ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01513

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 694 del 18/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: VILLAROSA ALESSIO MATTIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/10/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RUOCCO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 18/10/2016
CECCONI ANDREA MOVIMENTO 5 STELLE 18/10/2016
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 18/10/2016
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 18/10/2016
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 18/10/2016
PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 18/10/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 18/10/2016
Stato iter:
21/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/10/2016
Resoconto VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 21/10/2016
Resoconto MORANDO ENRICO VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 21/10/2016
Resoconto VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/10/2016

SVOLTO IL 21/10/2016

CONCLUSO IL 21/10/2016

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01513
presentato da
VILLAROSA Alessio Mattia
testo presentato
Martedì 18 ottobre 2016
modificato
Venerdì 21 ottobre 2016, seduta n. 696

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   la commissione d'inchiesta del consiglio regionale della Toscana ha approvato due relazioni conclusive sulle vicende legate alla Banca Montepaschi di Siena (MPS);
   secondo la commissione, le responsabilità principali sono da attribuire «al management che ha guidato il gruppo Mps, sia la banca, sia la Fondazione, durante la stagione dei prodotti finanziari ad alto rischio, dell'acquisizione di Antonveneta e delle operazioni di ristrutturazione dei derivati». Ci sono i manager di Mps. Ci sono gli amministratori della banca. C’è la vigilanza. Ma c’è anche la politica;
   da un articolo del « Corriere di Siena» del 16 ottobre 2016 titolato: «Acquisto Antonveneta, l'Avvocato Falaschi insiste, quel contratto è nullo», l'avvocato invita gli azionisti-risparmiatori-dipendenti MPS, ma anche gli esponenti politici locali, ad attivarsi per perseguire un adeguato risarcimento; il 13 ottobre 2016 il gip Ezio D'Amizia ha ascoltato le motivazioni dell'avvocato Falaschi e si è riservato di decidere; il ricorso chiama in causa la responsabilità dei vertici di Banca d'Italia;
   la Banca d'Italia non poteva non essere al corrente della suddetta situazione in quanto nell'ultima ispezione del marzo 2007 su Banca Antonveneta aveva verificato come i parametri su quest'ultima fossero tutti negativi e come la stessa risultasse già in «insolubile difficoltà». (L'unico elemento positivo dell'istituto di credito veneto era proprio il prestito dell’«ABN-AMRO», anche perché risulta che banca MPS avesse inviato il prospetto informativo giustificante l'aumento di capitale («(...) massimi Euro 5 miliardi mediante emissione di massime n.  7.462.686.567 azioni ordinarie, di risparmio e privilegiate»), il 28 aprile del 2008, alla CONSOB ed il 23 aprile del 2008 alla Banca d'Italia; nel prospetto informativo di MPS del 23 aprile 2008 inviato a Bankitalia risultava in maniera espressa e letterale che MPS che comprava, avrebbe dovuto restituire anche il finanziamento concesso ad Antonveneta da ABN-AMRO pari a circa 7,5 miliardi. Si precisa che l'aumento di capitale non era sufficiente a coprire il fabbisogno necessario in considerazione del patrimonio dell'epoca di banca «MPS» e dei verbali dell'ispezione su Antonveneta del marzo 2007);
   secondo l'avvocato Falaschi Banca d'Italia era al corrente della reale situazione della Banca Antonveneta e nonostante ciò autorizzò l'operazione di acquisizione della stessa da parte di banca «MPS» definendo l'operazione come «sana e prudente gestione», definizione tra l'altro obbligatoria per concedere l'autorizzazione così come previsto dall'articolo 19 del Testo unico bancario;
   la normativa vigente prevede 10 anni di tempo per ricorrere ed il termine di prescrizione scade 16 marzo 2018. Il ricorso potrebbe rendere nullo il contratto di acquisizione e potrebbe addirittura condurre la controparte dell'epoca «Santander» alla restituzione dei 17 miliardi di euro pagati dalla banca MPS;
   i ricorrenti qualificano il contratto caratterizzato da:
    a) autorizzazione falsa e nulla, in frode alla legge articolo 1344 codice civile;
    b) oggetto illecito come da articolo 1346 del codice civile e quindi contratto nullo in base all'articolo 1418 del codice civile che prescrive: «Producono nullità del contratto la mancanza di uno dei requisiti indicati dall'articolo 1325, l'illiceità della causa, l'illiceità dei motivi nel caso indicato dall'articolo 1345 e la mancanza nell'oggetto dei requisiti stabiliti dall'articolo 1346»;
   sulla base dei documenti e delle prove in possesso, l'avvocato Falaschi sostiene che l'autorizzazione di Banca d'Italia firmata dall'allora Governatore Mario Draghi con il documento del 17 marzo 2008 e che recita testualmente «L'acquisizione del complesso aziendale riferito ad Antonveneta comporterà un costo di 9 miliardi di euro», è illecita quindi nulla perché in realtà ha ad oggetto un costo totale di 17 miliardi di euro certificati dai bonifici che la banca senese ha pagato il 30 maggio 2008 perché andrebbero considerati i 7 miliardi aggiuntivi del debito con «ABN-AMRO»;
   si tratta di una autorizzazione probabilmente illegittima perché «condizionata» a un aumento di capitale, aumento tra l'altro proveniente in realtà da una linea di finanziamento concessa a MPS;
   l'articolo 19 del TUB prevede che «La Banca d'Italia rilascia l'autorizzazione quando ricorrono condizioni atte a garantire una gestione sana e prudente della banca, valutando la qualità del potenziale acquirente e la solidità finanziaria del progetto di acquisizione» e che l'autorizzazione possa essere «sospesa o revocata se vengono meno o si modificano i presupposti e le condizioni per il suo rilascio»;
   al processo «milanese» su MPS, la banca ha patteggiato con il pagamento della sanzione di euro 600 mila e la confisca di euro 10 milioni Banca Mps era chiamata a rispondere ai sensi della legge n.  231 del 2001;
   agli interpellanti risulta inoltre che la Banca MPS stia apportando delle importanti e pericolose modifiche allo statuto del fondo pensione complementare dei dipendenti di MPS;
   sembra stia scomparendo la trasparenza e che venga modificato l'articolo 5 in merito a:
    a) l'ammontare delle contribuzioni
    b) regime delle prestazioni;
    c) criteri generali di impiego delle risorse;
    d) caratteristiche dei comparti di investimento;
   tali informazioni, a quanto risulta agli interpellanti, non saranno più disponibili neanche mediante informazione annuale così come previsto dall'articolo 7 dello statuto; inoltre la modifica dell'articolo 12 eliminerebbe la comunicazione «di ogni vicenda idonea alla modifica del funzionamento del fondo» da inviare all'autorità vigilanza;
   la ricostruzione della vicenda descritta sarebbe più chiara se fosse stata tempestivamente avviata una Commissione di inchiesta sul tema –:
   se sia a conoscenza dei fatti sopra descritti;
   di quali elementi disponga il Governo, anche in relazione alla sua qualità di azionista del Monte dei Paschi di Siena, in merito all'ispezione del marzo 2007 condotta dalla Banca d'Italia presso Banca Antonveneta, con particolare riferimento agli esiti della stessa da cui sarebbero emersi i dati negativi del medesimo istituto di credito e il debito con la banca olandese ABN-AMRO;
   se non ritenga opportuno fornire ogni utile chiarimento sul tipo di azioni che intende intraprendere il Governo, per quanto di competenza, anche alla luce del «patteggiamento» nel processo di Milano e del fatto che il Ministero dell'economia e delle finanze risulta essere il primo azionista del Monte dei Paschi di Siena con oltre il 4 per cento della partecipazione azionaria;
   se risponda al vero che lo statuto del fondo pensione complementare dei dipendenti del Monte dei Paschi di Siena stia procedendo con le modifiche descritte e se non ritenga che le stesse semmai debbano garantire una «maggiore» trasparenza.
(2-01513) «Villarosa, Pesco, Alberti, Fico, Pisano, Ruocco, Cecconi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

banca

pensionato

contratto