ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00022

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 9 del 16/04/2013
Firmatari
Primo firmatario: OTTOBRE MAURO
Gruppo: MISTO-MINORANZE LINGUISTICHE
Data firma: 11/04/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 11/04/2013
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 17/07/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00022
presentato da
OTTOBRE Mauro
testo di
Martedì 16 aprile 2013, seduta n. 9

   OTTOBRE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   Chico Forti, imprenditore trentino, è stato condannato il 15 giugno 2000 negli Stati Uniti, a conclusione di un processo che è durato soltanto 24 giorni, alla pena dell'ergastolo, perché ritenuto colpevole dell'omicidio di Dale Pike sulla base di prove del tutto inesistenti, come osservato in questi anni da legali, giornalisti, magistrati che hanno potuto valutare e che hanno inteso pronunciarsi sugli organi di stampa e in sede internazionale, chiedendo la revisione del processo;
   il fatto che il processo a Chico Forti si sia svolto in lesione dei principi del giusto processo, che sono nella Costituzione italiana e che dovrebbero ispirare i rapporti bilaterali con gli altri Paesi in materia di giustizia, è stato ampiamente documentato ed è drammaticamente palese nelle parole con cui il giudice ha motivato la sentenza: «la Corte non ha prove che Lei, signor Forti, abbia premuto materialmente il grilletto, ma ho la sensazione, al di là di ogni dubbio, che Lei sia stato l'istigatore del delitto»;
   la condanna di Chico Forti è stata pronunciata dal medesimo giudice che precedentemente aveva svolto le indagini sull'omicidio di Gianni Versace; indagini contestate da Chicco Forti, che è anche produttore televisivo, in un documentario girato sul caso;
   nel corso di questi anni sono state sempre più numerose le iniziative, dei familiari, della stampa, delle organizzazioni internazionali e da ultimo annunciate del Governo, affinché sia ottenuta la revisione di un processo in cui errori palesi, contraddizioni esplicite e omissioni gravissime hanno determinato la sentenza che da dodici anni costringe Chico Forti in carcere, come affermato ad esempio da magistrati quali Fernando Imposimato;
   nel giugno del 2012 il Governo, con il Ministro degli affari esteri di allora dopo aver ricevuto i familiari di Chico Forti il 30 maggio 2012, aveva preannunciato di voler adottare, di concerto con l'ambasciata italiana e i legali una strategia di difesa coordinata e «ogni possibile sostegno a Chicco Forti», la cui vicenda processuale è stata seguita dall'Ambasciata italiana negli Stati Uniti e dal Consolato generale di Miami in Florida;
   su iniziativa del Governo italiano nel settembre del 2012 è stato contattato un nuovo studio legale per predisporre una nuova istanza di revisione del processo, mentre i familiari dell'imprenditore trentino, come più volte affermato a loro nome dallo zio di Chico, Gianni Forti, sono impegnati nella raccolta dei fondi necessari ad avviare e sostenere la richiesta di revisione;
   le iniziative, gli appelli, i pronunciamenti in sede internazionale, presso le istituzioni, dei legali di difesa, nelle diffuse manifestazioni di solidarietà e di denuncia che ad esempio su internet, da parte di esponenti della cultura, del giornalismo e in primo luogo di cittadini (fra i quali lo stesso Chico Forte cita ciò che egli definisce «la lotta delle leonesse» a suo sostegno) e che hanno portato alla raccolta di un milione di firme, hanno un vincolo irrinunciabile nella testimonianza dell'innocenza di Chicco Forti, che egli ha ribadito in prima persona quando ha detto che «non ammetterò mai la mia colpevolezza, anche se un'eventuale ammissione potesse aiutarmi a tornare in Italia»;
   più in generale, nei rapporti fra Italia e Stati Uniti i problemi connessi alla diversità dei rispettivi sistemi giudiziari, in primo luogo con la esistenza della pena di morte in diversi Stati americani, si riflette nei molti casi giudiziari che hanno coinvolto oltre quattrocento cittadini italiani negli Stati Uniti, di cui 214 sono stati condannati;
   senza voler esprimere, perché non sarebbe né corretto né possibile, un giudizio su ognuno di tali casi, è tuttavia possibile sollecitare il Governo ad una valutazione che coinvolga non soltanto l'Italia ma l'Europa e le sue istituzioni, come la Corte di giustizia dell'Unione europea, o, al di là dell'ambito istituzionale, la Corte Europea per i diritti dell'uomo, in nome del trattato di Lisbona e di quel sistema di tutela dei diritti fondamentali che la convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo ha istituito;
   all'articolo 111 della Costituzione si afferma che «la giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge», che «ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a un giudice terzo e imparziale», che nel processo penale la legge assicura, fra l'altro, che la persona sia informata «della natura e delle motivazioni dell'accusa elevata a suo carico» e che «disponga del tempo e delle condizioni necessari per preparare la sua difesa», che «il processo penale è regolato dal principio del contraddittorio della prova»;
   non uno di tali principi costituzionali è stato rispettato nel processo che ha condannato Chico Forti –:
   quale sia l'orientamento del Governo e quali iniziative diplomatiche siano state effettivamente intraprese o si intenda assumere, nei rapporti con gli Stati Uniti e di sostegno ai familiari, affinché la richiesta di revisione del processo presso la Corte federale statunitense sia sostenuta e possa essere accolta;
   quali interventi il Governo italiano intenda adottare in sede comunitaria affinché la revisione del processo di Chico Forti sia materia di valutazione da parte delle istituzioni europee;
   quali iniziative ulteriori e urgenti il Governo intenda adottare a sostegno dei familiari di Chico Forti, impegnati in prima persona a far sì che il caso non abbia un epilogo silenzioso e in contraddizione con il nostro Stato di diritto e la tutela dei valori fondamentali della persona. (3-00022)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

Stati Uniti

Convenzione europea dei diritti dell'uomo

inchiesta giudiziaria

ambasciata

omicidio

pena di morte

sistema giudiziario