ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01872

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 826 del 04/07/2017
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: MISTO-UDC-IDEA
Data firma: 04/07/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUTTIGLIONE ROCCO MISTO-UDC-IDEA 04/07/2017
CERA ANGELO MISTO-UDC-IDEA 04/07/2017
DE MITA GIUSEPPE MISTO-UDC-IDEA 04/07/2017
PISICCHIO PINO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 04/07/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 04/07/2017
Stato iter:
07/07/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/07/2017
Resoconto BINETTI PAOLA MISTO-UDC-IDEA
 
RISPOSTA GOVERNO 07/07/2017
Resoconto BUBBICO FILIPPO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 07/07/2017
Resoconto BINETTI PAOLA MISTO-UDC-IDEA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 07/07/2017

SVOLTO IL 07/07/2017

CONCLUSO IL 07/07/2017

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01872
presentato da
BINETTI Paola
testo presentato
Martedì 4 luglio 2017
modificato
Venerdì 7 luglio 2017, seduta n. 829

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   la psicologia dell'età evolutiva mostra in modo sempre più evidente la stretta relazione che lega lo sviluppo del bambino al proprio contesto ambientale, in cui la famiglia e la scuola svolgono un ruolo strutturante che con il tempo si estende anche ad altri ambiti più informali, ma non meno determinanti per lo sviluppo del bambino e dell'adolescente. Attraverso una serie di processi evolutivi il soggetto va conquistando una maggiore autonomia e matura nella comprensione e nella partecipazione affettiva a tutta la sfera della socializzazione;
   si tratta di un processo composito in cui il soggetto, proprio per la fragilità tipica dell'età evolutiva, può sentirsi ferito senza riuscire ad elaborare adeguatamente le sue esperienze dolorose, frustranti, o comunque non soddisfacenti. Tradizionalmente in Italia il neuropsichiatra infantile è il referente per lo sviluppo psicomotorio del bambino e per le difficoltà in cui si imbatte anche sul piano affettivo e relazionale. Ma il neuropsichiatra infantile, deve avvalersi nell'esercizio del suo ruolo di molte altre figure di riferimento, a cominciare dai genitori del bambino e dai suoi insegnanti. I gruppi di lavoro in neuropsichiatria infantile, o di salute mentale dell'infanzia e dell'adolescenza, sono costituiti normalmente da figure professionali esperte in età evolutiva, come lo psicologo dell'età evolutiva, il terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, il logopedista, l'educatore professionale, l'assistente sociale, l'infermiere, e altri. Nei gruppi di lavoro costituiti per l'integrazione scolastica, delle persone disabili, che si riuniscono periodicamente per la definizione e la verifica dei piani educativi individualizzati (PEI), è presente anche la figura dell'insegnante di sostegno e dell'assistente scolastico accanto a quella degli insegnanti curricolari, in ogni ordine di scuola;
   tra le problematiche riguardanti i problemi del neuro-sviluppo del bambino, sia sul piano cognitivo che relazionale, emergono spesso difficoltà adattative del bambino, che condizionano le sue capacità di apprendimento e la sua integrazione nel gruppo dei coetanei. Tra i sintomi più frequenti che possono presentare bambini con disturbi adattativi ci sono i disturbi dell'attenzione, impulsività, iperattività, aggressività, associati ad altri disturbi che riguardano il ritmo sonno-veglia, l'alimentazione ed altro. Quando la sintomatologia si accentua e diventa difficile da gestire nel contesto familiare e scolastico c’è la tendenza ad attribuirle la definizione di sindrome ADHD. Una delle caratteristiche tipiche di questa sindrome è che la rete di collaborazione (scuola, famiglia, sanitari), necessaria per il miglioramento della qualità della vita dei bambini affetti da un qualsiasi disturbo nella sfera cognitivo e relazionale, non riesce ad attivarsi per i motivi più diversi, ma soprattutto per una sostanziale diffidenza reciproca, in cui ciascuno considera l'altro responsabile del quadro sintomatico presentato dal bambino;
   nei casi di ADHD occorre mettere in atto una strategia che sia al tempo stesso terapeutica ed educativa, riabilitativa e didattica, sportiva e artistica. Un approccio multimodale di cui sono parte integrante: interventi diretti con i bambini, l'educazione genitoriale, il giusto mix di parent education e parent training, il coinvolgimento dei docenti, con il cosiddetto teacher training. Una serie di interventi in altri termini in cui psicologia e pedagogia, didattica e riabilitazione, si integrano reciprocamente, generando un progetto che è educativo prima ancora che terapeutico, terapeutico, ma non farmacologico, salvo casi estremi;
   la diagnosi in questi casi va fatta da un’équipe multidisciplinare composta da medici, psicoterapeuti e psicologi; ha carattere dinamico e osservazionale e per questo richiede più incontri con i genitori e gli insegnanti; è necessario somministrare dei test specifici per l'ADHD ai bambini, ai genitori e agli insegnanti. Solo dopo aver rielaborato tutti questi dati si può porre in modo ragionevolmente corretto la diagnosi di ADHD e i dati raccolti, adeguatamente documentati, possono essere inseriti nel registro nazionale ADHD gestito dall'Istituto superiore di sanità;
   i bambini con diagnosi esplicita di ADHD sono attualmente 3.696, lo 0,005 della popolazione. Ma probabilmente questo dipende anche dalla mancanza di linee guida ministeriali, per cui bambini e ragazzi con ADHD, comprese le loro famiglie, sono invisibili per la programmazione sanitaria ma anche per la programmazione didattica;
   nel 2007 il Ministero della salute ha elaborato un primo decreto (AIC del 27 aprile 2007 Gazzetta Ufficiale 106 parte prima) che costituisce ancora oggi l'unico documento istituzionale che contiene le linee guida per la diagnosi e cura per l'ADHD in età evolutiva. Contestualmente è stato istituito anche il registro per i soggetti affetti da ADHD, ma dopo 10 anni i centri di diagnosi e cura per l'ADHD, hanno chiesto di chiudere l'esperienza del registro, ritenendolo uno strumento inadeguato, troppo complesso da portare avanti;
   di fatto, la compilazione del registro pone un serio problema di metodo e uno ancor più serio di sostanza. Di metodo perché, per essere il più rigoroso possibile, prevede molti passaggi che rendono difficile l'applicazione di un protocollo che comprende interviste e test specifici somministrati a bambini, genitori ed insegnanti in un contesto di mancanza di risorse e di personale dedicato. Di sostanza, perché poi di fatto sono inseriti nel registro solo i casi che richiedono un trattamento farmacologico, mentre restano esclusi tutti quegli altri soggetti la cui sintomatologia è affrontata ricorrendo al giusto mix di misure psico-pedagogiche, riabilitative e di altra natura. In questo modo il registro dà ragione solo dei soggetti in trattamento farmacologico ed esclude il ben più vasto contesto di bambini in cui la sindrome di ADHD crea problemi adattativi in casa e a scuola, con conseguenze facilmente prevedibili. Oltre tutto in questo modo si calcola per difetto anche il personale di supporto da dedicare al sostegno di questi bambini a casa e a scuola; non si tiene conto della fatica del gestire soggetti con questo quadro e non si stimolano ricerche volte a documentare e a risolvere questo disturbo dello sviluppo –:
   se non ritenga opportuno assumere iniziative per rivedere i criteri con cui viene compilato il registro ADHD, semplificando alcuni parametri, ma includendo anche soggetti che non sono in trattamento farmacologico e rendendo più completo l'aspetto epidemiologico di questa sindrome, per poter predisporre tutte le risorse necessarie ad affrontarla in modo adeguato.
(2-01872) «Binetti, Buttiglione, Cera, De Mita, Pisicchio».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

fanciullo

adattamento scolastico