca, il tax rate complessivo è arrivato ad oltre il 68,3 per cento, un costo dell'energia fra i più alti in Europa (+40 per cento la bolletta elettrica in 2 anni) ed una burocrazia che costa, secondo il centro studi di Confindustria, oltre 30 miliardi di euro al sistema delle piccole e medie imprese italiane;
a tali evidenti svantaggi non è consentito rimediare con svalutazioni monetarie compensative, dal momento che si è costretti ad operare con una valuta unica in un sistema di cambi fissi, qual è l'euro, attualmente a livelli insostenibili per l'economia italiana;
in questo quadro desolante non stupiscono i dati, in continuo aumento, sul numero di aziende che falliscono (+4,6 per cento nel I quadrimestre 2014 rispetto al 2013), cessano l'attività o richiedono il concordato. Dal 2007 ad oggi l'Italia ha perso il 25 per cento della produzione industriale e il 40 per cento nel settore delle costruzioni. Molte aziende chiudono per mancanza di liquidità, dal 2008 le banche hanno diminuito del 36 per cento i prestiti alle piccole e medie imprese, di queste il 20 per cento lo ha fatto a causa dei mancati pagamenti da parte della pubblica amministrazione;
logica conseguenza di questa situazione è, pertanto, il negativo dato sulla disoccupazione, oggi al 12,7 per cento, ma che raggiunge picchi del 41,6 per cento tra i giovani, così che il tasso di occupazione si ritrova sotto quota 60 per cento quando la media europea è del 68,3 per cento e in Germania è del 72 per cento;
è concreto il rischio che vada perduto definitivamente il patrimonio di piccole e medie imprese vitale per l'economia italiana e da tempo si sente la necessità di escludere, ovvero poter dedurre, l'imu sui fabbricati strumentali, sia per l'oggettiva situazione che vede contrarsi utili d'impresa e valore degli asset immobiliari, sia perché dal 2014 si aggiunge al carico fiscale delle imprese anche la tasi;
già nel 2013, in fase di esame di alcuni provvedimenti legislativi di carattere finanziario, sono state presentate numerose richieste di rivedere l'attuale tassazione sugli immobili produttivi e, specificatamente, con l'accoglimento dell'ordine del giorno 9/01544-A/043, il Governo si impegnava a valutare l'opportunità di prevedere l'integrale deduzione delle spese sostenute per l'imposta municipale propria relativa agli immobili utilizzati per attività produttive dal reddito imponibile dei soggetti passivi dell'imposta sul reddito, sia ai fini ires che ai fini irap;
l'intervento previsto dalla legge di stabilità per l'anno 2014 appare insufficiente, laddove si prevede che l'imu relativa agli immobili strumentali delle imprese e dei professionisti sia solo in parte deducibile dal reddito di impresa a decorrere dal periodo d'imposta 2013 ma indeducibile ai fini irap, ed in ragione del fatto che tale deducibilità è stata fissata per l'anno 2014 ad un livello molto limitato, pari al 20 per cento –:
se, alla luce della grave crisi economica e della difficile situazione nella quale migliaia di aziende italiane si ritrovano oggi e in ragione della prossima scadenza per il versamento della prima rata dell'imu, fissata al 16 giugno 2014, non ritenga opportuno considerare la possibilità di assumere iniziative per prevedere l'integrale deduzione delle spese sostenute per l'imposta municipale propria relativa agli immobili utilizzati per attività produttive dal reddito imponibile dei soggetti passivi dell'imposta sul reddito, estendendo la stessa sia ai fini ires che ai fini irap e dando così seguito alle annunciate intenzioni del Governo in materia. (3-00843)
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