ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01652

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 739 del 09/02/2017
Abbinamenti
Atto 3/02941 abbinato in data 19/09/2017
Firmatari
Primo firmatario: SAVINO ELVIRA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 09/02/2017


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 09/02/2017
Stato iter:
19/09/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 19/09/2017
Resoconto SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 19/09/2017
Resoconto OLIVERO ANDREA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 19/09/2017
Resoconto SAVINO ELVIRA FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/09/2017

DISCUSSIONE IL 19/09/2017

SVOLTO IL 19/09/2017

CONCLUSO IL 19/09/2017

Atto Camera

Interpellanza 2-01652
presentato da
SAVINO Elvira
testo presentato
Giovedì 9 febbraio 2017
modificato
Martedì 19 settembre 2017, seduta n. 853

   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
   il 18 novembre 2016 il Governo pro tempore annunciò l'intenzione di inviare a Bruxelles uno schema di decreto che prevedeva l'introduzione dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine della materia prima anche per la filiera grano-pasta, al fine di dare maggiore trasparenza alle informazioni per il consumatore, di tutelare i produttori e di rafforzare i rapporti di una filiera strategica per il made in Italy agroalimentare;
   il 20 dicembre 2016 il Ministro Martina ha reso noto che lo schema di decreto è stato trasmesso alle autorità di Bruxelles per una prima verifica e che è stato così avviato l’iter autorizzativo per configurare un modello di etichettatura in grado di indicare con chiarezza se la pasta secca sia prodotta in Italia o in un altro Paese e l'area dove il grano sia stato coltivato e macinato;
   in particolare, lo schema di decreto prevederebbe che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno obbligatoriamente indicare in etichetta le diciture sul Paese di coltivazione del grano e del Paese di molitura. Se queste fasi avvengono in diversi Paesi, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi non UE. Se il grano duro è coltivato almeno per il 50 per cento in un solo Paese, come ad esempio l'Italia, si potrà usare la dicitura: «Italia e altri Paesi UE e non UE». Queste indicazioni sull'origine del grano dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo, in modo da essere facilmente visibili, chiaramente leggibili e indelebili;
   in merito alle nuove disposizioni che verrebbero introdotte dallo schema di decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, l’executive director communication and external relations della Barilla, Luca Virginio, ha già avanzato «forti dubbi e perplessità in quanto l'indicazione in etichetta dell'origine della materia prima della pasta confonderebbe i consumatori e indebolirebbe la competitività della filiera». Inoltre, sempre secondo il manager della Barilla, «l'origine da sola non sarebbe sinonimo di qualità»;
   ai dubbi del gruppo Barilla sono seguiti quelli espressi dai pastai italiani di Aidepi, Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiana, che criticano tuttavia solo la dicitura scelta dal Governo, dichiarandosi invece favorevoli all'indicazione dell'origine del grano;
   Riccardo Felicetti, presidente della citata associazione, ha infatti dichiarato «la formula scelta non ha alcun valore aggiunto per il consumatore (...) l'origine del grano non è sinonimo di qualità (...) e l'etichetta da sola non basta»;
   se lo schema di decreto sull'etichettatura – precisa Ivano Vacondio, presidente Italmopa – risponde alla richiesta di trasparenza sull'origine della materia prima proveniente dai consumatori, tuttavia l'origine del grano non è in alcun modo sinonimo di qualità, poiché «l'eccellenza dell'industria molitoria italiana è riconducibile alla capacità dei nostri mugnai di individuare, selezionare, miscelare e trasformare le migliori varietà di frumento, quali che siano le loro origini, per la produzione di semole di frumento duro di altissima qualità. Semole che costituiscono uno degli ingredienti essenziali per il successo della pasta italiana nel mondo»;
   inoltre, rimangono inalterate le problematiche, relative al deficit quantitativo della produzione nazionale e del controllo sul corretto approvvigionamento di frumento duro dell'industria semoliera;
   lo schema di decreto incide dunque sui delicati equilibri dell'industria alimentare: «il Ministro Martina – afferma Luca Ferrara, amministratore unico del pastificio Guido Ferrara, alla quinta generazione imprenditoriale – punta ad accrescere il prezzo del grano italiano sottostimando però le problematiche di noi produttori stritolati dalla grande distribuzione organizzata e dal prezzo finale. Con questo decreto il Belpaese sta concedendo spazio ai concorrenti turchi, nordeuropei e nordafricani, minando i vantaggi distintivi dell'industria italiana della pasta conquistati con grandi sforzi nei decenni passati»;
   l'Italia è il principale produttore europeo di grano duro destinato alla pasta con quasi 5 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari (concentrata, soprattutto, in Puglia e in Sicilia, che, da sole, rappresentano il 42 per cento della produzione nazionale);
   nonostante ciò, la produzione italiana non è sufficiente a soddisfare la domanda domestica ed è pertanto necessario ricorrere all'importazione di circa 2,3 milioni di tonnellate annue dall'estero, prodotto privo di indicazioni adeguate in etichetta, che lo condanna, seppur di buona qualità, ad un giudizio negativo;
   la materia relativa all'etichettatura non può e non deve essere scissa da questioni fondamentali quali la stabilizzazione dell'offerta e la continuità dell'approvvigionamento della materia prima, fattori indispensabili per la corretta programmazione industriale e del tutto ignorati –:
   a che punto sia l’iter dello schema di decreto inviato alle autorità di Bruxelles;
   se non ritengano, per quanto espresso in premessa, opportuno avviare un tavolo di concertazione con il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera, al fine di valutare la possibilità di adottare un tipo di etichettatura che concretamente garantisca i consumatori e i produttori.
(2-01652) «Elvira Savino».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

produzione nazionale

cerealicoltura

denominazione di origine