ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/01368

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 621 del 10/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: PELLEGRINO SERENA
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 10/05/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZARATTI FILIBERTO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/05/2016
SCOTTO ARTURO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 10/05/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE 10/05/2016
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE 10/05/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 11/05/2016
Stato iter:
13/05/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/05/2016
Resoconto PELLEGRINO SERENA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 13/05/2016
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 13/05/2016
Resoconto PELLEGRINO SERENA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/05/2016

SVOLTO IL 13/05/2016

CONCLUSO IL 13/05/2016

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01368
presentato da
PELLEGRINO Serena
testo presentato
Martedì 10 maggio 2016
modificato
Venerdì 13 maggio 2016, seduta n. 624

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
   il 1o novembre 2015, un terremoto è stato registrato poco prima delle 9 nel Sud-est della Slovenia. L'epicentro del movimento tellurico è stato individuato nella zona di Obrezje, a 26 chilometri dalla centrale nucleare di Krško. L'Agenzia per l'ambiente slovena (Arso) ha reso noto che il sisma è stato di magnitudo 4,2; il Centro ricerche sismologiche parla di 4,8;
   la suddetta centrale nucleare si trova a 125 chilometri dal confine italo-sloveno; da alcuni anni, l'ente elettrico/energetico sloveno (GEN) ha inoltre allo studio la costruzione nella medesima località di una nuova centrale, di potenza tripla dell'attuale;
   il 31 marzo 2013 il quotidiano il Piccolo di Trieste pubblicava uno scoop del giornalista Mauro Manzin, che dava notizia di un clamoroso rapporto dell'Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare, IRSN (coinvolto nella progettazione di Krško-2). Vi si leggeva che l'istituzione pubblica francese IRSN aveva giudicato il sito di Krško inadatto alla costruzione del nuovo impianto a causa del rischio sismico. La notizia è clamorosa perché, ovviamente, getta un'ombra preoccupante anche sulla sicurezza della centrale in funzione;
   come risulta ufficialmente, l'Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare aveva addirittura scritto ufficialmente all'ente elettrico/energetico sloveno in questi termini: «questa nuova e grave scoperta di una faglia attiva vicina all'impianto; ndr] non permette di concludere in modo favorevole sull'adeguatezza dei due siti per la costruzione di una nuova centrale nucleare»;
   «andrebbe ricordato che la valutazione dei fenomeni di spostamento permanente del terreno di fondazione è un tema altamente impegnativo, data l'insufficiente esperienza internazionale attualmente disponibile nonché la mancanza di metodi e strumenti consolidati [di analisi]». «Questo Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare considera che è di estrema [utmost] importanza che le possibili implicazioni di questa capacità di faglia [rottura della faglia Libna] sulla sicurezza dell'impianto esistente, così come la sua potenziale relazione strutturale con altre faglie vicine, sia affrontata senza ritardo. Io [scrive il direttore francese Repussard] ho capito che GEN si è sentita preoccupata su questo argomento ed era sicuramente intenzionata ad informare su questa scoperta l'esercente dell'impianto Krško-1 (Nuklearna Elektrarna Krško – NEK) così come l'Agenzia slovena per la sicurezza nucleare (NSA). Io sarei molto grato se voi poteste confermare che ciò è stato effettivamente fatto, dal momento che io ravviso importante richiamare l'attenzione della NSA su questo argomento, in considerazione delle potenziali implicazioni di sicurezza che esso può avere a livello nazionale ed internazionale»;
   come si vede, si tratta di una lettera molto forte, che pare voler superare reticenze slovene, ventilando problemi di sicurezza per lo meno anche italiani;
   si noti che gli insanabili dissidi tecnici sulla valutazione del rischio sismico/di Krško tra l'ente elettrico/energetico sloveno (GEN) e l'Agenzia slovena per la sicurezza nucleare (NSA), da una parte, e l'IRSN pubblico francese – dall'altra – portavano i francesi ad abbandonare il consorzio tecnico scientifica franco-slovena per lo studio di Krško-2 e inducevano il Governo sloveno a scioglierla;
   al 33o Congresso europeo di sismologia, a Mosca (General Assembly of the European Seismological Commission ESC 2012, 19-24 agosto 2012, simposio NIS-3, p. 350) era stato per altro già presentato uno studio italiano in cui si calcolava per la zona di Krško un terremoto massimo di magnitudo Richter M=7,2 (oltre 30 volte più forte del terremoto dell'Emilia del 2012). Autori di questo rapporto erano due ricercatori dell'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale, OGS, e due docenti dell'università di Trieste; fra i quali lo stesso coordinatore della sessione del congresso dedicata alla valutazione delle faglie capaci di produrre i massimi terremoti da considerare nella progettazione dei grandi impianti ed il segretario dell'Associazione internazionale di sismologia e di fisica dell'interno della terra (che riunisce i massimi esperti mondiali);
   nel 2014 gli stessi autori hanno pubblicato su una rivista scientifica con verifica internazionale («peer review») un articolo sulla pericolosità sismica dell'area della centrale in questione (si veda Sirovich L., Suhadolc P., Costa G. and F. Pettenati 2013. A review of the seismotectonics and some considerations on the seismic hazard of the Krško NPP area; SE Slovenia. Boll. Geof. Teor. e Appl., 55, 1, 175-195, DOI 10.4430/bgta0103.). In esso viene spiegato il calcolo della magnitudo di 7,2 e vengono proposte valutazioni sulla pericolosità delle faglie nel sottosuolo della zona, la cui presenza – si badi bene – era ignota ai progettisti dell'impianto alla fine degli anni settanta del Novecento;
   lo stesso articolo si sofferma anche sui risultati dei cosiddetti «Stress Tests» della centrale (calcoli di verifica dei margini di sicurezza) distribuiti dal Ministero per l'ambiente della Repubblica di Slovenia. In particolare, i quattro studiosi italiani scrivono: a) che l'unico parametro adottato per le verifiche (scuotimento massimo del suolo espresso come accelerazione con una certa probabilità di occorrenza) è insufficiente per consentire, anche a un’équipe di esperti, di trarre conclusioni attendibili; b) gli stessi (così criticabili) stress test ammettono tuttavia che la centrale potrebbe subire incidenti e danni assai rilevanti per scuotimenti del terreno compatibili con la situazione sismologica della zona (ad esempio, danni ai sistemi di raffreddamento e perfino al nocciolo);
   i quattro esperti citati ricordano, fra l'altro che, in poco più di un secolo, la regione di Krško è stata sede di un terremoto nel 1880 (magnitudo Richter circa 6,3; 60 chilometri a est di Krško) e di un altro nel 1917 (magnitudo Richter 5,7-6,2 nelle immediate vicinanze dell'impianto);
   in un articolo divulgativo, apparso sulla rivista mensile Konrad gli stessi quattro esperti scrivono di avere sentito la necessità di presentare la situazione alla presidente del Friuli-Venezia Giulia, Serracchiani, trasmettendole anche un appunto con bibliografia ed illustrazioni. In esso, i quattro esperti in questione scrivevano che «in un momento non prevedibile, la centrale potrebbe venire colpita da un terremoto in grado forse di causare gravi conseguenze [...] secondo questi Stress test, da i gravi – comprese lesioni alla piscina delle barre e blocco dei sistemi di raffreddamento –, potrebbero venire causati da un terremoto di magnitudo M compatibile con la situazione sismologica della zona, oggi nota, se l'evento si verificasse vicino all'impianto, com’è purtroppo possibile». «A nostro avviso,» – era la conclusione – «sarebbe auspicabile una sensibilizzazione del Governo italiano sull'argomento da parte del Presidente, affinché si giunga ad una verifica della situazione, anche con la partecipazione di esperti italiani»;
   l'attuale centrale Krško-1 (e, tanto più, un secondo impianto più potente), presente a ridosso del territorio nazionale, costituisce oggettivamente un pericolo per l'Italia, della cui entità il nostro Paese deve essere consapevole. La situazione sismica della regione di Krško – un'area sismica riconosciuta senza possibilità di dubbio – sembra rendere indispensabile un serio approfondimento di studio, anche in coordinamento per lo meno con il Governo sloveno e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (IAEA) di Vienna;
   recentemente Greenpeace ha espresso quattro tipi di osservazioni. Oltre all'assenza di valide alternative al programma nucleare, specialmente in termini di efficienza energetica e di energie rinnovabili, la Slovenia, è chiamata a fare conti con altri tre problemi. Greenpeace ricorda che Krško si trova in un'area sismica attiva e che la valutazione dei rischi è tale d'aver indotto l'Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nazionale (Irsn) ad evidenziare tali pericoli seppure invano – alle autorità slovene. Un ulteriore elemento di rischio è rappresentato dall'età del reattore nucleare. Progettato negli anni settanta, venne realizzato nei primi anni Ottanta con parametri di sicurezza oggi considerati obsoleti e superati. Criticità sono legate anche agli insufficienti investimenti necessari ad aggiornare la centrale. «Dopo gli stress-test post-Fukushima – viene sottolineato da Greenpeace –, la Slovenia ha promesso di realizzare degli aggiornamenti al suo Piano nazionale, ma nella prima revisione dello scorso anno, molti dei più importanti aggiornamenti sono stati trasformati in nuovi studi o rinviati. La ragione è che, al momento, non ci sono sufficienti capitali per portarli avanti. Significa che Krško sta imparando troppo lentamente la lezione di Fukushima e questo aumenta il rischio per il reattore»;
   sul fronte scientifico, Giovanni Costa, sismologo ricercatore del dipartimento di scienze della terra dell'università di Trieste, ribadisce che nel recente convegno di Klagenfurt è emersa la necessità di approfondire ancora gli studi. «Le faglie sismiche ci sono e non è ancora chiaro quali siano i pericoli e se la centrale è in grado di resiste. Non si può dire che Krško sia sicuramente pericolosa, ma non si può neppure dire che non lo sia. Servono ulteriori studi»;
   il quotidiano Il Piccolo ci avvisa che «Slovenia e Croazia avrebbero deciso di prolungare la vita operativa della centrale nucleare di ulteriori vent'anni rispetto i piani iniziali. L'accordo sarebbe stato raggiunto tra i due proprietari della centrale, la Gen slovena e la Hep croata»;
   la preoccupazione per il prolungamento al 2043 dell'operatività della centrale Krško, cui si aggiunge quella della costruzione di una seconda centrale nello stesso sito, non è recente: la notizia seppur non ufficiale risale ad almeno due anni fa –:
   se il Governo non intenda prendere posizione nei confronti della Repubblica di Slovenia cooperando con le autorità slovene nella valutazione del rischio ambientale e accogliendo l'istanza di addivenire a un coordinamento tra il Governo sloveno, quello italiano e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica;
   se il Governo non ritenga necessario acquisire ogni utile elemento di valutazione dalle istituzioni francesi che per prime hanno evidenziato la condizione di rischio per la sicurezza internazionale;
   se non si intenda avviare al più presto, in collaborazione con il Governo sloveno, le verifiche necessarie ad accertare che l'evento sismico di cui in premessa, non abbia prodotto alcun da o alla centrale nucleare di Krško;
   se, e come, il Governo si intenda attivare affinché l'Italia sia consapevole della pericolosità sismica dell'area in questione e dei livelli di rischio connessi, verificando che tali livelli rispettino i limiti imposti dalle più avanzate normative internazionali;
   se il Governo non intenda – anche con l'ausilio di esperti di fiducia – interpellare il Servizio geologico francese (BRGM) e l'Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare (IRSN), facenti parte – fino al suo scioglimento – della Commissione tecnico scientifica franco-slovena per lo studio di Krško-2, per conoscere le valutazioni tecniche di rischio elaborate dalle due istituzioni francesi, anche al fine di verificare se i livelli di pericolosità sismica dell'area in questione rispettino i limiti imposti dalle più avanzate normative internazionali; se non intendano attivarsi per l'istituzione di una sede di coordinamento tecnico permanente almeno fra i due Governi e la IAEA (Agenzia internazionale per l'energia atomica), al fine di prevedere l'inserimento di esperti italiani nelle commissioni di studio coinvolte nelle valutazioni su Krško-1 e su Krško-2.
(2-01368) «Pellegrino, Zaratti, Scotto».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sicurezza nucleare

sisma

AIEA